FIR over 35/100 k che documentazione fornire II

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Pubblicato il 23/12/2022
N. 17513/2022 REG.PROV.COLL.

N. 14425/2022 REG.RIC.

stemma.jpg


REPUBBLICA ITALIANA​

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente



ORDINANZA



sul ricorso numero di registro generale 14425 del 2022, proposto da Giovanni Piantini, rappresentato e difeso dagli avvocati Salvatore Menditto, Carlo Canafoglia, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio Salvatore Menditto in Roma, via Conca D'Oro 285;


contro

Ministero dell'Economia e delle Finanze, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliataria ex lege in Roma, via dei Portoghesi, 12;
Consap S.p.a. – Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici, Commissione Tecnica del Fondo Indennizzo Risparmiatori, in persona dei rispettivi legali rappresentanti pro tempore, non costituti in giudizio;

per l'annullamento

del provvedimento reso dalla Commissione Tecnica comunicato da Consap S.p.a., Unità di Business 3-Servizi Finanziari, Servizio Fondo Indennizzo Risparmiatori in data 06.09.2022, con il quale la è stata integralmente rigettata la domanda/istanza di indennizzo ex L. n. 218/2015, limitatamente è stato riconosciuto il rimborso delle azioni Banca Marche (n. 100.000 azioni - ISIN IT0001063707) acquistate al di fuori del “periodo sospetto definito dalla Commissione tecnica” (01.01.2011 – 27.08.2013).




Visti il ricorso e i relativi allegati;

Visti gli artt. 65, 66 e 67 cod. proc. amm.;

Visto l'atto di costituzione in giudizio di Ministero dell'Economia e delle Finanze;

Relatore nella camera di consiglio del giorno 21 dicembre 2022 il dott. Luca Iera e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;




Considerato che ai fini del decidere il Collegio ritiene necessario acquisire, ai sensi degli artt. 46, comma 2 e 63, comma 1, c.p.a., la documentazione istruttoria posta a fondamento del provvedimento impugnato, nonché una relazione esplicativa dell’iter amministrativo che è stato in concreto seguito nel procedimento de quo;

Ritenuto che le amministrazioni intimante debbano provvedere a riscontrare il predetto incombente istruttorio, ognuna per quanto di competenza, entro il termine di trenta giorni dalla comunicazione in via amministrativa della presente ordinanza.

P.Q.M.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Seconda) dispone gli incombenti istruttori nei sensi e nei termini di cui in motivazione.

Fissa l’udienza pubblica in data 8 marzo 2023 per la trattazione nel merito della causa.

Ordina alla segreteria della Sezione di provvedere alla comunicazione della presente ordinanza.

Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 21 dicembre 2022 con l'intervento dei magistrati:


Francesco Riccio, Presidente

Eleonora Monica, Consigliere

Luca Iera, Referendario, Estensore
 
Dl milleproroghe: Lega, si confermi attivita' Fondo indennizzo risparmiatori - Borsa Italiana

DL MILLEPROROGHE: LEGA, SI CONFERMI ATTIVITA' FONDO INDENNIZZO RISPARMIATORI
Bergamini, 'Grido d'allarme di tante famiglie e assocazioni' (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Roma, 23 dic - 'La Lega e' al lavoro per risolvere la situazione dei risparmiatori traditi dalla vicenda Carife che fino ad oggi non hanno ancora ricevuto alcun indennizzo. L'obiettivo e' confermare il mantenimento del Fir con il decreto Milleproroghe e il mantenimento in forma attiva del fondo in attesa di riuscire a liquidare tutte quelle polizze che sono rimaste ferme per errori o motivi tecnici". Cosi' in una nota il deputato della Lega, Davide Bergamini.

"Questo deve essere la risposta al grido d'allarme di tante famiglie e associazioni - aggiunge riferendosi in particolare alla vicenda Carife - che ho incontrato personalmente, alle quali va portato ristoro: sono in attesa di una risposta da piu' di sette anni. Conosciamo bene la sofferenza dei tanti ferraresi traditi da quella che era la banca del territorio e da quella politica che doveva tutelarli e non lo ha fatto. Il nostro impegno e' massimo cosi' come la vicinanza agli azzerati ancora in attesa di risposte'.

com-Bof

(RADIOCOR) 23-12-22 16:33:16 (0363) 5 NNNN
 
Cari Commilitoni

è passato un altro anno. Sempre per noi in trincea. Non ci siamo mossi di un millimetro. Speriamo che questa guerra (che per ora ci vede uniche vittime) finisca presto e che trionfino la pace, la giustizia e l'equità.

A tutti Voi (compresi i signori Ufficiali che stanno dall'altra parte della trincea) ed ai Vostri cari vadano i miei più sinceri auguri di buon Natale e sereno anno nuovo


0186_8596.jpg
 
Cari Commilitoni

è passato un altro anno. Sempre per noi in trincea. Non ci siamo mossi di un millimetro. Speriamo che questa guerra (che per ora ci vede uniche vittime) finisca presto e che trionfino la pace, la giustizia e l'equità.

