FIR over 35/100 k che documentazione fornire II

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
più brigata meno allegria...

Azioni svalutate della ’Cassa’, accordo raggiunto - Cronaca - lanazione.it

Accordo raggiunto tra la Banca Popolare di Bari e l’associazione che riunisce i risparmiatori della Cassa che avevano acquistato le azioni dell’istituto, poi svalutate. Sono state definite le modalità con cui si svolgerà un procedimento di conciliazione "solidaristico", per aiutare persone proprietarie di azioni della Banca Popolare di Bari, emesse prima del 2014, che si trovano attualmente in difficoltà per motivi di salute o economici legati alla pandemia. Per questo si è deciso di istituire una commissione paritetica, a cui parteciperà un rappresentante della Cassa di Risparmio di Orvieto e uno dell’associazione che dovrà esaminare le domande di indennizzo sottoposte dai soci. Nell’incontro è stata anche esaminata una possibile modalità di utilizzo delle minusvalenze derivanti dalla svalutazione delle azioni ai soli fini fiscali. "Trattandosi di argomento tecnico complesso, ci riserviamo un approfondimento con gli associati che ne avessero necessità, con un incontro da tenersi telematicamente e singolarmente", dicono i promotori dell’associazione. La Popolare di Bari ha promesso di insistere nei confronti delle istituzioni per il riconoscimento della possibilità per gli azionisti di ottenere un indennizzo dal Fondo indennizzo risparmiatori.
 
Nel vco arriva la grana (ma solo per azionisti)

Una sola chiosa: ma perché nella dichiarazione dell'avv. Tacchini indicano il numero delle domande con i decimali?

E comunque si spiega ora anche la faccenda dell'esubero: nel senso che hanno fatto i conteggi, a quanto pare, su coloro che avevano un reddito under 35...Su questo modo di ragionare avanzo qualche riserva.

Vco 24 - Giornale quotidiano on line. Tutte le notizie del Verbano Cusio Ossola - Veneto Banca: nel VCO arrivati i primi ristori ai risparmiatori traditi

CO - 19-05-2021 - Anche nel VCO stanno arrivando i primi ristori del Fondo Indennizzo Risparmiatori (Fir) agli azionisti traditi dalla ex Veneto Banca. Si tratta di somme pari al 30% del capitale investito o della differenza del 15% (per coloro che avevano scelto di transare). Ad annunciarlo è Ettore Francioli del Movimento Difesa del Cittadino, che spiega :"Ci hanno comunicato in questi giorni come la Commissione intenda rimborsare tutti i Risparmiatori del cosiddetto primo binario, ovvero coloro che nel 2019 avevano dichiarato un reddito inferiore ai 35.0000 euro e o un patrimonio mobiliare entro 100.000,00 euro, per poi procedere con quelli relativi al secondo binario con redditi superiori”;
L'avvocato Clarissa Tacchini, fiduciaria del Movimento precisa: "La Commissione For ha comunicato alle Associazioni che hanno fatto parte della cabina di regia che ha partecipato alla stesura della legge sul ristoro di voler implementare il Fondo creando sino a cinque sotto commissioni onde procedere con celerità al vaglio delle domande come pervenute, avendo infatti la Commissione fino al 29 aprile vagliato e liquidato solo poche decine di migliaia di domande rispetto al totale di 149.000,00”;
Al 29 aprile scorso risultavano infatti vagliate 48.886 domande con un differenziale di pagamenti approvati pari a 234mila euro. Considerato che il Fir ha una capienza di oltre 1,5 miliardi di euro e che sono state presentate in tutto circa 144mila domande, con molta probabilità si conterà un residuo di 887milioni di euro.
Per la divisione del residuo il Movimento Difesa del Cittadino, tramite l'avvocato Matteo Moschini, ha fatto fronte comune con altre associazioni perchè l'accesso al fondo sia riservato solo ai risparmiatori delle banche poste in liquidazione dopo il 16 novembre 2015 e prima del 1 gennaio 2018 (Banca Etruria, Banca delle Marche, Cassa di risparmio della Provincia di Chieti, Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca Popolare di Vicenza e Veneto e loro controllate) e non agli azionisti di banche fallite successivamente come Banca di Bari.

