FIAT S.p.A. Riflessioni and news (part. 5)

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FIAT S.p.A. Riflessioni and news (part. 4)

http://www.finanzaonline.com/forum/showthread.php?threadid=565750&goto=lastpost

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Infrastrutture / Italia

I soliti noti, olimpionici del cemento e del profitto
Torino 2006: uno scempio che produce soldi

Renato Strumia
Fonte: www.ecn.org
http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2005/un10/art3650.html

25 aprile 2005

A Torino infuriano le polemiche sui buchi del Toroc e sulle divisioni che attraversano il management. Nell'autunno scorso il presidente Valentino Castellani ha seriamente rischiato il posto, per poi essere nella sostanza commissariato dal governo con l'invio a Torino di Mario Pescante, sottosegretario allo sport con poteri di supervisore e controllore. Contemporaneamente è scoppiato un violento conflitto tra il direttore generale Rota ed il suo vice Pochettino, con scambio di accuse, minacce di querele e sospetti di appropriazione indebita. Il fatto è che le vere cifre della kermesse olimpica sono un fitto mistero, circondato da una spessa coltre di bugie e reticenze. Attualmente mancano all'appello 160 milioni di euro, su un bilancio Toroc di oltre 1,10 miliardi di euro. Con un provvedimento recente il governo ha "trovato" 80 milioni, mentre per l'altra metà occorre ancora ideare lo stratagemma per fare comparire dal nulla un bel pacco di soldi. Come si sa, l'impresa olimpica, partita nel lontano 1999, viene gestita da due enti distinti: il Toroc, che rappresenta il comitato organizzatore destinato a gestire preparazione e realizzazione dell'evento; l'Agenzia Torino 2006, che deve costruire le infrastrutture e le opere destinate ad ospitare i Giochi. Dalla fase del progetto, nel periodo 1998/1999, agli step successivi del 2002 e 2003, il bilancio delle risorse impiegate è decollato verso l'alto con una classica accelerazione esponenziale, come accade sempre in questi casi. Dai 1091 miliardi di lire previsti nel 1999, si è progressivamente passati agli oltre 2000 della fine del 2002, per poi arrivare ai 3640 miliardi del 2003 (Ghigo ha parlato, a settembre 2003, di 1880 milioni di euro). In questo momento non esistono aggiornamenti ufficiali su quanto si è già speso a consuntivo, né si riesce ad avere un preventivo su quanto possa essere il bilancio finale dell'evento: l'unica cosa nota sono le polemiche ed i rimpalli di responsabilità tra i vari centri decisionali, che si accusano reciprocamente di non fare abbastanza per assicurare il "decollo" dell'iniziativa. Messi in difficoltà dalle critiche ai propri comportamenti poco chiari e trasparenti, i vertici del Toroc hanno reagito accusando la Rai di non dare abbastanza spazio alle iniziative olimpiche e le imprese italiane di lesinare i soldi per le sponsorizzazioni. Eppure guardando l'elenco ufficiale degli sponsor, abbiamo l'impressione che abbia funzionato il solito arruolamento d'ufficio dei soliti noti: Fiat-Iveco, Sanpaolo, Tim e Telecom compaiono come sponsor principali, un buon numero di multinazionali come Top Sponsor (Coca-cola, McDonalds, Visa, Samsung, Panasonic, ecc.), e addirittura la contestatissima Finmeccanica tra gli sponsor ufficiali (una delle più importanti aziende di armamenti a livello mondiale, inserita in una manifestazione che vuole essere sport, cultura, gioco, amicizia...), insieme ad una multinazionale come l'Adecco, specializzata nell'organizzazione del lavoro precario.

La realizzazione di un evento come i Giochi implica una serie di costi sociali e ambientali ben noti. L'assetto di un'intera regione viene stravolto e ridisegnato in funzione di un evento che dura pochi giorni e lascia dietro di sé una serie di strutture costosissime, destinate ad utilizzi d'elite, con manifestazioni saltuarie, del tutto sovradimensionate rispetto ad una concezione dello sport come dimensione ricreativa di massa. Nel contesto urbano torinese la realizzazione delle strutture destinate ai giochi sta avvelenando la vita a centinaia di migliaia di persone ormai da alcuni anni, costrette ogni giorno a fare i conti con blocchi del traffico e sconvolgimenti dei normali tempi di spostamento. Le grandi aree direttamente coinvolte sono numerose e sparpagliate in vari punti della città: il loro collegamento implica un pesante intervento sul sistema dei trasporti, che si innesta sui lavori precedentemente iniziati sul passante ferroviario e la linea 1 della Metropolitana. La spina che taglia in verticale la città sulla dorsale della ferrovia Torino-Milano, da nord fino a sud, alla stazione del Lingotto, rappresenta una gigantesca occasione di ristrutturazione edilizia, che è anche un momento di valorizzazione economica, senza precedenti, di vaste aree urbane dimesse da precedenti attività manifatturiere. Quanto sta accadendo è ben chiaro a chi percorre il cavalcavia da Corso Vigevano a Corso Mortara, tra la Spina 3 e la Spina 4, dove un tempo sorgevano le officine Savigliano, la Michelin, la Fiat Grandi Motori, le fonderie di Corso Mortara: oggi una distesa di gru a perdita d'occhio sta alzando palazzi a 10/12 piani, un alveare di migliaia di alloggi, in vendita a prezzi tra i 2000-2500 euro al metro quadro, in linea di massima piccoli, bassi, brutti e standardizzati, destinati a fasce medio-basse della popolazione. Non distante da qui sorgerà il villaggio di 700 alloggi destinato ai giornalisti accreditati per le Olimpiadi, che saranno poi completamente smontati, ricostruiti e venduti. Più a sud, verso il centro, dove 'è la Spina 2, nelle aree limitrofe al Politecnico, un tempo occupate dalla Materferro e dalla Officine di Riparazione delle ferrovie, sorgeranno i due grattacieli della Regione e del Sanpaolo, destinati ad uffici e centro direzionale. Nella zona sud della città, tra Piazza d'Armi, il Lingotto e Mirafiori, sorgerà la parte più importante delle opere olimpiche: il Palaghiaccio di Corso Tazzoli, l'Oval Lingotto ed il villaggio olimpico (destinato ad ospitare atleti e parenti), il Palasport olimpico, di fianco all'ex Stadio Comunale, il nuovo Palavela, ognuno destinato a fasi e gare diverse dei giochi.


