FIR over 35/100 k che documentazione fornire II

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Chiesto di applicare una legge dello Stato?…:rolleyes:
Chi applica le leggi dello Stato di solito dà una spiegazione....Qui non c'è uno straccio di spiegazione (perchè rilevano i periodi sospetti? e perché proprio quelli? La risposta è "boh chi lo sa")

Salvo che non si dica: "non potevamo mica rimborsare tutti....la UE si arrabbiava...". (E proprio noi dovevate bastonare?)
 
Chi applica le leggi dello Stato di solito dà una spiegazione....Qui non c'è uno straccio di spiegazione (perchè rilevano i periodi sospetti? e perché proprio quelli? La risposta è "boh chi lo sa")

Salvo che non si dica: "non potevamo mica rimborsare tutti....la UE si arrabbiava...". (E proprio noi dovevate bastonare?)
Effettivamente, questi ehm personaggi, a chi rispondono?:fiufiu:
 
Dal sempre ottimo V+: spero che il direttore Coviello si ricordi anche di noi (almeno citandoci)

Tre incontri in Veneto per le associazioni del FIR: focus sul riparto

Tre incontri in Veneto per le associazioni del FIR con focus sul riparto delle rimanenze. Coviello tra i relatori relatore
Di Andrea Polizzo -2 Febbraio 2023, 15:48128

Tre incontri in Veneto per aggiornamenti e possibili scenari futuri sul riparto delle rimanenze del Fondo Indennizzo Risparmiatori (FIR). Ad organizzarli Patrizio Miatello, presidente dell’associazione Ezzellino III da Onara, che chiama a raccolta le delegazioni delle associazioni di tutta Italia.

Tutti e tre gli incontri vedranno come relatore Giovanni Coviello, direttore responsabile ViPiù, in qualità di giornalista esperto della vicenda che ha seguito sin dalla prima ora (cliccando qui è possibile consultare una vasta rassegna stampa di articoli sul tema pubblicati dalla testata).

Ecco quando e dove. Il primo incontro è previsto nel Trevigiano, venerdì 3 febbraio 2023 alle 18, presso il ristorante Desireè in via Mattarelli a Oné di Fonte. Il giorno successivo, sabato 4 febbraio 2023, altri incontri nel Vicentino e nel Padovano. Il primo alle 10 e 15 presso la sala parrocchiale di San Gaetano in Debba, viale Riviera Berica (a fianco Chiesa San Gaetano) e il secondo alle 16, presso il Ristorante Falco d’Oro in via Sant’Andrea a Curatolo.

Queste invece le istanze che saranno oggetto di ogni riunione: Dove sono le rimanenze del Fondo Indennizzo Risparmiatori per 545,3 milioni di euro dei conti dormienti da noi risvegliati? Le rimanenze dovevano e potevano essere ripartite entro il 31 luglio 2022, poi entro l’ultima data possibile del 31 dicembre 2022, ma ora è troppi tardi? Cause penali prescrizioni e Consiglio di Stato per i 3800-4000 rigetti reddito patrimonio FIR, tutto come già da noi previsto con il professor avvocato Rodolfo Bettiol. E infine: iniziative future a tutela dei risparmiatori”, fanno sapere gli organizzatori.

Questi tre incontri sul FIR scaturiscono da un meeting recente che i delegati delle associazioni risparmiatori hanno avuto a Roma con importanti rappresentanti istituzionali. Ovvero, i parlamentari di Fratelli d’Italia Giovine e Giorgianni, della Lega Bintonci, Coin e di Forza Italia Zanettin, De Poli oltre che le segreterie del ministro Giorgetti, Sottosegretario Freni e Savino per sollecitare un incontro al MEF, riguardante esclusivamente il riparto delle rimanenze dei 545,3 Milioni di euro dai conti dormienti risvegliati.

Inoltre, “a sera abbiamo incontrato personalmente i ministri Giorgetti e Salvini – spiega Miatello -, e abbiamo nuovamente sollecitato un incontro con le associazioni dei risparmiatori per le rimanenze del FIR”.

Va infine tenuto presente, come fatto incoraggiante, che le risorse economiche per il mantenimento della segreteria tecnica del Consap sono stati imputati sul Fondo stesso e non presi da un capitolo di spesa diverso dal FIR. Un segnale questo, della volontà di tenerlo in vita.

“Invitiamo alla partecipazione alle riunioni i risparmiatori”, conclude Miatello precisando che per l’accredito agli stessi è necessario inviare una email all’indirizzo ezzelino.onara@gmail.com entro giovedì 2 febbraio 2023 con oggetto “PARTECIPO A TREVISO1 – OPPURE VICENZA2 – OPPURE PADOVA3” e indicando nel corpo della mail nome e cognome dei partecipanti. Poi, bisogna attendere mail di risposta per l’accredito di entrata.
 
In Italia non c’è nulla di più definitivo del provvisorio e nulla è più provvisorio del definitivo: la commissione tecnica è stata prorogato a tutto il 2023 (segno evidente che di grane ce ne sono da vendere e loro lo sanno bene)

Dai rimborsi del cashback allo stop delle finte plusvalenze del calcio, come cambia il decreto Milleproroghe

Fondo risparmiatori
Per gestire i contenziosi proposti contro le decisioni del Fondo indennizzo risparmiatori (Fir, istituito nel 2019 per rimborsare i risparmiatori danneggiati dal crac di alcune banche) e per completare le attività del Fondo, il Milleproroghe differisce a tutto il 2023 il Disciplinare del 2 ottobre 2019 sulle attività di gestione della segreteria tecnica di Consap che supporta la Commissione tecnica competente chiamata dal 2019 a gestire gli indennizzi ai truffati delle banche. L’emendamento del governo prevede di stanziare, per il funzionamento della segreteria tecnica Consap, 750mila euro per quest’anno tutti finanziati da una riduzione di a fondi Mef.
 
