Fiorentina officiale thread parte IV

Su La Repubblica leggiamo il pezzo di analisi della partita a firma Benedetto Ferrara. Eccone un estratto: “Quando le cose stavano cambiando, la Fiorentina le ha rimesse tutte al loro posto. Un po’ di fatica, un filo di sofferenza, ma poi arrivano la seconda vittoria nel gironcino del risiko Europa League e il primo posto. Inevitabile la solita premessa: se il campionato italiano fosse fatto di Qarabag e Slovan Liberec, il terzo scudetto sarebbe dietro l’angolo. Ma questa Europa, per ora, vale una mediocre serie B. È anche vero però che se una squadra è moribonda schianta anche contro un simpatico gruppo di corridori. Ma la Fiorentina un po’ di forza vitale addosso ancora ce l’ha. E anche di orgoglio, tanto che quando i cechi sembrano riaprire i giochi, arriva un gol di Babacar che chiude la faccenda. Bene così, perché in questo momento certe prestazioni servono come il pane”.
E sul tandem d’attacco formato da Babacar e Kalinic scrive: “La coppia funziona. In Europa. Adesso resta da vedere se anche contro squadre meno ingenue e più determinate la Fiorentina saprà fare sue queste sicurezze acquisite sulla strada”.
 
Vittoria abbastanza comoda contro il piccolo Slovan ma la vera novità – da mettere alla prova contro avversari più grandi – è l’innesco del centrocampo a tre: la svolta tattica super invocata – scrive La Nazione – accompagna il balzo viola verso i sedicesimi di Europa League e coincide anche con la prima vittoria in trasferta della stagione. Dopo undici mesi Kalinic segna una doppietta (mancava dal 2-2 contro l’Empoli, 22 novembre 2015) e Baba chiude il conto dopo un periodo di relativa difficoltà messa nero su bianco dal gol accorcia-svantaggio di Sevcik. Comunque primo posto nel girone e panorama soleggiato verso la qualificazione.
Segnano gli attaccanti e soffre un po’ troppo la difesa – bravo Tatarusanu – ma nella trasferta in Repubblica Ceca si apre probabilmente la fase 2 della stagione viola, almeno dal punto di vista tattico. Molta prudenza considerato che lo Slovan ha mostrato più gamba che tecnica, eppure nel nuovo modo di disporsi in campo la Fiorentina ha mostrato la volontà di cambiare e mettersi alla prova con nuove soluzioni. Inevitabile, visto che nelle ultime 22 partite la Fiorentina aveva messo insieme appena 25 punti…
Il centrocampo a tre ha permesso a Sousa di cambiare poi la squadra con Tello e Bernardeschi (altra possibilità invocata) e proprio con il 4-3-3 la squadra viola ha messo al sicuro il risultato sfruttando una ripartenza gestita da Borja, rifinita da Tello e concretizzata da Baba
 
TRE PUNTI MA POCO DA SALVARE DA LIBEREC. DUE PUNTE OK MA NON C'E' IL REGISTA. TANTI FUORI RUOLO E PROSEGUE LA CONFUSIONE TATTICA DI SOUSA
Nato il 5 maggio 1985 a Firenze, è caporedattore di Tuttomercatoweb.com. Già conduttore di Radio Sportiva e firma de Il Messaggero e La Nazione, è voce e speaker di TMW Radio.
21.10.2016 00:01 di Marco Conterio Twitter: @marcoconterio articolo letto 7959 volte
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TRE PUNTI MA POCO DA SALVARE DA LIBEREC. DUE PUNTE OK MA NON C'E' IL REGISTA. TANTI FUORI RUOLO E PROSEGUE LA CONFUSIONE TATTICA DI SOUSA
Di buono c'è il risultato, della trasferta di Liberec. Di buono c'è che forse Paulo Sousa, in una totale confusione tattica e di scelte, si è accorto che segnare non è che è poi così complicato con gli uomini ai propri posti. Poi basta. La trasferta ceca della Fiorentina lascia negli occhi una difesa in difficoltà e un centrocampo ballerino. La colpa è dei giocatori, s'intende, ma il principale imputato è Sousa: ha nuovamente cambiato atteggiamento dei viola, in corsa, in una settimana da tre partite dopo aver iniziato il post-sosta con un altro schema. Milan Badelj, poi, non è regista basso di una mediana a tre ma giocatore che rende nel centrocampo a due.

Nella stagione della sagra degli errori e della confusione tattica, stavolta è toccato al croato Badelj finire fuori posizione e da lì sono nati tanti problemi della Fiorentina. Quello costruito con ben più di una perplessità in estate è centrocampo a due uomini, da doppio frangiflutti. Non c'è un regista puro, di ruolo, nella Fiorentina. Borja Valero sarebbe adattato, anche lì. Vecino figuriamoci, Sanchez non ne parliamo. Eppure Sousa ha scelto questa carta, per sfidare un Liberec che a tratti sembrava la grande in campo. Lo spagnolo ha cambiato per l'ennesima volta posizione: stavolta trequartista puro, poi esterno sinistro dell'attacco a tre, alla bisogna pure interno di centrocampo.

Eppure Paulo Sousa è stato anche grande giocatore da grande squadra. Sa che i progetti vincenti si costruiscono con gerarchie nette e con idee chiare e decise da parte degli allenatori. 3-4-2-1. Anzi no. 3-4-1-2. Oppure 5-3-2. Stavolta 4-3-1-2. Sousa si decida: quale schema ritiene più adatto a questa Fiorentina? Oppure crede che la coperta sia troppo corta e che in caso di due punte manca il regista e che senza regista non siano schierabili le due punte per pochezza di scelte della rosa? Ci sono tanti jolly ma solo con quelli non si vincono le partite. Servirebbero certezze, in una Fiorentina mediocre la cui classifica ne è oggi perfetto specchio.

La verità è che questa Fiorentina dovrebbe essere profondamente rivista nel mercato di gennaio, dopo un'estate deludente su più fronti. Ieri è arrivata la vittoria sul campo dello Slovan ma gridare "al successo" sarebbe soltanto volersi prostrare a una non meglio specificata sudditanza. Dalla Repubblica Ceca la Fiorentina torna col sorriso, perché vincere è sempre toccasana. Ma se dovevano arrivare risposte su progetto e certezze... Niente da fare. Per un tandem che serve e che funziona, c'è un regista che manca. Per uno schema a rombo che c'è, ci sono Tello e Bernardeschi di difficile collocazione. Gonzalo Rodriguez, in una difesa a due, ha sempre storicamente sofferto e sorge sempre il classico dubbio e dilemma del terzino destro. Tre punti sono un surrogato di felicità. Che la Fiorentina, per adesso, se li faccia bastare...
 