Intanto, spiega Tacchini: "Proseguono le azioni giudiziarie con il processo penale apertosi avanti al Tribunale di Treviso che ha visto costituirsi parte civile contro l'ex ad di Veneto Banca Vincenzo Consoli circa un migliaia di azionisti del Verbano Cusio Ossola traditi da Veneto Banca, come parimenti a breve saranno notificati gli atti giudiziari in sede civile contro Price Water House Coopers, la società di revisori dei conti di Veneto Banca che ne ebbe ad asseverare i Bilanci e sempre rispetto a quest’ultima si evidenzia come il 15 aprile scorso siano state depositate le Costituzioni di parte Civile nel procedimento penale, Procura della Repubblica di Roma, apertosi avanti al Tribunale di Roma; il Tribunale ha rinviato il procedimento all'udienza del 2 luglio prossimo ed ha già fissato per il 16 luglio 2021 una ulteriore udienza”.
 
Un top manager che si comporta in questo modo (senza un minimo di furbizia) è ulteriore prova che egli era una bella statuina messa lì per perseguire scopi non certo commendevoli


Caso BpVi: respinta la richiesta d'impedimento dell'ex dg Sorato

L’ex direttore generale della Banca Popolare di Vicenza Samuele Sorato può stare a giudizio. È la decisione presa al termine di una lunga udienza oggi dai giudici del tribunale di Vicenza, a seguito della richiesta di legittimo impedimento, legata a motivi di salute, sollevata dalla difesa dell’ex manager della banca.

La posizione di Sorato era stata stralciata dal processo sul crac della Popolare proprio per motivi di salute, ed è stata al centro di due perizie. L’ultima, richiesta proprio dal Tribunale nel corso della prima udienza dibattimentale dopo la richiesta sollevata dall’avvocato del manager Fabio Pinelli, spiegava che l’ex dg a causa del suo stato di salute e dello stress che questo ha generato, non poteva stare a giudizio.

La Procura però, con alcune indagini affidate alla guardia di finanza, ha rilevato come Sorato potesse comunque guidare l’auto anche per lunghi tratti dell’A4 da Venezia a Milano, sfrecciando anche a 180 chilometri all’ora, e rimanere fuori casa per ore. I giudici così, dopo aver esaminato la perizia e la relazione della Procura, hanno deciso che l’ex manager può stare a giudizio nonostante la sua patologia, respingendo l’istanza dei difensori. Il processo così inizierà con le fasi preliminari il prossimo 26 giugno.
 
Nessuna novità sulla mia domanda (secondo canale over). Ho inviato le integrazioni richieste sulle violazioni massive nei tempi richiesti.
Lo stato della domanda è "Inviato in Istruttoria".

Mi sembra di aver letto qui o nell'altra discussione che se la domanda viene accolta liquidano senza informare, devi trovarti il bonifico sul tuo CC.
Ma se respingono la domanda ne danno informazione?
Un ulteriore dubbio. Se respingono la domanda tale pronunciamento è inappellabile o si puo presentare applello? In caso di domanda respinta, si puo procedere contro tale pronuciamento per vie legali ordinarie?
 
Nella legge non c'è la risposta alle tue domande. Impareremo i dettagli quando/se cominceranno a rimborsare i primi obbligazionisti.
Teoricamente la loro decisione è inappellabile ma non sapendo come decideranno non si può nemmeno non prendere in considerazione una eventuale causa in futuro.
 
Ultima modifica:
Nessuna novità sulla mia domanda (secondo canale over). Ho inviato le integrazioni richieste sulle violazioni massive nei tempi richiesti.
Lo stato della domanda è "Inviato in Istruttoria".

Mi sembra di aver letto qui o nell'altra discussione che se la domanda viene accolta liquidano senza informare, devi trovarti il bonifico sul tuo CC.
Ma se respingono la domanda ne danno informazione?
Un ulteriore dubbio. Se respingono la domanda tale pronunciamento è inappellabile o si puo presentare applello? In caso di domanda respinta, si puo procedere contro tale pronuciamento per vie legali ordinarie?

si potrebbe andare alla corte europea di strasburgo, ma con esiti incerti
 
Solo per segnalarvi che dopo 2 mesi il mio stato è mutato in inviata/disposto pagamento.
In bocca al lupo a tutti
 
Se respingono la domanda tale pronunciamento è inappellabile o si puo presentare applello? In caso di domanda respinta, si puo procedere contro tale pronuciamento per vie legali ordinarie?

TAR LAZIO e quindi CONSIGLIO DI STATO.