IL vecchio Pat e' sempre sulla cresta

Finanziata Segreteria Tecnica CONSAP Fondo indennizzo Risparmiatori conti dormienti risvegliati - Associazione Ezzelino III da Onara


La delegazione delle associazioni risparmiatori, incontrati i parlamentari di Fratelli d’Italia on. Silvio Giovine e on. Letizia Giorgianni, Lega on Massimo Bintonci Sottosegretario Mimit, on. Dimitri Coin e Forza Italia sen. Pierantonio Zanettin, sen. Antonio De Poli e le segreterie del Ministro Giancarlo Giorgetti, Sottosegretario Federico Freni e Sandra Savino per sollecitare incontro al MEF, riguardante esclusivamente il riparto delle rimanenze dei 545,3 Milioni di euro dai conti dormienti risvegliati.
Alla sera incontrato Ministro Giorgetti e Ministro Salvini, personalmente e nuovamente sollecitato incontro con le associazioni risparmiatori per le rimanenze FIR
Fatto emendamento del Governo per rinnovo anno 2023 della Segreteria Tecnica FIR CONSAP, con prelievo dotazione dalle rimanenze del fondo conti dormienti da noi risvegliati
Invitiamo alla partecipazione alle riunioni Risparmiatori, programmate:

1) Zona TREVISO
VENERDI’ 03/02/2023 ORE 18.30
presso RISTODANCING DESIRE’
Via Mattarelli 45 – ONE’ DI FONTE TV
2) Zona VICENZA
SABATO 04/02/2023 ORE 10,15
Presso Sala Parrocchiale SAN GAETANO IN DEBBA
Viale Riviera Berica 790 (a fianco Chiesa S.Gaetano)
VICENZA
3) Zona PADOVA
SABATO 04/02/2023 ORE 16,00
Presso Ristorante FALCO D’ORO
Via Sant’Andrea 10
CURTAROLO PD
– Aggiornamenti e possibili scenari futuri riguardanti le rimanenze del fondo indennizzo risparmiatori.

Per accredito alle riunioni serve inviare mail a ezzelino.onara@gmail.com

Patrizio Miatello Presidente
Associazione Ezzelino III da Onara
 
Fir: il Governo riaccende le speranze dei risparmiatori - Vipiù

Fir: il Governo riaccende le speranze dei risparmiatori
Di Avv. Fulvio Cavallari -3 Febbraio 2023, 17:09105


Tutto si può dire delle vicende legate al Fondo Indennizzo Risparmiatori (FIR), destinato a ristorare gli azzerati delle banche in Liquidazione Coatta Amministrativa, fuorché manchi la suspense: è di queste ore la notizia che il Governo sarebbe riuscito a trovare i fondi per completare il lavoro della Consap e chiudere così la partita, ma facciamo un passo indietro per capire cos’è successo.

L’ultima tornata legislativa aveva spostato in avanti il termine finale dei lavori della Commissione Tecnica (leggi qui).

Dice l’Art 3 comma 7 del Decreto-legge 29.12.2022 n. 198 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 29.12.2022: “All’articolo 1, comma 63, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, le parole: «31 dicembre 2022» sono sostituite dalle seguenti: «30 giugno 2023». Agli oneri derivanti dal presente comma, pari a 175.000 euro per l’anno 2023, si provvede mediante corrispondente utilizzo del Fondo di parte corrente, iscritto nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, di cui all’articolo 34 -ter, comma 5, della legge 31 dicembre 2009, n. 196”.

In pratica un differimento della data finale di ultimazione lavori della Commissione, nulla di più, ma sufficiente a riaccendere le speranze di coloro che si erano visti respingere le domande e di quanti aspiravano all’incremento in termini percentuali di quanto già ottenuto.

Sulla proroga si innestano però da subito ansie e timori dei risparmiatori e dei loro rappresentanti, al punto di soprassedere a vecchie e inutili divisioni e creare una sorta di tavolo permanente di confronto dal quale emergono fondamentalmente due istanze, l’incremento della quota già percepita e la sanatoria dei bocciati.

Ma sorge un dubbio, la parte conclusiva della norma destina i denari necessari a pagare i componenti della Commissione Tecnica traendoli non dal capitolo di spesa del FIR ma da un “Fondo di parte corrente“.

Inevitabilmente sorge il quesito, che fine hanno fatto i fondi del FIR? Non dimentichiamo che la 145/2018 stabilisce al C. 503 che : “( omissis ) Le somme non impegnate al termine di ciascun esercizio finanziario sono conservate nel conto dei residui per essere utilizzate negli esercizi successivi“.

La disciplina dei residui è la seguente: “I residui passivi sono l’espressione di spese già impegnate e non ancora ordinate ovvero ordinate ma non ancora pagate e, pertanto, rappresentano debiti dell’azienda statale nei confronti di terzi. Peraltro i residui passivi comprendono anche somme che non corrispondono a debiti giuridicamente sorti nei confronti dei terzi: è il caso dei residui di stanziamento“.

I residui di stanziamento corrispondono a spese previste in bilancio per le quali non si è ancora avuto l’impegno. Si tratta, quindi, di spese già stanziate ma per le quali non è stata ancora delineata la figura del creditore. Attualmente, la formazione di questo tipo di residui è prevista solo per i capitoli di spesa in conto capitale e per alcune particolari tipologie di spese correnti oggetto di norme specifiche. In particolare l’art. 36 del regio decreto 2440/1923 (e successive modificazioni e integrazioni), il quale disciplina l’amministrazione del patrimonio e della contabilità generale dello Stato, stabilisce che i residui per spese in conto capitale non ancora impegnate – c.d. residui di lettera f) – possono essere mantenuti in bilancio non oltre l’esercizio successivo a quello di stanziamento, a meno che non siano iscritti in forza di disposizioni legislative entrate in vigore nell’ultimo quadrimestre dell’esercizio precedente; in tal caso il tempo di iscrizione dei residui, è protratto di un anno. I residui di stanziamento diventano economie alla chiusura dell’esercizio successivo al loro stanziamento qualora non vengano impegnati. Stessa disciplina si applica ai residui di stanziamento di parte corrente per i casi previsti dalla normativa vigente. (Tratto dal sito Ragioneria Generale dello Stato – Ministero dell Economia e delle Finanze – La gestione dei residui ).

Ad alimentare la tensione giunge la notizia della pronuncia del Consiglio di Stato che chiude la porta in faccia a quanti speravano di poter riformulare la domanda respinta agganciando il “binario giusto“, per così dire.

La sentenza stabilisce che se la Commissione Tecnica con la delibera del 6 agosto 2020 non poteva consentire il passaggio da una procedura all’altra, perché il provvedimento cozza contro il dettato normativo della legge 145/2018 e del suo D.M applicativo del 10 maggio 2019, peraltro, quella delibera riguardava solo il caso di un soggetto con problemi di reddito e non di patrimonio come invece nel caso affrontato dal Consiglio di Stato. (Vicenza Più del 20 Gennaio 2023).