Questa enorme riprogettazione degli spazi ha arricchito un po' tutti quelli che hanno le mani in pasta. L'hanno fatto da padroni ovviamente tutti gli interessi legati alla speculazione edilizia. La spartizione degli appalti e dei diritti di edificabilità è avvenuta, sin dal 1998/99, con criteri rigorosamente "bipartizan". Solo per fare un esempio, sulla Spina 3 hanno lucrato alla grande le Cooperative "rosse" Di Vittorio e San Pancrazio, che hanno costruito circa 1500 alloggi attorno al nuovo Ipercoop, un centro commerciale enorme che ospita, al piano superiore, un impianto multisala con 10 cinema, di proprietà della Medusa del Cavalier Berlusconi. Ma sulla stessa area hanno piantato la propria bandierina anche le cooperative "bianche" legate alla Cooperativa Unione e all'Acli Casa. L'Acli Casa è massicciamente presente anche sulla Spina 4, dove accanto alle cooperative è ben rappresentata anche l'edilizia privata, inclusa la Parisi Costruzioni del futuro deputato forzitaliota Salvatore Parisi, un tipo che ha tappezzato Torino con la sua faccia rassicurante e lo slogan "una casa per tutti" (ovviamente pagandosela).


I principali beneficiari della impresa olimpica sono ovviamente la Fiat e le immobiliari che man mano ne hanno rilevato le proprietà fondiarie. Il Lingotto stesso è passato più volte di mano, passando dagli Agnelli al gruppo Zunino (Risanamento, Ipi), poi agli immobiliaristi romani emergenti, Statuto e Coppola. La sede storica della Fiat in Corso Marconi è passata di recente alla Beni Stabili di Leonardo Del Vecchio, il padrone della Luxottica che si è fatto i soldi con le montature per occhiali e adesso diversifica i suoi investimenti anche in altri campi. Gli utilizzi "produttivi" di aree urbane un tempo asservite ad utilizzi industriali e strumentali cedono così il passo a grandi operazioni speculative, spesso finanziate dalle risorse pubbliche, basate sul cambiamento di destinazione d'uso. La rendita fondiaria, che un tempo si pensava avviata ad una lenta eutanasia, riscopre una nuova vita e riempie le tasche di tutti quelli che chiudono le fabbriche.


Al di fuori del tessuto urbano, le Olimpiadi non sembrano certo in grado di avviare un nuovo ciclo di sviluppo. La sede principale delle gare montane è sicuramente la Valsusa, già prostrata nel recente passato dalle conseguenze della chiusura del tunnel del Monte Bianco e investita da flussi di traffico pesante che ne hanno velocemente peggiorato le condizioni ambientali. L'Alta Velocità produrrà qui i suoi effetti più devastanti, con un tunnel da scavare in una zona molto ricca di amianto ed altri materiali letali per la salute umana. I lavori per le infrastrutture olimpiche, con il loro carico di sventramenti e di cementificazione, non possono che alterare ulteriormente le precarie condizioni di equilibrio dell'Alta Valle. I flussi di finanziamento hanno riguardato, principalmente, la viabilità e le infrastrutture alberghiere, mentre dal punto di vista ambientale e sociale sono aumentati solo i guasti di uno sviluppo etero-diretto, basato sulle necessità di un turismo che viene da fuori, consuma rapidamente risorse scarse e torna da dove è venuto, senza alcun rispetto per il contesto locale. In questo senso, le Olimpiadi sono esattamente l'opposto di quanto proclamano di essere: anziché avvicinare i popoli e favorire la comprensione reciproca, innescano dinamiche competitive, di accaparramento, aumentano le disuguaglianze tra il gruppo sociale che gestisce l'evento traendone cospicui vantaggi personali, ed il resto della popolazione che le subisce senza alcuna possibilità di rappresentanza delle proprie istanze.


Le lobby di potere che vengono attivate dall'organizzazione dell'evento olimpico riescono ad appropriarsi, prima del suo svolgimento, di importanti flussi finanziari, spartiti tra imprese costruttrici, titolari di aree urbane, studi tecnici di consulenza, progettazione e architettura, banche finanziatrici, notai e studi legali che stendono contratti e capitolati d'appalto. La gestione dell'evento permette poi un'altra grande ondata di business, legato allo sfruttamento mediatico dei diritti televisivi per i tre miliardi di spettatori interessati, ed al grande potenziale di utili ottenibili con la vendita degli spazi pubblicitari.


In totale contrasto con i principi che professano, i Giochi accresceranno l'intolleranza razzista, relegando le minoranze etniche presenti nelle comunità urbane (a Torino maghrebini e rumeni soprattutto) in una condizione di stretto controllo e repressione, insieme a tutti gli altri gruppi sociali che non si identificano nel modello di convivenza imposto dal potere. Abbiamo già assistito a numerosi eventi legati ai Giochi caratterizzati da una grande selezione elitaria. La stessa vendita dei biglietti ed il loro prezzo dimostra che non si tratta da una grande festa collettiva, ma di un lusso cui solo un ristretto campione di popolazione può accedere, in una competizione selettiva dove la classe dirigente riconosce se stessa e si autolegittima a comandare.


L'evento sportivo viene così totalmente snaturato e diventa affare economico a beneficio di pochi privilegiati. Anche questo ambito deve quindi diventare terreno di riflessione e di scontro, per chi intende lottare per un modello di sviluppo autocentrato e sostenibile, e non è disposto a cedere agli altri il diritto di decidere sul proprio futuro.


Renato Strumia
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Lunedì 25 Aprile 2005, 10:07



Borsa: dove investiranno 6 mld euro i big della finanza -2-

Nonostante le difficolta' di Fiat , la famiglia Agnelli ha a disposizione nella cassaforte di famiglia (la finanziaria Ifil), quasi 1 mld. Queste risorse, secondo gli analisti, potrebbero essere utilizzate per unulteriore rafforzamento in Sanpaolo Imi e, comunque, nel settore bancario ;) .Parte della liquidita' sara' reinvestita in Rcs o nel settoreassicurativo, per esempio in Generali Ass.. Nelle casse di Edizione Holding, la cassaforte della famiglia Benetton,ci sono 376,5 mln, ai quali a fine anno potrebbero aggiungersene altri 360provenienti da Schemaventotto (Autostrade ). Questo denaro potrebbe essereutilizzato dalla famiglia Benetton per crescere nel gruppo Telecom o perun allargamento del perimetro nelle assicurazioni, nello specifico inToro.red/gug
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Queste risorse, secondo gli analisti, potrebbero essere utilizzate per unulteriore rafforzamento in Sanpaolo Imi e, comunque, nel settore bancario ;) Le banche si prendono fiat e fiat si prende le banche :yes:
 
Crigiuli ha scritto:
Supporti e resistenze per la giornata di oggi 25 Aprile.................................. ...............previsioni


Per uomini di buona volontà :

Qui puoi trovare gli "attrezzi" per Calcolarle .....


http://www.scalp.it/




Per i pigri...
Poi se invece le vuoi già pronte vi sono centinaia di siti che giornalmente le calcolano.

