http://www.repubblica.it/cronaca/2016/07/20/news/fermo_chiese-144476087/
Due ultrà anarchici. Sono loro, secondo la procura di Fermo, gli attentatori delle chiese che in questi mesi hanno sparso il panico in città. Negli ultimi mesi sono esplosi tre ordigni mentre un quarto fu ritrovato quando stava per brillare: erano tutti potenzialmente molto pericolosi, in grado di creare gravi danni. Le indagini sono andate avanti per mesi. Poi nelle ultime ore la svolta con un decreto di fermo emesso dal procuratore Domenico Seccia nei confronti di Martino Paniconi, 40 anni, e del trentenne Marco Bordoni, prima che i due partissero alla volta dell'Inghilterra. L'indagine era stata aperto per tentato omcidio ed estorsione. Tra febbraio e marzo due bombe rudimentali sono scoppiate davanti al Duomo e davanti all'ingresso della chiesa di San Tommaso, nel quartiere di Lido Tre Archi. Nella notte tra il 12 e il 13 aprile, un'altra bomba ha danneggiato l'ingresso della chiesa di San Marco alle Paludi, parrocchia retta da monsignor Vinicio Albanesi della Comunità di Capodarco. Una quarta, a maggio, fu ritrovata prima che esplodesse.
L'eversione, al momento, sembra l'unico movente dietro le bombe in una città che nelle ultime settimane è stata scossa dall'omicidio di Emmanuel, il ragazzo nigeriano ammazzato con un pugno dopo un insulto razziale da Amedeo Mancini, un ultras della Fermana. Non è un caso che i due eventi, così diversi tra di loro, siano però nati nello stesso ambiente, quello del tifo organizzato e dell'eversione.
Nigeriano ucciso: fermato l'ultrà Am
E non è un caso che Emmanuel Chidi Namdi fosse ospite della comunità di don Vinicio, la stessa a cui erano in qualche maniera collegate le chiese oggetto degli attentati. Gli arrestati hanno entrambi 36 anni e vivono di lavori saltuari. Secondo le prime indiscrezioni, sarebbero in qualche modo legati ad Amedeo Mancini, in carcere per l'omicidio del profugo nigeriano. Uno dei due sarebbe una sorta di ideologo, convertito dai valori ultrà di destra a quelli anarchici. In casa dell'uomo i carabinieri hanno trovato e sequestrato alcuni libri che testimonierebbero questo passaggio e gli orientamenti ideologici dell'indagato. In questo contesto avrebbe maturato la decisione di colpire l'ordine costituito, scegliendo in particolare le chiese. Sarebbe stato lui a dare incarico all'altro fermato di confezionare gli ordigni che avrebbero poi materialmente posizionato insieme nei luoghi da colpire.
Due ultrà anarchici. Sono loro, secondo la procura di Fermo, gli attentatori delle chiese che in questi mesi hanno sparso il panico in città. Negli ultimi mesi sono esplosi tre ordigni mentre un quarto fu ritrovato quando stava per brillare: erano tutti potenzialmente molto pericolosi, in grado di creare gravi danni. Le indagini sono andate avanti per mesi. Poi nelle ultime ore la svolta con un decreto di fermo emesso dal procuratore Domenico Seccia nei confronti di Martino Paniconi, 40 anni, e del trentenne Marco Bordoni, prima che i due partissero alla volta dell'Inghilterra. L'indagine era stata aperto per tentato omcidio ed estorsione. Tra febbraio e marzo due bombe rudimentali sono scoppiate davanti al Duomo e davanti all'ingresso della chiesa di San Tommaso, nel quartiere di Lido Tre Archi. Nella notte tra il 12 e il 13 aprile, un'altra bomba ha danneggiato l'ingresso della chiesa di San Marco alle Paludi, parrocchia retta da monsignor Vinicio Albanesi della Comunità di Capodarco. Una quarta, a maggio, fu ritrovata prima che esplodesse.
L'eversione, al momento, sembra l'unico movente dietro le bombe in una città che nelle ultime settimane è stata scossa dall'omicidio di Emmanuel, il ragazzo nigeriano ammazzato con un pugno dopo un insulto razziale da Amedeo Mancini, un ultras della Fermana. Non è un caso che i due eventi, così diversi tra di loro, siano però nati nello stesso ambiente, quello del tifo organizzato e dell'eversione.
Nigeriano ucciso: fermato l'ultrà Am
E non è un caso che Emmanuel Chidi Namdi fosse ospite della comunità di don Vinicio, la stessa a cui erano in qualche maniera collegate le chiese oggetto degli attentati. Gli arrestati hanno entrambi 36 anni e vivono di lavori saltuari. Secondo le prime indiscrezioni, sarebbero in qualche modo legati ad Amedeo Mancini, in carcere per l'omicidio del profugo nigeriano. Uno dei due sarebbe una sorta di ideologo, convertito dai valori ultrà di destra a quelli anarchici. In casa dell'uomo i carabinieri hanno trovato e sequestrato alcuni libri che testimonierebbero questo passaggio e gli orientamenti ideologici dell'indagato. In questo contesto avrebbe maturato la decisione di colpire l'ordine costituito, scegliendo in particolare le chiese. Sarebbe stato lui a dare incarico all'altro fermato di confezionare gli ordigni che avrebbero poi materialmente posizionato insieme nei luoghi da colpire.