Un’autentica doccia fredda che lascia molti senza parole, il Knockout a questo punto pare doppio, da una lato non si capisce bene se i soldi ci siano oppure no, dall’altro le speranze di quanti avendo sbagliato per questioni di reddito o patrimonio la modalità di porre la domanda al FIR sembravano dissolversi.

Il tavolo delle associazioni a questo punto decide di muoversi, è urgente un chiarimento con la politica, senza attendere ancora una convocazione formale del MEF, pur sempre auspicata, si decide così di chiedere lumi ai parlamentari.

Il primo Febbraio si moltiplicano gli incontri, all’esito dei quali la notizia di un emendamento al decreto Milleproroghe in esame alle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio del Senato fa tirare un sospiro di sollievo: ”Per i costi sostenuti da Consap in relazione alla Segreteria tecnica della Commissione nominata con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 4 luglio 2019 è autorizzata la spesa fino all’importo massimo di 750.000 euro per l’anno 2023, in relazione alla conseguente estensione temporale del Disciplinare stipulato ai sensi dell’articolo 8 del decreto del Ministro dell’economia e delle finanze del 10 maggio 2019. Agli oneri derivanti dal presente comma pari a 750.000 euro per l’anno 2023 si provvede mediante corrispondente utilizzo, del Fondo di parte corrente, iscritto nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, di cui all’articolo 34-ter, comma 5, della legge 31 dicembre 2009, n. 196”.

L’emendamento è di fonte governativa, la relazione tecnica spiega meglio l’utilizzo di queste risorse che provengono da “Fondi di parte corrente” per la gestione dei contenziosi proposti avverso le determinazioni del FIR e per il completamento delle attività del fondo, si prevede di prorogare nell’anno 2023 il Disciplinare del 2 ottobre 2019, concernente le attività di gestione della Segreteria tecnica da parte di Consap spa a supporto della Commissione tecnica competente prevista dall’art. 1, comma 501, della legge 30 dicembre 2018, n. 145. Per l’attività di Segreteria tecnica a supporto della Commissione è previsto uno stanziamento per l’importo massimo pari a 750.000 euro (capitolo 1598).

Ora si attende il vaglio sull’ammissibilità della proposta da parte delle Commissioni, ma tanto è bastato a stemperare le tensioni di molti risparmiatori che attendono dal lontano 2017 una risposta dallo stato e dalle sue istituzioni.
 
Speriamo che la nuova forza di governo sia di nostro aiuto....

https://www.lavocedelpatriota.it/ba...un-tavolo-tecnico-su-residui-fir-ai-truffati/

Banche, per i deputati di Fratelli d’Italia serve un Tavolo tecnico su residui Fir ai truffati
Razzolini (FdI): “Ascoltate le istanze del territorio e già presentate in una mozione in Consiglio regionale”

BOLLETTINO PATRIOTTICO
31 Gennaio 2023


Il consigliere regionale veneto Tommaso Razzolini del gruppo consiliare Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni, plaude alla richiesta urgente di convocazione di un tavolo tecnico sul Fir (Fondo d’indennizzo dei risparmiatori) siglata dai deputati di Fratelli d’Italia Carmen Letizia Giorgianni, Silvio Giovine e Fabrizio Rossi, e indirizzata al Ministro dell’Economia e delle Finanze Giorgetti, al Presidente del Senato La Russa, al Presidente della Camera dei Deputati Fontana e a tutti i colleghi Parlamentari.

“Condivido appieno la posizione espressa nella nota dei deputati di Fratelli d’Italia che richiede la convocazione urgente di un tavolo tecnico sul Fondo d’indennizzo dei risparmiatori truffati dalle banche popolari venete, dove le provincie di Vicenza e Treviso sono risultate le più colpite, procedendo sollecitamente alla distribuzione dei residui 540 milioni di euro in favore di tutti coloro che ne hanno diritto”.

“Già nell’aprile 2021 avevo presentato una mozione in Consiglio regionale raccogliendo le istanze del territorio e di tanti risparmiatori vittime del crack. Ora, grazie a Fratelli d’Italia, l’attenzione si riaccende anche in Parlamento, dove continueremo a far sentire la voce dei nostri territori”.

Così il consigliere regionale veneto Tommaso Razzolini del gruppo consiliare Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni.
 
Superbonus 110 e rimborsi azzerati Carife, incontro Federconsumatori per sbrogliare le problematiche – Telestense

Superbonus 110 e rimborsi azzerati Carife, incontro Federconsumatori per sbrogliare le problematiche


Federconsumatori Ferrara ha convocato una conferenza stampa presso la propria sede di Piazza Verdi 5, per parlare di “Bonus 110%, inadempimento delle ditte e tutele dei consumatori” e per affrontare il tema del “FIR”, ovvero del Fondo Indennizzo Risparmiatori per i rimborsi degli azionisti e obbligazionisti ex Carife.
In merito al Bonus, l’avvocato Massimo Buja ha anticipato che lunedì prossimo si terrà una assemblea riguardante queste problematiche, dove si farà il punto sulla normativa che, nel tempo, ha subìto numerose modifiche. Verrà fatto dunque il punto su problematiche, che hanno riguardato diversi utenti, di inadempienze da parte di alcune ditte di mancanza esecuzione dei lavori.

Da un lato, questo comporterà l’obbligo da parte della ditta interessata di restituzione degli acconti versati, dall’altro lato si prefigura una possibile responsabilità risarcitoria di queste ditte nel caso in cui il consumatore abbia perduto il diritto di usufruire dei finanziamenti incentivati.

Il presidente Federconsumatori Ferrara Roberto Zapparoli ha affrontato poi il tema del Fondo Indennizzo Risparmiatori, che a sua volta verrà analizzato nell’assemblea di lunedì.

Con la legge che aveva stabilito un miliardo e 575 milioni per il FIR – spiega Zapparoli – sono stati completati i rimborsi del 30% nella maggior parte dei casi.

Da quel miliardo e 575 milioni sarebbero rimasti circa 500 milioni che la legge originaria stabiliva, qualora fossero rimaste delle risorse, andassero redistribuiti ai risparmiatori che avevano presentato ricorso per ottenere il rimborso del 30%.