:)
 
Lunedì 25 Aprile 2005


Auto: per case europee 2005 a ostacoli (Affari & Finanza)
ROMA (MF-DJ)--Per le case automobilistiche europee si prevede un 2005 aostacoli. Secondo quanto si legge su 'Affari & Finanza', supplemento di LaRepubblica, saranno 'diversi i fattori che peseranno sui bilanci dellecompagnie: dall'eccesso di produzione al cambio sfavorevole euro-dollaro,dal costo delle materie prime alla pressione sui prezzi per i nuovimodelli'. Per le case automobilistiche europee 'complessivamente, i costisaliranno di 1,7 mld euro e in media ci sara' un calo dei profitti del 15%rispetto al 2004. A soffrire di piu' saranno soprattutto Volvo e Volkswagen nonche' Fiat bollate con un giudizio underweight (sottopesare in portafoglio). Reggeranno bene il quadro negativo Bmw , DaimlerChrysler ,Peugeot , Scania , Continental e Autoliv (giudizio overweight); cosi' cosi'Renault e Porsche (giudizio equal weight)'.red/pev
 
Nissan-Renault/ Utili record per la casa giapponese, Renault torna a sorridere
Lunedí 25.04.2005 11:11
Dopo i brutti conti presentati lo scorso venerdì, il gruppo Renault si consola con i risultati di Nissan. Il secondo gruppo automobilistico giapponese, controllato per il 44% dalla casa automobilistica francese, ha infatti annunciato utili record nel 2004.

E' il quinto anno consecutivo in cui la Nissan registra profitti record. Gli utili netti salgono dell'1,7% a 512 miliardi di yen (4,76 miliardi di dollari), leggermente al di sopra delle attese. Il fatturato cresce del 15,4% a 8.580 miliardi di yen. Nel 2004 la Nissan ha stabilito anche il record delle vetture vendute a 3,39 milioni di unità, grazie all'incremento del 18,4% di vendite negli Usa. Il gruppo stima pero' un rialzo inferiore alle previsioni dell'1% degli utili 2005, a causa di un rallentamento delle vendite negli stessi Usa e in Giappone. I profitti operativi nell'esercizio 2004 chiuso a marzo sono saliti del 4,4% a 861 miliardi di yen.

Numeri ben diversi da quelli della controllante Renault che anche oggi vive una seduta negativa a Parigi, dopo aver diffuso (il 22 aprile) i conti del primo trimestre 2005. I titoli del colosso transalpino scambiano in netto ribasso. La società aveva infatti un fatturato in calo più delle attese, dello 0,8% a 9,84 mld di euro, contro i 9,923 mld dello stesso peridoo 2004. In particolare nel settore auto i ricavi sono stati pari a 9,381 miliardi, in ribasso dello 0,9% rispetto allo scorso anno.
 
Steel Horse ha scritto:
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FIAT S.p.A. Riflessioni and news (part. 4)

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Lunedì 25 Aprile 2005, 10:07



Borsa: dove investiranno 6 mld euro i big della finanza -2-

Nonostante le difficolta' di Fiat , la famiglia Agnelli ha a disposizione nella cassaforte di famiglia (la finanziaria Ifil), quasi 1 mld. Queste risorse, secondo gli analisti, potrebbero essere utilizzate per unulteriore rafforzamento in Sanpaolo Imi e, comunque, nel settore bancario ;) .Parte della liquidita' sara' reinvestita in Rcs o nel settoreassicurativo, per esempio in Generali Ass.. Nelle casse di Edizione Holding, la cassaforte della famiglia Benetton,ci sono 376,5 mln, ai quali a fine anno potrebbero aggiungersene altri 360provenienti da Schemaventotto (Autostrade ). Questo denaro potrebbe essereutilizzato dalla famiglia Benetton per crescere nel gruppo Telecom o perun allargamento del perimetro nelle assicurazioni, nello specifico inToro.red/gug
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Queste risorse, secondo gli analisti, potrebbero essere utilizzate per unulteriore rafforzamento in Sanpaolo Imi e, comunque, nel settore bancario ;) Le banche si prendono fiat e fiat si prende le banche :yes:
SanPaolo-Imi in difesa del Lingotto
Lunedí 25.04.2005 09:55

Alla vigilia del vertice con le banche sul convertendo, è una banca a lanciare l'allarme per la Fiat: il SanPaolo-Imi. Un allarme lanciato dalle pagine della Repubblica: "Fiat, SanPaolo in difesa del Lingotto". "Salza a Gabetti: la famiglia deve intervenire per evitare scalate". "Si teme l'intervento di un cavaliere bianco che rilevi le quote in gioco con il prestito". L'ipotesi più temibile è che le banche in fase di convertendo diventino azioniste della Fiat ma poi rivendano il loro pacchetto ad altri protagonisti del mercato. Secondo Salvatore Tropea, autore del servizio, l'obiettivo del SanPaolo sarebbe di "convincere le altre banche a rinegoziare il debito attraverso un bond decennale".
Il leader dell'Unione, Romano Prodi, si conquista invece la prima pagina del Financial Times a proposito del voto sulla Costituzione europea: "Prodi mette in guardia sul no della Francia", è il titolo d'apertura del quotidiano britannico. "Un rifiuto della Costituzione europea da parte della Francia - dice Romano Prodi al Financial Times -risulterebbe prima di tutto un fallimento dell'Europa. Noi passeremmo attraverso un lungo periodo di crisi". "E' impossibile per me immaginare un no della Francia, ho sempre pensato alla Francia come a un pilastro dell'Europa".

"Benetton, arriva Alessandro", è il titolo di apertura dell'inserto del CorrierEconomia. "Dopo Luciano Benetton sarà suo figlio Alessandro a rappresentare la famiglia nel gruppo veneto. Ad annunciarlo è lo stesso Luciano. Un'investitura che, assicura il patriarca di Ponzano Veneto, è condivisa da tutta la famiglia".
In prima pagina il CorrierEconomia pubblica anche un intervento interessante a proposito dei nuovi immobiliaristi che imperversano in Italia, dalla Bnl a Rcs fino ad Antonveneta. "I nuovi immobiliaristi e la lezione di Paolo Baffi", è il titolo dell'intervento di Giulio Sapelli.

