FIR over 35/100 k che documentazione fornire II

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Non si parla degli obbligazionisti perché tutti pensano che hanno già ripreso il 95% al netto delle cedole ricevute!
 
I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori.

Ed a questo punto perché non chiamare benefattore anche il Fir? E' dalla nostra parte! E poi pazienza se non rispetta le leggi positive dello Stato (ovvero il decr. 241 1990).

https://www.consap.it/risparmio-tradito-e-ora-che-la-politica-onori-le-promesse/

Precisazione di Consap su “Risparmio tradito..."
Fir Pagina 1160849884
Circa la nota del 14 novembre u.s. “Risparmio tradito: è ora che la politica onori le promesse”, a firma di alcune associazioni a tutela dei diritti dei risparmiatori che operano nel panorama italiano, indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri On. Giorgia Meloni, al Ministro dell’Economia e delle Finanze On. Giancarlo Giorgetti, al Presidente del Senato della Repubblica Senatore On. Ignazio La Russa, al Presidente della Camera dei Deputati On. Lorenzo Fontana, al Presidente e tutti componenti “Commissione Bilancio” Senatore On. Nicola Calandrini, al Presidente tutti componenti “Commissione Finanze” Senatore On. Massimo Garavaglia, al Presidente e tutti componenti “Commissione Bilancio” On. Giuseppe Mangialavori, al Presidente e tutti componenti “Commissione Finanze” On. Marco Osnato, a tutti i Parlamentari della Repubblica, a tutti gli organi di stampa, si precisa che la definizione delle istanze di indennizzo, pervenute a Consap, si è conclusa entro il 31 luglio u.s., termine di chiusura dei lavori della Commissione tecnica come fissato dalla Legge 30.12.2021 n. 234.

Nello specifico, la Commissione ha valutato n. 144.848 domande – sia quelle pervenute entro il termine del 18 giugno 2020, come prorogato dal Decreto Legge del 17 marzo 2020 n.18, che quelle finalizzate entro il 1° maggio 2022 ai sensi dell’art. 1 comma 915 della legge di bilancio 2022 come modificato dalla Legge 25 febbraio 2022, n. 15, - sono stati corrisposti, a titolo di indennizzo, oltre 1,013 mld di euro.

Ad ulteriore precisazione, si rappresenta che, preso atto dell’estensione della durata della Commissione fino al 31 dicembre 2022 (prevista dall’art. 35 comma 5-ter del decreto-legge 21 giugno 2022 n. 73 come modificato in sede di conversione in Legge 4 agosto 2022 n. 122, pubblicata in G.U. Serie Generale n.193 del 19 agosto2022), questa ha deliberato in un’ottica di favor nei confronti dei risparmiatori, di concedere un ulteriore termine – scaduto il 15 ottobre u.s. – per la trasmissione della documentazione bancaria pervenuta tardivamente agli aventi diritto dalle banche cessionarie, a causa delle difficoltà di queste ultime nel reperimento degli incartamenti, spesso molto datati, e in possesso esclusivo delle filiali del territorio, peraltro interessate da processi di fusione e di accorpamento.

L’ulteriore termine è stato concesso al fine di verificare la possibilità di un diverso esito istruttorio (rectius migliorativo), in relazione ad istanze già definite con esito positivo parziale ovvero negativo.

L’opportunità che la Commissione ha concesso è in linea con la normativa di riferimento, finalizzata a riconoscere il giusto indennizzo agli aventi diritto.

Relativamente agli ulteriori interventi di natura legislativa riportati nella richiamata missiva questa Concessionaria si rimette, come ovvio, agli Organi politici e istituzionali.
 
https://www.estense.com/?p=994368

Carife. Indennizzi, ancora molte posizioni aperte

Federconsumatori sollecita Mef e Consap chiedendo un ulteriore livello di valutazione delle istanze rigettate


Una manifestazione dei risparmiatori azzerati

C’è poco tempo per i risparmiatori ex Carife che si sono visti rigettare le domande di indennizzo per ottenere un ristoro. L’operatività della Commissione Tecnica del Fondo Indennizzo Risparmiatori cesserà il 31 dicembre 2022, ma molte posizioni risultano ancora aperte.

Sono diverse le ragioni: da errori nella comunicazione dei dati sul reddito e sul patrimonio, al ritardo nell’esame delle domande, ad un indennizzo ritenuto non corretto, al rigetto di alcune istanze senza che sia prevista alcuna possibilità di appello.

Per risolvere e correggere queste criticità Federconsumatori ha scritto al Ministero Economia e Finanze e a Consap chiedendo di istituire un ulteriore livello di valutazione delle istanze rigettate che permetta ai risparmiatori di presentare ricorso, prevedendone l’attività anche oltre il termine del 31/12 e di accelerare i lavori della commissione fino al loro completamento.

Il Fir aveva una dotazione di 1.575 milioni di euro a favore degli azzerati di sei banche. Ad una parte dei 32.000 azionisti ex Carife è stato riconosciuto un indennizzo del 30% del prezzo di acquisto. Restano circa 500 milioni di euro da redistribuire, terminato l’esame delle domande di accesso al fondo ad oggi ancora in fase di istruttoria, tra i risparmiatori che hanno avuto accesso al Fir e solo parzialmente ristorati.