La nostra preoccupazione – spiega Zapparoli – era che quei 500 milioni prendessero vie diverse per andare a finanziare altro, invece ora vi è la certezza che la loro destinazione sarà quella di incrementare quel 30% che i risparmiatori hanno ricevuto.

Il Governo dovrebbe emettere i decreti relegati, per rendere il tutto operativo.
 
"Fir, tutte le risorse agli ex risparmiatori"

La richiesta di Federconsumatori in ordine al Fondo indennizzo: "Una parte giace inutilizzata: il governo mantenga le promesse"


"Chiediamo che tutte le risorse del Fir (Fondo Indennizzo Risparmiatori, ndr) vengano distribuite tra gli ex risparmiatori, come previsto dalla legge": continua la battaglia di Federconsumatori per i rimborsi agli ex azionisti della Cassa di Risparmio di Ferrara e degli altri istituti di credito azzerati nel 2015 attraverso il decreto Salva Banche (Banca Etruria, Banca Marche e Carichieti). Circa un terzo degli 1,5 miliardi con cui era stato costituito il fondo resta infatti ancora inutilizzato: 500 milioni di euro che nei prossimi mesi potrebbero essere reindirizzati verso altri obiettivi oppure andare a integrare e aumentare i rimborsi agli ex azionisti colpiti dal crac bancario, che hanno ricevuto indennizzi pari al 30 per cento del valore originario delle azioni.

Proprio per sciogliere questo nodo, a fine dicembre il governo ha emanato un decreto che proroga al prossimo 30 giugno i lavori della commissione tecnica per il completamento delle attività del Fir, per decidere l’utilizzo finale del mezzo miliardo di euro ancora in sospeso. Il timore di Federconsumatori, oltre che di molti ex azionisti, è che nuovi temi considerati più urgenti possano sottrarre risorse rimaste ormai nel limbo dall’inizio del 2019, quando fu costituito il fondo. "C’è sempre la preoccupazione che l’argomento finisca un po’ nel dimenticatoio - spiega il presidente provinciale di Federconsumatori, Roberto Zapparoli -: nel momento della crisi è stato dato molto risalto alla questione dei risparmiatori, poi l’attenzione è scemata. Ma i governi e le maggioranze hanno preso degli impegni verso gli ex azionisti che devono essere rispettati".

Zapparoli ricorda infatti che, nonostante i rimborsi fossero fissati al 30%, la Legge di Bilancio 2019 con cui era stato creato il Fondo Indennizzo Risparmiatori consentiva di alzare tale soglia nel caso di disponibilità economica del fondo: una situazione che si è effettivamente verificata, ma che non ha ancora dato luogo a un aumento dei rimborsi. "È chiaro - afferma Zapparoli - che per molte persone che hanno perso i risparmi di una vita col crollo di Carife il 30% non è sufficiente, e il Fir ha la possibilità di emanare un ulteriore contributo per compensare il crollo della banca". Ora la palla passa alla commissione tecnica sul fondo e, naturalmente, al governo Meloni ora in carica: "Da quanto ci risulta - spiega il presidente di Federconsumatori - il governo ha l’intenzione di mantenere le risorse del Fir sui risparmiatori: siamo in attesa di un decreto che dia il via libera definitivo per sbloccare anche gli ultimi indennizzi".
 
Ma tutti questi politici che ora si pavoneggiano dove erano l'anno scorso? Ed è tutta colpa del Mef? E dei Signori Commissari (a parte che mi chiedo sempre chi glielo ha fatto fare a questi di accettare l'incarico considerate le grane che si possono prendere)

Da Vicenza una diffida al Mef per il Fondo indennizzo risparmiatori

Da Vicenza una diffida al Mef per il Fondo indennizzo risparmiatori
Nel corso dell’assemblea l’associazione “Noi che credevamo nella Banca popolare di Vicenza e in Veneto Banca” ha raccolto le deleghe per un’iniziativa che punta a preservare il residuo del Fir
di Stefano Elli

Di fronte a 1350 ex soci delle due banche venete al Centro Sport Palladio di Vicenza e di fronte a un parterre trasversale di politici, Luigi Ugone, presidente dell’associazione di tutela dei risparmiatori delle due banche venete scopre le carte e svela un’iniziativa che punta a sparigliare l’impasse sulle giacenze residue del fondo di indennizzo dei risparmiatori (Fir).

In dettaglio si tratta di una diffida vera e propria rivolta sia al ministero dell’Economia sia alla Commissione tecnica dei nove saggi affinché si adoperino per smobilizzare a favore dei risparmiatori i 545,3 milioni rimasti dopo il riparto già avviato dalla Consap nel biennio 2020- 2022. Una diffida che – spiegano gli ispiratori dell’iniziativa – è prodromica rispetto a future eventuali azioni legali che potrebbero essere intraprese in caso di mancato adempimento di quanto richiesto.

Questo l’epilogo di un evento che ha visto la partecipazione del sindaco di Vicenza Francesco Rucco, del presidente del Consiglio regionale Veneto Roberto Ciambetti, dell’assessore regionale alle attività produttive Roberto Marcato, del consigliere regionale (Pd) Giacomo Possamai, del parlamentare del M5S Enrico Cappelletti, del senatore leghista Andrea Paganella e degli Europarlamentari Alessandra Basso (Lega), e Achille Variati (Pd).

Gli altri aspetti del crack
Molteplici sono stati gli aspetti del problema sviscerati nel corso della mattinata: dall’apparente consonanza di intenti mostrata da pressoché tutte le forze politiche, pressoché unanimemente orientate a spendersi perché il denaro torni delle disponibilità degli aventi diritto, a quella sorta di “resistenza passiva” che al contrario sarebbe stata opposta dai gangli tecnici del Ministero. «Di qui l’iniziativa – ha spiegato Andrea Filippini, avvocato che ha seguito passo dopo passo l’associazione nelle sue vicissitudini legali – che ha come obiettivo quello di esercitare pressioni nei confronti del dicastero guidato da Giancarlo Giorgetti perché sciolga ogni indugio a vantaggio dei risparmiatori già danneggiati dal crack delle due banche».

L’affollato incontro è stato però anche l’occasione per fare il punto della situazione a sei anni dalla procedura di Liquidazione coatta amministrativa di Veneto Banca e di BpVi (ma all’incontro erano presenti anche soci della Carife, che come Banca Etruria, Banca delle Marche e Carichieti sono finite nelle secche delle risoluzioni bancarie). A cominciare dalla causa promossa dal Comitato nei confronti di quella che, all’epoca dei fatti che hanno innescato la crisi, era la società di revisione della Banca popolare di Vicenza, la Kpmg.