Giuseppe Turani apre invece l'inserto della Repubblica, Affari&Finanza, con un titolo singolare: "La borsa aspetta il ritorno del Cavaliere". "Piazza Affari punta su un riassetto del potere economico del quale Silvio Berlusconi potrebbe essere protagonista. Ma non è detto, perché la tecnologia sta cambiando la televisione e Mediaset potrebbe avere bisogno delle sue cure". Il servizio di Turani parte dal presupposto che il ciclo politico del berlusconismo sia finito.
 
Steel Horse ha scritto:
SanPaolo-Imi in difesa del Lingotto
Lunedí 25.04.2005 09:55

Alla vigilia del vertice con le banche sul convertendo, è una banca a lanciare l'allarme per la Fiat: il SanPaolo-Imi. Un allarme lanciato dalle pagine della Repubblica: "Fiat, SanPaolo in difesa del Lingotto". "Salza a Gabetti: la famiglia deve intervenire per evitare scalate". "Si teme l'intervento di un cavaliere bianco che rilevi le quote in gioco con il prestito". L'ipotesi più temibile è che le banche in fase di convertendo diventino azioniste della Fiat ma poi rivendano il loro pacchetto ad altri protagonisti del mercato. Secondo Salvatore Tropea, autore del servizio, l'obiettivo del SanPaolo sarebbe di "convincere le altre banche a rinegoziare il debito attraverso un bond decennale".

Giuseppe Turani apre invece l'inserto della Repubblica, Affari&Finanza, con un titolo singolare: "La borsa aspetta il ritorno del Cavaliere". "Piazza Affari punta su un riassetto del potere economico del quale Silvio Berlusconi potrebbe essere protagonista. Ma non è detto, perché la tecnologia sta cambiando la televisione e Mediaset potrebbe avere bisogno delle sue cure". Il servizio di Turani parte dal presupposto che il ciclo politico del berlusconismo sia finito.

L'ora del socio di Berlusconi
Emilio Gnutti, in società con il Cavaliere-premier in Hopa, pronto a presentare il suo piano di salvataggio della Fiat. Da solo?
14-01-2003

«Berlusconi associate potrebbe lanciare un piano per il salvataggio della Fiat».
Faceva una certa impressione il titolo di apertura di Companies&Market, il dorso finanziario del Financial Times di ieri. Qualcuno nella comunità degli affari, pur essendo abitato a ogni genere di notizie, ha pensato addirittura che si trattasse di un errore delle rassegne stampa o di un equivoco linguistico ma poi si è capito che era tutt'altro che uno scherzo. Il servizio è esplicito e fino a tarda sera nessuno lo ha smentito. «Emilio Gnutti, tra i cui partner compare anche Silvio Berlusconi - scriveva infatti il quotidiano londinese - sta varando un piano per acquistare quote della Fiat», aiutando così la casa automobilistica a uscire dalla crisi finanziaria. L'imprenditore bresciano, aggiunge il quotidiano della city, potrebbe investire con la sua Hopa 500 milioni di euro per entrare nella Fiat e finanziare il piano di rilancio. Il finanziamento di Gnutti - riferisce ancora il Financial Times - sarebbe stato accolto favorevolmente dalle banche creditrici di Fiat. Inoltre l'approccio formale del finanziere bresciano alla famiglia Agnelli potrebbe - continua il giornale - far deragliare il progetto dell'imprenditore Roberto Colaninno di investire in Fiat e di entrare nel management del gruppo». Tutto vero? O si tratta semplicemente dell'ennesimo piano Fiat che qualcuno ha tirato fuori dal cassetto per fare un po' di speculazione borsistica? Lo si vedrà nei prossimi giorni. Il nostro presidente del consiglio ci ha abituato a qualsiasi conflitto d'interessi, ma se davvero ci fosse un'ipotesi del genere in campo, se davvero l'Hopa lanciasse un'operazione del simile, saremmo più vicini all'Argentina di Menem che all'Europa. La cosa più curiosa è che, secondo le informazioni del Financial Times, venerdì scorso ci sarebbe stato addirittura un'incontro tra il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, e Emilio Gnutti. Non sappiamo cosa si siano detti i due «soci» e forse non sapremo mai se il capo del governo è andato all'incontro in veste di azionista di Hopa, la società dove di recente Fininvest e Mediaset sono entrate, o in veste di presidente del consiglio. Resta la mostruosità dell'ipotesi lanciata dal quotidiano britannico. Anche perché da qualche giorno la società di Emilio Gnutti, la Hopa appunto, subito dopo aver gestito l'operazione di ingresso della Fininvest è entrata a sua volta in Olivetti-Telecom per sedare la sete di liquidità di Tronchetti Provera. L'ipotesi di Gnutti, dunque, porterebbe a un groviglio di potere economico politico e finanziario difficilmente districabile e che avrebbe ancora una volta come dominus il presidente del consiglio. Che con un'abilità incredibile, riesce ad essere presente direttamente o indirettamente in tutti i piani della Fiat. Anche il Wall Street Journal Europe dà una mano all'imprenditore bresciano, mettendolo in pole position rispetto al suo ex collega di scalate Roberto Colaninno: «Grazie ai suoi legami con il governo di centro-destra, Emilio Gnutti, scrive il quotidiano americano, potrebbe essere meglio piazzato del più noto Roberto Colaninno per partecipare ad un piano di salvataggio della Fiat». In cosa consiste il vantaggio competitivo di Gnutti? «Se investisse capitali nella Fiat, prenderebbe un posto nel cda ma a differenza di Colaninno non sarebbe interessato a gestire la società», scrive il quotidiano americano facendo capire che in questo modo non irriterebbe la famiglia Agnelli. Ormai, comunque, i piani per il rilancio di Fiat Auto sono diventati quattro: resta in posizione dominante quello siglato a maggio tra le banche e il Lingotto, ma le fila delle proposte si allunga di settimana in settimana. Dopo la proposta dell'ex numero uno della Telecom, Roberto Colaninno, è arrivata quella del finanziere bresciano Emilio Gnutti che si aggiunge a quella proposta da Guido Roberto Vitale. A questo punto le banche creditrici e i vertici della Fiat non potranno fare a meno di prendere in considerazione tutti i pretendenti al trono ed emettere un verdetto definitivo. Oggi le banche si incontrano di nuovo a Milano per prendere in esame alcuni aspetti tecnici del piano approvato qualche giorno fa, ma non è previsto nessun pronunciamento ufficiale sugli altri progetti.