Per queste ragioni, Federconsumatori ha sollecitato anche al nuovo Governo un incontro per discutere le proposte da mettere in atto, e chiede inoltre alle istituzioni locali e ai parlamentari eletti nel territorio ferrarese di “mettere in campo le iniziative necessarie volte a tutelare i diritti dei risparmiatori gravemente colpiti dalle tristemente note vicende che hanno interessato la ex Cassa di Risparmio di Ferrara”.
 
Cosi mi scrive l'avvocato di Noi che credevamo nella banca popolare di Vicenza:


Purtroppo la sua è la sola posizione di questo tipo che abbiamo ed è complesso istruire una posizione così senza uno specifico mandato, in quanto richiede la valutazione della possibilità di impugnazione della delibera della commissione, o il suo superamento mediante una sentenza del Giudice che accerti la violazione massiva da lei subita.
Francamente è un tema del quale non ho avuto la possibilità di occuparmi, non avendo avuto sufficiente casistica.

Lo stesso avvocato che ha scritto questo, non ha voluto gestire la pratica per mancanza di tempo. Ergo, non è di interesse (almeno a questa associazione). Saluti.
 
Spero che con la proroga vi sia un ravvedimento e trionfi l'equità e la giustizia...

https://www.adiconsum.it/fondo-inde...olungare-lincarico-della-commissione-tecnica/

Fondo Indennizzo Risparmiatori: appello al MEF per prolungare l’incarico della Commissione tecnica
29 Novembre 2022

Adiconsum con i suoi sportelli territoriali ha assistito e assiste numerosissimi risparmiatori tra azionisti ed obbligazionisti incappati nel default 4 banche e delle due banche venete per veder riconosciuti il loro diritto ad essere indennizzati per il danno ricevuto. Ora si presenta per i consumatori un altro ostacolo: la chiusura dal prossimo 31 dicembre dell’operatività della Commissione tecnica della Consap che, su incarico del Ministero dell’Economia e delle Finanze, si è occupata, in questi anni, di valutare le istanze presentate dai risparmiatori. Adiconsum, a tutela dei suoi assistiti, si è subito attivata e ha chiesto al Dicastero di prolungarne l’incarico. Ecco perché.
Che cos’è il Fondo Indennizzo Risparmiatori (FIR)
È un Fondo istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze con lo scopo di indennizzare quei risparmiatori (azionisti e obbligazionisti) che hanno subito un danno a seguito della messa in liquidazione coatta amministrativa delle loro banche tra il 17 novembre 2015 e il 31 dicembre 2018. In particolare il Fondo riguarda azionisti/obbligazionisti delle 4 banche Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara e Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti e delle due banche venete Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca.

La situazione delle domande e l’attività della Commissione tecnica
L’invio delle domande e la presentazione della documentazione è stato più volte prorogato, come da noi richiesto, dapprima al 15 marzo 2022, poi al 1° maggio 2022, poi infine al 15 ottobre 2022 in caso di tardiva consegna della documentazione necessaria da parte delle banche.

Dai dati diffusi dalla Consap, la Concessionaria dei Servizi Assicurativi Pubblici S.p.A., risalenti allo scorso 16 giugno, la Commissione tecnica aveva valutato circa il 95% delle domande pervenute.

Ora si pone però un altro problema per i risparmiatori: la fine dell’attività di valutazione svolta dalla Commissione tecnica prevista per il 31 dicembre 2022, che lascerebbe aperte molte situazioni. Che cosa significa questo per i consumatori? Significa che l’esame delle pratiche potrebbe non essere completato per quella data, che potrebbe non esserci la redistribuzione delle risorse giacenti ai consumatori danneggiati e parzialmente indennizzati, come invece previsto dalla normativa di istituzione del Fondo.

L’appello di Adiconsum
A fronte della situazione che potrebbe profilarsi ancora a carico dei risparmiatori, Adiconsum lancia un appello al Ministero dell’Economia e delle Finanze affinché prolunghi l’attività della Commissione tecnica e preveda un ulteriore livello di valutazione per le istanze rigettate dando la possibilità ai risparmiatori di presentare ricorso.
 
Io purtroppo ho perso le speranze... Le associazioni parlano solo di ridistrubuzione di quanto rimasto... Nessuno ha realmento preso in mano la nostra situazione.
 