Ovviamente si chiedono le pregiudiziali di costituzionalità della norma e la violazione dei trattati Ue (ovviamente sempre che il giudice accolga queste eccezioni).

Sul ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo si va dopo aver esperito tutti i gradi di giudizio: quindi se ne parla tra decenni.
 
TAR LAZIO e quindi CONSIGLIO DI STATO.

Ovviamente si chiedono le pregiudiziali di costituzionalità della norma e la violazione dei trattati Ue (ovviamente sempre che il giudice accolga queste eccezioni).

Sul ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo si va dopo aver esperito tutti i gradi di giudizio: quindi se ne parla tra decenni.

sì, ma sarebbe inutile, in quanto l'italia si è attenuta ad una disposizione della vestager
io non farò nessun appello, ma continuerò con le cause legali, finchè ne avrò la forza
 
da V+ posto quest'articolo (scritto da un magistrato e non certo da un laureato all'università di facebook) dal quale traspare ancora una volta tutta la opacità della vicenda delle venete.

Ed anche l'assoluta necessità di accompagnare BdI al sonno dei giusti. Le è rimasto solo il compito della vigilanza ma da come risulta dall'articolo pare che non sia per nulla adeguata a svolgerlo.

E neppure le due commissioni di inchiesta hanno fatto luce sul ruolo di BdI: quella presieduta da Pierfy Casini ha secretato le audizioni. Quella capitanata dalla Ruocco sta andando a farfalle (dovrei scrivere su facebook alla onorevole e proporle un inno consono: Heidi sigla originale completa - YouTube)

L'unica cosa certa in tutta questa vicenda è chi l'ha presa nello stoppino: noi! E che l'unico atto di giustizia è rimborsare il II binario senza se e senza ma!

Processo Veneto Banca, Schiavon: inverosimile De Varti (Bankitalia)

Processo Veneto Banca, Giovanni Schiavon (ex magistrato): il 17 maggio testimonianza inverosimile di Biagio De Varti, ispettore di Bankitalia
Di Giovanni Schiavon -20 Maggio 2021, 20:04


All’udienza del 17 maggio scorso nel procedimento penale contro Vincenzo Consoli, per la vicenda di Veneto Banca, ha destato molto scalpore la testimonianza dell’ispettore di Bankitalia, Biagio De Varti, indicato dalla Procura; costui (dimostrando una ferrea memoria, anche su particolari di contorno, quando ha dovuto rispondere alle domande dell’accusa, e, invece, molto più labilità evocativa, quando si è trattato di rispondere a quelle della difesa) ha inteso interpretare il suo ruolo con molto più realismo del Re e si è avventurato in una ricostruzione della vicenda talmente inverosimile (e grave) che, probabilmente, qualche problema finirà proprio per averlo (stando a quanto riportato dai giornali, con identici virgolettati).

Anzitutto, il teste ha ribadito il solito refrain della gestione della banca da parte di superman Consoli, che faceva tutto lui, senza alcun dissenso all’interno del CdA e senza che nessuno glielo potesse impedire o lo potesse anche solo contrastare, pena – se lavoratore dipendente- il suo licenziamento; il CdA, del resto – sempre secondo il teste – sarebbe stato del tutto privo di competenze tecniche, oltre che incapace di resistergli.

E, anche qui, è stato fornito dal dott. De Varti un quadro inverosimile, perché della governance di allora facevano parte imprenditori di grande valore (e di rilevanza nazionale), professionisti, avvocati e dottori commercialisti di successo, perfino ex ufficiali della Guardia di Finanza: tutti incapaci? Tutti supini, obbedienti e appiattiti sulle posizioni di Consoli ? Tutti senza opinioni personali ?

E’ molto probabile, invece, che l’ispettore, molto superficialmente, si sia limitato a leggere le delibere riportate nei verbali del CdA, nei quali – come risaputo – è scritta sinteticamente la decisione collegiale, preceduta dalla solita formula di rito “previa ampia e esaustiva discussione“ o simile. In pratica, per un malinteso senso di ricerca di un’estrema sintesi, spesso non viene riportata la vera e propria discussione, in tutta la sua estensione, comprensiva di domande e risposte, dalla quale soltanto si potrebbe percepire la consistenza del reale contributo partecipativo di ciascun consigliere alla formazione di una decisione collegiale; e, così, il superficiale lettore riceve l’impressione della sistematica esistenza di decisioni imposte o prese alla leggera e non approfondite, in assenza di dialettica. Non si riuscirebbe altrimenti a capire come gli ispettori abbiano potuto trarre quel loro convincimento sulla sola base della lettura dei verbali delle sedute consiliari.