BRUNO PERINI

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Notizia del 14-01-2003....Sostanzialmente non è cambiato nulla.....a parte la cosa Più Importante...IL PREZZO ATTUALE DELLE AZIONI :mmmm:

:yes:
 
Lunedì 25 Aprile 2005, 14:20


Lamborghini: in utile nel 2004, target produttivo 1.800 auto
Radiocor - Lamborghini, controllata dal gruppo Volkswagen tramite la Audi, e' tornata in utile nel 2004 (per 4 milioni di euro) e ha registrato un fatturato che nell'arco 1998-2004 e' aumentato di sei volte a 243 milioni di euro. Cosi' un articolo del 'Frankfurter Allgemeine Zeitung' a seguito di un colloquio con il presidente della casa di Sant'Agata Bolognese, Stephan Winkelmann (ex Fiat Auto per la Germania), secondo il quale ai due modelli sportivi 'Murcielago' e 'Gallardo' si affianchera' in futuro un fuoristrada, un modello che e' 'nel Dna della Lamborghini'.
 
Ciao a tutti.. questo è il mio primo messaggio e quindi lo spenderò per ringraziare STEEL HORSE grazie al quale ho risparmiato parecchio tempo nella ricerca di notizie su FIAT.

Quanto a CIMITERO io i maroni non me li sono toccati e purtroppo....

Io sono carico di CW CALL scadenza giugno e settembre per cui forza FIAT.

L'altra estate i CW CALL mi hanno fatto guadagnare bene e percepisco che lo faranno anche quest'anno.

Ho sempre creduto in un accordo tra la FIAT e GENERAL MOTORS perchè tra massoni...... per lo stesso motivo credo che le sorti di FIAT siano buone anche ora.

:bye:
 
Fiat: banche all'appuntamento di domani in ordine sparso

25-04-2005 17:35:42




MILANO (MF-DJ)--Le otto banche del convertendo arriveranno alla riunione
con i vertici Fiat senza una strategia comune sul destino del prestito.

Questa sembra essere l'unica certezza in merito ai contenuti
dell'incontro di domani sul destino della linea di credito da 3 mld euro,
che si prospetta il primo di una lunga serie e il cui tenore rischia di
essere tutt'altro che tranquillo. La presa di posizione dell'a.d.
Marchionne, che di fatto ha sottolineato come il convertendo sia un
problema delle banche e non certo di Fiat, sicuramente non ha entusiasmato
gli istituti di credito, che attendevano un primo approccio negoziale piu'
morbido. Inoltre i banchieri, che nel corso del tempo hanno chiesto
ripetutamente alla famiglia Agnelli di destinare piu' risorse alla Fiat,
non hanno gradito eccessivamente il recente arrotondamento della quota in
Sanpaolo, portata poco sotto la soglia del 5% con un investimento di 263
mln. E non solo perche' quei soldi non sono stati destinati alla Fiat.

In ambienti finanziari circolano numerose possibili proposte che le
banche potrebbero portare sul tavolo negoziale. La prima opzione, secondo
uno schema che si e' visto anche nelle trattative con Gemina e prima
ancora con Lucchini, potrebbe essere la richiesta del sacrificio di
partecipazioni non strategiche come quella in Rcs. In realta' questa
opzione verra' quasi certamente spedita al mittente. La compagine
azionaria di Rcs sta attraversando un momento decisamente critico e
l'ultima cosa di cui il patto avrebbe bisogno, in questo momento, sarebbe
quello di decidere il riparto di una quota tanto ambita come quella di
Fiat.

Inoltre il recente ingresso di Galateri e Elkann in Cda e' stata una
mossa volta a dare un segnale di stabilita' all'esterno, e non e'
plausibile che un manager di lungo corso come il numero uno di Piazzetta
Cuccia, e la nuova leva del Lingotto, che e' destinato a raccogliere lo
scettro del comando che e' stato di Gianni e Umberto Agnelli, vadano a
mettersi nel centro del fuoco. Un altro sacrificio, piu' politico che
economico, potrebbe essere la richiesta della cessione de 'La Stampa' il
cui ricavato economico pero' sarebbe pressoche' nullo.
Glm
(segue)


MF-DJ NEWS
 
Fiat: banche all'appuntamento di domani in ordine sparso -2-

25-04-2005 17:38:28




Fra le richieste puramente finanziarie, non e' escluso che venga
richiesto di integrare l'ordine del giorno della prossima assemblea con la
richiesta dell'azzeramento del valore nominale delle azioni. Questo passo
e' indicato come il prodromo necessario per qualunque operazione sul
capitale, sia che si tratti dell'ingresso di un nuovo socio sia che si
tratti di un aumento del capitale.

La possibilita' di un write-off della parte del convertendo (1,55 mld)
che costituisce la minusvalenza delle banche e' ovviamente fra le ipotesi
prese in considerazione, mentre un placement diretto delle azioni frutto
della conversione sembra assolutamente poco plausibile.

La trattativa inoltre si annuncia molto spinosa, anche per le ovvie
implicazioni politiche. Nel dettaglio le recenti elezioni regionali hanno
dimostrato come il presidente uscente Ghigo abbia perso prevalentemente
grazie ai voti guadagnati da Mercedes Bresso a Torino e Provincia. La
sconfitta dell'ex Governatore del Piemonte, oltre a ricalcare una tendenza
che ha interessato quasi tutte le aree metropolitane, con una corposa
transumanza di voti dalla Cdl all'Unione, secondo piu' di un osservatore
e' frutto anche dei timori legati al futuro del Lingotto e dell'indotto
collegato.

Ne' l'attuale coalizione di Governo ne' tantomeno l'opposizione, con le
elezioni politiche alle porte, intendono arrivare all'appuntamento del
2006 con una Fiat, e soprattutto con il suo indotto, in crisi.
Glm
(fine)




MF-DJ NEWS
 
TEST QUATTRORUOTE SU OLIO DI COLZA

La princiale rivista automobilistica fa il punto sull'utilizzo dell'olio di colza come carburante iniziando un test di durata sulla propria pista privata. E' in edicola il numero di maggio con un dossier di 6 pagine dedicato alla "colzamania". Come Ecoage proveremo a commentare il loro lavoro raccomandando a tutti la lettura della rivista per qualsiasi approfondimento (Quattroruote di maggio 2005, numero 595).