A tutti Voi (compresi i signori Ufficiali che stanno dall'altra parte della trincea) ed ai Vostri cari vadano i miei più sinceri auguri di buon Natale e sereno anno nuovo


Vedi l'allegato 2866852

Buon Natale e Buone Feste a tutti.
 
E questo è per noi l'ultimo giro: so che l'onorevole Zanettin è un attento lettore dell'ottimo V+ (al quale questa estate avevo scritto). Però se qualcuno vuole inviare una mail (di poche righe altrimenti non la si legge) a deputati e senatori fa un'opera buona. Io in questi giorni lo farò...

Fir art. 3 Milleproroghe, sen. Zanettin: "Buona notizia di Natale"

Fir e art. 3 comma 7 del DL Milleproroghe, sen. Zanettin: “È una buona notizia di Natale per le vittime delle banche”
Di Giovanni Coviello - Direttore responsabile -24 Dicembre 2022, 15:53827

Nei giorni scorsi i risparmiatori azzerati dalle sei banche risolte, alias fallite, e cioè BPVI, Veneto Banca, Banca Etruria, Carife, Banca Marche e CariChieri, sono stati sballottolati fra mille andirivieni fra emendamenti presentati a tarda sera e ritirati all’alba (leggi il nostro “Fir e 500 mln residui, emendamento del 20 dicembre ritirato il 21 alle 3.20. Prudenza di Zanettin e Miatello e ‘speranze’ di Cappelletti” con i link all’interno che ripercorrono alcune fasi della vicenda).

Tutto gira intorno alle ipotesi di ripescare i loro problemi (la riammissione alla valutazione delle loro domande per circa 3.800 di loro che le avevano presentate errate o incomplete e la redistribuzione dei 500 milioni circa dei 1.575 stanziati dalla legge 145, istitutiva del Fondo Indennizzo Risparmiatori), fra tutti i beneficiari, oltre 135.000, già lecitamente ammessi o quelli da “ripescare).

Le ultime voci rinviavano a una soluzione, parziale o totale del composito problema, fuori dalla Legge Finanziaria, appena passata tra mille difficoltà tecniche e politiche con la fiducia alla Camera, da replicare al Senato entro il 31 dicembre, pena l’esercizio provvisorio, ma nel decreto legge annuale Milleproroghe (leggi “FIR, un thriller per azzerati banche: fine da film natalizio o dramma? Video appello di Miatello e ‘memo’ di Ugone a Meloni“) che verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 29 dicembre per poi andare alle Camere per la sua conversione in legge magari con opportuni emendamenti.

Dopo una “premonizione” al riguardo (leggi “Fir, on. Davide Bergamini: “Lega lavora per prolungare col Milleproroghe esame domande accesso”. E i 500 milioni residui che fine faranno?“) abbiamo voluto sentire, a bocce ferme o, per lo meno, in “frenata“, il senatore vicentino di Forza Italia, Pierantonio Zanettin, da sempre attivo su questo fronte ma che ultimamente, come abbiamo scritto, aveva preferito dirci che si sarebbe continuato ad attivare con i suoi colleghi alla Camera, dove si giocava la partita, aspettando, però, qualcosa di concreto prima di esprimersi per non illudere le vittime delle banche con voci spesso contrastanti e che duravano solo poche ore.

Sen. Pierantonio Zanettin, sono state ore convulse quello che hanno caratterizzato l’approvazione della legge di bilancio. Possiamo ora fare il punto su quanto è stato stabilito in ordine al FIR?

In effetti dal Senato, anche io ho avuto difficoltà a seguire quanto stava accadendo alla Camera.
Ora però sono riuscito ad acquisire le necessarie informazioni e sono in grado di fornire alcuni dati precisi.

L’emendamento 50.03 dei relatori è stato davvero ritirato?

Ho parlato con l’on. Pella, uno dei relatori del provvedimento, che mi ha confermato che l’emendamento sul Fondo Indennizzo Risparmiatori presentava criticità insuperabili ed è stato quindi ritirato di comune accordo con gli altri relatori.

Il ministro Annamaria Bernini, che ringrazio dell’impegno, conosceva bene la questione, avendo incontrato i rappresentanti dei risparmiatori a Vicenza in campagna elettorale, tra cui Patrizio Miatello, mi ha assicurato però che la proroga della commissione tecnica è stata disposta dall’art. 3 comma 7 del DL Milleproroghe.

Il testo approvato dal Consiglio dei Ministri non è però ancora chiuso ed è passato alla valutazione del Mef.


Cosa vuol dire? Può ancora cambiare?

Ora è al vaglio tecnico degli uffici del Mef.
Qualche modifica di dettaglio può ancora aver luogo, ma il ministro Bernini mi ha assicurato che vigilerà perché la norma uscita dal Consiglio dei Ministri sia stabilizzata.

Invece del riparto del residuo di 500 milioni si è parlato in Consiglio dei ministri?

Ora la priorità era quella di prorogare la commissione e tenere a disposizione degli indennizzi il saldo residuo.
Poi avremo 6 mesi per mettere a punto la normativa per la redistribuzione del saldo.

