FIR over 35/100 k che documentazione fornire II

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
La domanda che farei è ovviamente questa: "gentile onorevole, la Ella come ha votato sulla proposta di legge?"


Truffati dalle banche e beffati: risarcimenti irrisori e 100.000 ancora in attesa

Truffati dalle banche e beffati: risarcimenti irrisori e 100.000 ancora in attesa


Era stata promessa giustizia in tempi brevi, per restituire agli italiani truffati dalle banche e che hanno visto andare in fumo da un giorno all’altro i propri risparmi tutto quello che è stato loro indebitamente sottratto. E invece ancora una volta la distanza tra le parole e i fatti si sta rivelando oceanica. Il Fir, il Fondo per l’indennizzo dei risparmiatori, è infatti stato istituito sì in pompa magna, tra applausi e annunci trionfali, salvo poi rivelarsi talmente lento e farraginoso da risultare pressoché inutile. I numeri, in questo senso, parlano chiarissimo.


La sottosegretaria all’Economia Alessandra Sartore, nel corso di un’audizione alla commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, ha infatti snocciolato i numeri di uno strumento che funziona soltanto sulla carta: nonostante un fondo da oltre 1,5 miliardi a disposizione, al momento ha disposto pagamenti soltanto per 137 milioni, l’8,7% del totale, ed esaminato 46.878 domande delle oltre 140 mila presentate. Considerando che il Fir ha ormai due anni e mezzo di vita, un bottino decisamente misero, quasi offensivo per chi aspetta ancora che sia fatta giustizia.

Nonostante i ritmi lentissimi e la comprensibile delusione dei risparmiatori, che si sentono abbandonati ancora una volta dalle istituzioni, Sartore si è lanciata in un nuove promesse e propositi. Le risorse che rimarranno una volta pagati tutti i truffati delle banche, sempre che questo accada in tempi minimamente più celeri, saranno a disposizione “per ulteriori situazioni di emergenza o per aumentare la percentuale di rimborso”. Al momento, infatti, a ogni cittadino che ha fatto domanda avendone diritto toccherà un indennizzo pari al 30% per il costo di acquisto dei titoli azionari, e in ogni caso non superiore a 100 mila euro.

Alcune associazioni di consumatori in questi giorni si sono messe per chiedere che vengano inclusi nei rimborsi anche i risparmiatori della Popolare di Bari, ultima banca in ordine cronologico a finire nel bel mezzo di una crisi. La politica, anche qui, è però divisa, e le tempistiche sono difficile da prevedere. Semmai giustizia sarà fatta, insomma, sarà con molta, molta calma.
 
Essendo, purtroppo possessore delle obbligazioni SUB Popolare di Vicenza, over 35/100
Mi permetto di chiedere a Voi Amici, se qualcuno abbia ricevuto la seguente richiesta di integrazione, e se si come si è comportato

"Documentazione attestante le violazioni massive del T.U.F. che hanno causato un pregiudizio ingiusto agli aventi diritto da parte delle banche in liquidazione. Il documento non è esaustivo. Si richiede di allegare documentazione bancaria o amministrativa o giudiziale completa, idonea a comprovare le violazioni massive del T.U.F. che hanno causato il danno ingiusto ai risparmiatori."

In alternativa può anche indicarmi, uno studio legale, o un'associazione, a cui affidare la gestione della pratica.
Il mio non era un prezzo d'acquisto da saldo, ma ho un PMC di 90

Se qualcuno mi vuole/può aiutare, può anche inviarmi un MP
Grazie a tutti anticipatamente
Cordiali saluti
Panmal
 
tra un po' dovrebbero essere depositate le motivazioni della sentenza del processo Zonin + altri

Per intanto sta andando avanti il processo a Sorato

Processo Sorato per crac BpVi, respinta una nuova istanza di legittimo impedimento

Purtroppo consap arriverà a chiedere l'integrazione prima che abbiamo in mano la decisione

É sufficiente scrivere nelle note di prendere in considerazione tutte le sentenze penali contro gli amministratori che si susseguiranno in futuro nonché quanto inviato da altri risparmiatori. Trattandosi di violazioni massive, non possono ignorarle. Così hanno fatto anche associazioni di risparmiatori
 
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Cambio della legge.

