Fdi si rimangia il no al Ceta. Per Meloni era una "porcata da traditori". adesso Lollobrigida apre: "Vantaggi per i produttori, si arriverà al sì"

Soledad

vedo solo pornazzi
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Per Giorgia Meloni era una “porcata”, una roba da “traditori”. Le intemerate della leader di Fratelli d’Italia contro il Ceta e i suoi sostenitori non si contano. Dai banchi dell’opposizione, per anni, è stato tutto un urlo contro l’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada, in vigore in via provvisoria dal settembre 2017. Adesso che Fdi è al governo, tocca a un suo fedelissimo fare una marcia indietro, un’inversione a U. Insomma, rimangiarsi tutto. Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, appendice che proprio su questa scelta fa almeno sorridere, lo ha detto chiaro e tondo a margine del Consiglio Ue a Bruxelles: l’Italia in materia di accordi commerciali è “molto pragmatica”. Insomma, si va verso la ratifica del Parlamento.

“Il Ceta, trattato di libero scambio UE-Canada, è una porcata contro i bisogni dei popoli. FdI si batterà in Italia contro la ratifica”, annunciava il 14 febbraio 2017. A suo avviso l’Europa dava “carta bianca alle multinazionali a danno delle piccole e medie imprese”, allo stesso tempo “abbassa gli standard di qualità e sicurezza alimentari” e “mette a rischio le sovranità nazionali”.

Ad agosto ribadiva con forza: “La nostra posizione è chiara: per Fratelli d’Italia chi voterà in Parlamento la ratifica del Ceta è un traditore dell’Italia e del Mezzogiorno e non potrà mai essere nostro alleato”. Un mese dopo aizzò la folla di Atreju: “Chi vota il Ceta fa un favore alle grandi produzioni e sputa in faccia agli italiani che si sono rifiutati di mettere schifezze nei loro prodotti”. E definì l’accordo di libero scambio una “vergogna” che “riconosce 40 dei 400 marchi di origine italiana”. Quindi sottolineò: “Non ha senso aprire a nuovi mercati che trattano ‘schifezze’ che suonano italiano come il ‘Parmesan’ ma che italiane non sono e tolgono risorse alle imprese italiane”.

Nuovo attacco il 14 agosto dell’anno successivo: “Fratelli d’Italia dice no al Ceta e sì alla difesa del Made in Italy. Bene il ministro Centinaio sul no alla ratifica del trattato di libero scambio Ue-Canada che penalizza il nostro settore agroalimentare. I nostri voti ci sono”, spiegava durante il governo giallo-verde. E ancora: “Non può esserci libero scambio e concorrenza leale senza una reale difesa del marchio Italia sui mercati mondiali”. Se la prese anche con Forza Italia, che diede il via libera in commissione: “Quando dico che il futuro dell’alleanza di centrodestra si costruisce ripartendo dai contenuti intendo l’esatto opposto di quello che è avvenuto oggi in commissione Esteri al Senato: Forza Italia ha votato col Pd il via libera al Ceta”. In quel caso la definì “l’ennesima marchetta della Ue alle grandi multinazionali”.

Fdi si rimangia il no al Ceta: per Meloni era una "porcata" da "traditori", adesso Lollobrigida apre
 
il prossimo passo sarà TPP?
 
Per Giorgia Meloni era una “porcata”, una roba da “traditori”. Le intemerate della leader di Fratelli d’Italia contro il Ceta e i suoi sostenitori non si contano. Dai banchi dell’opposizione, per anni, è stato tutto un urlo contro l’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada, in vigore in via provvisoria dal settembre 2017. Adesso che Fdi è al governo, tocca a un suo fedelissimo fare una marcia indietro, un’inversione a U. Insomma, rimangiarsi tutto. Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, appendice che proprio su questa scelta fa almeno sorridere, lo ha detto chiaro e tondo a margine del Consiglio Ue a Bruxelles: l’Italia in materia di accordi commerciali è “molto pragmatica”. Insomma, si va verso la ratifica del Parlamento.

“Il Ceta, trattato di libero scambio UE-Canada, è una porcata contro i bisogni dei popoli. FdI si batterà in Italia contro la ratifica”, annunciava il 14 febbraio 2017. A suo avviso l’Europa dava “carta bianca alle multinazionali a danno delle piccole e medie imprese”, allo stesso tempo “abbassa gli standard di qualità e sicurezza alimentari” e “mette a rischio le sovranità nazionali”.