Esterni (finalmente) alti: così la squadra mette il turbo
di Angelo Giorgetti - La Nazione

Di Redazione Fiorentina.it -24/10/2016




ESTERNI finalmente alti e coperti da un difensore della linea a quattro, un centrocampo che attraverso Vecino si è anche potuto permettere variazioni di ritmo, Kalinic riemerso dal suo status di centravanti eremita, povero wrestler sdrucito, tutte queste cose messe insieme non spiegano _ anche volendo essere ottimisti _ la trasformazione viola. La squadra-orizzontale ha acceso cinque razzi verticali, dalla carestia di neuroni alla tempesta di ormoni, un cambio di pelle che Sousa stesso ha compreso fino a un certo punto, pur avendolo innescato con la speranza di smazzare.
L’allenatore ha ammesso che i giocatori sono stati «bravissimi a interpretare il modo di stare in campo senza aver provato in pratica i movimenti e cercando di recuperare dopo la partita di Liberec». In sostanza il cambio di passo non è nato da un lavoro che parte da lontano _ o forse sì perché il 4-2-3-1 era stato impostato e poi abbandonato prima dell’estate _ ma da una scelta fatta in funzione della caratteristiche del Cagliari. Così parlò Sousa.

INQUADRATA da un altro punto di vista, la situazione può anche essere questa: Bernardeschi e Tello esterni alti fanno meglio il proprio mestiere, Vecino aggiunge il cambio di passo che prima non esisteva e Kalinic più assistito finalmente torna a essere un cobra slavo che fa gol in area e perfino da fuori. Siccome la verità sta sempre in mezzo e Sousa certamente ha avuto il merito di rischiare tanto in una partita in cui tutti si aspettavano la conferma del centrocampo a tre visto a Liberec, i commenti positivi devono essere divisi fra la squadra e l’allenatore. Che ieri ha ripreso la sua funzione di tarantolato a bordo campo _ durissimo il confronto con Sanchez dopo il gol di Borriello _ arrivando così carico di adrenalina in sala stampa da rispondere con grinta ad un operatore tv che lo aveva rimproverato per i colpi sul microfono. Sousa sembra essersi reimpossessato della sua funzione, un ruolo a volte scenografico ma certamente utile per scuotere alcunoi giocatori che fin qui hanno offerto prestazioni nettamente al di sotto delle aspettative. ‘Mi aspetto di più dai tutti, dobbiamo ancora alzare il livello della nostra qualità’. I richiami che prima sembravano vaghi e inutili, essendo il 3-4-2-1 un modulo ampiamente rottamabile senza l’intensità per sostenerlo, ora hanno un altro sapore. E viene la tentazione di crederci.
 
Kalinic e Berna, la Fiorentina vola
di Angelo Giorgetti - La Nazione





PARTITA da innesco multiplo di primati, compreso quello dell’assurdità, resta però sul piatto la seconda vittoria esterna consecutiva della Fiorentina, che in tre giorni segna otto gol e inaugura la bottega degli esterni alti. Kalinic, Bernardeschi e Tello (due assist) sono i protagonisti assoluti della vittoria a Cagliari in un pomeriggio in cui la Fiorentina fa molte cose: parte malissimo, reagisce benissimo, continua meglio, dilaga e infine becca due gol fotocopia da calcio d’angolo. Il 5-3 è risultato da torneo di calcio a sette, la squadra viola lo conquista sul campo del Cagliari che non aveva mai perso in casa. La scelta iniziale di Sousa sorprende, perché dal centrocampo a 3 visto in Repubblica Ceca si passa al 4-2-3-1 con gli esterni finalmente alti e coperti alle spalle. Una smazzata. Uno scrollone. La Fiorentina disegnata sulla carta a giugno è riemersa a fine ottobre in Sardegna. Che sorpresa. E quanta sofferenza prima di arrivarci.

LA FIORITURA viola nel primo tempo è inaspettata, sboccia dopo l’inizio choc e poi grandina sotto forma di gol travolgendo Storari. Una vendemmia di queste dimensioni sorprende tutti _ forse anche Sousa _ che ha avuto il coraggio di impostare una squadra offensiva e diversa da quella che tutti si aspettavano: il 4-2-3-1 con Borja e Vecino a centrocampo diventa un 4-4-1-1 in fase difensiva, resta il concetto degli esterni che finalmente hanno un body guard alle spalle e possono concentrarsi sulla fase offensiva.

NEL CASO di Bernardeschi, ancora di più: a lui è concessa la possibilità di attaccare sulla fascia e di fare la seconda punta. L’esplosione dell’attacco sarà una coincidenza, oppure la partita che gira bene perché il dio del pallone ha posato l’occhio sulla Sardegna, ma il ribaltamento filosofico della partita ha pochi precedenti: la Fiorentina va sotto dopo un minuto perdendosi il blitz in area di Di Gennaro, poi si avvicina al pareggio due volte con Ilicic, rischia lo 0-2 per un’altra incursione di Di Gennaro (bravo Tata) e da lì comincia a frantumare il Cagliari. Con una leggerezza mai apprezzata nelle precedenti 8 partite di campionato _ come se fosse uscita da una trappola _ la squadra di distende e comanda. Prima Kalinic spizzica in porta un assist di Tello da destra (posizione regolare, nonostante le proteste del Cagliari) e poi succedono molte altre cose notevoli: assist di Kalinic per Barnardeschi, che da seconda punta taglia sul difensore e appoggia, in gol; il gran sinistro di Berna che svernicia il «sette» e porta il viola sul 3-1, un’altra percussione di Bernardeschi che partendo da destra lascia la palla a Kalinic per il destro del 4-1. Poker in 20 minuti. Dopo 9 minuti nella ripresa è Tello a offrire la palla giusta per Kalinic, che nella circostanza fa un gran movimento e di testa batte Storari. Sul 5-1 il Cagliari trova due reti da calcio d’angolo, azioni identiche: la prima segna Capuano, la seconda Borriello. Formidabile nella seconda occasione l’arrabbiatura di Sousa con Sanchez (coinvolto anche Kalinic). Ma va tutto bene e c’è spazio anche per far esordire in A Hagi e Diks.
 
La Fiorentina scivola in una pozza
di Angelo Giorgetti - Qs La Nazione

Di Redazione Fiorentina.it -27/10/2016 08:13 4469




Pareggio sudato nella partita-maratona sospesa per campo impraticabile, compare in lontananza il profilo della mezzanotte quando Astori trova l’1-1 segnando di destro nell’area piccola. Quanta sofferenza… Portone calabrese sfondato dopo un assedio generoso e impreciso alla fine di un match pesantemente condizionato dal meteo e dal grave errore in coabitazione fra Tatarusanu e Gonzalo. Occasione comunque persa per avvicinarsi alle zone più chic della classifica e sconfitta evitata per poco, bravo il portiere del Crotone nel finale sul tiro di Badelj e in altre occasioni, ma per la Fiorentina resta il rammarico di non aver battuto un avversario arrivato a Firenze con un solo punto in classifica. La ministriscia di vittorie si interrompe nella serata più adatta per cercare conferme. E invece – visto il tempo – arriva una doccia deludente, anche se non ghiacciata.