Ma, a parte ciò, quel che più impressiona è che l’ispettore De Varti ha, senza esitazione, dichiarato che “all’esito della seconda ispezione, quella tra aprile e agosto 2013, si scoprì … che Veneto Banca era a serio rischio di default”. E questo soprattutto perché, durante la seconda ispezione, Consoli gli avrebbe detto (leggo l’identica espressione riportata, tra virgolette, da più quotidiani, NDR): “lei deve stare molto attento a quello che fa, altrimenti la banca si squaglia sotto i piedi …”: un’espressione davvero “inquietante” – come ha convenuto lo stesso De Varti, pur riferendola alla propria percezione. Ma, stranamente, di tale gravissima (se vera) frase non c’è traccia nella relazione a sua firma!

Quindi, se l’espressione che De Varti attribuisce a Consoli gli era apparsa talmente grave e inquietante da sentirsi in dovere di riferirla, ora, a distanza di otto anni, in sede di testimonianza innanzi all’Autorità Giudiziaria, come mai non l’ha riferita anche, nell’immediatezza dei fatti, nella relazione ispettiva, che era la sede naturale delle sue considerazioni critiche sull’andamento della banca, all’esito del suo lavoro? Proprio questa è la cosa più grave, perché l’ispettore, che è un pubblico ufficiale, avrebbe dovuto immediatamente riferire la circostanza al Capo della Vigilanza, per consentire l’adozione degli opportuni e urgenti rimedi.


Invece, ora abbiamo la prova certa che, fino al novembre 2017, Carmelo Barbagallo, non era neppure a conoscenza di ciò che Consoli (con vera e propria incoscienza, peraltro improbabile) avrebbe confidato all’ispettore. Infatti, nella sua relazione consegnata alla Commissione Parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, datata 2 novembre 2017, il dott. Barbagallo ha precisato (pag. 13) che la “liquidità delle banche venete aveva cominciato a deteriorarsi solo nel corso del 2015, anche per effetto dell’incertezza dello stato del sistema bancario italiano generata dal protrarsi, oltre le attese, della debole fase congiunturale e delle difficoltà di altre banche …” ed ha, poi, parlato del piano di rilancio di Veneto Banca che prevedeva, con il plauso di Bankitalia, la sua trasformazione in SpA (poi realizzato), un aumento di capitale (per 1 miliardo) e la sua immediata quotazione in borsa! Quindi, lo stesso Barbagallo, capo del De Varti, ha tracciato un quadro della situazione assolutamente incompatibile con quello (molto più fosco) che, quattro anni prima, aveva descritto lo zelante suo ispettore .

E, poi, come si concilia la pesante affermazione del De Vardi in sede di sua testimonianza al Tribunale di Treviso, con il rilievo che nel 2014, Veneto Banca – contrariamente alle sue nefaste previsioni – ha, invece, brillantemente superato il Comprehensive Assessment (CA) europeo (a differenza di altre banche) ?

E, se fosse vero ciò che De Vardi ha riferito, occorrerebbe pensare che, quantomeno per l’aumento di capitale di Veneto Banca sottoscritto dal Fondo Atlante, Bankitalia si sarebbe prestata ad ingannare il mercato, perché, pur sapendo che la popolare di Montebelluna era ormai uno zombie, l’ha autorizzata a proporre l’aumento di capitale; e questa sarebbe stata una scelta gravissima, che avrebbe imposto, di per se stessa, un’esemplare iniziativa risarcitoria contro l’Istituto di Vigilanza.

Un’ultima osservazione: nonostante la sua evidente irrilevanza ai fini del processo penale in corso, la notizia dell’ingente compenso elargito da Veneto Banca a Vincenzo Consoli (comunque non proprio esatta) è stata riferita dal De Vardi (e poi, inevitabilmente enfatizzata in sede mediatica) solo per alimentare il rancore contro il personaggio e per contribuire a sviare l’opinione pubblica nell’attribuzione della vera responsabilità per la truffa subita dagli ex soci-risparmiatori: i quali, tuttavia, non si dimenticheranno facilmente del trattamento subito per le manovre di sistema e per le tante sviste di una Vigilanza che ha sempre preferito puntare alla stabilità del sistema stesso, più che alla loro tutela.