Mentre pubblichiamo l’intervista esclusiva a Pierantonio Zanettin ci arriva un commento negativo sulla legge di bilancio “lato Fondo Indennizzo Risparmiatori” del deputato del Movimento 5 Stelle, Enrico Cappelletti, trevigiano ma residente a Bassano, commento che pubblicheremo integralmente ma che si sofferma sulla mancata soluzione del problema in quell’ambito criticando poi l’approvazione solo di un Odg di Enrico Letta, che definisce “perfino imbarazzante”.

Cappelletti, un altro dei più attivi tra i 5S sul fronte della tutela dei risparmiatori, non fa riferimento all’art. 3 comma 7 del DL Milleproroghe, in cui confida il collega-avversario politico di Forza Italia, per cui noi col senatore Zanettin, che si fa forte anche dell’impegno del ministro Bernini, non possiamo che augurarci per le 140.000 vittime e passa della mala gestio delle sei banche risolte e del loro, comunque, inefficace controllo da parte degli organi preposti, che quell’articolo vada in porto.

Solo così, a questo punto, si terrebbe aperta la porta anche alla redistribuzione dei fondi residui del Fir grazie a possibili emendamenti, che ci auguriamo che possano essere condivisi da tutto il parlamento visto che qui si tratta non non di una questione ideologica ma di un atto di giustizia verso cittadini che hanno creduto nelle banche e nello Stato e ricordato che addirittura l’attuale primo ministro Giorgia Meloni si era impegnata alle redistribuzione del residuo del Fondo Indennizzo Risparmiatori come previsto, sia pure con qualche ambiguità, dalla legge 145, istitutiva del Fir stesso.
 
Auguri a tutti voi e un grazie a Dulcamara per rimanere attivo sul “pezzo”senza cedere.E-mail mandata a tutti quell’indirizzi sopracitati tra cui Zanettin, dal nostro gruppo whatsapp singolarmente.Condividete e adoperatevi per ottenere giustizia (i nostri risparmi)c’è bisogno di essere uniti e di farci sentire!!
 
Grazie per le nozioni postate, purtroppo con i soli "copia/incolla" facciamo poca strada. Nessuna proposta/azione possibile per smuoverci da tale impasse?
 
Noi non siamo inclusi neppure tra quelli da ripescare....
 
FIR, scontro politico tra sottosegretario Bitonci e Cappelletti

FIR, sottosegretario Bitonci (Lega) parla di proroga in continuità ma Cappelletti (M5S) lo attacca
Di Andrea Polizzo -29 Dicembre 2022, 17:37787


Nuovo capitolo nella vicenda del Fir e degli indennizzi ai risparmiatori truffati dalle banche. A scriverlo sono il sottosegretario al Ministero delle Imprese e Made in Italy con delega alla Consap, Massimo Bitonci, ed il deputato del Movimento 5 Stelle Enrico Cappelletti, entrambi veneti.

Per meglio comprendere cosa sia successo è utile fare un passo indietro, senza andare troppo lontano, fino all’ultimo aggiornamento sulla vicenda: ovvero la notizia che la Commissione Tecnica del Fondo Indennizzo Risparmiatori (Fir) è stata prorogata fino al 30 giugno 2023 grazie a un articolo inserito nel Milleproroghe. Per approfondire è utile consultare un nostro articolo in merito (clicca qui), ma in sintesi questa notizia ha un preciso significato, stando alle parole di Patrizio Miatello, presidente dell’associazione Ezzellino III da Onara

“La proroga della Commissione Tecnica sul Fir – ha spiega Miatello – dovrebbe dare corso alla legge che prevede il riparto delle rimanenze per 545,3 milioni di euro su disposizioni del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e che dovrebbe verificare le domande rigettate, salite a 7000, con la speranza che la gran parte di esse possano avere esito positivo a causa di forza maggiore Covid legata a ritardi o errori giustificabili in buona fede”.

Ora, quello che è successo oggi, a suon di dichiarazioni, partendo da quella di Bitonci che riprendiamo dal sito di Borsa Italiana che a sua volta cita come fonte Il Sole 24 Ore Radiocor Plus: “E’ stato ottenuto un importante risultato e lavoro di squadra, tra Mef e Mimit, per mantenere in vita l’attività della commissione presso la Consap per l’indenizzo dei risparmiatori truffati dalle banche“, ha detto il sottosegretario e ha poi aggiunto: “Il fondo istituto nel 2018, quando ero sottosegretario al Mef in questi anni ha rimborsato per il 30% fino a 100mila euro, ben 146mila risparmiatori rimasti coinvolti nel crack delle banche popolari per un miliardo e 30 milioni con un residuo di 545 milioni. La commissione, a cui va un plauso per l’intenso lavoro svolto, si e’ riunita 140 volte, agevolando la risoluzione di problematiche legate al difficoltoso recupero della documentazione presso le banche coinvolte”.

Infine le parole di Bitonci più importanti: “Questa proroga in continuità, prevista nell’ultima versione del decreto milleproroghe all’articolo 3 comma 7, apre alla correzione di errori sulla situazione patrimoniale dei soggetti per le domande rigettate e ad una possibile valutazione politica di ulteriore ripartizione sul residuo“.