«In mancanza della costituzione di parte civile al processo penale nei confronti degli ex amministratori della popolare di Gianni Zonin, che alcune altre associazioni reputavano inutile e anzi controproducente - ha rivendicato Ugone – tecnicamente non si sarebbe potuta mai iniziare un’azione contro i suoi revisori. E ancora un’attenta analisi delle partite principali degli attivi ancora in capo alle procedure delle due banche e alla loro lentezza.
 
Dal sempre ottimo V+

FIR, Zanettin: "Distribuire avanzo". Governo: "Prima sentiamo UE"

Fondo Indennizzo Risparmiatori, Zanettin: “Distribuire l’avanzo”. Il Governo: “Prima sentiamo l’Europa”
Di Avv. Fulvio Cavallari -15 Febbraio 2023, 15:39160


L’antefatto: è noto omnia, cioè a tutti, l’accaduto riguardo il Fir o Fondo indennizzo risparmiatori: le associazioni sono sul piede di guerra tanto per cominciare riguardo i bocciati dal fondo, sarebbero all’incirca 4800, poi vi è il nodo del mancato riparto dei residui 500 milioni di euro, con il passaggio a riserva di fondi provenienti dai conti dormienti, ossia a dire dopo averli contabilizzati nel pubblico bilancio solo una legge dello stato consentirebbe il ritorno di questi quattrini nella tasche dei risparmiatori.

Ora, da un lato vi sarebbe chi vuole dar battaglia al MEF a suon di carte bollate, dall’altro vi è chi cerca la via della trattativa con i piani alti del Ministero, fra questi l’Onorevole Pierantonio Zanettin (FI-BP-PPE). Ecco il suo più recente intervento al Senato, val la pena di citarlo per dovere di cronaca: “Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, onorevole sottosegretario Castiello, non ho molto tempo a disposizione, quindi ho deciso di dedicarlo a un unico punto specifico del decreto-legge in esame.

Voglio parlare del FIR, Fondo indennizzo risparmiatori, introdotto con la legge di bilancio del 2019 per compensare i risparmiatori truffati dalle banche. Esso prevedeva l’erogazione di un rimborso del 30 per cento del prezzo di acquisto delle azioni e dal 95 per cento del valore delle obbligazioni.

Credo si possa affermare che il fondo, dopo alcuni iniziali problemi di assestamento, ha funzionato bene e ha offerto un minimo di ristoro ai risparmiatori che, in taluni casi, avevano perduto tutto il loro patrimonio.

Gestito da Consap, il fondo aveva una dotazione iniziale di 1.575 milioni, che, però – ed è questo in particolare il tema del mio intervento – è stata utilizzata solo in parte.

Dai dati finora messi a disposizione pubblicati dal MEF risulta che, al 31 dicembre 2022, il saldo tuttora inutilizzato ammontava a circa 500 milioni di euro. I lavori della commissione tecnica nel frattempo sono stati completati al 31 dicembre scorso e sono stati prorogati, proprio con questo provvedimento che stiamo esaminando, fino al 30 giugno 2023 con il testo originario del decreto-legge e, con un ulteriore emendamento, al 31 dicembre di quest’anno.

Abbiamo salutato con favore questa iniziativa del Governo, che ha offerto una possibilità di riesame di diverse posizioni oggetto di contenzioso; ma è ormai maturo il tempo, Presidente, per dire cosa si vuole fare del residuo.

È chiaro ormai che il FIR era più che capiente rispetto alla necessità; ne era peraltro consapevole lo stesso legislatore del 2018, tant’è che fin dall’originaria stesura, al comma 496 dell’articolo 1 della legge 30 dicembre 2018, n. 145, era previsto che la percentuale del 30 per cento poteva essere incrementata qualora in ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021 le somme complessivamente erogate per l’indennizzo secondo il piano di riparto fossero inferiori alla previsione di spesa. È esattamente quanto è accaduto in quegli anni, tant’è che, come abbiamo detto in premessa, oggi risulta maturato un saldo positivo di 500 milioni.

Che cosa vogliamo fare di questi quattrini? È giunto il tempo di prendere una decisione ed incrementare proporzionalmente la percentuale degli indennizzi, in conformità alla lettera e allo spirito della legge istitutiva. Ciò anche perché i leader di tutti i nostri partiti nella campagna elettorale dello scorso autunno hanno preso, pubblicamente e anche per iscritto, degli impegni nei confronti delle associazioni dei risparmiatori. In campagna elettorale le associazioni dei risparmiatori hanno chiesto un impegno e il leader di pressoché tutti i partiti che sono presenti in quest’Aula hanno risposto di sì e detto che si farà così.

A tale proposito, illustre Sottosegretario, la voglio informare che ho predisposto e depositato un ordine del giorno in linea con quanto ho proposto. Nei mesi scorsi alcuni parlamentari sensibili al tema – parlamentari di tutti gli schieramenti, va riconosciuto – avevano tentato di presentare degli emendamenti finalizzati all’incremento dell’indennizzo. Questi emendamenti sono stati tutti o respinti o ritirati su richiesta del Governo. Nelle interlocuzioni informali, la scusa generalmente addotta era il parere contrario del direttore generale del MEF, dottor Rivera. Ho l’impressione che quello fosse solo un alibi; ma se alibi era, oggi è venuto meno, perché il dottor Rivera non c’è più ed è stato destituito dal suo incarico. Mi aspetto quindi, signor Sottosegretario, un parere favorevole secco sull’ordine del giorno.

Capisco che, considerate le ristrettezze di bilancio, al MEF ci possa essere la tentazione di destinare ad altre finalità i fondi del FIR: il Paese è in difficoltà e c’è bisogno di risorse per colmare molti buchi. Ma sarebbe un grave errore. Sarebbe innanzitutto un tradimento degli impegni assunti in campagna elettorale da tutti i leader dei partiti presenti in quest’Aula e della fiducia che gli elettori hanno riposto nei loro rappresentanti in Parlamento; soprattutto, costituirebbe un autentico scippo contabile. Mi spiego meglio: i fondi FIR non provengono dalla fiscalità generale, non sono il frutto delle tasse o di deficit pubblico, ma sono somme recepite nei conti dormienti delle banche, e sono state destinate e messe a disposizione proprio dal sistema bancario per sanare le profonde ferite inferte alla sua credibilità dopo la crisi del 2011. Sottrarle alla loro destinazione originaria e destinarle a fini di fiscalità generale costituirebbe quindi una operazione di dubbia legittimità contabile e costituirebbe anche un pericoloso precedente.