5/00055 : CAMERA - ITER ATTO


Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00055
presentato da
CAPPELLETTI Enrico
testo di
Mercoledì 23 novembre 2022, seduta n. 13
  CAPPELLETTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

la legge 30 dicembre 2018, n. 145, istituiva, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, il Fondo indennizzo risparmiatori (Fir), chiamato ad indennizzare i risparmiatori che avevano subito un pregiudizio ingiusto da parte di banche e controllate con sede legale in Italia, poste in liquidazione coatta amministrativa dopo il 16 novembre 2015 e prima del 1° gennaio 2018. Tale fondo, gestito da Consap Spa, aveva una dotazione iniziale di 525 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021, per un totale di 1.575 milioni di euro;

ad oggi, tuttavia, risulterebbe che non tutti i risparmiatori che hanno inviato domanda di accesso al Fir abbiano effettivamente ottenuto l'indennizzo, fissato in una somma pari al 30 per cento della somma spesa per l'acquisto delle azioni – e al 95 per cento per le obbligazioni subordinate – emesse dalle banche, poi andate in liquidazione, fino ad un massimo di 100.000 euro. Infatti, delle 144.245 domande di accesso al Fir, circa 4.000 risulterebbero ancora in fase di istruttoria;

oltre a ciò, risulta all'interrogante che la somma stanziata e pari a 1.575 milioni di euro sia stata utilizzata solo in parte, residuando, ad oggi, la somma di circa 500 milioni di euro –:

se intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, per velocizzare la definizione delle domande di accesso al Fir, ad oggi ancora in fase di istruttoria;

se intenda adottare un'iniziativa normativa al fine di dirimere la situazione di quei risparmiatori che, nella propria domanda di accesso al Fir, hanno commesso errori materiali, non venendo, per ciò solo, ammessi alle prestazioni del Fir e/o hanno ottenuto un indennizzo inferiore rispetto a quanto previsto per legge;

se, una volta terminato l'esame delle domande di accesso al Fir, intenda adottare iniziative, conformemente con quanto già previsto dalla legge 30 dicembre 2018 n. 145, articolo 1, commi 496 e 497, perché la somma residua pari a circa 500 milioni di euro venga prontamente distribuita agli aventi diritto;

se intenda convocare il tavolo tecnico, in precedenza istituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze, allo scopo di affrontare i temi di cui alla presente interrogazione ed altre questioni rilevanti in materia di Fir.
(5-00055)
 
I soldi ci sono ....

Ivass risveglia 4,8 mld di polizze

vass risveglia 4,8 mld di polizze
9 Dicembre 2022
L’ISTITUTO CHIEDE I DATI ALLE COMPAGNIE PER EVITARE IL BLOCCO DEI CAPITALI DORMIENTI
di Anna Messia
Ivass torna alla carica sulle polizze dormienti chiedendo alle compagnie di assicurazione, entro il prossimo 16 dicembre, di inviarle i codici fiscali degli assicurati di polizze Vita e infortuni. L’intenzione è di incrociare quelle informazioni con i dati dell’anagrafe tributaria e verificare l’esistenza in vita degli assicurati. In caso contrario le compagnie dovranno attivarsi velocemente per contattare gli eredi e fare in modo che quelle somme vadano ai beneficiari indicati.

Le polizze dormienti sono prodotti assicurativi che sebbene ormai liquidabili, perché scaduti, restano congelati nelle casse delle compagnie perché gli eredi legittimi – o eventuali beneficiari fuori dall’asse ereditario – non ne conoscono l’esistenza. Il rischio, passato il termine di prescrizione di 10 anni, è che quelle risorse finiscano definitivamente nel Fondo indennizzo dei risparmiatori (Fir) e non siano quindi più accessibili. Enormi risorse che le stesse compagnie hanno interesse a movimentare.

Dal 2017, anno di avvio dell’indagine, sono state «risvegliate» 271 mila polizze, per un valore di 4,8 miliardi mentre il totale complessivo da devolvere al Fondo indennizzo perché è stato superato il termine dei 10 anni ammonta a 72,8 milioni. Risorse che, in buona parte, sono state quindi «salvate» ma l’istituto presieduto da Luigi Federico Signorini, che è anche direttore generale della Banca d’Italia, non appare intenzionato ad abbassare la guardia.

Gli ultimi due incroci, effettuati nel 2021 e 2022, hanno interessato i contratti in vigore e sono stati estesi (oltre alle polizze vita) anche alle polizze del ramo infortuni che coprono il decesso a seguito di infortunio. Le attività di incrocio svolte in questi anni hanno poi consentito di eliminare dai portafogli le posizioni più vecchie nel tempo e di aumentare i presidi per limitare il cosiddetto «rischio di dormienza», evitando quindi che altre polizze restino congelate. È stato anche rafforzato lo scambio di flussi informativi con i distributori e il fenomeno, in sostanza, è sensibilmente migliorato.

Dall’incrocio effettuato nel 2022, sono emersi per esempio 219.886 decessi rispetto agli oltre 330 mila rilevati nell’anno precedente, su cui le imprese sono state chiamate ad attivarsi. Ora l’Ivass è pronta ad incrociare di nuovi dati chiedendo alle compagnie di inviare «anche i codici fiscali dei contratti non più in vigore, che non siano stati comunicati in occasione di precedenti incroci, per i quali le imprese hanno dubbi sulla esistenza in vita degli assicurati o la necessità di verificare l’eventuale data del decesso».