Proprio queste ultime due righe hanno però generato una reazione da parte del parlamentare pentastellato Enrico Cappelletti che in una nota parla di tradimento della Lega nei confronti dei risparmiatori.

Raggiunto telefonciamente Capelletti ha detto a ViPiù: “C’è una legge che stabilisce cosa si deve fare con quei soldi, non c’è spazio per alcun tipo di interpretazione, soprattutto politica“.

Per dovere di completezza aggiungiamo integralmente anche la nota del parlamentare pentastellato.

“Le parole di oggi del sottosegretario al ministero delle Imprese e Made in Italy Bitonci in merito al Fir – ha dichiarato Cappelletti – sono l’ennesimo segnale di tradimento mandato dalla Lega ai risparmiatori gabbati dalle banche.

Il Fondo, finanziato dal governo Conte I con 1,5 miliardi di euro, ha visto finora assegnato solo un miliardo. Stando alle parole di Bitonci, il restante mezzo miliardo con ogni probabilità verrà dirottato su altro, visto che c’è la seria intenzione di interrompere il percorso di indennizzo di questi anni.

Una volontà irricevibile, anche in virtù delle recenti rassicurazioni che gli altri leader del Centrodestra Meloni e Tajani hanno fornito per iscritto durante la campagna elettorale.

Il M5s – prosegue Cappelletti – aveva chiesto chiaro e tondo al Governo di dare un segnale forte: quel mezzo miliardo non ancora assegnato non va destinato ad altri scopi e a tal proposito avevo presentato anche un Ordine del giorno alla legge di Bilancio prima di Natale, ovviamente respinto.

Adesso, la Lega getta la maschera: quel mezzo miliardo evidentemente per il partito di Salvini è un buon tesoretto per aiutare gli amici degli amici e non chi ha perso centinaia di migliaia di euro di risparmi. La nostra battaglia su questo sarà totale”.
 
L'unica certezza di questa triste vicenda è che non saranno rimborsati gli obbligazionisti del binario 2
Buon Anno
 
Caso Fir, botti di fine anno

Caso Fir, botti di fine anno
Dopo le critiche verso la maggioranza parlamentare distillate nei giorni passati per la questione dei mancati indennizzi ai risparmiatori colpiti dal collasso delle ex banche popolari, venete in primis, adesso è il «Coordinamento Don Torta» a sparare a zero sulle Camere e su palazzo Chigi


Caso Fir, botti di fine anno

Per il caso dei mancati indennizzi ai cosiddetti ex azionisti sbancati colpiti dal collasso delle ex popolari, venete in primis, la maggioranza che alle Camere regge il governo capitanato da Giorgia Meloni di Fdi finisce nuovamente sulla graticola. Dopo gli avvertimenti lanciati da alcune associazioni che si battono per la tutela dei risparmiatori ai primi di dicembre e a metà dello stesso mese, dopo il doppio j'accuse del M5S materializzatosi alla viglia di Natale e poi il 29 dicembre, ieri 30 dicembre è arrivata un'altra bordata che ha preso la forma di una breve nota. Ad accendere le polveri è stato il «Don Torta», un coordinamento veneto da anni impegnato per denunciare «il mélange tossico che tra economia e politica» aveva portato allo schianto di Veneto banca e della Banca popolare di Vicenza. L'oggetto del contendere è noto. Dei 1500 milioni di euro previsti dalla legge del 2019 quale ristoro, ai risparmiatori aventi diritto all'indennizzo sono giunti solo mille milioni. L'altro mezzo miliardo, nonostante le rassicurazioni dell'attuale governo Meloni per una soluzione futura (gli stanziamenti sono legati al destino di un degreto legge), al momento rimane ancora in ghiacciaia dopo che il pacchetto indennizzi è stato espunto dalla finanziaria discussa alle Camere.

«Con tanta fatica e grandi sacrifici - rimarca il presidente del coordinamento Don Torta Andrea Arman in una nota pubblicata ieri sul blog dell'associazione - siamo riusciti ad avere una legge, ripeto legge, non una opinione o un punto di vista, che riserva e devolve ai risparmiatori un miliardo e cinquecento milioni di euro: la legge cosiddetta Fondo indennizzo risparmiatori o Fir. Dando attuazione a quella legge lo Stato ha indennizzato i risparmiatori per un ammontare complessivo di circa un miliardo di euro, per cui rimangono nella dotazione del Fir ancora cinquecento milioni di euro che, sempre quella legge, prevede vadano anch'essi ai risparmiatori che sono stati ammessi alla procedura... Il testo della legge che istituisce il Fir - si legge ancora - nonostante i maltrattamenti subiti ad opera di vari politici portatori di particolari interessi è chiaro: ma non per tutti».