Le premesse del sono simili a molti altri articoli sulla colza. E' una pratica illegale per evasione delle accise (pari a 0,413 euro per ogni litro di gasolio). La stessa Agenzia delle Dogane ha specificato in un comunicato del 12 aprile 2005 le conseguenze della violazione dell'art.40 del Dlgsl 504/1996, da sei a tre mesi e multa del doppio dell'imposta evasa non inferiore in ogni caso a 7.500 euro. Questo aspetto è di fondamentale importanza da un punto di vista della legalità ma secondo il nostro punto di vista non elimina le perplessità di natura politica sul mancato utilizzo dei biocarburanti fino ad ora. L'articolo rimarca la differenza tra biodiesel (carburante prodotto e trattato dall'olio di colza secondo la normativa europea EN 14214) e olio di colza (materia prima di uso alimentare/industriale). Infine si specifica come il costo di produzione del biodiesel sia superiore a quello del gasolio al netto delle accise. Per rifornire tutta Italia (22 milioni di tonnellate di gasolio l'anno) sarebbero necessari 22 milioni di ettari coltivati a colza. Poca enfasi viene invece fatta sul minore inquinamento prodotto dall'utilizzo del diesel. Aspetti del fenomeno già trattati da molti quotidiani e magazine italiani.

Detto questo passiamo alle informazioni a valore aggiunto riscontrate nel loro dossier. La rivista Quattroruote ha iniziato sulla propria pista privata tutti i test su una Fiat Punto JTD 86 cv. Le prove hanno riguardato quattro modalità di utilizzo del carburante:

100% olio di colza
70% olio di colza + 30% gasolio
30% olio di colza + 70% gasolio
100% gasolio
L'utilizzo dell'olio di colza al 100% (senza gasolio) ha provocato forti difficoltà in accensione. Alla fine il motore parte e funziona regolarmente ma con molta fatica per la batteria in fase di accensione. In condizioni atmosferiche rigide l'olio di colza gela rendendo inutilizzabile l'automobile. I test più interessanti sono invece le miscele 70-30 e 30-70. In questi casi l'olio di colza si mescola facilmente con il gasolio, il motore funziona e la fumosità diminuisce. E' interessante il dato sui consumi. Secondo Quattroruote il consumo medio aumenta e si riducono le prestazioni. La velocità massima scende da 169,5 Km (100% gasolio) a 165,8 (70% olio di colza) e l'accelerazione 0-100 km/h passa da 11,3 sec. a 11,9 sec. (70% olio di colza). Il consumo ad una velocità di 120 km/h aumenta da 17,6 km con un litro di gasolio a 15,2 km con una miscela 30% gasolio e 70% olio di colza. Ciò nonostante la spesa per il combustibile per una percorrenza di 20.000 km si riduce da 1.356 euro (solo gasolio) a 1.102 euro (30% gasolio - 70% colza) anche per effetto dell'evasione delle accise nel caso dell'olio di colza. Rimandiamo alla lettura del loro articolo per tutti i risultati tecnici del test.

Quattroruote proseguirà nei prossimi mesi un test di durata per analizzare le conseguenze alle parti meccaniche dell'automobile. Sono state fotografate le parti interne del motore e dell'iniezione per analizzare gli effetti di lungo periodo nel caso del gasolio, dell'olio di colza e delle miscele 30-70 e 70-30.

In conclusione: l'olio di colza funziona, è illegale, non è un carburante, le automobili perdono lievemente in performance e consumi ottenendo un risparmio complessivo dato soprattutto dall'evasione delle accise. Le automobili continuano a girare sulla pista di Quattroruote e senza dubbio seguiremo tutti con interesse i risultati dei loro test scientifici.

Con l'occasione ci complimentiamo con la rivista Quattroruote pur non essendo del tutto d'accordo con la loro impostazione nei confronti del biodiesel. Nel silenzio del mondo politico sulla "colza mania" la rivista ha preso in seria considerazione il fenomeno senza stigmatizzarlo o ignorarlo dedicandogli invece ampio spazio persino in copertina.
Ecoage 25 aprile 2005
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FIAT/ DOMANI VERTICE ALLA REGIONE SICILIA SU CRISI TERMINI
25/04/2005

Si discuterà del contratto di programma approvato giunta Cuffaro
Palermo, 25 apr. (Apcom) - Domani un nuovo incontro si terrà negli uffici della Presidenza della Regione Sicilia sul futuro dello stabilimento della Fiat di Termini Imerese. Lo comunica il sindaco di Termini Imerese Enzo Giunta. Al centro del confronto vi sarà il contratto di programma, approvato dalla giunta Cuffaro, scaturito dalle domande di accesso alla programmazione negoziata.

La condizione posta dal Cuffaro, e dagli assessori della sua giunta, è che la Fiat "mantenga inalterati gli attuali livelli occupazioni, scongiurando in tal modo la ventilata riduzione del personale". Ma secondo il nucleo di valutazione della Regione, nello stabilimento, vi sarebbero possibili 120 esuberi alla ripresa della produzione a settembre con la nuova Ypsilon dopo i 5 mesi di cassa integrazione.
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BORSA/ MILANO CHIUDE IN RIALZO, VOLUMI BASSI, MIBTEL +0,15%
25/04/2005

Milano, 25 apr. (Apcom) In rialzo Fiat (+0,29%) alla vigilia dell'incontro con le banche del prestito "convertendo" e dopo le indiscrezioni di stampa sulla trattativa con l'indiana Tata.
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Focus su piazza Affari
Fiat recupera terrono
in attesa del vertice di domani

Fiat rimbalza A piazza affari, nonostante la debolezza del settore auto nel resto d'europa (il sottoindice perde lo 0,6%). I titoli del lingotto, dopo un avvio incerto, hanno imboccato la strada del rialzo e al momento salgono dello 0,6% a 4,84 euro. A sospingere in alto le azioni sono riacquisti soprattutto di natura tecnica dopo lo scivolone accusato la scorsa settimana.

