Fondi Alternativi,chi li conosce?

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chi vuole può fare osservazioni, commenti , giudizi, ecc. .
sui miei 3 fondi
Alternativi/Scorrelati/TotalReturn . .


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Il fondo "decorrelato" è un mito che rischia di far cadere in trappole ben congegnate, perciò avevo consigliato di vedere la serie Madoff.
Normalmente le strategie decorrelate erano appannaggio dei fondi hedge, che mettevanno in piedi strategie con coperture ad opzioni. Queste strategie, però, se sono protettive peggiorano la prestazione complessiva del fondo in fasi toro, anche se in fasi orso proteggono bene. E' sempre un problema di volatilità.

Mi ero occupato di questa materia circa 20 anni fa con qualche illusione, che si è irrimediabilmente schiantata sulla realtà, specilamente investendo su quelli che in passato avevano fatto bene, ma ovviamenete non erano stati in grado di dare contiuità di risultato.
Mi pare che oggi lo scenario non sia cambiato di molto. Anzi, con l'aumento di efficienza dei mercati probabilmente è pure peggiorato.

Ciononostante quello che segnalo, anche se non decorrelato, è Ossiam Schiller di cui si parla qui, che pare comportarsi piuttosto bene con una strategia documentata

Prima di investire in fondi neutrali (almeno in teoria) al mercato, si dovrebbe essere ben consapevoli delle implicazioni.

Aggiungere uno strumento neutrale al mercato con un decente Sharpe ratio generalmente migliora le performance risk-adjusted di un portafoglio, grazie a beneficio della diversificazione. È l'investitore che poi, in base alla situazione personale ed esigenze, valuta sull'adeguatezza di questi investimenti. In generale, se l'investitore ha facoltà di usare con minimi costi un po' di leva finanziaria, strumenti market neutral con Sharpe decente sarebbero quasi sempre da inserire.

Occorre prestare però molta attenzione ad alcuni punti:
  • La neutralità deve essere effettiva, non solo dichiarata. A tal fine, è utile stimare la correlazione tra il fondo presunto neutrale e un benchmark (per es. portafoglio personale; MSCI World; un 60/40 e così via). Questa correlazione deve essere effettivamente prossima a zero.
  • Nella stima dello Sharpe ratio, si può analizzare la volatilità e altre misure di rischio dallo storico dello strumento, e queste possono essere stime ragionevolmente accettabili del rischio dello strumento. Per il rendimento atteso la questione è più complessa, perché molte strategie hanno mostrato di "funzionare" nel lungo termine, e spesso lo storico disponibile per uno strumento (raramente superiore a 10 anni) può dare indicazioni del tutto fuorvianti, in un senso o nell'altro. Per esempio, la strategia "value" (cioè long su titoli a bassi multipli e short sull'inverso) ha una evidenza scientifica molto robusta (in termini tecnici, la probabilità che esista veramente un extra-rendimento è molto alta), anche se osservando gli ultimi 10 anni si direbbe l'esatto contrario. Quindi, più che basarsi sul rendimento osservato negli ultimi anni, guarderei alla sensatezza economico-finanziaria dietro una strategia di investimento, oltre che alla reputazione del fondo e del suo gestore.
  • Anche qui, come per qualsiasi fondo attivo, le fee contano e sono una variabile assolutamente determinante della performance netta. Tuttavia, questo è uno dei pochi segmenti dove fee elevate sono secondo me giustificate. Le strategie market neutral sono di pressoché impossibile implementazione per il piccolo investitore, contrariamente a strategie long-only di qualsiasi tipo. Perciò, ha senso pagare il 4% annuo per un buon strumento market neutral mentre spesso ha molto meno senso pagare il 2% per un fondo attivo long-only.
Per @giomf :

Non conosco bene gli strumenti che hai citato, se non quello di Carmignac, che è un buon strumento anche se per i miei gusti un po' troppo correlato al mercato (corr=0,25 con MSCI World).

In ogni caso, nella scelta di strumenti neutrali al mercato, sarebbe buona prassi scegliere strumenti che non solo non sono correlati al mercato, ma che non lo sono neanche tra di loro. Per esempio, due diversi strumenti L/S sui fattori di rischio noti in letteratura (value, size, quality etc.) tenderanno ad avere una correlazione elevata, riducendo il beneficio di diversificazione di portafoglio.
Solo a titolo di esempio, una buona implementazione potrebbe essere utilizzare un fondo Event Driven, un fondo sui fattori di rischio a la Fama-French e un fondo sul trend following (es. managed futures), che hanno tra di loro tutti correlazione molto bassa.
 