Anche per coloro che si accorgessero dell’esistenza delle polizze dopo avere superato il termine di dieci anni non è poi detto che sia tutto perduto. In un annuncio di fine novembre la Consap, la società controllata interamente dal ministero dell’Economia, precisando che le polizze vita devolute al Fondo «non sono risvegliabili e rimborsabili» ha infatti aggiunto che il Ministero dello Sviluppo Economico (ora Ministero delle imprese e del made in Italy) ha intrapreso nel tempo alcune iniziative per indennizzare -anche se solo parzialmente – i beneficiari di polizze vita che scontavano una prescrizione di un anno (fino all’entrata in vigore della legge del 2008) o due anni (fino al 2012) rispetto al termine decennale poi effettivamente introdotto nel 2012.

Finora le iniziative di rimborso parziale emanate dal ministero hanno preso in considerazione le polizze con evento scadenza o decesso dell’assicurato tra gennaio 2006 e dicembre 2009. Ora si è aperta una nuova finestra e potranno essere rimborsate, ma solo fino al 50%, «le polizze il cui diritto alla riscossione sia maturato successivamente alla data del 1 gennaio 2006 e lo stesso diritto si sia prescritto entro il 19 ottobre 2012», hanno chiarito da Consap. Le nuove domande di rimborso potranno essere presentate fino al 28 febbraio 2023 sul portale unico della concessionaria. (riproduzione riservata)
 
Stiamo vivendo una situazione paradossale... Teniamo comunque duro!


P.S.: se telefono o scrivo ad una qualunque società a partecipazione pubblica, mi viene comunicato il nome od il codice dell'operatore che mi risponde. Qui nelle risposte del FIR, invece, non sai chi ti scrive e non ti è neppure dato saperlo... Così non posso fare causa ad una data persona (ad un preciso funzionario) per avermi sbagliato il conteggio...
Cosa ne pensate? Sbaglio io qualcosa?
Concordo che l'operato della commissione è inqualificabile in riferimento alla mancata trasparenza dei propri atti. Avevo pensato di scrivere una PEC ma non penso di avere una maggiore attenzione rispetto ad una mail sul canale dedicato.
Tu hai avuto delucidazioni in merito alla tua pratica?
Grazie
 
Concordo che l'operato della commissione è inqualificabile in riferimento alla mancata trasparenza dei propri atti. Avevo pensato di scrivere una PEC ma non penso di avere una maggiore attenzione rispetto ad una mail sul canale dedicato.
Tu hai avuto delucidazioni in merito alla tua pratica?
Grazie
Si, mi hanno risposto che mi hanno dato troppi soldi e che devo fare loro un bonifico di restituzione di una parte della cifra. Però non mi hanno dato il conteggio che hanno fatto. Dai miei conti, invece, mancava una parte di indennizzo. Quindi la mia situazione è:
secondo me loro mi hanno dato un ristoro inferiore al dovuto
secondo loro mi hanno dato un ristoro superiore al dovuto
vogliono che gli faccia un bonifico senza loro dimostrazione del conteggio e senza possibilità da parte mia di ribattere
 
Pubblicato il 12/12/2022
N. 16619/2022 REG.PROV.COLL.

N. 13769/2022 REG.RIC.



REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

ex art. 60 cod. proc. amm.;
sul ricorso numero di registro generale 13769 del 2022, proposto da Elisabetta Peccol, rappresentata e difesa dagli avvocati Carla Magrin, Roberto Pascolat, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;
contro

Ministero dell'Economia e delle Finanze, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliataria ex lege in Roma, via dei Portoghesi, 12;
Consap – Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici Spa, non costituita in giudizio;
nei confronti

Banca Popolare di Vicenza S.p.A. in Liquidazione Coatta Amministrativa, non costituita in giudizio;
per l'annullamento

del provvedimento di diniego deliberato da Consap Unità di Business 3 – Servizi Finanziari Servizio Fondo Indennizzo Risparmiatori Commissione Tecnica class A20 coll RD1 220803_0089 dd. 03.08.2022 della domanda d'indennizzo ID 144618 – protocollo 200616_0060 richiesto ex L.145/2018.


Visti il ricorso e i relativi allegati;

Visto l'atto di costituzione in giudizio di Ministero dell'Economia e delle Finanze;

Visti tutti gli atti della causa;

Relatore nella camera di consiglio del giorno 7 dicembre 2022 il dott. Luca Iera e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

Sentite le stesse parti ai sensi dell'art. 60 cod. proc. amm.;

Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.


FATTO e DIRITTO

Premesso

che oggetto della controversia è l’annullamento del provvedimento di mancato riconoscimento dell’indennizzo previsto dal Fondo Indennizzo Risparmiatori istituito dalla legge 30 dicembre 2018, n. 145, in favore degli azionisti di alcune banche finite in default, tra cui la Banca Popolare di Vicenza;

Considerato

che parte ricorrente con memoria del 3 dicembre 2022, dà atto che, con pec in data 23 novembre 2022, prodotta in giudizio, Consap ha comunicato di aver deciso di riesaminare con esisto positivo la domanda di rimborso presso il Fondo Indennizzo Risparmiatori precedentemente rifiutata e conseguente ha disposto il pagamento dell’indennizzo nella misura complessiva di €. 31.100,84 che è stato accreditata in proprio favore;

che parte ricorrente chiede pertanto che venga dichiarata “l’improcedibilità del ricorso per cessata materia del contendere e condannare le parti resistenti alla rifusione alla ricorrente delle spese processuali nella misura che verrà ritenuta di giustizia”;

che all’udienza in camera di consiglio parte ricorrente ha chiesto che vengano accertate le proprie ragioni in modo virtuale - ossia non tenendo conto della cessazione della materia del contendere – al fine di stabilire a carico di chi vanno poste le spese di causa (c.d. soccombenza virtuale).