Scivolone che ha spinto il valore delle Fiat al di sotto dei 5 euro, ovvero del prezzo al quale furono offerte nuove azioni nel corso dell'ultimo aumento di capitale. Gli analisti sono concordi nel ritenere che questi livelli di prezzo delle fiat non rispecchino i fondamentali della società, valutati attraverso il metodo della somma delle parti. Il mercato, tuttavia, sta mettendo in conto anche l'eventualità di brutte sorprese. Qualche novità potrebbe emergere domani, giorno in cui i vertici del lingotto dovrebbero incontrare le banche del convertendo per trovare una soluzione che eviti la perdita del controllo della società da parte della famiglia Agnelli e il contemporaneo subentrare in qualità di azionisti da parte del pool di istituti che elargirono il credito da tre miliardi di euro. Secondo i trader domani potrebbero esser riviste le condizioni del convertendo e soprattutto la scadenza. Ma c'è anche chi non esclude l'intervento di qualche nuovo socio. La Repubblica di oggi, infine, riporta la notizia che il presidente del Sanpaolo, Enrico Salza, avrebbe contattato il presidente dell'Ifil (la finanziaria di casa agnelli), Gian Luigi Gabetti, chiedendogli di metter mano al portafoglio in modo da dare un concreto segnale di buona volontà e rendere meno pesante l'impegno delle banche. "Ciò consentirebbe - scrive Repubblica - di poter affrontare il vertice sul convertendo con un altro spirito".
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Lunedì 25 Aprile 2005, 17:35

Fiat: Mercato Attende Novita' Dalla Riunione Di Domani Con Le Banche
(ASCA) - Roma, 25 apr - Grande attesa tra gli operatori di Piazza Affari sulla riunione in calendario domani tra la Fiat e le banche coinvolte nel convertendo da 3 miliardi di euro che in base al contratto potra' essere convertito in azioni Fiat dal prossimo settembre. Negli ultimi giorni sono circolate alcune indiscrezioni sul convertendo. Oggi un quotidiano ha scritto che il Sanpaolo Imi sarebbe favorevole ad una estensione di dieci anni per il convertendo detenuto da otto istituti di credito tra i quali, Capitalia , Unicredito , Bnl , MPS, Abn Amro e Bnp Paribas . ''Tutti attendono cosa accadra' domani nella trattativa tra Fiat e banche'' rileva un operatore secondo il quale la Fiat e' in una posizione di forza nel confronto con le banche. Per gli istituti di credito infatti la conversione del prestito da 3 miliardi avverrebbe a un prezzo e'er azione di circa 10 euro, un livello ben superiore ai corsi attuali del titolo Fiat che e' sotto il valore nominale di 5 euro.
 
E stando così le cose le banche cosa possono/devono fare?
Quando hanno acquistato il convert hanno fatto hedging, ovvero hanno
aperto una posizione al ribasso coperta dalla posizione implicita nel
convert a rischio, quindi, zero. Di conseguenza, la cosa non le tange,
ne ora ne prima - e se cosi non fosse, stai sereno che in un mercato
come quello italiano FIA.MI sarebbe misteriosamente sopra al livello di
parita' del convert. Anzi, i maligni ti direbbero che le banche si
fregano le mani, perche' stanno guadagnando anche sull' hedge. A meno
che non ci sia una clausola in questo senso nell' accordo, ma FIAT era
in grado di dettarne ben poche.
 
A questo punto da quel po che ho capito le banche potrebbero aprire una nuova stagione e guadagnare sul rialzo del titolo?

:confused: :D :D :D :D
 
rudydj ha scritto:
A questo punto da quel po che ho capito le banche potrebbero aprire una nuova stagione e guadagnare sul rialzo del titolo?

:confused: :D :D :D :D
gli scenari sono tantissimi e diversi tra loro....c'è anche la possibilità di una conversione copn le banche che scaricano i titoli sul mercato con la ovvia conseguenza sui prezzi, oppure, avendole in carica a circa 10 euro potrebbero mettere in atto altri raid ribassisti per acquistarne altre a prezzi stracciati per mediare quelle a 10 euro, oppure come dici tu guadagnare sul rialzo...però sarebbe un rialzo basato su cosa??? sulla solidità del gruppo?? sulla solidità dei conti?? sull'eccezionalità dei prodotti?? :no: , l'unico elemento che potrebbe sostenere un rialzo duraturo sarebbe un accordo importante...
 
COSA NE PENSI DI QUESTA DATATA 13 febbraio 2005?

i scenari Fiat
Rispondi


news [13 feb - 11.48]
Ho avuto il piaciere di volare da Varsavia con Luigi Denici, una figura
proffessionale la quale ha lavorato per molti anni alle dipendenze della
Fiat Auto, la persona la quale ha permesso lo sbarco di Fiat in Polonia e
Ungheria, una persona molto colta grazie alle sue molteplici attività
intelletuali ed economiche, nel 2003 Denici ha decisi di ritirarsi
dall'attività lavorativa avendo superato la soglia dei 60 anni, ma resta un
ottimo consigliere per il governo Polacco nel quale ricopre tuttora un ruolo
di consulente esterno, per la Fiat invece ha perso ogni contatto anche se
negli ultimi giorni è cambiato qualcosa, ci siamo incontrati due giorni or
sono all'aereporto di Varsavia dove aspettavamo l'aereo che ci doveva
riportare in Italia a Roma, quando abbiamo occasione di incontrarci non ci
priviamo di lunghe e piacevoli chiaccherate, questa volta abbiamo discusso
sul problema Fiat il quale resta per lui un tassello molto importante della
sua vita, mi racconta sempre dell'orgoglio di riuscire ad aprire ormai 15
anni fa il primo stabilimento di automobili in un paese che fino a quel
momento era attorniato solo da arretratezza, mi raccontò alcuni mesi fa che
per costrutire il primo lotto ci fu una contesa tra i partiti per il
semplice fatto che a molti faceva ancora paura un giudizio negativo da parte
della Russia considerata ancora da molti una superpotenza, la situazione ora
è cambiata ma sicuramente è anche per merito di questo signore che molte
imprese Italiane oggi possono investire in Polonia, ma ritornando alla
conversazione attuale mi disse che ritornava da un soggiorno di 10 giorni a
Varsavia dove ha incontrato gli esponenti di Fiat, per lui la telefonata dei
primi di Febbraio compiuta dai vertici Fiat fu una sorpresa, perche ormai
era da circa 2 anni che non sentiva più nessuno, il colloquio di certo
riservato con i vertici per questo signore è stato il modo di capire i
scenari di Fiat, mi disse che dopo la chiusura con General Motors nella
quale la Fiat uscirà forte dell'indenizzo che non sarà di una cifra
altissima ma utile per abbassare la voragine debitoria che il gruppo detiene
a favore della banche.
Ma i scenari interessanti di delineranno secondo Denici nei prossimi mesi
quando sicuramente altri gruppi automobilistici si faranno avanti, anzi non
è detto che i scenari siano già stati delineati, ma sempre secondo Denici la
mossa che Fiat dovrà compiere è quella di una suddivisione dei marchi, Fiat
sarà il marchio di punta per il mercato Italiano di Pegeout, Citroen, una
collaborazione (joint venture) che porterà i tre marchi ha delineare
progetti comuni di rilancio e rafforzamento per mercati ancora in fase di
sviluppo dove Fiat è molto forte.
Invece per AlfaRomeo e Lancia si prospetterebbe un rilancio di stile, cioè
una riorganizzazione aziendale che porterebbe i due marchi ha compiere il
passo più importante, distacco dal gruppo Fiat, costituzione di un unico
gruppo (Auto Italia) formata da Ferrari, AlfaRomeo, Lancia e Maserati, per
la Fiat forse sarà il primo passo per una vendita totale al gruppo Francese,
ma c'è da sottolineare che i scenari potrebbero cambiare rapidamente,
infatti pare che ci sia una cordata Americana interessata a AlfaRomeo, ma
per il momento a Montezemolo non interesserebbe una vendita di marchi
prestigiosi e in crescita come Ferrari e AlfaRomeo, discorso a parte sarebbe
riservato a Lancia e Maserati che purtroppo contano molto poco e che
praticamente sono già state assorbite a livello produttivo dai stabilimenti
AlfaRomeo e fino ad oggi General Motors (Lybra), prossima sarà la
costruzione di un nuovo poloindustriale dove ragruppare la produzione
Ferrari, Alfa, Lancia, Maserati , il luogo è ancora topsecret ma forse
purtroppo non sarà l'Italia.
 