Poi il vidorese Arman, un avvocato molto noto nei comprensori di Valdobbiadene e Montebelluna, alza il tiro non risparmiando critiche puntute: «Con l'avvicendarsi dei vari governi si sono, paradossalmente, scambiate le opinioni rispetto alla questione. Chi prima, dall'opposizione, chiedeva l'indennizzo economico e morale a favore dei risparmiatori oggi, al governo, stenta a riconoscere e a ricordare quanto dichiarato verbalmente e per iscritto. Certamente i nuovi governanti hanno molte e difficili cose da fare, specialmente in questo periodo. Però - rimarca l'avvocato - ci è difficile comprendere perché una cosa semplice semplice: come il dare attuazione ad una legge dello Stato, di cui in tanti si sono eretti a paladini, spesso immeritatamente, si perda nelle famose nebbie di Roma. Pur essendo noi nati e cresciuti in questo Paese e conseguentemente essendo noi consci di come vadano le cose in Italia, è davvero incomprensibile quello che sta succedendo con il Fir. Alcuni osservatori insinuano che i soldi non ci siano o siano stati spesi per altro; altri vanno in udienza dai potenti romani di turno; altri ancora belano per avere un favore. Noi siamo convinti che le leggi che uno Stato si è dato vadano rispettate: prima di tutto da quello Stato che se le è date».
 
Fir e porta socchiusa per 2023, Zanettin: "Servono associazioni"

Fir, sen. Zanettin a ViPiù: “Porta socchiusa”. ViPiù: “Associazioni e parlamentari buttino via divisioni, 2023 è l’ultima chance per azzerati banche”
Di Giovanni Coviello - Direttore responsabile -31 Dicembre 2022, 23:56370

Ha messo ad ulteriore dura prova la resistenza dei soci risparmiatori azzerati dal crac delle sei banche “risolte” (BPVi, Veneto Banca, Banca Etruria, Carife, Banca Marche e CariChieri) la convulsa sequenza di notizie sulla prosecuzione delle erogazioni del Fir prima incoraggianti e, poi, distruttive (leggere «Fir e 500 mln residui, emendamento del 20 dicembre ritirato il 21 alle 3.20. Prudenza di Zanettin e Miatello e “speranze” di Cappelletti»).

Tutto girava intorno alla possibilità di riesame delle domande incomplete o errate di circa 7.000 soci, quindi famiglie, e della redistribuzione di circa 545 milioni residui del Fir (Fondo indennizzo Risparmiatori) ai 145.480 già “liquidati”, comunque dopo anni di attesa, con importi del 30% del valori dei loro titoli azzerati fino ad un massimo di 100.000 euro.

ViPiu.it, sempre attiva e vigile fin dal 2010 sul fronte della banche, in primis l’ex Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ha acceso fari sempre più intensi e frequenti sulle vicende parlamentari del Fir nel mese finale per le residue speranze dei 7.000 più 145.480 azzerati dalle banche di cui si erano fidati ma poi fallite per responsabilità interne ma anche per una non efficace azione di vigilanza degli organi finanziari dello Stato a ciò preposti.

E, dopo le numerose illusioni e disillusioni, puntualmente registrate insieme agli interventi dei, pochi, parlamentari, come Zanettin e Cappelletti in aula mentre altri, come Bitonci, lavoravano all’interno del governo, prima abbiamo anticipato che sarebbe rimasta una porta socchiusa da spalancare nel 2023 (leggere «Commissione Tecnica Fir prorogata nel Milleproroghe: i correntisti truffati dalle banche sperano. Miatello (Ezzellino): “Buona notizia”») e , poi, l’abbiamo confermata (leggere «Fondo Indennizzo Risparmiatori (FIR), sottosegretario Bitonci a ViPiù: “C’è un futuro, i risparmiatori possono stare tranquilli”»).

A fine anno facciamo il punto di cosa accadrà dal 1° gennaio in poi proprio col senatore vicentino di Forza Italia Pierantonio Zanettin.

Senatore in questi giorni anche le pagine di alcuni quotidiani nazionali sono, finalmente, anche occupate da interventi sul FIR. Cosa ritiene di aggiungere ai nostri lettori, molti dei quali truffati dalle banche?

C’era il rischio che, nel silenzio generale, il FIR chiudesse i battenti il 31 dicembre. Questo rischio per fortuna è stato sventato e si è evitata la dispersione del saldo residuo.

Decisivo è stato l’inserimento di un passaggio nel decreto legge Milleproroghe?

Sì, i lavori della Commissione Tecnica sono stati prorogati fino al 30 giugno e quindi abbiamo sei mesi per spiegare al ministro Giorgetti, peraltro collega di partito del sottosegretario Bitonci, ed al Mef le ragioni che giustificano la redistribuzione dei 500 milioni residui.

L’on Cappelletti accusa la Meloni ed il centro destra di avere tradito le promesse.

Non mi interessano le polemiche a scopo di propaganda politica. Credo che l’on. Cappelletti neppure conosca la Legge n. 145 /2018. L’art. 1 comma 496, prevede testualmente che la percentuale di indennizzo del 30 per cento può, non deve, essere incrementata.