Il calcio inzuppato non aiuta da subito il decollo del gioco viola, piove a secchi e anche se il terreno non è quello di Marassi il giro palla s’incaglia nelle pozzanghere. Decisamente troppo. Meteorologia storta, come la serata. Al 18’ Gavillucci sospende la partita, che per cinquanta minuti resta border line sulla possibilità del rinvio per impraticabilità del campo (l’ultima volta al «Franchi» era successo per Fiorentina-Ascoli del 27 settembre 1981). Retroscena: il Crotone spingeva per giocare comunque, la Fiorentina avrebbe gradito il rinvio per non restare impantanata rinunciando a moltissime delle sue ritrovate caratteristiche offensive. Alla fine le condizioni del terreno sono migliorate – complimenti al fondo del «Franchi» – e subito dopo la ripresa del match Tatatarusanu in uscita non ha trattenuto una palla-saponetta sul cross basso di Rosi.

Nell’occasione non ha fatto una gran figura Gonzalo, rimasto a far la chioccia alla palla mentre a Falcinelli, da dietro, non restava che spingerla dentro. Pessima e imbalsamata scelta da parte del capitano viola. Il Crotone si è stretto a coorte abbassando il baricentro, la Fiorentina ha provato a colpirlo soprattutto con i tiri da lontano di Ilicic. Poco raggiungibile e raggiunto Baba, Bernardeschi chiuso a sinistra, solo un blitz di Tello a destra.
Poi Sousa fa uscire Maxi per Kalinic, la Fiorentina si spalma in versione hard con Bernardeschi trequartista dietro a Nikola e Babacar, con Tello e Ilicic esterni nella linea a quattro. Un’occasione nasce da una punizione di Ilicic, ma sulla respinta di Cordaz è più rapido Ferrari di Baba. Ci sono due centravanti e dalle fasce piovono cross, la Fiorentina s’ingegna per trovare la scorciatoia giusta ma non è facile passare. Ci prova Vecino con un bel tiro, intanto i minuti passano e il Crotone spera in un mezzo miracolo molto bagnato. Batti e ribatti, ci provano parecchie volte Ilicic e Vecino, alla fine è Astori (che aveva già sfiorato il gol con un colpo di testa) a trovarsi nel punto giusto per spingere la palla in rete, dopo un rimpallo. Uno a uno. Almeno quello.
 
PESANTE RICADUTA, CAGLIARI SOLO UN’ILLUSIONE. TORNANO I FANTASMI DI UNA SQUADRA PRESUNTUOSA, SENZA RABBIA, LENTA E PREVEDIBILE. TATARUSANU NON È IL SOLO COLPEVOLE. NON BASTA IL CAMBIO DI MODULO. SOUSA SEMPRE NEL MIRINO
27.10.2016 00:24 di Redazione FV Twitter: @firenzeviola_it articolo letto 7576 volte
PESANTE RICADUTA, CAGLIARI SOLO UN’ILLUSIONE. TORNANO I FANTASMI DI UNA SQUADRA PRESUNTUOSA, SENZA RABBIA, LENTA E PREVEDIBILE. TATARUSANU NON È IL SOLO COLPEVOLE. NON BASTA IL CAMBIO DI MODULO. SOUSA SEMPRE NEL MIRINO
La vittoria di Cagliari non ci aveva convinti fino in fondo, non eravamo certi che i cinque gol avessero davvero guarito la Fiorentina, avevamo predicato la cautela contro i facili entusiasmi: purtroppo è arrivata subito la conferma ai dubbi e alle perplessità. Non ci siamo. I viola non ci sono ancora. E la ricaduta è pesante.

Il pari agguantato alla disperata, nei minuti finali, contro l’ultima della classifica che in nove giornate aveva collezionato solo un punto e incassato venti gol, è solo un pari maledetto. Tornano i vecchi fantasmi di una squadra compassata fino all’esasperazione, non sappiamo se presuntuosa o superficiale, senza rabbia agonistica, senza intensità. Molle, tremendamente molle.

Questo pareggio purtroppo vale molto meno di quello conquistato con l’Atalanta, rispetto al Crotone la squadra di Gasperini ha altra solidità, altri fondamentali di gioco. Ieri sera la Fiorentina non ha saputo mettere sotto neppure una equipe modestissima che ha solo carattere e volontà, che ha fondato la sua partita sulla difesa e il contropiede. E questa difesa colabrodo, la peggiore della serie A con una media di più di due gol subiti a partita, nonostante tutto è riuscita a fronteggiare gli attacchi della Fiorentina fino a quando le forze hanno retto. I viola hanno pareggiato nel forcing finale, con il gol di un difensore, in mischia. Una rete di sicuro benvenuta, ma testimone di quante difficoltà continui ad avere questa squadra in fase offensiva sia con una che con due punte. Sia con il vecchio modulo che con questo, il nuovo 4-2-3-1 in fase offensiva che diventa 4-4-1-1 in fase difensiva.

A lungo abbiamo dato colpa proprio al modulo, ormai prevedibile, forse troppo macchinoso. Il cambio sembrava benedetto, ha portato solo alla vittoria di Cagliari, ma ora è più chiaro quanto ci abbiano messo del loro gli isolani lasciando giocare i viola a piacimento. Con gli spazi stretti, le marcature decise, sono tornati i vecchi problemi. E’ l’atteggiamento della Fiorentina che non ci piace. E se le attenuanti sono molte, dalla interruzione per il maltempo, al campo in brutte condizioni, alla tattica ostruzionistica del Crotone, non è possibile non riuscire a trovare spazi per le giocate, non dare al gioco quella intensità che avrebbe mandato di sicuro in bambola i modesti calabresi. E’ il ritmo che manca. E’ la rabbia. E’ la voglia.

Non mi basta e non può bastare un piccolo assedio sterile che dopo molti minuti ha fruttato solo qualche angolo e un gol casuale.

E’ vero che dentro questo pareggio c’è pesantemente la gaffe di Tatarusanu che ha favorito il gol di Falcinelli, ma proprio questa papera fotografa la situazione.