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Baciate, offensiva Amco sul recupero dei crediti
Telefonate, lettere ed estratti conto con interessi al 14%: «Accelerazione negli ultimi mesi»
Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)30 May 2021Federico Nicoletti


PADOVA «Baciate», offensiva Amco sul recupero dei crediti. Posizioni silenti per anni, con l’illusione di partite chiuse dopo la cancellazione delle segnalazioni in Centrale rischi di due anni fa, sulla base di una circolare Bankitalia ai liquidatori di Bpvi e Veneto Banca. Posizioni che ora si rimettono in moto con telefonate e richieste di restituzione avanzate dalla società di recupero crediti del ministero dell’Economia, che le ha in gestione per conto dei commissari liquidatori, accompagnate da estratti conto con interessi al 14,5%. Anche quando le posizioni in ballo sono al centro di cause.

Un brusco risveglio, mentre le segnalazioni di questo tipo si moltiplicano. Con al centro del recupero di liquidatori e Amco le posizioni di minor importo delle microimprese. Con il rischio che si apra un nuovo diluvio di cause civili che intaseranno i tribunali.

Rischio concreto, a guardare i numeri esposti a marzo dai commissari liquidatori delle due banche venete nell’audizione in Commissione parlamentare banche: in valori nominali, ci sono crediti correlati, in tutto o in parte, all’acquisto azioni per 400 milioni, con 300 debitori, in Veneto Banca, e per 1,4 miliardi, per 683 debitori, in Bpvi, dove ci sono già 92 cause che toccano crediti per 420 milioni.

Per questo sono rilevanti i segnali di un’accelerazione nei recuperi. Come quelli che arrivano da Padova dall’avvocato Virgilio Calabrese. Solo il suo studio segue 350 casi, tra cui «baciate», variamente collegati alla liquidazione delle due venete e insinuate come crediti nelle liquidazioni; e in una ventina Amco si è fatta viva di recente. «Sì, c’è stata un’accelerazione negli ultimi mesi e i funzionari di Amco sono tornati a farsi vivi», dice l’avvocato, tra i fascicoli dei casi seguiti dallo studio.

Come quello di un privato del Vicentino, recatosi alla sua filiale Bpvi in gennaio 2014, per chiedere di vendere azioni per 1,6 milioni di euro. Obiettivo: acquistare un immobile in città, aggiungendovi liquidità propria per un milione e un mutuo per un ulteriore milione, che era andato a chiedere. Si era sentito offrire, pur di non vendere le azioni, un’apertura di credito per 3,5 milioni poi trasformata in mutuo. Una «baciata» inversa di cui non si libererà più. Da restituire, a fronte di azioni azzerate e l’immobile che si svaluta e non si riesce a vendere per coprire il debito. «Amco s’è fatta viva e chiede di esser contattata, facendo balenare azioni esecutive», spiega Calabrese.

E poi c’è il piccolo imprenditore friulano distributore di vernici per l’edilizia, che rinegoziando i mutui nel 2014 con Bpvi si vede chiedere di acquistare azioni per 200 mila euro nell’aumento di capitale, con un affidamento per 225 mila, per gli interessi già anticipati. «Non c’è un solo documento firmato salvo la richiesta di acquisto azioni, tanto che la banca non ha mai esibito i documenti, nemmeno nella causa aperta nel 2019 per accertare la nullità della baciata - dice Calabrese -. Retrocesso il credito da Intesa alla Lca, ora gli interessi sono saliti al 14,5% e la cifra ha superato i 400 mila euro. Ora Amco si è fatta viva, cascando dalle nuvole sulla causa, con un estratto conto con la dicitura posizione ‘High Risk baciate Vicenza’. A dimostrazione che sanno trattarsi di una baciata. D’altra parte questa posizione era tra quelle riconosciute come tali nel rapporto ispettivo Consob del 2016».