Confido che il Governo, ascoltate le mie parole e le mie sollecitazioni, manterrà fede ai suoi impegni ed esprimerà parere favorevole all’incremento della percentuale dell’indennizzo del FIR, come peraltro tutti i nostri leader politici hanno promesso in campagna elettorale”.

Chiarito il quadro, in un clima di diffide al MEF promosse da alcuni e battaglie parlamentari promosse da altri, i nostri risparmiatori potranno mai dormire sonni tranquilli?

Pare proprio di no, perché a fronte dell’ordine del giorno del senatore Zanettin il Governo ha chiesto una riformulazione sulla quale il senatore vicentino si è espresso negativamente, insomma un parere preventivo dell’Europa stona con l’indole patriotica del partito di Salvini oggi rappresentato al MEF da Giancarlo Giorgetti.

Oltretutto la legge 145/2018 aveva già subito l’esamino europeo, non si vede perché ripetere il vaglio preventivo dell’UE. Al Governo, per competenza si ritiene al MEF e al Ministro competente in materia, la parola.
 
ma redistribuire a coloro che sono stati esclusi manco per la testa gli passa.......
 
Abbiamo deciso di mandare questa lettera a Media,Istituzioni,Associazioni.Chi può condividerla pubblicamente lo ringrazio anticipatamente.

Buongiorno,
sono un truffato,Creditore delle Banche Venete.

Faccio parte di un gruppo di circa 60 Obbligazionisti sub truffati come me. In Questi giorni le associazioni degli ex Azionisti stanno spingendo politicamente per il riparto del soldi rimanenti sul FIR | Home Page ma noi Obbligazionisti, Creditori e non soci Azionisti, siamo stati i più penalizzati. Lo Stato ci ha letteralmente azzerato senza alcun motivo bloccandoci qualunque possibilità di ristoro reale.
Abbiamo promosso almeno due interrogazioni parlamentari ma nessuno ci ha mai ascoltato, dateci voce per il nostro disagio.

queste le nostre interrogazioni proposte in parlamento:

4/10225 : CAMERA - ITER ATTO

ShowDoc


è incredibile che in Italia dei Creditori vengano penalizzati in questo modo, addirittura lo Stato si è fatto una legge apposita per scavalcarci ex post in LCA dopo aver riempito Intesa San Paolo di garanzie (che ha preso le due banche per 1 euro totale e ricevendo 5 mld cash), mentre gli Azionisti, alla fine, prenderanno più soldi di noi Obbligazionisti a causa di algoritmi penalizzanti ideati dal FITD, attraverso date posticce assurde o con regole totalmente inique e paletti massimali volti a non rimborsare il 95%da legge/vetrina spettante.

Ci sono risparmiatori Creditori delle Banche in LCA che aspettano un minimo di ristoro da anni, sono rimasti a zero ed ora esclusi da cavilli/paletti, assistono ad un eventuale suddivisione del riparto da 500 milioni rimanenti fra azionisti, soci NON Creditori, soltanto perché il Diritto e la Par Condicio Creditorum è stata tralasciata,chissà per qual inspiegabile motivo.

Il vecchio Fondo di Solidarietà FITD Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi aveva risarcito gli obbligazionisti senza paletti massimali, altro che la fola che il limite dei 100.000 euro è stato imposto dalla UE!


Siamo pronti a un confronto pubblico con chiunque c'è ne dia la possibilità, consci di far valere le nostre ragioni


Cordiali Saluti

Gruppo Obbligazionisti Subordinati Banche Venete
 
Ultima modifica:
NULLA DI NUOVO SOTTO IL SOLE (il Tar altro non ha fatto che adeguarsi al Consiglio di Stato)


Pubblicato il 13/02/2023
N. 02489/2023 REG.PROV.COLL.