Sulla respinta difettosa del portiere rumeno c’è arrivato prima uno del Crotone e ha fatto gol. Su un’azione identica, nella ripresa, con errore del portiere crotonese, sono arrivati prima i difensori a spazzare in angolo. La Fiorentina arriva spesso seconda sia sulle prime che sulle seconde palle. Più che la condizione fisica mi sembra sia un problema di motivazioni e qui torno alle considerazioni già fatte su un ciclo forse ai titoli di coda, di alcuni giocatori che avevano voglia di cambiare aria e di altri in calo di rendimento forse irreversibile.

Il cammino per recuperare la Fiorentina perduta è ancora difficile e forse lo sarà per tutta la stagione. Ci sono difetti strutturali, probabilmente figli anche della cultura calcistica di questo allenatore che predica un calcio bellino, elegantino, ma anche gracilino. Con il centrocampo a due, ad esempio, io non giocherei mai. Ma cosa pensate di una bella mediana fatta da Badelj davanti alla difesa, Vecino e Sanchez interni? Tanto per dirne una. Il fatto è che ci sono troppi giocatori che non sono né carne né pesce (Ilicic e Tello), altri che faticano a crescere (Babacar), altri alla ricerca di una vera dimensione (Bernardeschi). E Kalinic è bravissimo con le difese tipo Liberec o Cagliari che lasciano autostrade, diventa normale negli spazi stretti e quando viene raddoppiato.

Avevamo scritto che questo mini ciclo di sei partite prima della sosta di campionato del 13 novembre, avrebbe dovuto far riflettere anche sulla guida tecnica, su Sousa. Tre sono state giocate e dopo le vittorie in Europa League e Cagliari, ecco il passo indietro. Serve continuità, serve un deciso cambio di passo. Restano due test importanti in campionato Bologna fuori (soprattutto) e Samp in casa, con l’intermezzo del Liberec di ritorno. Motivi di ottimismo ce ne sono pochi. E gli spazi di manovra sono stretti.
 
Fiorentina-Crotone 1-1: io l’ho vista così (Vergogna: Vaffaday per i giocatori viola)
Pubblicato da Francesco Matteini in Evidenza, Fiorentina 26/10 23:57 4 Commenti

vergognaVergogna, vergogna e ancora vergogna. Un pareggio peggiore di tante sconfitte. La pioggia battente annacqua le idee alla Fiorentina e ne arrugginisce i meccanismi. Ma il tempo infame non può essere una attenuante ad una partita giocata in modo indecente. Senza nerbo, senza voglia, senza mai buttare il cuore oltre l’ostacolo, come invece ha fatto lo scarsissimo Crotone. In una notte “buia e tempestosa”, come avrebbe scritto Snoopy, è stato buttato nel cesso quello che di buono i viola avevano fatto vedere nella trasferta europea e in quella di Cagliari. Per un calciatore giocare la partita non è divertimento, è lavoro. Ci vuole impegno durante tutta la gara, non solo nell’ultimo quarto d’ora per vedere di rimediare un brodino caldo. La reattività non è un optional ma un imperativo. Non risparmiarsi non è generosità, è meritarsi lo stipendio. Cari giocatori viola, stasera non vi ha fatto difetto la tecnica o la tattica: vi è mancata la professionalità. Il vaffa day è tutto per voi. Nessuno escluso.
Tatarusanu 2 – Non ci sono giustificazioni. La sua è una papera stratosferica frutto di leggerezza e scarsa concentrazione.
Gonzalo 3 – Dovrebbe proteggere il portiere anche da possibili proprie papere, invece si fa piccionare come un principiante.
Astori 5 – Sbaglia tutti i rilanci. Il gol del pareggio, casuale, non lo assolve.
Salcedo 5 – E’ il meno abulico, ma anche lui sbaglia molto in fase di appoggio.
Tello 5 – Aspetta sempre qualche secondo di troppo prima di affrontare i duelli o di tirare in porta. Esitazioni che ne limitano l’efficacia. A tu per tu con Cordaz non trova il pertugio vincente.
Badelj 5 – Qualche recupero e tante palle buttate al vento. Un suo tiro sfiora il palo, ennesimo errore di mira.
Vecino 4,5 – Si vede pochissimo, quasi sempre in affanno. Mira costantemente sballata.
Olivera 4 – Spinge ma non crossa, sulle respinte della difesa del Crotone non è mai al posto giusto nel momento giusto.
Bernardeschi 4 – Torna alla fase incaponimento col pallone fra i piedi. Si fa arginare da Rosi, uno scarso davvero. Nella ripresa sparisce dal campo.
Ilicic 5 – Non manca di attivismo, ma il tiro a rete è sempre un problema: o è fuori bersaglio o e parabile senza difficoltà.
Babacar 4,5 – Si sbraccia chiedendo falli che spesso non ci sono. Mai pericoloso.
Kalinic 5 – Il suo ingresso dà alla squadra più grinta e profondità, ma non riesce ad essere determinante in fase di conclusione a rete.
Chiesa sv – Non merita l’insufficienza d’ufficio come base per tutta la squadra. Anzi, forse dovrebbe andare in campo più spesso.
Zarate sv –
Sousa 4 – La Fiorentina non funziona mai nonostante i cambi di posizione dei giocatori, di schema e l’ingresso di Kalinic. Inaccettabile che la squadra non riesca mai a sfruttare le palle inattive. I corner sono sempre un regalo agli avversari. Come spesso capita, ritarda eccessivamente i due cambi finali.
Arbitro Gavillucci & C. 4 – Ci sono falli da rigore su Kalinic e Tello. Si fa prendere per il **** dai giocatori del Crotone (panchina compresa) nelle continue perdite di tempo. Mostra la personalità di un lamellibranco.
Commento Sky Di Marzio-Zaccarelli 5 – Come si usa dire a Firenze: fan cascare il pan di mano.
 
La Fiorentina vince la sua terza trasferta consecutiva tra Serie A ed Europa League. Convincendo dal punto di vista dell’approccio, un po’ meno dal punto di vista della tenuta. La classifica non è ancora quella dei tempi migliori. Forse anche delle aspettative dei vertici gigliati. O ancora dei sogni, per tornare al tema centrale della vigilia di Bologna-Fiorentina. Ma tre punti al Dall’Ara sono ossigeno puro per Firenze e per la Fiorentina. Che adesso ha la possibilità di chiudere il discorso primo posto nel girone di Europa League, giovedì con lo Slovan e di tornare, con la Samp, a fare del Franchi il proprio fortino per iniziare una scalata ancora possibile. Ci crede e tanto la società con Andrea Della Valle oggi al fianco della squadra. I dirigenti viola al seguito della Fiorentina continuano ad alternarsi ed a ruotare. E piano piano i senatori iniziano a tornare determinanti. Kalinic e Borja su tutti con un Bernardeschi a corrente alternata ma in crescita così come Josip Ilicic.

