Fondi Alternativi,chi li conosce?

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

oceanic815

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Non ho trovato molto sul FoL,se non una vecchia discussione sugli ormai spariti fondi 130/30,i precursori :mmmm:

Fondi 130/30

Giusto un accenno...

La strategia 130/30 e 150/50 è stata creata da una società di Advisory Californiana che deve il suo successo a questa logica di investimento che prometteva una over performance rispetto alle strategie Long Only

Come funziona la strategia 130/10?




L'intuizione è molto valida: invece di investire il 100% del capitale disponibile su azioni con posizione Long Only (ovvero solo sperando di guadagnare perché i valori crescono), si investe a leva un ulteriore 30% sempre Long e un 30% con posizione Short (ovvero vendendo i titoli che non si possiedono nella speranza di ricomprarli in futuro ad un prezzo minore).

Con tale strategia si acquista il beta del mercato (con relativo rischio sistematico) ma anche la capacità di generare alpha (ovvero l'abilità di selezionare titoli che performino meglio del mercato indipendentemente dalla direzione dello stesso) del gestore del fondo.

L'idea di fondo è permettere di acquistare sia una strategia azionaria Long Only che una strategia Market Neutral (ovvero che investe sia Long che Short in percentuali complementari).


Che fine hanno fatto i fondi 130/30? - Diaman Blog



Lo scopo del 3d è reperire quanto piu' materiale (in)formativo,articoli/paper ecc...,ma soprattutto le opinioni di chi li usa,li ha usati e perchè no,anche di chi li "distribuisce":yes:


Arrivare a capire,per quanto possibile,se all'atto pratico abbiano mantenuto le promesse per cui sono nati e meritino spazio in un ptf.

Insomma raccogliere info per fare un po' di chiarezza :yes:


Ringrazio anticipatamente chi vorrà contribuire :)
 
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Da quel che ho capito,si tratta di applicare una strategia non convenzionale

Si tratta di investimenti «non tradizionali» che consentono di ampliare la gamma di diversificazione del portafoglio in modo da aumentare le fonti di reddito e di alpha.

Le strategie alternative, invece, sono approcci di portafoglio che permettono di sfruttare inefficienze dei mercati e particolari expertise dei gestori. Tra le strategie alternative figurano, per esempio, l’Equity long / short che permette di puntare, contemporaneamente, al rialzo (long) sui titoli ritenuti sottovalutati e al ribasso (short) su quelli considerati invece sopravvalutati.


Strategie alternative, non e solo una questione di moda

Le cosiddette strategie alternative, sono quelle utilizzate solitamente dai gestori di fondi hedge, vale a dire quei fondi non convenzionali, che a differenza dei tradizionali fondi d’investimento utilizzano una strategia o una serie di strategie diverse dal semplice acquisto di obbligazioni, azioni e il cui scopo è il raggiungimento di un rendimento assoluto e non in relazione ad un benchmark.

Non ho trovato una definizione univoca,ma tutto sembra riportare al concetto di fondo hedge,per i retail...

I fondi Ucits alternativi potrebbero accorrere in soccorso del portafoglio di investimento. Si tratta di strumenti che, da una parte, tendono a replicare le strategie tipiche degli hedge fund, ma, dall'altra, sono in sintonia con il regolamento europeo in materia di trasparenza, liquidità e leva finanziaria (Ucits appunto), allargando così la clientela di riferimento dagli investitori istituzionali al mondo retail. E' anche per questo motivo che, a differenza degli hedge fund, che richiedono un investimento minimo di 500mila euro, i fondi Ucits alternativi hanno soglie di accessibilità decisamente inferiore, anche nell'ordine dei mille euro.

Tra i principali caratteri distintivi, l'assenza di un indice di mercato a cui fare riferimento
(il cosiddetto benchmark, ndr), ragion per cui il gestore ha una maggiore flessibilità e, pertanto, una probabilità più elevata di generare rendimenti poco correlati a quelli del mercato stesso, con una propensione a proteggere il capitale investito da eccessiva volatilità"


I fondi Ucits alternativi per combattere volatilita - Repubblica.it

Questa mi sembra appropriata...

"Qualsiasi fondo che non sia un convenzionale fondo d'investimento"; in altri termini qualsiasi fondo che utilizzi una strategia o una serie di strategie diverse dal semplice acquisto di obbligazioni, azioni (fondi comuni d'investimento a capitale variabile - mutual funds) e titoli di credito (money market funds) e il cui scopo è il raggiungimento di un rendimento assoluto e non in relazione ad un benchmark."