Ecco, per completezza lo stralcio del testo: “…La percentuale del 30 per cento, entro tale limite (100.000 euro, ndr), può essere incrementata qualora in ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021 le somme complessivamente erogate per l’indennizzo secondo il piano di riparto siano inferiori alla previsione di spesa dell’esercizio finanziario, nel pieno rispetto dei limiti di spesa, della dotazione finanziaria del FIR e fino al suo esaurimento…”

È chiaro quindi che occorre un intervento normativo di rango primario. Ed è proprio quello che cercheremo di ottenere in questi sei mesi.

Pare però che il Mef sia contrario.

Le confermo che oggi il Mef è contrario a distribuire il saldo residuo (leggere «FIR e 500 mln di euro residui per soci azzerati delle sei banche fallite, Zanettin (FI) in video: “Il Mef frena, solo Giorgetti può sbloccarli!”»).

Personalmente credo che però ci siano sufficienti argomenti giuridici e politici per fargli cambiare opinione

L’attenzione dei media e l’attivismo delle associazioni dei risparmiatori ci possono senz’altro aiutare.

Ecco, in quest’ultima frase del senatore Zanettin c’è una chiave per capire, o temere, cosa accadrà nel 2023.

Se il ministro Giorgetti, come ci ha assicurato il sottosegretario Bitonci, si attiverà per sentire le associazioni nate proprio per tutelare i risparmiatori e i soci azzerati delle sei banche e se il senatore Zanettin ne sollecita il supporto, sta ora a loro smettere, come spesso hanno fatto in passato, a nostro parere errando, di procedere in ordine sparso.

A mezzanotte buttino fuori dalle finestre e dai balconi (anche politici) le loro divisioni e da un minuto dopo, il primo del 2023, si compattino per presentarsi unite e non strumentalizzabili per portare a casa il riesame delle 7.000 domande e la redistribuzione dei 545 milioni residui o di quello, molto, che rimarrà, dopo aver soddisfatto i 7.000 soci azzerati in attesa di decisioni sui loro casi.

Buona fine, allora, delle lotte tra associazioni e avvocati e anche delle polemiche tra i parlamentari di minoranza e quei non molti della maggioranza che lottano per i diritti degli azzerati dalle banche.

E buon inizio, sarà l’ultimo disponibile, per fare per la prima volta tutti insieme quello che rimane da fare, non poco, per strappare i fondi residui del Fir ai burocrati del Mef, che pare siano stati finora più sensibili alle necessità di altri, ovviamente, e non può essere diversamente, su input politico.
 
Risparmiatori truffati, tutte le capriole di Meloni sul Fir
Fondo indennizzi prorogato di 6 mesi, silenzi e misteri sulla destinazione dei 500 milioni a disposizione rimasti inutilizzati
Il Fatto Quotidiano31 Dec 2022» Giuseppe Pietrobelli


“Sarà nostro impegno, qualora ricevessimo dai cittadini l’incarico di governare questa Nazione, assicurarci che i fondi rimanenti del Fondo di indennizzo risparmiatori (400 milioni) vengano effettivamente spesi per gli indennizzi e non orientati verso altri progetti”. Così Giorgia Meloni scriveva in campagna elettorale a Luigi Ugone, portavoce dell’associazione “Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza”. “Forza Italia continuerà a battersi affinché le somme già stanziate per il Fir restino destinate ai truffati delle banche e non vengano sottratte alla loro destinazione originaria”, scriveva anche Antonio Tajani, oggi vicepremier. Passata la cuccagna delle urne e arrivata la prima vera prova per il governo, ecco che quei soldi sono stati al centro di un balletto parlamentare, con promesse negate o rinviate, apparizioni e sparizioni degne di un gioco di illusionismo.

ALL’INIZIO della maratona di bilancio un emendamento dell’esecutivo decretava al 31 dicembre 2022 la fine della Commissione per gli indennizzi attiva alla Consap. La rivolta delle associazioni delle vittime delle banche aveva impedito che calasse una pietra tombale, visto che il fondo da un miliardo e mezzo, istituito per legge all’epoca dal governo Conte, è stato speso finora solo per due terzi. Massimo Bitonci, sottosegretario leghista al ministero delle Imprese, ha commentato con toni trionfalistici la proroga a fine giugno 2023 della Commissione. “È un importante risultato e lavoro di squadra, tra Mef e Mimit, il ministero delle Imprese e del made in Italy – ha detto Bitonci –. Il fondo istituto nel 2018 in questi anni ha rimborsato per il 30% fino a 100.000 euro, ben 146 mila risparmiatori rimasti coinvolti nel crac delle Popolari per 1 miliardo e 30 milioni. Rimane un residuo di 545 milioni”. Proprio su quest’ultimo capitolo,

Bitonci ha aggiunto in modo sibillino: “La proroga in continuità, prevista nell’ultima versione del decreto Milleproroghe apre alla correzione di errori sulla situazione patrimoniale dei soggetti per le domande rigettate e a una possibile valutazione politica di ulteriore ripartizione sul residuo”.