Che ci sia ancora molto su cui lavorare Sousa lo sa benissimo. Contro un avversario rimasto in dieci e quasi mai pericoloso, la gara andava sicuramente chiusa con anticipo. Ma il morale tornato su, come ha detto Andrea Della Valle stesso nel post gara, potrebbe far andare oltre i propri limiti in attesa di tempi migliori. Ed ora sotto con Liberec e Sampdoria. Qarabag e Cagliari erano state dipinte come gare della svolta. Alle quali poi hanno fatto seguito puntuali e rovinose cadute. La classifica torna parzialmente a sorridere. E la speranza è che la vittoria di Bologna possa essere la vera gara della svolta della stagione viola. Stavolta, però, definitivamente. E’ giunta l’ora che i sogni tornino ad essere realtà.
 
PASSO AVANTI VIOLA E DIETROFRONT DI SOUSA
30.10.2016 00:00 di Sonia Anichini articolo letto 3486 volte
PASSO AVANTI VIOLA E DIETROFRONT DI SOUSA
Sogno o son desta, mi sono chiesta ieri mentre guardavo Bologna-Fiorentina? Siamo nell’ottobre 2015 o 2016? Il primo tempo della partita del Dall’Ara ha riproposto la Viola che abbiamo ammirato lo scorso anno, con un gioco fluido e calciatori che nel loro ruolo facevano una bella prestazione, la migliore di questa stagione. Peccato che i legni abbiano negato ad Ilicic, per ben due volte, il gol altrimenti avremmo chiuso la pratica bolognese nel primo tempo con un bottino più sostanzioso ed affrontato il secondo tempo con più serenità.

Gli avversari non ci hanno impensierito molto, ma una bischerata è sempre dietro l’angolo ed abbiamo tenuto il fiato sospeso fino al fischio finale confidando che il vantaggio, raggiunto su rigore da Kalinic, potesse essere sufficiente a portare a casa tre punti fondamentali. Così è stato, annullando la brutta gara di mercoledì contro il Crotone. Alti e bassi che ci frastornano, che ci fanno preoccupare perché non sappiamo ancora quale sia la vera Fiorentina, perché dopo la sostanziosa partita di domenica col Cagliari siamo ricaduti nel mare (è proprio il caso di dire vista l’acqua piovuta) dei dubbi contro i calabresi e ieri di nuovo note positive e soprattutto la vittoria. Meglio in trasferta che in casa? Ultimamente il calendario dice di si, ma è necessario ritrovare fiducia anche fra le mura di casa.

Lo stesso Kalinic, che sta rifiorendo a suon di gol, ha insaccato in campionato solo in trasferta (Juventus, Cagliari e Bologna) ma lo aspettiamo a braccia aperte a festeggiare anche nel nostro stadio. Ieri è stato molto bravo e freddo nel momento della ripetizione del rigore, scaturito da un lancio meraviglioso di Gonzalo che ha scavalcato tutto il campo per essere stoppato e gestito in modo sublime dal nostro attaccante. Una perla che ha anche portato all’espulsione di Gastaldello che non ha potuto che abbattere il croato.

Buone sensazioni anche da parte di Bernardeschi, Ilicic e Borja Valero ma sono un po’ tutti calati nel secondo tempo anche per la stanchezza fisica che mercoledì ha lasciato nelle gambe. Adesso ci sono cinque giorni di tempo per riprendersi e affrontare, chiudendolo, il discorso Europa League.

La vittoria di ieri ci riporta una bella realtà che ci fa sperare e sognare, ammesso che si possa usare questo termine, che qualcosa possa finalmente cambiare. Sousa ha fatto discorsi che un po’ ci inquietano, veri nella sostanza ma inopportuni nella tempistica. Adesso asserisce di essere stato male interpretato e di credere moltissimo nel progetto viola. Forse è il caso di parlare meno e lavorare solo sul campo e sugli uomini perché non abbiamo bisogno di altra confusione.
 
Bologna-Fiorentina 0-1: io l’ho vista così (…ma nella ripresa loro sembravano in 12)
Pubblicato da Francesco Matteini in Evidenza, Fiorentina 29/10 21:07 0

Kalinic (foto Galassi)
Kalinic (foto Galassi)
Nel primo tempo il sogno, nel secondo la realtà: le due immagini evocate da Sousa nell’ultima conferenza stampa, sintetizzate nell’andamento della partita. Fiorentina subito autoritaria, capace di un pressing tanbureggiate, Ilicic che si rirtova, Bernardeschi che scintilla, Kalinic maestoso, centrocampo dinamico, difesa attenta. Un gol (con espulsione), un palo, una traversa. La possibilità di imprecare contro la sfortuna per un risultato striminzito. Nel secondo tempo il Bologna ridotto in dieci, pare essere tornato in campo in undici, forse addirittura in dodici. E’ invece la Fiorentina a zoppicare, Bernardeschi scomparso dalla scena. I cambi riescono nell’intento di mantenere il risultato, ma con grandissima fatica. Vittoria importante come lo sono tutte quelle che arrivano in un momento di (pre)crisi. Classifica meno arida. Per ora tutto qui.
Tatarusanu 6 – Un buon intervento a terra, il consueto rinvio sballato e una respnita di pugni da brivido.
Gonzalo 6 – Lancio degno di Cape Canaveral per Kalinic. Ma di nuovo qualche peccato di leggerezza.
Astori 6,5 – Non concede spazi agli avversari e partecipa al giro palla con attenzione.
Salcedo 5,5 – Qualche imprecisione di troppo, si fa ammonire per un’entrata tanto irruenta quanto inutile.
Milic 6,5 – Pericoloso quando azzecca il cross, inguardabile quando lo butta al vento.
Tello 6 – Si vede a sprazzi. Gira al largo (troppo) dalla porta avversaria. Eccesso di generosità: ogni tanto il tiro in porta va provato.
Badelj 6 – Orchestra il giro palla che manda in bambola il centrocampo del Bologna nel primo tempo. Preso in velocità (il suo tallone d’Achille) nella ripresa
Boja Valero 6 – Duetta con Badelj nel nascondere palla agli avversari, non sempre efficace. Buoni due recuperi difensivi.
Bernardeschi 5 – Lampi di classe, spunti di potenza, stille di virtuosismo: nel primo tempo gli manca la zampata vincente. Nella ripresa in campo va il suo fantasma.
Ilicic 7 – Osa e colpisce un palo e una traversa: la fortuna non aiuta l’audace.
Kalinic 7 – Aggancio perfetto per costringere Gastaldello al fallo in area. Doppio ghiacciato nel segnare e risegnare il rigore.
Sanchez 6 – Presidia il centrocampo arginando le folate rossoblu.
Tomovic 6 – Dà più tranquillità alla fascia destra.
Cristoforo sv –
Sousa 6 – Vel 7 nel primo tempo, con la Fiorentina che domina gli avversari; vale 5 nella ripresa con la squadra sfilacciata e, almeno apparentemente, demotivata.
Arbitro Valeri & C. 7 – Giusto il rigore e l’espulsione; vede bene i fuorigioco, anche quello della rete annullata alla Fiorentina. Sbaglia l’ammonizione a Kalinic per un ostruzione sul portiere che non c’è.
Commento Sky Marinozzi-Marocchi 6,5 – Illustrano le fasi della gara con perspicacia senza risultare mai esosi (compreso Marocchi!)
 