N. 15425/2022 REG.RIC.



REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 15425 del 2022, proposto da Anna Altoè, Giuliana Angelini, Gianfranco Baggio, Giulio Baggio, Francesco Baldan, Raffaele Basso, Valerio Bendinelli, Alessandro Benetollo, Barbara Bianchi, Paolo Bison, Amedeo Prospero Edoardo Bocchese, Donata Maria Bochicchio, Walter Bonato, Stefano Boratto, Romeo Bordignon, Federica Bordin, Imerio Borriero, Giancarlo Botticelli, Patrizia Bragagnolo, Gabriella Breda, Mario Briganti, Annamaria Brosolo, Virginio Brunello, Donatella Buzio, Enrico Cameran, Sandro Campetti, Cristina Canel, Silvana Canel, Giuseppe Cariello, Walter Carlotto, Giustiniano Carnelos, Teresa Carturan, Gianpietro Casonato, Danilo Cassolato, Marco Castellini, Bruno Castoldi, Remo Cattarin, Aldo Cazzola, Alessandro Cecchetto, Maria Lucia Chinazzo, Cucu Silvia Ciuraru, Maurizio Colombo, Carlo Corona, Angela Cremonese, Ernesto Crosara, Diego Crosato, Ettore D'Urso, Giovanni Da Ros, Gastone De Pieri, Massimo De Zen, Gianpaolo Del Frate, Adriana Del Nista, Antonio Valter Delvecchio, Ettore Di Russo, Luciano Donner, Paola Durat, Nereo Dussin, Eddo Dussin, Rosalia Fabris, Walter Facchinelli, Fabrizio Favilli, Laura Fedele, Giampietro Feltrin, Pietro Ferracin, Zeno Ferrandini, Giuseppe Ferro, Diego Filippozzi, Gian Paolo Foletto, Sergio Forestan, Diego Franco, Chiara Maria Grazia Fumagalli, Efrem Fumagalli, Raffaele Fumagalli, Michele Galimberti, Mario Gamba, Marzio Garbuio, Lidio Giacomini, Roberto Giani, Maria Grazia Giotto, Mauro Granzotto, Camilla Grigolin, Francesca Grigolin, Antonio Grolla, Gian Piero Iob, Giampaolo Lion, Cornelio Lorenzini, Sergio Lorenzon, Mara Lovat, Luca Lugnani, Giorgio Lunardi, Vasco Maculan, Danilo Manente, Mario Manzin, Nello Marcazzan, Andrea Marchi, Erminio Marinelli, Ottorino Mariotto, Marino Mascoli, Adriano Mason, Daniele Melilla, Eleonora Meneghetti, Maurizio Mestriner, Roberto Michielon, Fabrizio Milan, Erino Mognon, Francesca Monti, Mara Moretti, Sandro Moretti, Nevio Olivo, Adriano Padrin, Silvio Pasini, Lorena Peri, Maria Francesca Perin, Sergio Perini, Antonio Peron, Danilo Poletto, Sergio Possamai, Francesca Prizzon, Silvio Purgatori, Cesare Giovanni Radaelli, Giovanni Renzulli, Francesco Maria Rinaldi, Cristina Risato, Giovanni Riva, Massimiliano Riva, Carlo Robinelli, Valerio Ronchi, Ditta Individuale Russo Antonio, Elena Sandrone, Paolo Scapin, Raffaele Schioppo, Ruggero Cosimo Sindico, Uberto Sonzogno, Pietro Spinetta, Luciano Stefani, Patrizia Suine, Gianna Maria Piera Tecchi, Marco Tironi, Tiziano Toffoli, Alma Toigo, Anna Maria Tommaselli, Giuliano Tonello, Lino Tonolli, Maria Cristina Trabucco, Mauro Tremea, Natalino Trentin, Liviana Turus, Elio Ulliana, Davide Valente, Aglaia Vanzetto, Vera Variola, Monica Vedovato, Raffaella Vedovato, Valeria Vescovi, Angelo Mariano Vialetto, Marina Vianello, Wanda Marilena Vigna, Massimo Virgili, Lenis Zanardo, Dino Zanatta, Emanuela Zanatta, Daniela Zanetta, Anna Rita Zerbinati, Walter Zilio, rappresentati e difesi dagli avvocati Sergio Calvetti, Guido Sartorato, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio Sergio Calvetti in Treviso, via Tolpada n. 1/A;
contro

Ministero dell’Economia e delle Finanze, Consap Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici S.p.A., Commissione Tecnica del Fondo Indennizzo Risparmiatori, non costituiti in giudizio;
Ministero dell'Economia e delle Finanze, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliataria ex lege in Roma, via dei Portoghesi, 12;
nei confronti

Veneto Banca S.p.A. in Liquidazione Coatta Amministrativa, Banca Popolare di Vicenza S.p.A. in Liquidazione Coatta Amministrativa, in persona dei rispettivi legali rappresentanti p.t., non costituiti in giudizio;
per l'accertamento

e la dichiarazione di illegittimità (e delle pronunce consequenziali anche di condanna) del silenzio serbato dalla società Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici s.p.a del Ministero dell'Economia e delle finanze e della Commissione Tecnica del Ministero, ciascuna per la parte di rispettiva competenza, in merito alla prosecuzione dell'iter procedimentale delle domande per l'accesso al Fondo Indennizzo Risparmiatori di cui alla Legge 145/ 2018 comma 493 ss, ed in particolare della prosecuzione domande di indennizzo forfettario presentate dai ricorrenti secondo il procedimento ordinario delle violazioni massive al T.U.F., secondo la determinazione della Commissione Tecnica del 06.08.2020.


Visti il ricorso e i relativi allegati;

Visto l'atto di costituzione in giudizio di Ministero dell'Economia e delle Finanze;

Visti tutti gli atti della causa;

Relatore nella camera di consiglio del giorno 8 febbraio 2023 il dott. Luca Iera e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.


FATTO e DIRITTO

I ricorrenti indicati in epigrafi sono risparmiatori danneggiati dalle vicende che hanno riguardato la Veneto Banca e la Banca Popolare di Vicenza, poste entrambe in liquidazione coatta amministrativa.

Nel mese di febbraio 2020 hanno presentato domanda per ottenere l’erogazione di un indennizzo forfettario da parte del Fondo indennizzo risparmiatori (FIR) previsto dall’art. 1, comma 493, della legge del 30 dicembre 2018, n. 145, in favore dei risparmiatori danneggiati dalle banche poste in liquidazione coatta amministrativa, “dopo il 16 novembre 2015 e prima del 1° gennaio 2018”, al ricorrere dei presupposti ivi stabiliti.

Nel periodo compreso tra il 7 dicembre 2021 e il 28 dicembre 2021 hanno ricevuto, tramite la piattaforma predisposta da parte di Cosap che gestisce le richieste di indennizzo, prima la comunicazione sul “cambio di stato” della loro domanda di indennizzo e dopo il rigetto della domanda. In particolare, Consap faceva pervenire all’interessato la seguente comunicazione: “In relazione alla Sua posizione, come certificato dall’AdE, non sono stati soddisfatti i requisiti reddito-patrimoniali ai fini dell’accesso alla procedura di indennizzo forfettario di cui all’art, 1, co. 502 bis, L. 30.12.2018, n. 145. In ragione di ciò, la Commissione tecnica di cui all’art, 1, co. 501, l. 30.12.2018, n. 145, ha deliberato che, nel caso di specie, non sussistono i requisiti per il riconoscimento dell’indennizzo previsto dalla richiamata normativa”.

Benchè la domanda di indennizzo forfettario fosse stata respinta da Consap, i ricorrenti hanno ritenuto che il procedimento per il riconoscimento dell’indennizzo non si fosse in realtà concluso in quanto l’amministrazione avrebbe dovuto comunque convertire la domanda di indennizzo forfettario (art. 1, comma 502-bis) in domanda di indennizzo ordinario (art. 1, comma 501) in virtù dell’auto-vincolo espresso con la Comunicazioni della Segreteria Tecnica di Consap del 6 agosto 2020.

Quest’ultimo atto prevede infatti che in caso di controllo negativo sui requisiti reddituali posti a fondamento della domanda di indennizzo ordinario “sarà inviata all’utente apposita richiesta di integrazione istruttoria al fine di raccogliere, in primo luogo, l’eventuale dichiarazione sul possesso del requisito patrimoniale (< 100.000 euro), e, in secondo luogo ed in via alternativa – dunque in mancanza dei requisiti per l’accesso all’indennizzo forfettario - la documentazione relativa alle violazioni massive del T.U.F..