Ma Enrico Cappelletti, deputato M5S, è da giorni sulle barricate. “Tutto qui? C’è solo una legge da applicare e il sottosegretario viene a dirci che l’ulteriore ripartizione dei soldi è demandata a una futura valutazione politica? Quando eravamo al governo abbiamo scalato l’everest a mani nude per trovare e distribuire quei soldi”. Il parlamentare prosegue: “Avevo proposto un emendamento che citasse i 500 milioni da rimborsare, ma è stato bocciato. Le parole di Bitonci sono l’ennesimo segnale di tradimento mandato dalla Lega ai risparmiatori: il restante mezzo miliardo, con ogni probabilità, verrà dirottato su altro, visto che c’è la seria intenzione di interrompere il percorso di indennizzo di questi anni. Una volontà irricevibile, anche in virtù delle rassicurazioni scritte di Meloni e Tajani. Evidentemente per il partito di Salvini è un buon ‘tesoretto’ per aiutare gli amici degli amici…”, conclude Cappelletti. Ugone, a nome dei risparmiatori, commenta: “La proroga dimostra che i soldi ci sono, ci mobiliteremo perché vengano distribuiti”.

Tra promesse e realtà In campagna elettorale la maggioranza garantiva la distribuzione, ora parla di “valutazione politica”
 
Gazzetta Ufficiale


7. All'articolo 1, comma 63, della legge 30 dicembre 2021, n. 234,
le parole: «31 dicembre 2022» sono sostituite dalle seguenti: «30
giugno 2023». Agli oneri derivanti dal presente comma, pari a 175.000
euro per l'anno 2023, si provvede mediante corrispondente utilizzo
del Fondo di parte corrente, iscritto nello stato di previsione del
Ministero dell'economia e delle finanze, di cui all'articolo 34-ter,
comma 5, della legge 31 dicembre 2009, n. 196.
 
Azzerati Carife. Prorogato a giugno il Fondo indennizzi

Azzerati Carife. Prorogato a giugno il Fondo indennizzi
Cappellari: “Da novembre stavamo facendo pressing sulla politica per questo risultato”


Articolo 3 comma 7. Se lo ricorderanno bene gli ex azionisti e obbligazionisti Carife questo brano del decreto Milleproroghe.

In Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il decreto legge 198 del 2022, che prevede – appunto al comma 7 dell’articolo 3 – un importante aggiornamento sul Fir, il Fondo indennizzo risparmiatori.

Il Fir aveva una dotazione di 1.575 milioni di euro a favore degli azzerati di sei banche. Ad una parte dei 32.000 azionisti ex Carife è stato riconosciuto un indennizzo del 30% del prezzo di acquisto. Restano circa 500 milioni di euro da redistribuire, terminato l’esame delle domande di accesso al fondo ad oggi ancora in fase di istruttoria, tra i risparmiatori che hanno avuto accesso al Fir e solo parzialmente ristorati. Si parla, tra chi non ha ancora ottenuto l’indennizzo e chi l’ha ottenuto solo in maniera parziale, di circa 4mila risparmiatori ferraresi.

“Si tratta di un passaggio importante per distribuire il mezzo miliardo di euro rimanente – commenta Marco Cappellari, presidente dell’associazione Amici di Carife -. Questa proroga assicura per altri sei mesi il prosieguo delle operazioni di indennizzo”.

Cappellari ricorda che Amici di Carife, così come altre associazioni di risparmiatori, già da novembre ha esercitato “un forte pressing sulla politica per risolvere questo problema. E questo è sicuramente un primo risultato per far sì che l’operazione indennizzi continui e chi non ha ancora avuto ristoro lo ottenga”.
 
Fir: Milleproroghe in GU riaccende le speranze dei risparmiatori


Fir: bagarre legislativa ma Milleproroghe annunciato da Zanettin e pubblicato in GU riaccende speranze risparmiatori azzerati dalle banche
Di Avv. Fulvio Cavallari -4 Gennaio 2023, 21:40227

Tanto tuonò che piovve, finalmente dopo molte attese e altrettante incertezze i risparmiatori azzerati dai crac bancari di mezza Italia il 30 dicembre hanno ottenuto la proroga del termine in scadenza della Commissione tecnica del FIR.

Dice l’Art 3 comma 7 del Decreto-legge 29.12.2022 n. 198 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 29.12.2022: “All’articolo 1, comma 63, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, le parole: «31 dicembre 2022» sono sostituite dalle seguenti: «30 giugno 2023». Agli oneri derivanti dal presente comma, pari a 175.000 euro per l’anno 2023, si provvede mediante corrispondente utilizzo del Fondo di parte corrente, iscritto nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, di cui all’articolo 34 -ter, comma 5, della legge 31 dicembre 2009, n. 196”.

Ma facciamo un passo indietro per spiegare come ci siamo arrivati.

Il problema a monte nasce dai cosiddetti “bocciati del FIR”, una platea di qualche migliaio di risparmiatori (circa 7.000, ndr) che si sono visti respingere le domande per un motivo o per l’altro.