Ferrara scrive: “Saggia e pratica, la notte viola è anche senza effetti speciali”

Ecco un estratto dell’articolo che trovate oggi su La Repubblica, a firma Benedetto Ferrara, dopo la bella vittoria della Fiorentina ieri sera contro lo Slovan Liberec.
“Il fattore “C” funziona eccome. No, non quello che pensate voi. La “C” va messa in fondo al cognome, perché se si alza il vento dell’est la Fiorentina torna a viaggiare come sapeva fare una volta, quando non aveva paura di nessuno perché tanto ci pensavano loro. Un croato e uno sloveno, un centravanti e un inventore, bella coppia, quando tutto gira come deve girare. E anche stavolta tutto fila liscio, e la squadra di Sousa ritrova i gol anche al Franchi, davanti ai fedelissimi che non se ne vogliono perdere una nel nome di un amore speciale: quello che vibra anche in una notte del girone di Europa League, che per definizione non è esattamente il massimo della vita. Ma la Fiorentina ringrazia e restituisce in cambio una partita saggia, pratica e senza storia. Tre reti, pochissimi rischi, l’idea di aver in pugno la situazione, anche senza stupire con effetti speciali, ma vivendo sulla forma strepitosa dei due là davanti: il centravanti che non conosce la parola pietà, e il lungagnone che quando resuscita dal letargo non fa prigionieri
 
CORR. FIORENTINO, Basta un punto con il Paok
04.11.2016
Tre punti nel deserto e la Fiorentina d’Europa ha ormai in tasca il biglietto d’ingresso per la seconda fase di coppa. Questo quanto pubblicato questa mattina dal Corriere Fiorentino. Grazie ai suoi «ic», Sousa si prende la vittoria che cercava e schizza sempre più in testa al girone: visti i 10 punti in classifica (il Qarabag insegue a 7 dopo la vittoria 1-0 a Salonicco), per chiudere la pratica basterà conquistare un punto nella prossima sfida contro il Paok. Praticamente una formalità.

Come detto, decisivi sono stati i due «ic» Ilicic e Kalinic (anche se il più bel gol della serata è firmato Cristoforo), sempre più a loro agio in coppia e sempre più in forma man mano che passano le partite. Un bel segnale per Paulo, che proprio con loro darà l’assalto anche alla Sampdoria domenica prossima. Un peccato semmai che ad applaudirli ci fosse poco pubblico (appena 11 mila paganti, con la Fiesole semivuota), ma questa prima fase di Europa League, si sa, ha appeal vicino allo zero un po’ per tutti.
 
Fiorentina – Slovan Liberec 3-0: io l’ho vista così (Bilancio appagante, il gioco un po’ meno: pazienza…)
Pubblicato da Francesco Matteini

Vittoria, tris di gol, porta inviolata e qualificazione a un passo. Il bilancio è appagante. L’andamento della gara un po’ meno. Nel senso che la Fiorentina è stata più opportunista che brillante, più concreta che elegante, più pratica che teorica. Tutto sommato meglio così rispetto a quando dovevamo scaldarci al focherello del monopolio del possesso palla. Complessivamente vale un giudizio migliore la squadra nel suo complesso che la prova dei singoli, anche se nessuno ha demeritato. Da registrare alcuni aspetti confortanti: la confermata ritrovata confidenza con il gol di Kalinic, l’uscita dall’abulia cronica (quanto durerà?) di Ilicic, la personalità di Chiesa, lo spunto di Cristoforo. Ora sotto con la Samp: vediamo se stavolta entriamo nelle due settimane di stop col sorriso.
Tatarusanu 6 – Un tocco per alzare una deviazione ravvicinata. Una follia a rischio suicidio per evitare un angolo.
Gonzalo 6,5 – Controlla gli attacchi avversari senza difficoltà. Grande chiusura nel finale.
De Maio 6 – Copre egregiamente il fianco sinistro. Far ripartire l’azione non è il suo mestiere.
Tomovic 6,5 – Anticipa e chiude con grande autorevolezza.
a

Chiesa 6 – Parte molto defilato sulla destra, forse troppo. Nel secondo tempo prende più coraggio e si fa valere.
Cristoforo 6,5 – Primo tempo da comparsa, ripresa da protagonista. Un bel gol frutto di movimento, determinazione e precisione.
Sanchez 6,5 – Efficace frangi flutti davanti alla difesa.
Milic 6 – Spinge blando alla ricerca del cross, che non trova. Attento nella fase difensiva.
Boja Valero 6 – La Fiorentina non fa un gran gioco, ma quel poco è lui che l’organizza.
Ilicic 7 – Il palo suona come un monito di sventura, invece si procura il rigore e lo trasforma, interrompendo il lungo digiuno da gol. Pare definitivamente uscito dal letargo.
Kalinic 7 – Ci crede sempre, gli errori della difesa avversaria sono il suo pane quotidiano. Ancora in gol: rassicurante consuetudine.
Vecino 6 – Con lui in campo il gioco della squadra prende più ritmo.
Babacar sv –
Bernardeschi sv –
Sousa 7 – Scompagina le previsioni schierando una sola punta, ma alla fine il risultato lo premia. Il gioco viola non eccita. Gli avversari sono scarsi. Tuttavia la squadra mantiene la concentrazione fino alla fine.
Arbitro Stavrev & C. 6,5 – Partita con coefficiente di difficoltà molto basso, non combina guai.
Commento Sky Gentile-Onofri 6,5 – Il ritmo della gara non è indiavolato, il gioco non scintilla, ciò nonostante danno un senso alla gara.
 
Giovanni Galli: “Sousa sbaglia i cambi con la squadra in affanno”
Di Redazione Fiorentina.it - 07/11/2016 09:54 0



Giovanni_Galli
Su La Nazione, ecco l’analisi di Fiorentina-Samp di Giovanni Galli: “Nel primo tempo ho visto una grande Fiorentina, da 7 in pagella. Una squadra che ha fatto del possesso palla armonico un’arte, mettendo in difficoltà la Sampdoria e meritandosi ampiamente il vantaggio, che avrebbe dovuto e potuto incrementare in più riprese. Poi nel secondo tempo, dopo aver creato un’altra occasione per segnare il punto del 2-0, la Fiorentina è andata in riserva: un allenatore come Sousa avrebbe dovuto leggere subito il segnale che la squadra gli stava dando. Troppi passaggi sbagliati, anche dai giocatori più tecnici, sono il segno che la fatica inizia a farsi sentire.