Prima di investire in fondi neutrali (almeno in teoria) al mercato, si dovrebbe essere ben consapevoli delle implicazioni.

Aggiungere uno strumento neutrale al mercato con un decente Sharpe ratio generalmente migliora le performance risk-adjusted di un portafoglio, grazie a beneficio della diversificazione. È l'investitore che poi, in base alla situazione personale ed esigenze, valuta sull'adeguatezza di questi investimenti. In generale, se l'investitore ha facoltà di usare con minimi costi un po' di leva finanziaria, strumenti market neutral con Sharpe decente sarebbero quasi sempre da inserire.

Occorre prestare però molta attenzione ad alcuni punti:
  • La neutralità deve essere effettiva, non solo dichiarata. A tal fine, è utile stimare la correlazione tra il fondo presunto neutrale e un benchmark (per es. portafoglio personale; MSCI World; un 60/40 e così via). Questa correlazione deve essere effettivamente prossima a zero.
  • Nella stima dello Sharpe ratio, si può analizzare la volatilità e altre misure di rischio dallo storico dello strumento, e queste possono essere stime ragionevolmente accettabili del rischio dello strumento. Per il rendimento atteso la questione è più complessa, perché molte strategie hanno mostrato di "funzionare" nel lungo termine, e spesso lo storico disponibile per uno strumento (raramente superiore a 10 anni) può dare indicazioni del tutto fuorvianti, in un senso o nell'altro. Per esempio, la strategia "value" (cioè long su titoli a bassi multipli e short sull'inverso) ha una evidenza scientifica molto robusta (in termini tecnici, la probabilità che esista veramente un extra-rendimento è molto alta), anche se osservando gli ultimi 10 anni si direbbe l'esatto contrario. Quindi, più che basarsi sul rendimento osservato negli ultimi anni, guarderei alla sensatezza economico-finanziaria dietro una strategia di investimento, oltre che alla reputazione del fondo e del suo gestore.
  • Anche qui, come per qualsiasi fondo attivo, le fee contano e sono una variabile assolutamente determinante della performance netta. Tuttavia, questo è uno dei pochi segmenti dove fee elevate sono secondo me giustificate. Le strategie market neutral sono di pressoché impossibile implementazione per il piccolo investitore, contrariamente a strategie long-only di qualsiasi tipo. Perciò, ha senso pagare il 4% annuo per un buon strumento market neutral mentre spesso ha molto meno senso pagare il 2% per un fondo attivo long-only.
Per @giomf :

Non conosco bene gli strumenti che hai citato, se non quello di Carmignac, che è un buon strumento anche se per i miei gusti un po' troppo correlato al mercato (corr=0,25 con MSCI World).

In ogni caso, nella scelta di strumenti neutrali al mercato, sarebbe buona prassi scegliere strumenti che non solo non sono correlati al mercato, ma che non lo sono neanche tra di loro. Per esempio, due diversi strumenti L/S sui fattori di rischio noti in letteratura (value, size, quality etc.) tenderanno ad avere una correlazione elevata, riducendo il beneficio di diversificazione di portafoglio.
Solo a titolo di esempio, una buona implementazione potrebbe essere utilizzare un fondo Event Driven, un fondo sui fattori di rischio a la Fama-French e un fondo sul trend following (es. managed futures), che hanno tra di loro tutti correlazione molto bassa.
Non saprei, a conti fatti scegliere in anticipo un fondo market neutral profifttevole è impossibile, di solito tra costi alti e cambiamenti continui dei mercati i gestori vanno a singhiozzo o si mascherano dietro operazioni a breve di bassa lega ed eliminando la direzionalità intrinseca dei mercati perdono per strada pure il fattore trainante.
Bisogna proprio chiudere gli occhi e sperare che almeno in certe fasi non si sa neanche per quale motivo, aiuti a tenere su la baracca...ma forse se si mette quella quota su un obbligazionario a breve si ottengono gli stessi risultati.
 
Ho provato a scrivere a Lumyna... Se mi rispondono ti faccio sapere. Fondo molto interessante.
Mi hanno risposto così...

"Purtroppo, la risposta semplice alla sua domanda, è che i fondi Marshall Wace non sono registrati per i clienti Retail in Italia.
Le consiglio di parlarne con il suo Banchiere / Advisor per trovare una soluzione adatta.
Cordialmente"
 
Mi hanno risposto così...

"Purtroppo, la risposta semplice . .
Solo per Istituzionali . .
e forse non collocato in Italia . .
comunque non lo colloca Generali Lux . .ma proprio Lumyna ..
( rispondo a Reef nei post sopra che diceva di contattare Generali )

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Che percentuale possono rivestire questi fondi nel portafoglio di un cassettista? A mio padre hanno appioppato un pò di quote di Alpha 10, in classe BP (TER 1,98 % annuo). Identificare un Benchmark per questi prodotti è possibile?
:5eek:
Auguri!
 