rudydj ha scritto:
COSA NE PENSI DI QUESTA DATATA 13 febbraio 2005?

i scenari Fiat
Rispondi


news [13 feb - 11.48]
Ho avuto il piaciere di volare da Varsavia con Luigi Denici, una figura
proffessionale la quale ha lavorato per molti anni alle dipendenze della
Fiat Auto, la persona la quale ha permesso lo sbarco di Fiat in Polonia e
Ungheria, una persona molto colta grazie alle sue molteplici attività
intelletuali ed economiche, nel 2003 Denici ha decisi di ritirarsi
dall'attività lavorativa avendo superato la soglia dei 60 anni, ma resta un
ottimo consigliere per il governo Polacco nel quale ricopre tuttora un ruolo
di consulente esterno, per la Fiat invece ha perso ogni contatto anche se
negli ultimi giorni è cambiato qualcosa, ci siamo incontrati due giorni or
sono all'aereporto di Varsavia dove aspettavamo l'aereo che ci doveva
riportare in Italia a Roma, quando abbiamo occasione di incontrarci non ci
priviamo di lunghe e piacevoli chiaccherate, questa volta abbiamo discusso
sul problema Fiat il quale resta per lui un tassello molto importante della
sua vita, mi racconta sempre dell'orgoglio di riuscire ad aprire ormai 15
anni fa il primo stabilimento di automobili in un paese che fino a quel
momento era attorniato solo da arretratezza, mi raccontò alcuni mesi fa che
per costrutire il primo lotto ci fu una contesa tra i partiti per il
semplice fatto che a molti faceva ancora paura un giudizio negativo da parte
della Russia considerata ancora da molti una superpotenza, la situazione ora
è cambiata ma sicuramente è anche per merito di questo signore che molte
imprese Italiane oggi possono investire in Polonia, ma ritornando alla
conversazione attuale mi disse che ritornava da un soggiorno di 10 giorni a
Varsavia dove ha incontrato gli esponenti di Fiat, per lui la telefonata dei
primi di Febbraio compiuta dai vertici Fiat fu una sorpresa, perche ormai
era da circa 2 anni che non sentiva più nessuno, il colloquio di certo
riservato con i vertici per questo signore è stato il modo di capire i
scenari di Fiat, mi disse che dopo la chiusura con General Motors nella
quale la Fiat uscirà forte dell'indenizzo che non sarà di una cifra
altissima ma utile per abbassare la voragine debitoria che il gruppo detiene
a favore della banche.
Ma i scenari interessanti di delineranno secondo Denici nei prossimi mesi
quando sicuramente altri gruppi automobilistici si faranno avanti, anzi non
è detto che i scenari siano già stati delineati, ma sempre secondo Denici la
mossa che Fiat dovrà compiere è quella di una suddivisione dei marchi, Fiat
sarà il marchio di punta per il mercato Italiano di Pegeout, Citroen, una
collaborazione (joint venture) che porterà i tre marchi ha delineare
progetti comuni di rilancio e rafforzamento per mercati ancora in fase di
sviluppo dove Fiat è molto forte.
Invece per AlfaRomeo e Lancia si prospetterebbe un rilancio di stile, cioè
una riorganizzazione aziendale che porterebbe i due marchi ha compiere il
passo più importante, distacco dal gruppo Fiat, costituzione di un unico
gruppo (Auto Italia) formata da Ferrari, AlfaRomeo, Lancia e Maserati, per
la Fiat forse sarà il primo passo per una vendita totale al gruppo Francese,
ma c'è da sottolineare che i scenari potrebbero cambiare rapidamente,
infatti pare che ci sia una cordata Americana interessata a AlfaRomeo, ma
per il momento a Montezemolo non interesserebbe una vendita di marchi
prestigiosi e in crescita come Ferrari e AlfaRomeo, discorso a parte sarebbe
riservato a Lancia e Maserati che purtroppo contano molto poco e che
praticamente sono già state assorbite a livello produttivo dai stabilimenti
AlfaRomeo e fino ad oggi General Motors (Lybra), prossima sarà la
costruzione di un nuovo poloindustriale dove ragruppare la produzione
Ferrari, Alfa, Lancia, Maserati , il luogo è ancora topsecret ma forse
purtroppo non sarà l'Italia.

io credo che se ci sarà accordo sarà o in cina o in india, per il semplice motivo che le case automobilistiche di questi paesi sono affamate di tecnologia (e fiat ha da insegnarne!!!!) e hanno disponibilità economica e fiat potrebbe così entrare in un mercato vastissimo!!!
 
Io non lo so perchè entro il 18 Giugno la FIAT quoterà 8,22 euro ma "i fatti mi cosano "

6.000.000 CW CALL STRIKE 7 = 732.000 eurini

Sarete tutti invitati ad un FIAT DANCE PARTY

Ovviamente musica Disco Funky anni 70 e si dai anche un po' di New Wave anni 80

Piadina e sangiovese per tutti

OK! OK! OK! OK! OK! OK! OK! OK! OK! OK! OK! OK! OK! OK! OK!
 
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