Ecco che allora avrei fatto dei cambi diversi, mettendo subito Vecino (centrocampista di gamba, un uomo sostanzioso in mezzo al campo) al posto di Tello, aumentando la presenza in mezzo al campo. Proprio nella zona nevralgica del centrocampo, la Sampdoria aveva tre centrocampisti che palleggiavano bene. Con Berna, Chiesa e Kalinic la squadra in attacco sarebbe stata quasi la stessa del primo tempo, coprendosi però meglio in mezzo al campo, dove la Samp ha mostrato superiorità netta, tanto da arrivare al pareggio con Muriel. Il risultato sta tutto qui, con una Fiorentina ‘double face’ che non ha saputo cambiare assetto nel momento di maggior difficoltà”.
 
Squadra con gli artigli tondi: dna da incompleta
di Angelo Giorgetti - La Nazione

Di Redazione Fiorentina.it - 07/11/2016 09:35 0




LA FIORENTINA cerca continuità e trova quella dei pareggi casalinghi (quattro consecutivi). Il freno a mano inceppa l’allungo dopo uno sprint abbastanza felice – quattro vittorie nelle ultime cinque partite – e ci si chiede dunque cosa manchi a questo gruppo per allontanare da se stesso l’immagine d’incompletezza. La Fiorentina mette in campo una cattiveria morbida. Oppure una lucidità opaca. Ha gli artigli tondi. E’ tornata ancora una volta una squadra da vorrei-ma-non-posso.

STAREMMO parlando con altri toni se fosse arrivato il due a zero, questione di centimetri dunque, oppure di attimi, ma alla fine è lo stesso Sousa ad ammettere che i giocatori dovrebbero «mantenere la stessa convinzione». E questa riflessione incornicia quello che tutti pensano: anche quando la Fiorentina è bella – a volte bellissima – non finisce il lavoro e ritorna nelle proprie insicurezze.

CURIOSAMENTE Sousa soffre gli incroci con Giampaolo, che lo scorso anno allenava l’Empoli e bloccò i viola sul 2-2 il 22 novembre, a Firenze, quando la squadra arrivava da 4 vittorie consecutive e guardava tutti dall’alto. Doccia freddissima. Come ieri, perché la squadra di Sousa aveva finalmente recuperato credibilità all’esterno e soprattutto all’interno.

L’OTTIMA mezza partita giocata contro la Samp rischia dunque di diventare un marchio definitivo di incompletezza? I quindici giorni di sosta serviranno per riflettere, molto, sull’ennesima riprova che la forza mentale del gruppo ha limiti costituzionali: un deficit correggibile a gennaio?
 
B. Ferrara scrive: “Liberi dalle catene ma solo un tempo. E alla fine sono fischi”
“E comunque alla fine sono fischi, ancora una volta. Perché ancora una volta la Fiorentina mostra il suo lato più immaturo, e lo fa al Franchi…”
di Redazione VN, 07/11/2016, 06:58 70 Commenta per primo!
Vi proponiamo un estratto dell’analisi di Fiorentina-Sampdoria che Benedetto Ferrara fa su Repubblica:



Illusioni di metà autunno. La Fiorentina comanda la sfida per un tempo. Sembra tutto maledettamente facile. E ti dimentichi perfino dell’Arno che fa paura e dell’acqua che hai preso in motorino. Ilicic coi suoi tocchi preziosi, Bernardeschi che si scioglie in giocate di fantasia e segna anche un gol. E quante occasioni per Kalinic, che è sempre lì a un passo dal gol ma la spedisce fuori con una certa ostinazione. Ma che importa; questa è la serata giusta, perfino Tomovic gioca tranquillo. Gli spazi ci sono, la Samp è una squadra aperta, la Fiorentina conquista campo con facilità. Loro hanno Muriel, quello che se lo vedi pensi che stare a dieta non serva a niente (…).
E comunque alla fine sono fischi, ancora una volta. Perché ancora una volta la Fiorentina mostra il suo lato più immaturo, e lo fa al Franchi, dove l’ultima vittoria in campionato risale al 18 settembre (1-0 sulla Roma). Una squadra dissociata, senza sogni ma con molta voglia di dormire. Sousa non l’aiuta. Nessuno l’aiuta. Non ha perso, vero. Ma quattro pareggi di fila in casa dicono molto, e un secondo tempo così fiacco e impaurito lascia segni profondi e parla molto di immaturità. E di mediocrità.
 
Fiorentina-Sampdoria 1-1: io l’ho vista così (Una squadra prima Jekill, poi Hyde)
Pubblicato da Francesco Matteini i

poli_galassi_27783C’è una Fiorentina Jekill e una Viola Hyde. Una squadra tenace, capace, che piace e un’altra fifona, cialtrona, pasticciona. Cosa è accaduto nella pausa tra il primo e il secondo tempo? Come è possibile una metamorfosi di singoli e gioco di squadra così repentino e radicale? Una prima parte di gara in cui la Fiorentina ha dominato il campo, creato trame interessanti, mostrato una inusuale furia agonistica. E’ mancata solo nella fase realizzativa per la scarsa lucidità di Kalinic, ma tutto il resto è sembrato funzionare forse meglio che in qualsiasi altra occasione. E il gol, comunque, è arrivato. Secondo tempo da mani nei capelli. Errori su errori, gambe molli, idee evaporate. Due squadre con gli stessi giocatori, eppure neanche lontane parenti una dell’altra. Forse lo specchio di ciò che ci aspetta in questa stagione.
Tatarusanu 5,5 – Buoni interventi, che evitano la beffa. Nessun miracolo sulla girata di Muriel. Consueti rilanci da brivido. Di nuovo una palla che gli cade di mano (e stavolta non c’è l’attenuante del campo mezzo).
Tomovic 6 – Perfetto nel primo tempo, impacciato nel secondo. Grave disattenzione nel finale su Budimir.
Gonzalo 5,5 – Un recupero da applausi su Muriel che poi lo brucia di testa per il pari. Sfiora il gol ma quando prova ad impostare non è più lui.
Astori 6,5 – L’inaspettata convocazione in azzurro lo ringalluzzisce. Attento dietro e determinante sul gol di Bernardeschi nel disorientare Puggioni. Sfiora perfino il raddoppio.
Milic 6,5 – Stantuffo senza tregua, sfodera anche un buon repertorio di cross.
Badelj 4 – Si limita al minimo sindacale nel primo tempo. Nel secondo entra in “sciopero”.
Borja Valero 6,5 – Canta e porta la croce. Supporta i compagni e sopporta da solo il peso del centrocampo.
Tello 3 – Catastrofico: sovvertendo ogni statistica riesce a prendere sempre la decisione sbagliata.
Ilicic 5,5 – Il momento “up” (anche se il primo tocco, dopo pochi secondi, che dà il via libera a Quagliarella è da corte marziale) si esaurisce dopo 45 minuti. Subentra la fase “down”. Un bradipo gli darebbe le paste.
Bernardeschi 6 – Azzecca un tiro cross velenoso che irretisce Puggioni. Mette muscoli e movimento, difetta in lucidità.
Kalinic 5 – Sfiora il gol più volte, e il problema è proprio questo. Quello che segna è bellissimo ma, purtroppo, è in fuorigioco (come troppe volte gli capita).
Sanchez 4 – Entra al posto di Badelj e lo rimpiazza… degnamente.
Chiesa 6 – Non gli si può chiedere di rianimare una squadra in affanno e confusione.
Vecino sv
Paulo Sousa 5 – Una prestazione così diversa tra primo e secondo tempo resta inspiegabile. Alla squadra sembra mancare un equilibrio mentale più che tattico. Ritarda colpevolmente il cambio di Tello e Badelj. Quasi provocatorio l’ingresso di Vecino a qualche minuto dal termine.
Arbitro Rizzoli & C. 6 – Qualche fastidiosa imprecisione che però non condiziona la partita.
Commento Sky Di Marzio-Muraro 5 – “Il Doria” al maschile non si può proprio sentire. L’apporto tecnico è soporifero.
 