C’è chi avrebbe sbagliato il binario (ricordiamo che per accedere al regime semplificato altrimenti detto del forfettario , non si doveva sforare i limiti di reddito di 35.000 euro o di patrimonio di 100.000 euro; chi per errori anche banali nella compilazione delle domande non avrebbe ottenuto il desiderato ristoro; chi per aver ottenuto una liquidazione non soddisfacente si ritiene ingiustamente indennizzato; altri invece invocano supposti errori dell’Agenzia delle Entrate o della stessa Commissione Tecnica.

Insomma una platea vasta e variegata della quale è difficile dare esaustivo conto, ma tali e tante sarebbero le doglianze narrate e che abbiamo raccolto dalla voce dei protagonisti che le trattiamo senza spingerci a voler dar ragione o torto ad alcuno, per dovere di cronaca e per dare un senso ai fatti e alle vicende di cui stiamo parlando.

A fronte di tale problematica molte associazioni avevano promosso o tentato di promuovere raggruppamenti, con l’intento di fare pressione sul Governo al fine di ottenere una sanatoria ad ampio raggio, non solo degli errori materiali ma anche sostanziali per intenderci. In sostanza si sperava di poter rimettere sul binario giusto quei risparmiatori che erano finiti su quello sbagliato, con relativa bocciatura della Commissione tecnica.

Il primo assalto alla diligenza della legge finanziaria però non sortiva gli effetti sperati con molte voci in proposito su chi con fermezza stesse respingendo ogni ipotesi di riapertura, ma resta il fatto che gli emendamenti non passavano il vaglio non diciamo dell’aula della Camera ma neanche delle Commissioni competenti preparatorie.

Tra l’altro non è che il fronte associativo fosse, poi, così compatto, sappiamo bene che l’atavico motto italico “chi fa da sé fa per tre” è una filosofia assai diffusa, ma in questo caso e in politica si finisce per bucare l’obiettivo della sintesi con bruschi scivoloni e spiacevoli risvegli.

Finiva, quindi, inaspettatamente in finanziaria il 20 dicembre un emendamento sul Fir, il cosiddetto 50.03: «L’attività di attribuzione degli indennizzi del Fondo indennizzo risparmiatori, istituito dall’articolo I, comma 493, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, si conclude il 31 dicembre 2022. La Commissione tecnica, nominata con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze il 4 luglio 2019 pubblicato per comunicato nella Gazzetta ufficiale del 26 luglio 2019, resta in carica fino al 30 giugno 2023 esclusivamente per la gestione dei contenziosi concernenti le prestazioni del Fondo ed il completamento delle attività del Fondo».

In pratica, la norma sul Fir chiudeva la partita, porte in faccia agli azzerati e, in risposta a chi sperava in qualche timida apertura, la Commissione, è vero, restava per il contenzioso fino al Giugno 2023, ma era evidente che a Roma qualcuno ci sperava o ci spera nel prepensionamento della vicenda.

Immediate e subitanee le reazioni dei più, direi anche trasversali, dal senatore Pierantonio Zanettin, alla sua quinta legislatura, a Enrico Letta, segretario sia pure uscente del Pd, fino all’on. Del M5S Enrico Cappelletti. Risultato? Alle 3.20 del 21 dicembre 2022 l’emendamento veniva nottetempo ritirato!

Ma allora chi lo aveva promosso e perché? Aspettiamo che qualcuno si faccia vivo per spiegarlo ai più.

Andiamo avanti, anche se chi ci legge può vedere da sé che le marce indietro non mancano.

La bagarre restava, insomma, si chiedeva qualcuno, lo facciamo oppure no questo riparto? Sarebbe previsto per legge!

Fra i più convinti sostenitori di un equa redistribuzione del residuo Patrizio Miatello dell’associazione Ezzelino III da Onara non ha mancato di perorare la causa in tutte le sedi e con pubbliche esternazioni.

Nulla di fatto, la politica sembrava essersi improvvisamente dimenticata delle promesse, anche di quelle scolpite nella legge.

Come un fulmine a ciel sereno spariglia le carte in tavola proprio l’on. le Zanettin di Forza Italia, poco clamore ma molti fatti il senatore forzista, ringraziando anche per il suo operato il ministro, collega di partito, Anna Maria Bernini, rassicura tutti, la differenza la farà il cosiddetto decreto legge “Milleproproghe”.

E oggi possiamo dire che la promessa è stata mantenuta grazie a uno stile, questa volta riesumato e tipico del nord est: chiacchiere poche, risultati subito.

Ora però non soffermiamoci sulle “valutazioni politiche legate ad una ripartizione del residuo” come dice il sottosegretario, però anche lui nordestino, della Lega, Massimo Bitonci. Non è proprio il caso, quanto meno e solo pensando a chi con la Consap e la Commissione non ha mai avuto alcun tipo di problema.

Qualcuno ci spieghi perché chi ha correttamente compilato la domanda di accesso al Fir rispettando tutti i parametri di legge ed è stato valutato positivamente, non debba poter aspirare ad avere qualche soldo in più.

Non siamo insomma alla soluzione di ogni male, ma almeno ora c’è la possibilità di passare i prossimi mesi a costruire qualcosa, non a discutere di solo contenzioso.
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Indietro