Giovanni Schiavon
 
Ma perché l’eventuale residuo deve andare solo agli azionisti quando poi le azioni sono più rischiose dei sub??
 

non vorrei raffreddare gli animi dei venetisti ma stiamo parlando di un processo penale nei confronti di una società di revisione per un reato previsto dal decreto legislativo 39 del 2010 (per chi volesse capire meglio la vicenda si veda: DECRETO LEGISLATIVO 27 gennaio 2010, n. 39 - Normattiva)

Non si sa che carte ha in mano l'accusa, ma su questa incombe l'onere di provare come la condotta della società fosse dolosa (e non basta quindi la colpa lieve o grave).

Inoltre la società di revisione si difenderà con i denti: una condanna potrebbe portare alla revoca della autorizzazione ma soprattutto ad un risarcimento danni di non si sa di quanti milioni (e quindi di fatto e quasi di sicuro la morte della società in Italia).

Non ci sono scorciatoie!

La strada maestra resta sempre quella conosciuta. E per la quale combatteremo fino allo spasimo
 
Ma perché l’eventuale residuo deve andare solo agli azionisti quando poi le azioni sono più rischiose dei sub??

ripropongo un video del sempre lucido Trap


Mostrerei questo video a ripetizione a certi politici che vogliono estendere il FIR alla deiule ed alla Bpb ("ma tanto c'è un surplus nel Fir e quindi possiamo allargare la platea!")
 
non vorrei raffreddare gli animi dei venetisti ma stiamo parlando di un processo penale nei confronti di una società di revisione per un reato previsto dal decreto legislativo 39 del 2010 (per chi volesse capire meglio la vicenda si veda: DECRETO LEGISLATIVO 27 gennaio 2010, n. 39 - Normattiva)

Non si sa che carte ha in mano l'accusa, ma su questa incombe l'onere di provare come la condotta della società fosse dolosa (e non basta quindi la colpa lieve o grave).

Inoltre la società di revisione si difenderà con i denti: una condanna potrebbe portare alla revoca della autorizzazione ma soprattutto ad un risarcimento danni di non si sa di quanti milioni (e quindi di fatto e quasi di sicuro la morte della società in Italia).

Non ci sono scorciatoie!

La strada maestra resta sempre quella conosciuta. E per la quale combatteremo fino allo spasimo
Per quello che so il giudice ha disposto una perizia tecnica che ha dato un esito molto nefasto per la società di revisione. Il contenuto della perizia dovrebbe portare a un rinvio a giudizio quasi scontato. Poi l’esito del processo è tutt’altra cosa...
 
Si cercherà di dimostrare la corresponsabilità della società di revisione allo stato di decozione della banca raggiunto.

Anche loro troppo in ritardo, come Banca di Italia, e Consob per etruria che era quotata.

Causa difficile, ma non impossibile. Ci sono dei rari precedenti, in cui le società di revisione sono state condannate.
 
Sulla faccenda del processo alla società di revisione mi verrebbe da dire quanto segue:

a) se si parla di responsabilità civile il termine di prescrizione è di cinque anni e decorre dalla data di pubblicazione del bilancio: banalmente il bilancio del 2015 è stato depositato nel registro delle imprese il 23 maggio 2016. La prescrizione se non interrotta si compie il 23 maggio 2021 (cfr. art. 15 decr. 39 citato sopra). Poi ovviamente occorre sempre dimostrare il danno cagionato ed il nesso di causalità (ed è un principio che risale al diritto romano: quindi non c'è da inventare nulla);

b) se si parla di responsabilità penale il termine di prescrizione decorre dalla commissione del fatto (come disciplinato dalle norme penali del decreto cfr. art. 27- 31). Ovviamente il titolo di punibilità è il dolo, che deve essere dimostrato dall'accusa (= dal procuratore della Repubblica). Non si capisce però qual è il reato contestato

Non ho obbligazioni di VB (ma solo di BPVI) per cui nulla aggiungo.

Se non il solito consiglio gratuito (ed in quanto tale può essere benissimo non seguito): prima di imbarcarsi in processi forse è meglio avere le idee chiare (che le può solo dare un buon avvocato e non certo un tale impomatato che parla con un linguaggio atecnico).