Ritenuto

che, alla luce delle evidenze procedimentali e processuali, il ricorso è fondato in quanto il provvedimento gravato è affetto dal vizio di eccesso di potere per difetto di istruttoria e di motivazione non risultando comprensibile quale sia stato l’iter logico-giuridico che ha condotto l’amministrazione a non accogliere l’istanza di parte ricorrente;

che, in base al principio della soccombenza virtuale, le spese del giudizio vanno poste a carico del Ministero dell’economia e delle finanze, al quale il provvedimento impugnato è sostanzialmente imputato e che si è costituito in resistenza e vengono liquidate in dispositivo tenuto conto dell’attività processuale posta in essere dalla ricorrente.

P.Q.M.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Seconda), definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, dà atto della cessata materia del contendere.

Condanna il Ministero dell’economia e delle finanze al pagamento delle spese di giudizio in favore di parte ricorrente che si liquidano nella somma complessiva di Euro 1.500,00, oltre Iva, Cap, spese generali e rimborso del contributo unificato versato; nulla per le spese in relazione alle altre parti non costituite.

Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.

Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 7 dicembre 2022 con l'intervento dei magistrati:

Francesco Riccio, Presidente

Eleonora Monica, Consigliere

Luca Iera, Referendario, Estensore



L'ESTENSORE IL PRESIDENTE
Luca Iera Francesco Riccio





IL SEGRETARIO
 
Pubblicato il 12/12/2022
N. 16722/2022 REG.PROV.COLL.

N. 13895/2022 REG.RIC.



REPUBBLICA ITALIANA

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

ORDINANZA

sul ricorso numero di registro generale 13895 del 2022, proposto da Sandra Bergamin, rappresentata e difesa dall'avvocato Ezio Conte, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;


contro

Ministero dell'Economia e delle Finanze, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliataria ex lege in Roma, via dei Portoghesi, 12;
Commissione Tecnica Fondo Indennizzo Risparmiatori, Consap – Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici S.p.A., non costituiti in giudizio;
nei confronti

Veneto Banca S.p.A. in Liquidazione Coatta Amministrativa, non costituito in giudizio;
per l'annullamento

previa sospensione dell'efficacia

- del provvedimento adottato dalla Commissione tecnica Fondo indennizzo risparmiatori in seguito a quanto rilevato nella seduta del 3.10.2019, mai notificato, di cui la sig.ra Bergamin Sandra è venuta a conoscenza con pec di Consap s.p.a. del 13.09.2022 nel quale “per le azioni acquistate dalla Sig.ra Bergamin Sandra, si conferma l'esito istruttorio di mancato accoglimento poiché presenta domanda dichiarando di rispettare i requisiti per l'accesso al canale Forfettario; tuttavia, a seguito della verifica effettuata con l'Agenzia delle Entrate, è stato rilevato il reddito superiore ai 35.000 euro e un patrimonio superiore ai 100.000 euro” (comunicazione di rigetto parziale dell'istanza di indennizzo FIR);

- nonché dei provvedimenti presupposti e/o successivi intervenuti in materia anche se non conosciuti, e per l'impugnazione di tutti gli atti generali relativi alla vicenda presupposti, connessi o consequenziali, nei confronti del Ministero dell'economia e delle finanze, Consap s.p.a., Commissione tecnica FIR e nei confronti di Veneto Banca spa in l.c.a..


Visti il ricorso e i relativi allegati;

Visti tutti gli atti della causa;

Visto l'atto di costituzione in giudizio di Ministero dell'Economia e delle Finanze;

Relatore nella camera di consiglio del giorno 7 dicembre 2022 il dott. Luca Iera e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;


Premesso che ai fini del decidere il Collegio ritiene necessario acquisire, ai sensi degli artt. 46, comma 2 e 63, comma 1, c.p.a., la documentazione istruttoria posta a fondamento del provvedimento impugnato, nonché una relazione esplicativa dell’iter amministrativo che è stato in concreto seguito nel procedimento de quo;

Ritenuto che le amministrazioni intimante debbano provvedere a riscontrare il predetto incombente istruttorio, ognuna per quanto di competenza, entro il termine di quaranta giorni dalla comunicazione in via amministrativa della presente ordinanza.

P.Q.M.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Seconda) dispone l’incombente istruttorio nei sensi e nei termini indicati in motivazione.

Fissa l’udienza pubblica in data 8 marzo 2023 per la trattazione nel merito della causa.

Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 7 dicembre 2022 con l'intervento dei magistrati:

Francesco Riccio, Presidente

Eleonora Monica, Consigliere

Luca Iera, Referendario, Estensore



L'ESTENSORE IL PRESIDENTE
Luca Iera Francesco Riccio



IL SEGRETARIO
 
Finora questi non ne hanno vinto una...Eppure guardando i cv dei signori Commissari doveva essere l'opposto
 
E cosa fa il Pat? Va a Roma dal 14 al 16 dicembre. Ovviamente noi siamo sempre fantasmi

Fir, Patrizio Miatello a Roma: governo sblocchi le rimanenze!

Rimanenze FIR: Patrizio Miatello a Roma dal 14 al 16 dicembre per continuare l’attività per portare il Governo a sbloccarle
Di Redazione ViPiù -15 Dicembre 2022, 9:44424


Come è noto, il Fondo Indennizzo Risparmiatori (FIR) aveva ultimato l’attività il 31/07/2022 (fonte dal sito CONSAP Risparmio tradito: è ora che la politica onori le promesse), era stato programmato con il Governo precedente che entro il 31 luglio 2022 avrebbe risolto sia il chiarimento definitivo per il riparto delle rimanenze che il riesame di alcuni risparmiatori penalizzati a causa di forza maggiore Covid non avevano ricevuto i documenti dalle banche e con la caduta del Governo in fase del disbrigo degli affari correnti veniva approvava con modificazione della legge la proroga della Commissione Tecnica del Fondo FIR al 31 dicembre 2022.


01:32 / 02:34
Raccomandato da
In data 29 settembre 2022, nonostante il mancato inserimento nella legge della causa di forza maggiore Covid per mancato ricevimento documenti, la Commissione Tecnica del FIR deliberava di prendere in esame le istanze corredate dalla documentazione bancaria pervenuta agli istanti dalle banche cessionarie dopo il 31 luglio 2022 e non ancora trasmessa a Consap fino al 15 ottobre 2022, (fonte Consap FIR | News ) attività in fase di chiusura definitiva che ha salvato oltre 1.000 risparmiatori.

Abbiamo più volte sollecitato tramite pec anche questo Governo a dare corso al riparto delle rimanenze aumentando la percentuale proporzionalmente, come già previsto dalla legge, che verrebbe interpretata da parte del MEF al condizionale, mentre ai sensi dell’art. 496 della Legge 30 dicembre 2018 n. 145 la percentuale del 30 percento può essere incrementata, qualora le somme complessivamente erogate siano inferiori alla previsione di spesa dell’esercizio finanziario.

Ne consegue che va fatta, stante il risparmio di spesa conseguito, una ulteriore ripartizione tra coloro che hanno già ottenuto l’indennizzo iniziale come vittime accertate. Non può ritenersi che tale ulteriore ripartizione sia nella discrezionalità della Pubblica Amministrazione. La legge espressamente prevede l’ulteriore ripartizione, né prevede alternative alla stessa. Ne consegue che sussiste il diritto dei risparmiatori all’ulteriore riparto prospettato per un residuo di circa 400-450 milioni dai conti dormienti risvegliati che hanno alimentato il fondo per € 1,575 Miliardi e che il riparto va effettuato entro il 31 dicembre 2022. Il potere è in realtà un dovere.

Al di là di quanto sopra, abbiamo proposto a tutti i gruppi Parlamentari un emendamento atto a sbloccare definitivamente e incondizionatamente le rimanenze a tutela delle 138.000 Vittime già accertate che avevano e hanno redditi molto al di sotto dei 35.000 € e avevano e hanno patrimoni mobiliari a € zero in quanto azzerati dalle ex banche cancellate dalla messa in L.C.A.

L’emendamento confermativo già nella legge è stato proposto a tutti i Gruppi Parlamentari e al Governo per dare corso al riparto entro il 31 dicembre 2022:

“Gli importi di cui art.1, comma 493, della legge n. 145 del 30 dicembre 2018, stanziati e non utilizzati, sono ripartiti in misura proporzionale tra i soggetti di cui al comma 494 della medesima legge già destinatari della misura”

Dal 14 dicembre fino a venerdì 16 saremo a Roma per capire se questo Governo vuole dare corso alla legge per alleviare le vere vittime già accertate o se vuole perdere tempo e non dare corso alla legge per il via libera al riparto definitivo delle rimanenze che di diritto sono delle vittime già accertate.

Pur ritenendo che la legge lo prevede già e che il mancato riparto andrebbe contro la legge, per sicurezza abbiamo proposto a tutti i gruppi parlamentari l’emendamento prima riportato che confermi quanto già previsto dalla legge.

L’emendamento che abbiamo proposto a tutti i gruppi Parlamentari, per sbloccare definitivamente e graniticamente, le rimanenze finali del Fir pari a 400/450 milioni di euro (risorse già stanziate provenienti dai conti Dormienti da noi individuati poi risvegliati, per alleviare con il fondo le vittime dei reati finanziari, quindi non soldi pubblici dei contribuenti), a beneficio delle 138.000 famiglie dei risparmiatori vittime già accertate che al 95%, avevano e hanno redditi di molto inferiore ai € 35.000 e non avevano e non hanno patrimoni mobiliare, in quanto i risparmi di generazioni che avevano accantonato erano stati tutti azzerati dalle ex banche cancellate dalla messa in liquidazioni: quindi i più deboli e bisognosi, molti in estrema necessità..