Ad agosto ribadiva con forza: “La nostra posizione è chiara: per Fratelli d’Italia chi voterà in Parlamento la ratifica del Ceta è un traditore dell’Italia e del Mezzogiorno e non potrà mai essere nostro alleato”. Un mese dopo aizzò la folla di Atreju: “Chi vota il Ceta fa un favore alle grandi produzioni e sputa in faccia agli italiani che si sono rifiutati di mettere schifezze nei loro prodotti”. E definì l’accordo di libero scambio una “vergogna” che “riconosce 40 dei 400 marchi di origine italiana”. Quindi sottolineò: “Non ha senso aprire a nuovi mercati che trattano ‘schifezze’ che suonano italiano come il ‘Parmesan’ ma che italiane non sono e tolgono risorse alle imprese italiane”.

Nuovo attacco il 14 agosto dell’anno successivo: “Fratelli d’Italia dice no al Ceta e sì alla difesa del Made in Italy. Bene il ministro Centinaio sul no alla ratifica del trattato di libero scambio Ue-Canada che penalizza il nostro settore agroalimentare. I nostri voti ci sono”, spiegava durante il governo giallo-verde. E ancora: “Non può esserci libero scambio e concorrenza leale senza una reale difesa del marchio Italia sui mercati mondiali”. Se la prese anche con Forza Italia, che diede il via libera in commissione: “Quando dico che il futuro dell’alleanza di centrodestra si costruisce ripartendo dai contenuti intendo l’esatto opposto di quello che è avvenuto oggi in commissione Esteri al Senato: Forza Italia ha votato col Pd il via libera al Ceta”. In quel caso la definì “l’ennesima marchetta della Ue alle grandi multinazionali”.

Fdi si rimangia il no al Ceta: per Meloni era una "porcata" da "traditori", adesso Lollobrigida apre
In sintesi:

:o meloni e cognato "sputano in faccia agli italiani".
 
Prendere dichiarazioni di 5 anni fa, quando nel frattempo è cambiato il mondo.
Poveri grillini, non sapete più a cosa attaccarvi :asd:
Date un occhio a quello che sta accadendo a livello agricolo, magari qualcosa si intuisce..
 
Prendere dichiarazioni di 5 anni fa, quando nel frattempo è cambiato il mondo.
Naturalmente non sono crillino, ma il CETA penso non sia cambiato ed il grano canadese e' ancora radioattivo (o pieno di glisofato, non ricordo).
Oppure no ?
 
ma il ceta è così svantaggioso per l'economia italiana?
 
se porta tante malattie si ,creto :D :D :P
 
Io invece la stimo.
Solo gli stupidì non cambiano mai idea.
Forse qualcuno le ha spiegato che il nanismo dell’impresa italiana porta solo danni al paese e magari ha capito che le multinazionali non sono questo demonio come vengono dipinte.
 
Io invece la stimo.
Solo gli stupidì non cambiano mai idea.
Forse qualcuno le ha spiegato che il nanismo dell’impresa italiana porta solo danni al paese e magari ha capito che le multinazionali non sono questo demonio come vengono dipinte.
Beh, allora dica esplicitamente che ha cambiato idea, quindi quello che diceva prima era sbagliato.
Oppure ammetta che erano sparate per prendersi i voti dei polli (che puntualmente ci sono cascati)
 
Beh, allora dica esplicitamente che ha cambiato idea, quindi quello che diceva prima era sbagliato.
Oppure ammetta che erano sparate per prendersi i voti dei polli (che puntualmente ci sono cascati)
Non pretendo tanta onestà intellettuale.
Mi basta che una volta ogni tanto imbocchi la strada giusta.
Si lo so, sono uno che si accontenta ma dalle mie parti si dice che bisogna fare il fuoco con la legna che si ha.
 
Ottimo. Grandi opportunità per il nostro export.
 
come si cambiaaaaaaaaa per non morireeeeeeeee...... :asd:

certo che in pochi anni deve proprio esserci stata la rivoluzione nel settore per essere passati dal ceta male assoluto dei traditori della patria a ceta da ratificare con pragmatismo....:rolleyes: io comunque la pasta con grano non UE non la compro e men che mai il parmesan...però magari si potrebbe trovare nel frigo di Lollobrigida chissà....pagamento in natura....:D:clap:
 
Eccolo, è vergognoso 🤷‍♂️🤷‍♂️🤷‍♂️
 

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