Con massima libertà per il gestore

Da Morningstar

Le strategie alternative hanno reso l’universo degli investimenti più articolato, mandando in crisi le tradizionali classificazioni basate sulle attività finanziarie (azioni, obbligazioni e liquidità), le aree geografiche e i settori. La diffusione di fondi comuni, conformi alla direttiva comunitaria nota come Ucits III, che utilizzano metodi simili a quelli degli hedge fund

Che cosa sono e come investire sugli Hedge Fund | Finanzaonline.com

Una introduzione agli hedge

Cosa è un fondo Hedge? - Parte Prima - Borsa Italiana

Cosa è un fondo Hedge?*- Parte Seconda - Borsa Italiana

Cosa è un fondo Hedge? - Parte Terza - Borsa Italiana

The Golden Age Of Hedge Funds
 
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Pensavo fosse una categoria di nicchia,ma osservando il catalogo M* balza subito all'occhio il numero di classi disponibili

Alt-Azionario market neutral (95 classi)
I gestori cercano di ridurre il rischio sistemico, generato da fattori come l’esposizione settoriale, geografica, valutaria o a un particolare stile di investimento. Per farlo combinano posizioni lunghe e corte all’interno di ciascuna area. Si distinguono perché hanno generalmente un beta basso (inferiore a 0,3 in termini assoluti) rispetto a indici come l’Msci World, sono quindi meno sensibili alle oscillazioni del mercato. Il loro successo dipende nell’abilità nel vendere short (allo scoperto) e comprare long le “giuste” azioni.

Alt – Debt arbitrage
(37 classi)
La strategica consiste nel cercare le discrepanze nei prezzi dei titoli obbligazionari. Il portafoglio è costruito utilizzando principalmente strumenti derivati sul reddito fisso. I fondi tendono ad avere un basso beta (inferiore a 0,3 in termini assoluti) rispetto a benchmark globali come il Barclay’s Capital Aggregate Bond index.

Alt – Event driven (61 classi)
I fondi cercano di trarre profitto dalle variazioni dei prezzi dei titoli dovute a determinati eventi societari, come la bancarotta, le fusioni e acquisizioni, i cambiamenti nella strategia aziendale, eccetera.

Alt – Global macro (109 classi)
Basano le decisioni di investimento sull’analisi della situazione macro-economica. Ricercano opportunità studiando fattore come le dinamiche congiunturali globali, la situazione politica, i tassi di interesse, l’inflazione e i trend di mercato. Possono investire in un’ampia gamma di asset, comprese le valute, i derivati e le materie prime.

Alt – Long/short azionario Europa (140 classi)
I fondi assumono posizioni lunghe e corte sui titoli europei, direttamente o attraverso derivati. Generalmente hanno un beta superiore a 0,3 rispetto all’indice Msci Europe. Hanno lo stesso approccio anche gli alternativi specializzati su altre regioni, come gli Stati Uniti o il Regno Unito.

Alt – Long/short azionario internazionale (101 classi)
Si espongono alle Borse globali assumendo posizioni lunghe e corte, direttamente o tramite derivati. Generalmente hanno un beta superiore a 0,3 rispetto a indici internazionali come l’Msci World.

Alt – Long/short azionario emergenti (32 classi)
I fondi assumono posizioni lunghe e corte sui mercati azionari dei paesi in via di sviluppo, direttamente o attraverso derivati. Hanno, generalmente, un beta superiore a 0,3 rispetto a panieri come l’Msci EM.

Alt – Long/short debt (329 classi)
I gestori assumono decisioni direzionali sui titoli obbligazionari globali. Le posizioni lunghe e corte sono generalmente indipendenti, per cui non si compensano. Il portafoglio è costituito prevalentemente da titoli di debito, ma possono esserci anche altri strumenti finanziari (ad esempio i credit default swap).

Alt – Multistrategy (272 classi)
Offrono l’esposizione a diversi approcci di investimento alternativi. La gestione può essere interna alla Sgr o suddivisa tra più portfolio manager, ciascuno focalizzato su una strategia. Non vanno confusi con i fondi di fondi, che prevedono due livelli commissionali.

Alt – Systematic Future
(66 classi)
I fondi trattano future, opzioni e contratti su valute liquidi, secondo strategie trendfollowing, che sono guidate dai prezzi più che dai fondamentali e sono automatizzate (non discrezionali). I gestori operano sui mercati globali di materie prime, valute, obbligazioni governative, tassi di interesse e indici azionari. Questo approccio ha successo in situazioni di chiaro trend rialzista o ribassista.