Patrizio Miatello

Presidente Associazione Ezzelino III da Onara
 
A questo punto è meglio che l'emendamento non sia passato...

«In Finanziaria niente emendamenti sblocca Fir»

«In Finanziaria niente emendamenti sblocca Fir»

Secondo la Ezzelino da Onara, una delle associazioni che si batte sul fronte del risparmio tradito dopo il collasso delle ex popolari venete, in parlamento la manovra, a meno di un coup de théâtre di fine anno, non sarà modificata per utilizzare il mezzo miliardo residuo previsto dalla norma del 2019 per gli indennizzi a favore degli ex azionisti ingannati

Patrizio Miatello, presidente della associazione «Ezzelino da Onara» (repertorio Vicenzatoday.it)

«Aseguito della nostra missione a Roma del 14, 15 e 16 dicembre, abbiamo incontrato e consegnato a tutti i rappresentanti dei gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione la nostra proposta per lo sblocco del riparto delle rimanenze del Fondo indennizzo risparmiatori, fondo noto come Fir e destinato al ristoro dei soggetti colpiti dal collasso delle ex popolari venete e non solo. Sembra ormai certo che nessuno degli emendamenti proposti relativi allo sblocco delle rimanenze Fir, che ammontano a cinquecento milioni su un miliardo già allocato per vero, siano stati inseriti nella legge di bilancio. Se questo venisse confermato non ci sarà più il tempo per farlo entro il 31 dicembre del 2022 e le rimanenze resteranno solo un miraggio, a ulteriore danno delle oltre 140.000 famiglie delle vittime già accertate che come da legge, che avevano ricevuto l'indennizzo iniziale e che dovevano e devono ricevere proporzionalmente il riparto delle rimanenze». A lanciare questo allarme con una nota diramata ieri 17 dicembre nel pomeriggio è il padovano Patrizio Miatello nella sua veste di presidente di «Ezzelino da Onara» una delle associazioni che da anni si battono sul cosiddetto fronte del risparmio tradito che ha interessato in grande misura il Veneto dopo l'implosione di due colossi del Nordest come Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca.

L'ATTUALE GOVERNO
Nella stessa nota Miatello fa sapere che anche l'attuale governo capitanato da Giorgia Meloni è stato sollecitato a provvedere con una redistribuzione dei fondi già previsti dalla legge 2019 per i ristori. Redistribuzione che però sarebbe al palo perché la commissione ad hoc che se dovrebbe occupare in forza di una interpretazione restrittiva e non letterale della norma sugli indennizzi, avrebbe de facto ostacolato la completa erogazione di questi ultimi.

DOMANDE DI FONDO
Frattanto sullo sfondo il quesito rimane invariato. In sede di modifiche alla finanziaria ci sarà il tempo per inserire uno o più emendamenti che garantiscano che l'intera provvista inizialmente pianificata per gli indennizzi per i risparmiatori traditi di BpVi, Veba, Cariferrara, Banca Etruria e Carichieti, sia effettivamente spesa? E se così non sarà per quali scopi sarà impiegato quel mezzo miliardo?


SPESE MILITARI
Da settimane tra i risparmiatori in attesa dei ristori, specie fra quelli emiliani, toscani e abruzzesi si è diffusa convinzione che in toto od in parte «quel mezzo miliardo servirà per supportare lo sforzo bellico ucraino nell'ambito del confronto militare deflagrato a seguito dello scontro in atto con la Russia. Comunque o perché destinati all'Ucraina o perché destinati ad altri scopi quei cinquecento milioni comunque finirebbero nel calderone delle spese militari. Sulle quali peraltro il controllo del Parlamento in svariati casi non è accuratissimo.
 
Primo emendamento in giro

Dopo l'articolo 51, aggiungere il seguente:
«Art. 51-bis (Misure in materia di accesso al Fondo Indennizzo Risparmiatori di cui all'art. 1,
comma 493 della Legge 30 dicembre 2018, n. 145)
1. I risparmiatori che, ai sensi del comma 502-bis della Legge 30 dicembre 2018, n. 145, hanno
tempestivamente presentato domanda di indennizzo al Fondo Indennizzo Risparmiatori di cui
all'articolo 1, comma 493 della medesima legge, parzialmente o integralmente rigettata per l'assenza
dei requisiti patrimoniali e reddituali ovvero per gli errori formali o materiali di cui al richiamato
comma 502-bis, possono integrare o modificare la domanda entro il 15 marzo 2023, al fine di
ottenere l'indennizzo di cui all'articolo 1, commi 496 e 497 della legge 30 dicembre 2018, n. 145,
nei limiti delle risorse disponibili.
2. L'integrazione o la modifica della domanda sostituisce e annulla a tutti gli effetti di legge, inclusi
quelli penali e amministrativi, ove sussistenti, la domanda già parzialmente o integralmente rigettata
ai sensi del comma 1.
3. La durata della Commissione Tecnica di cui all'articolo 1, comma 501, della legge 30 dicembre
2018, n. 145 è prorogata al 30 giugno 2023.
4. Per gli oneri derivanti dall'attuazione del presente articolo si provvede a valere sulle risorse del
Fondo di cui all' all'Articolo 1, comma 493 della Legge 30 dicembre 2018 n. 145.».
51.037. Cattaneo, D'Attis, Cannizzaro.
 
secondo emendamento in giro

Dopo l'articolo aggiungere il seguente:
"Art. 153-bis (Riparto rimanenze fondo indennizzo risparmiatori)
1. Gli importi di cui articolo 1, comma 493, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, se non
utilizzati sono ripartiti in misura proporzionale tra i soggetti di cui all'articolo 1, comma 494,
della medesima legge."
153.01. Rosato.
 