Dopo aver diffidato in data 20 ottobre 2022 il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Consap s.p.a. a concludere il procedimento mediante “passaggio alla procedura di indennizzo ordinaria di cui all’art. 1, co. 493, L. 30.12.2018, n. 145” previa acquisizione della “documentazione volta a comprovare il possesso dei relativi requisiti”, gli istanti hanno impugnato il silenzio formatosi sulla predetta diffida chiedendo di accertare “il silenzio-inadempimento delle Amministrazioni resistenti per quanto di rispettiva competenza, alla determinazione dalla Commissione Tecnica assunta nella seduta del 06.08.2021 e all’atto di diffida di cui sopra” ai sensi e per gli effetti degli artt. 31 e 117 c.p.a.. In via subordinata, hanno altresì proposto domanda di annullamento, previa rimessione in termini ex art. 37 C.P.A., dei provvedimenti emessi nei lori confronti con cui è stato negato l’accesso all’indennizzo forfettario di cui all’art, 1, comma 501, legge 30.12.2018, n. 145.

Le amministrazioni intimate si sono costituite in giudizio soltanto formalmente.

All’udienza dell’8 febbraio 2023, dopo la discussione di rito, la causa è stata trattenuta in decisione.

La questione centrale della controversia riguarda l’accertamento della sussistenza dell’obbligo di provvedere delle amministrazioni intimate in merito alla domanda di conversione dell’istanza di indennizzo forfettario a quella di indennizzo ordinario.

Il Collegio intende conformarsi, ai sensi dell’art. 88, comma 1, lett. d), del c.p.a., al precedente del Consiglio di Stato, Sez. VII, sentenza del 19 gennaio 2023, n. 664, che ha esaminato la normativa applicabile ad una fattispecie sovrapponibile alla presente che ha esaminato la distinzione tra il procedimento di indennizzo forfettario a quella di indennizzo ordinario.

Il giudice d’appello ha posto in rilievo come il legislatore non ha previsto che, in caso di mancata sussistenza dei presupposti per il riconoscimento dell’indennizzo forfettario, prende avvio in modo automatico il procedimento per il riconoscimento dell’indennizzo ordinario.

È stato sottolineato al riguardo come il legislatore ha previsto (art. 1, comma 501) che i due procedimenti (forfettario e ordinario) sono autonomi tra loro in quanto aventi una diversa ratio e quindi una distinta disciplina quanto ai presupposti applicativi.

Inoltre, si è posto in rilievo come il legislatore non ha neppure previsto “forme di raccordo” tra le due procedure.

Infine, si è accertato che la deliberazione della Segreteria Tecnica di Consap del 6 agosto 2020 “è specificamente riferita al requisito reddituale” relativo alle domande di indennizzo forfettario per cui non è ravvisabile nel deliberato “quell’autovincolo generalizzato ed esteso” attesa “la diversità di situazione presa in considerazione nella delibera in questione e per la specificità delle circostanze dalla stessa emergenti”.

Alla luce delle considerazioni su esposte, non sussiste l’obbligo di provvedere sull’istanza di parte ricorrente in quanto l’amministrazione non è obbligata a convertire la domanda di indennizzo forfettario che è stata rigettata in domanda di indennizzo massivo, attesa l’autonomia dei due distinti procedimenti, né in base alla legge (all’art, 1, commi da 493/501-bis, legge 30 dicembre 2018, n. 145), né in base ad atti di auto-vincolo (deliberazione della Segreteria Tecnica di Consap del 6 agosto 2020).

Di conseguenza, non sussistono gli estremi per concedere la rimessione in termini ai sensi dell’art. 37 c.p.a. al fine di poter ritenere tempestivamente impugnati i provvedimenti di rigetto delle domande di indennizzo forfettario conosciute nel mese di dicembre 2021.

L’istituto della rimessione in termini per errore scusabile ha carattere eccezionale in quanto deroga alla disposizione di legge che prevedono la decadenza dell’azione per impugnare un atto amministrativo a seguito dell’avvenuta decorrenza del termine. La concessione del beneficio è subordinato alla sussistenza, in via alternativa, di due presupposti ossia “errore scusabile in presenza di oggettive ragioni di incertezza su questioni di diritto” o “gravi impedimenti di fatto”. Atteso il carattere eccezionale della disposizione, non è ammessa l’interpretazione analogica e la stessa disposizione è soggetta a “stretta interpretazione” (cfr. Consiglio di Stato, Adunanza Plenaria, 10 dicembre 2014, n. 33).

Nel caso di specie, non ricorrono i presupposti per la concessione del beneficio. Non vi è un’oggettiva ragione di incertezza su “questioni di diritto” in relazione al potere processuale di reagire contro il diniego dell’istanza, né son sono stati allegati “gravi impedimenti di fatto” che possano, in ipotesi, giustificare la rimessione in termini nel potere processuale.

In realtà, parte ricorrente, pone una questione sostanziale ossia ritiene che l’art. 1, comma 501, della legge n. 148 del 2018, non preclude la possibilità di applicare il procedimento ordinario anche alle domande attivate tramite il canale dell’indennizzo forfettario (art. 1, comma 502-bis). Si tratta tuttavia di una questione che attiene al merito della controversia che non incide, in quanto tanto, sull’esercizio del potere processuale di reagire contro la comunicazione del rigetto della domanda di indennizzo forfettario ricevuto da Cosap che parte ricorrente avrebbe potuto senza altro impugnare, anziché attendere la conversione del procedimento, conversione che, peraltro, non era stata neppure comunicata in via diretta.

Non potendo riconoscersi l’errore scusabile, non è possibile disporre, di conseguenza, il mutamento del rito speciale in ordinario al fine di esaminare, nel merito, la domanda impugnatoria.

In conclusione il ricorso non è fondato e va pertanto respinto.

La peculiarità della fattispecie giustifica l’integrale compensazione tra le parti delle spese di giudizio.

P.Q.M.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Seconda), definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo respinge.

Spese compensate.

Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.

Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 8 febbraio 2023 con l'intervento dei magistrati:

Francesco Riccio, Presidente

Luca Iera, Referendario, Estensore

Igor Nobile, Referendario



L'ESTENSORE IL PRESIDENTE
Luca Iera Francesco Riccio





IL SEGRETARIO
 
Stato
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