Poi ovviamente ognuno della propria vita (e dei propri beni) fa quello che vuole
 
Sulla faccenda del processo alla società di revisione mi verrebbe da dire quanto segue:

a) se si parla di responsabilità civile il termine di prescrizione è di cinque anni e decorre dalla data di pubblicazione del bilancio: banalmente il bilancio del 2015 è stato depositato nel registro delle imprese il 23 maggio 2016. La prescrizione se non interrotta si compie il 23 maggio 2021 (cfr. art. 15 decr. 39 citato sopra). Poi ovviamente occorre sempre dimostrare il danno cagionato ed il nesso di causalità (ed è un principio che risale al diritto romano: quindi non c'è da inventare nulla);

b) se si parla di responsabilità penale il termine di prescrizione decorre dalla commissione del fatto (come disciplinato dalle norme penali del decreto cfr. art. 27- 31). Ovviamente il titolo di punibilità è il dolo, che deve essere dimostrato dall'accusa (= dal procuratore della Repubblica). Non si capisce però qual è il reato contestato

Non ho obbligazioni di VB (ma solo di BPVI) per cui nulla aggiungo.

Se non il solito consiglio gratuito (ed in quanto tale può essere benissimo non seguito): prima di imbarcarsi in processi forse è meglio avere le idee chiare (che le può solo dare un buon avvocato e non certo un tale impomatato che parla con un linguaggio atecnico).

Poi ovviamente ognuno della propria vita (e dei propri b La Procura di Treviso ha chiuso e subito inviato Roma, per competenza, le indagini sulla PriceWaterhousecoopers, la società di revisione di Veneto Banca. Sul registro degli indagati è finito il nome di Alessandra Mingozzi, tra il 2012 e il 2014 socio responsabile dei lavori di revisione dell'ex popolare. A lei i magistrati della Procura di Treviso Massimo De Bortoli e Gabriella Cama contestano i reati di falso in revisione e ostacolo alla vigilanza, quest'ultimo formalizzato a Roma in quanto sede delle Banca d'Italia. Per questa regione i due sostituti trevigiani, dopo aver completato l'avviso di conclusioni delle indagini preliminari, hanno trasmesso il fascicolo per competenza alla Procura della Capitale. eni) fa quello che vuole

La Procura di Treviso ha chiuso e subito inviato Roma, per competenza, le indagini sulla PriceWaterhousecoopers, la società di revisione di Veneto Banca. Sul registro degli indagati è finito il nome di Alessandra Mingozzi, tra il 2012 e il 2014 socio responsabile dei lavori di revisione dell'ex popolare. A lei i magistrati della Procura di Treviso Massimo De Bortoli e Gabriella Cama contestano i reati di falso in revisione e ostacolo alla vigilanza, quest'ultimo formalizzato a Roma in quanto sede delle Banca d'Italia. Per questa regione i due sostituti trevigiani, dopo aver completato l'avviso di conclusioni delle indagini preliminari, hanno trasmesso il fascicolo per competenza alla Procura della Capitale.
Falso in revisione e ostacolo alla vigilanza i reati contestati
 
Sulla faccenda del processo alla società di revisione mi verrebbe da dire quanto segue:

a) se si parla di responsabilità civile il termine di prescrizione è di cinque anni e decorre dalla data di pubblicazione del bilancio: banalmente il bilancio del 2015 è stato depositato nel registro delle imprese il 23 maggio 2016. La prescrizione se non interrotta si compie il 23 maggio 2021 (cfr. art. 15 decr. 39 citato sopra). Poi ovviamente occorre sempre dimostrare il danno cagionato ed il nesso di causalità (ed è un principio che risale al diritto romano: quindi non c'è da inventare nulla);

b) se si parla di responsabilità penale il termine di prescrizione decorre dalla commissione del fatto (come disciplinato dalle norme penali del decreto cfr. art. 27- 31). Ovviamente il titolo di punibilità è il dolo, che deve essere dimostrato dall'accusa (= dal procuratore della Repubblica). Non si capisce però qual è il reato contestato

Non ho obbligazioni di VB (ma solo di BPVI) per cui nulla aggiungo.

Se non il solito consiglio gratuito (ed in quanto tale può essere benissimo non seguito): prima di imbarcarsi in processi forse è meglio avere le idee chiare (che le può solo dare un buon avvocato e non certo un tale impomatato che parla con un linguaggio atecnico).

Poi ovviamente ognuno della propria vita (e dei propri beni) fa quello che vuole

problemi di prescrizione per responsabilità civile non ce ne sono con lo studio calvetti di treviso
per il resto chi vivrà, vedrà
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
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