Salve a tutti ed a Dulcamara se qualcuno qui in Chat si unisce a noi e manda questa e-mail, è organizzata per punti:

1 da inviare da parte di chi è stato penalizzato da algoritmo

2 da inviare da parte di chi è stato escluso per date

3 da inviare da chi è stato penalizzato da limite dei 100k



Chi appartiene al primo gruppo dovrà lasciare solo i punti 1), chi al secondo solo i punti 2 e così per il terzo.



Nulla vieta di inviare tutti lo stesso testo completo. Direi che ciascuno può fare come crede.

L’IMPORTANTE E’ CHE CIASCUNO DI NOI MANDI LE MAIL AGLI INDIRIZZI CHE VERRANNO POI INDICATI. E’ L’ULTIMA OCCASIONE, SE NON CI INCLUDONO NELLA FINANZIARIA, OCCORRERA’ ASPETTARE (E SPERARE!!!) LE CAUSE

RICEVERE 63 MAIL (E IO AD ESEMPIO NE SPEDIRA’ ALTRE 3 PER CIASCUNA DELLE MIE POSIZIONI) MAGARI SUSCITA QUALCHE REAZIONE, COMUNQUE DIREI CHE E’ IL CASO DI PROVARCI!







Buongiorno,

siamo a richiamare la vostra attenzione su quanto sta accadendo rispetto alla distribuzione del

mezzo miliardo di euro rimasto a disposizione del FIR e a beneficio delle persone colpite dal collasso delle ex popolari venete.



Siamo un numeroso gruppo di famiglie che hanno acquistato obbligazioni subordinate delle Banche Venete e che non hanno ricevuto dal FIR i rimborsi promessi; in particolare:

1 per la determinazione del rimborso è stato applicato un algoritmo altamente penalizzante che ha ridotto, e di molto, la percentuale risarcita arrivando anche, in alcuni casi, a percentuali di rimborso intorno al 10%, ben lontane dal 95% previsto.
2 molti risparmiatori sono stati esclusi dal rimborso perché hanno acquistato in date considerate non in perimetro
3. molte famiglie, che avevano investito, cifre importanti sono state altamente penalizzate dal limite massimo imposto ai rimborsi


siamo pertanto cortesemente a chiedere che vengano definite regole giuste per la distribuzione del mezzo miliardo di euro rimasto a disposizione del FIR e in particolare:

1. che venga rivista la formula applicata
2. che vengano riconsiderate le richieste rifiutate, evidenziamo infatti che si tratta in ugual modo di persone che hanno subito una truffa
3. che venga data la corretta priorità ai rimborsi in funzione dello strumento finanziario posseduto e della caratteristica di rischio dello stesso.
Solo a titolo di esempio segnaliamo che incrementare la percentuale di rimborso agli azionisti senza eliminare il limite massimo di 100k porterebbe ad un non equo trattamento tra risparmiatori.
Evidenziamo inoltre che detto limite imposto ai rimborsi, non è riconducibile in alcun modo al Fondo di tutela dei depositi che ha come oggetto di garanzia “i crediti relativi ai fondi acquisiti dalle banche con obbligo di restituzione, in euro e in valuta, sotto forma di depositi o sotto altra forma, nonché gli assegni circolari e i titoli ad essi assimilabili.
Ai sensi dell’art. 96-bis.1 del Testo Unico Bancario (TUB), sono oggetto di garanzia da parte del Fondo i crediti relativi ai fondi acquisiti dalle banche con obbligo di restituzione, in euro e in valuta, sotto forma di depositi o sotto altra forma, nonché gli assegni circolari e i titoli ad essi assimilabili.” e non strumenti finanziari come le obbligazioni subordinate.
Inoltre, come riportato sempre sul sito FITD Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi il limite di copertura è pari a 100.000 euro per depositante e per banca, quindi ammesso e non concesso che dovesse essere determinante per definire il limite dei rimborsi, andrebbe moltiplicato in caso di possesso di strumenti finanziari di più Banche.



Da ultimo si ricorda che il limite in discorso rappresenta una disparità di trattamento tra risparmiatori: ai possessori di obbligazioni delle “quattro banche”, a quelli di Monte dei Paschi Siena, solo per citarne alcuni, non è stato imposto alcun tetto massimo di rimborso.



Vi chiediamo di risolvere definitivamente questa triste faccenda



Grazie per l’attenzione

Nome cognome

Gruppo Obbligazionisti Truffati dalle Banche Venete
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
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