Numeri, difesa, vittorie sono con la Fiorentina e con Sousa (e c’è chi non lo vorrebbe), adesso serve la continuità
Di Gianni Ceccarelli - 21/11/2016 00:00 2




La lezione dello scorso anno è servita e al Castellani la Fiorentina e Paulo Sousa hanno dato una lezione di calcio all’Empoli. Avversario modesto? Forse si, forse no. Di sicuro certi discorsi non si sentivano fare dopo il pareggio casalingo contro la Roma di Spalletti.

Netta, troppo netta la differenza di forze tra la squadra viola e quella azzurra. Partita fatta e sempre in mano alla formazione di Sousa, che ha preparato bene la partita in ogni particolare. I quattro gol hanno segnato il risultato finale ma questo poteva essere più ampio per le tante occasioni create contro le sole due dei padroni di casa con Maccarone.

Una Fiorentina che ha iniziato nel migliore dei modi la prima delle ultime nove gare del 2016, con un Ilicic che dopo essersi sbloccato in Europa League lo ha fatto (con una doppietta) anche in campionato; con un Bernardeschi (doppietta anche per lui) arrivato al sesto gol stagionale, nonostante le critiche delle ultime settimane; con un Ilicic che è finalmente diventato fondamentale per la Fiorentina, e lui ha ancora margini di miglioramento; con un Badelj in mezzo al campo che ha fatto vedere di poter tornare quello dello scorso anno; con un Tello che in fase offensiva ha fatto passare una pessima domenica all’ex Pasqual, ma deve migliorare la fase difensiva per non lasciare troppo solo il compagno di turno (questa volta Tomovic); un Tatarusanu che quando chiamato in causa ha fatto ottime parate, facendosi sempre trovare sempre pronto e in partita.
Ai singoli bisogna sommare la maggior convinzione nelle proprie forze e possibilità, una condizione fisica in miglioramento, una voglia di tornare a sorprendere tutto e tutti, una maggior incisività e concretezza nel gioco e nella sua finalizzazione, che da settimane parte da quel 4-2-3-1 che sembra dare maggior equilibrio a tutta la squadra.

Tutte una serie di situazioni ben mixate, miscelate da Paulo Sousa. Ultimamente molto criticato per alcuni suoi modi di porsi, per il gioco della squadra, per i risultati non esaltanti. C’è addirittura chi si augurava che la Fiorentina perdesse per arrivare a un cambio di panchina oppure sperare nell’arrivo, il prossimo anno, di allenatori come Spalletti e Sarri. Evidentemente in pochi si ricordano del materiale messo a disposizione del tecnico portoghese (inutile negare che la rosa non sia da primi posti della classifica), si dimenticano di leggere bene i numeri che hanno caratterizzato dopo 13 giornate di campionato il cammino della Fiorentina (in Europa League i viola possono conquistare la qualificazione con un turno di anticipo).

Il successo contro l’Empoli è stato il 15esimo risultato utile consecutivo con 8 vittorie, 6 pareggi e 1 sola sconfitta (quella di Torino contro i granata). Di queste 15 partite la Fiorentina contro l’Empoli ha conquistato la sua quarta vittoria consecutiva in trasferta (Bologna, Cagliari, Slovan Liberec e appunto Empoli). Numeri che confermano che la squadra si in crescita, che ha acquisito maggior personalità e carattere.

Già questo dovrebbe far capire molte cose, ma se non bastasse dopo 13 giornate la difesa della Fiorentina è la seconda meno battuta della Serie A con 11 gol subiti, subito dopo c’è la corazzata Juventus a 9. Le altre squadre (le prime dieci in classifica) sono distante 3-4-6 gol dai viola, quindi un cammino sicuramente peggiore. Segno evidente che c’è un gioco che funziona, che ci sono schemi difensivi che permettono alla squadra di subire pochi gol.

Cosa c’è da migliorare? Tante cose, come sempre, sono da migliorare. Nelle ultime gare la Fiorentina ha trovato si maggior concretezza davanti alle porte avversarie ma dopo 13 giornate l’attacco viola è il 9° con 18 gol realizzati. Altra cosa da migliorare è il rendimento della squadra davanti al pubblico amico del Franchi, troppi i pareggi. C’è da migliorare il rendimento di diversi singoli, c’è da migliorare la posizione in classifica (bisogna ricordare che la Fiorentina deve ancora recuperare la gara contro il Genoa), c’è da ritrovare l’entusiasmo e la voglia di crederci che c’era nella prima parte della stagione.

Giovedì al Franchi contro i greci del Paok Salonicco la Fiorentina deve dare continui segnali di crescita e chiudere il discorso qualificazione al turno successivo e poi pensare alla gara di lunedì prossimo a San Siro contro la Fiorentina. Gara importante, gara difficile ma che la squadra viola può far sua se, come detto, ci sarà una crescita continua di prestazione. A quel punto la stagione della Fiorentina potrebbe cambiare radicalmente.
 
Forse forse hanno capito che quel fenomeno di Bernardeschi deve giocare più vicino alla porta.....speriamo OK!
 
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