Compare nell’elenco Consob anche la «baciata» per 750 mila euro a un gruppo d’imprese di Cologna Veneta, nel Veronese, che aveva accettato di farsi finanziare l’acquisto azioni per quell’importo: «Anche qui gli interessi saliti dal 3% al 16% hanno fatto lievitare la cifra a 1,5 milioni - dice il legale -. Qui non eravamo in causa: la cancellazione della segnalazione in Centrale rischi aveva fatto sperare. Ci hanno scritto 15 giorni fa. Ovvio che andremo in causa per far dichiarare nulla la baciata».

Passo che illumina sul vero rischio: un’ondata di nuove cause. «Chiaro che gli avvocati dovranno rompere gli indugi - dice Calabrese -. Ma sono cause costose, gli imprenditori restano nel limbo per anni con cifre che lievitano paurosamente, sospesi ad esiti comunque incerti, nonostante le sentenze favorevoli giunte. E dove lo Stato vuole recuperare soldi su prestiti dichiarati nulli dai tribunali e su posizioni spesso riconosciute come baciate dalle stesse autorità di controllo». La via d’uscita non può che essere una, per Calabrese: «Come per il Fir nel caso delle azioni dei risparmiatori, serve una soluzione di sistema, trasparente, che indichi una via d’uscita uguale per tutti, che accerti le baciate e le dichiari nulle. Senza lasciare la soluzione di questa bomba ai tribunali, che ne saranno intasati, con sentenze singole, magari dagli esiti opposti». Se la politica c’è, batta un colpo.
 
A noi azionisti se va bene danno il 30per cento del capitale o anche di più ?grazie a chi può aggiornarisaluti
 
A noi azionisti se va bene danno il 30per cento del capitale o anche di più ?grazie a chi può aggiornarisaluti
Sembra che rimarrà molto delle somme stanziate e c'è la concreta possibilità che verranno redistribuite.
È comunque presto per fare previsioni, aspettiamo che finiscano i rimborsi visto che sarà ancora lunga.
 
Sembra che rimarrà molto delle somme stanziate e c'è la concreta possibilità che verranno redistribuite.
È comunque presto per fare previsioni, aspettiamo che finiscano i rimborsi visto che sarà ancora lunga.

direi di SI, aspettiamo i primi rimborsi al secondo canale...e, ripeto, non ha senso tutto queto ostruzionismo sulle 'massive'...se abbattono questo muro...allora è probabile che rivedano la percentuale ( che teoricamente andrebbe quasi al 60% per gli azionisti)....
 
direi di SI, aspettiamo i primi rimborsi al secondo canale...e, ripeto, non ha senso tutto queto ostruzionismo sulle 'massive'...se abbattono questo muro...allora è probabile che rivedano la percentuale ( che teoricamente andrebbe quasi al 60% per gli azionisti)....

Però dovrebbero anche togliere o aumentare il limite dei 100k come somma massima rimborsabile che va a penalizzare soprattutto gli obbligazionisti
 
Però dovrebbero anche togliere o aumentare il limite dei 100k come somma massima rimborsabile che va a penalizzare soprattutto gli obbligazionisti

IMHO col calcolo del fitd, saranno pochissimi quelli che sbatteranno su quel cap :rolleyes:
 
IMHO col calcolo del fitd, saranno pochissimi quelli che sbatteranno su quel cap :rolleyes:

Dai, aspettiamo un po', non è ancora detto.
Il taglio grosso poi lo subirà chi ha comprato a bassi prezzi, molti avranno comprato a prezzi alti visto che il prezzo dei bond Bpvi erano ben oltre gli 80 a pochi mesi prima del fattaccio. L'intervento di Atlante ha fatto risalire molto i prezzi.
 
direi di SI, aspettiamo i primi rimborsi al secondo canale...e, ripeto, non ha senso tutto queto ostruzionismo sulle 'massive'...se abbattono questo muro...allora è probabile che rivedano la percentuale ( che teoricamente andrebbe quasi al 60% per gli azionisti)....

Potevano eliminare la dimostrazione
Delle massive ed abbassare per il secondo binario la percentuale di rimborso
 
Potevano eliminare la dimostrazione
Delle massive ed abbassare per il secondo binario la percentuale di rimborso

secondo binario da ottobre.
Potevano fare tante cose ma la legge e' chiara.
 