Beh, quantomeno rispetto alla media di categoria non mi sembrano malvagi:

Nordea 1 Alpha 10 MA Fund BP-EUR | LU0445386369 - Sintesi
Nordea 1 Alpha 15 MA Fund BP-EUR | LU0607983896 - Sintesi

Quantalys suggerisce un Orizzonte Temporale >= 5 anni per simili prodotti; siete d'accordo?

Poi resta sempre da capire se roba del genere ha senso che venga appioppata ad un cassettista con un profilo di rischio medio.

A 5 anni va un po' meno bene. Ma il tema è il 2% annuo per un fondo che difficilmente farà meglio del mercato in una fase di grossa incertezza (con la gente che maledice Moneyfarm perchè applica l'1%)
 
Certo, giustamente i costi fissi sono la prima cosa da guardare quando si investe. Il problema è che l'investitore medio (in questo caso mio padre) non ha molto presente quale è il TER massimo che ragionevolmente può accettare per ogni Asset Class di prodotti; in questo senso, dovrebbe avere almeno a disposizione un confronto con il TER medio della categoria di fondi cui appartiene quello che gli viene proposto; ma dove la recupera questa informazione? Potrebbe ad esempio essere obbligatoriamente inserita nel KID, ma di sicuro adesso non c'è. E io non la trovo nemmeno su Morningstar, o su Quantalys, o su FIDA.
 
Certo, giustamente i costi fissi sono la prima cosa da guardare quando si investe. Il problema è che l'investitore medio (in questo caso mio padre) non ha molto presente quale è il TER massimo che ragionevolmente può accettare per ogni Asset Class di prodotti; in questo senso, dovrebbe avere almeno a disposizione un confronto con il TER medio della categoria di fondi cui appartiene quello che gli viene proposto; ma dove la recupera questa informazione? Potrebbe ad esempio essere obbligatoriamente inserita nel KID, ma di sicuro adesso non c'è. E io non la trovo nemmeno su Morningstar, o su Quantalys, o su FIDA.

Vabbè, bisognerebbe ripartire dalle basi, troppo complicato. Io ho liquidato il mio consulente del borsino bancario che proponeva quei cosi quando c'erano ancora le lire (quando ho prosciugao il conto a momenti si metteva a piangere, e si parlava solo di qualche decina di milioni)
 
Io ho in portaf.
Nordea Alpha 15 , in piccole % , debbo dire che ne sono soddisfatto
( più volatile del 10 naturalmente ma più performante nel medio-lungo )
Io con la banca online non pago commissioni per acquistare.
Fra i decorrelati è fra i migliori collocati in Italia , ce ne sono di migliori,
ma NON sono collocati in Italia ( credo utili nelle fasi non direzionali dei mercati )

REEF forse ne conosce di migliori fra i collocati in Italia ?
( ma mi pare di aver capito che non li usa . ? )

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Io ho in portaf.
Nordea Alpha 15 , in piccole % , debbo dire che ne sono soddisfatto
( più volatile del 10 naturalmente ma più performante nel medio-lungo )
Io con la banca online non pago commissioni per acquistare.
Fra i decorrelati è fra i migliori collocati in Italia , ce ne sono di migliori,
ma NON sono collocati in Italia ( credo utili nelle fasi non direzionali dei mercati )

REEF forse ne conosce di migliori fra i collocati in Italia ?
( ma mi pare di aver capito che non li usa . ? )

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No giomf, ho abbandonato questi fondi parecchi anni fa, perchè da un certo momento ho deciso di investire solo in strumenti che hanno una struttura comprensibile. Gli hedge che avevamo indagato (quasi tutti sul mercato di Londra) erano davvero molto opachi. Per altro avevano (hanno) costi di gestione elevati e avevo valutato che il gioco non vale la candela. Devo dire anche che sono un po' irrequieto quindi forse non fanno proprio per me.
 
Ma quindi il valore aggiunto (se ne hanno) di questi prodotti dovrebbe essere la decorrelazione dalle Asset-Class tradizionali di un portafoglio medio?
 
Ultima modifica:
Ma quindi il valore aggiunto (se ne hanno) di questi prodotti dovrebbe essere la decorrelazione dalle Asset-Call tradizionali di un portafoglio medio?
Si.....
proprio questo ..decorrelazione dai mercati e dalle asset class tradizionali . . .

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Qualcuno ha provato fondi che fanno operazioni da trendfollowing su futures? O anche trading sistematico su futures?
 
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