Sta a vedere che adesso per le baciate a qualcuno viene in mente di pescare dal fir...


Ex popolari, caso baciate alla Camera: «Soluzione politica fondamentale» Interrogazione sui recuperi. I comitati vedono i liquidatori
Corriere di Verona4 Jun 2021Federico Nicoletti


Ex popolari, l’offensiva sui recuperi delle «baciate» finisce in parlamento. Si è trasformata in un’interrogazione del parlamentare vicentino di Forza Italia, Pierantonio Zanettin, il caso degli estratti conto con interessi e spese fino al 16%, inviati da Amco, la società di recupero crediti che fa capo al ministero dell’Economia, ai titolari di finanziamenti collegati all’acquisto azioni delle due banche venete. Mosse, su posizioni rimaste a lungo silenti, che hanno fatto temere agli avvocati un’accelerazione sui recuperi.

Zanettin chiede di chiarire la situazione al ministro dell’Economia, Daniele Franco, anche rispetto alla policy di gestione, comune anche per Veneto Banca, annunciata in parlamento dai commissari liquidatori di Bpvi nell’audizione in commissione banche il 30 marzo, che era «all’attenzione di Banca d’Italia e Mef per le autorizzazioni - scrive Zanettin - e che avrebbe dovuto velocizzare i rapporti con i debitori, che vogliono evitare contenziosi».

Zanettin chiede di capire come funzioni la policy, «opportuna per evitare disparità di trattamento tra debitori» e se le mosse dei gestori ne siano in linea o no, o se le regole non siano state approvate e perché.

Ma il parlamentare membro della commissione banche fa un passo ulteriore: «Invocare una soluzione di sistema ha senso, pur senza nascondersi le difficoltà di trattare in modo univoco posizioni spesso in concreto molto diverse».

La necessità di una soluzione extra-giudiziaria torna di continuo anche tra gli avvocati. «Sarebbe fondamentale, anche come misura deflattiva sui tribunali e per eliminare la spada di Damocle che graverà per anni su molte imprese», dice ad esempio Mario Azzarita, il legale padovano dello studio Sat, che ha in gestione una ventina di posizioni, tutte di importo elevato e con una causa aperta, alcune delle quali hanno ricevuto sentenze del Tribunale delle imprese di Venezia che le dichiarano nulle. Soluzione a fronte anche delle contraddizioni su cui si sta avvitando il caso «baciate»: «Consob e Banca d’Italia, quando sono chiamate in causa a rispondere dei danni delle baciate, sostengono che il danno non c’è perché il debito non esiste - dice Azzarita -. Per cui, anche di fronte a sentenze di nullità, sbalordisce che i liquidatori sostengano di procedere al recupero; mentre, intanto, non stanno rispondendo alle richieste di insinuarsi al passivo delle liquidazioni per azzerare anche per quella via la partita».

E aggiunge, il legale: «Se le sentenze dicono che non c’è nulla da restituire perché non c’è un debito, i commissari potrebbero già azzerare d’ufficio almeno i casi conclamati e le posizioni riconosciute come tali dalle autorità di controllo. Dopo di che un impulso normativo dall’alto avrebbe senso, come d’altra parte è già avvenuto con il decreto di liquidazione, che aveva stabilito come i crediti baciati dovessero rimanere in capo alle Lca».

E la soluzione di un intervento politico viene anche dalle associazioni dei risparmiatori, che ieri hanno incontrato ai Montebelluna i commissari di Veneto Banca: «Incontro interessante, persone disponibili ad ascoltare - dice Luigi Ugone di Noi che credevamo nella Bpvi -. I commissari sulle baciate hanno sottolineato la diversità delle situazioni e l’obbligo che hanno di tentare il recupero. Dopo di che credo che sulle baciate, su cui abbiamo risolto alcuni casi, vada fatta una riflessione politica. Ma l’invito, intanto, a chi si ritrovi con estratti conto in arrivo con interessi stratosferici, è di non sottovalutarli e di rivolgersi a un professionista. Quei debiti non spariranno per magia o non finiranno dimenticati in qualche cassetto».
 
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