Alt – Volatilità (39 classi)
Considerano la volatilità come un’asset class. Le strategie direzionali cercano di trarre profitto dalla volatilità implicita incorporata nei derivati e riferita ad attività sottostanti. Gli arbitraggi mirano a guadagnare dalle discrepanze di volatilità tra titoli collegati.

Esistono, infine, categorie alternative che racchiudono i fondi di fondi, specializzati in strategie simili a quelle degli hedge fund. In Italia, però, sono poco popolate, con l’eccezione dei multistrategy (114 classi)



Una classificazione per gli alternativi | Morningstar
 
ci sono anche FIA ( fondi di investimento alternativi) quotati alla borsa italiana: quali sono?
 
ci sono anche FIA ( fondi di investimento alternativi) quotati alla borsa italiana: quali sono?


Immobiliari? :specchio:


Purtroppo io ho solo domande, e non so da che parte iniziare :'(:yes:

Sperando di non fare la fine del gatto curioso, ho cercato i FIA. Ho trovato tanto di quel materiale che senza un "filtro" d'aiuto richiederà un tempo non indifferente per tirare fuori qualcosa.

Pubblico qualche link, a caso per le ragioni di cui sopra, a beneficio di chi sia interessato

Definizione - Assogestioni

Fonti normative - Assogestioni

Gli investimenti alternativi: questi sconosciuti | SoldiOnline.it

MondoAlternative I FONDI SPECULATIVI DIVENTANO FIA RISERVATI E FIA AL DETTAGLIO

La Direttiva sui Gestori di Fondi di Investimento Alternativi (AIFMD): impianto normativo e impatto per l’industria italiana dei fondi | Diritto Bancario

Fondi alternativi: le regole di Bankitalia per il retail
 

Allegati

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Così Symphonia sgr

Gli investimenti alternativi rappresentano una forma di diversificazione ed ottimizzazione del profilo di rischio/rendimento di un portafoglio.
L’investimento nei FIA (Fondi di Investimento Alternativi) è adatto a sottoscrittori per i quali il prodotto rappresenti una forma di diversificazione all’investimento e che siano in grado di comprenderne appieno le caratteristiche, le strategie d’investimento adottate ed i rischi ad esse connessi.

Uno dei fenomeni più interessanti e innovativi nell'attuale contesto finanziario è il crescente interesse degli investitori istituzionali e degli High Net Worth Individuals per strategie che rendano più efficiente la gestione di portafoglio. L'obiettivo viene perseguito attraverso l'investimento in asset class scarsamente correlate con l'andamento degli indici azionari e obbligazionari.

Pur restando una nicchia rispetto all'asset management tradizionale, i cosiddetti"investimenti alternativi" - che comprendono gli Hedge Fund, il private equity, il venture capital, i managed futures - rappresentano una realtà in continua crescita. Il fenomeno ha infatti registrato nel corso dell'ultimo decennio uno sviluppo senza precedenti, sia per il numero delle iniziative avviate, sia per il valore degli asset complessivamente gestiti, raggiungendo una dimensione pari a oltre il 10% del PIL Usa.

Le caratteristiche distintive degli investimenti alternativi sono:

ricerca di performance assolute
bassa correlazione con i public markets
diversificazione, in termini di strategia di gestione e di rischio/fonte di rendimento
ottimizzazione nella gestione di portafoglio
bassi livelli di volatilità attesa
sfruttamento di inefficienze dei mercati
A livello mondiale sono principalmente gli High Net Worth Individuals e gli investitori istituzionali ad impiegare parte dei propri capitali negli investimenti alternativi, il tutto in un'ottica di diversificazione di portafoglio, al fine di migliorare l'efficienza dell'asset allocation.

AVVERTENZA: I FIA, istituiti e gestiti da Symphonia SGR, sono aperti e riservati ad investitori professionali - come definiti nell’allegato n. 3 del Regolamento Intermediari Consob n. 16190 - nonché ad investitori non professionali secondo quanto previsto dalla normativa pro tempore vigente.

L’investimento nei FIA comporta un significativo grado di rischio. La Società di Gestione non può assicurare che lo scopo dei FIA venga raggiunto né che vi sia la restituzione del capitale investito. I ritorni dell’attività d’investimento possono variare significativamente nel tempo.

Per le modalità di sottoscrizione si rimanda al regolamento di gestione di ciascun fondo.


Fra gli investimenti alternativi stanno ottenendo un crescente interesse gli Hedge Fund, ovvero "fondi che adottano tecniche di copertura". Si tratta di fondi molto specializzati, gestiti professionalmente con l'obiettivo di ottenere performance assolute, ovvero indipendenti dall'andamento dei mercati. Le strategie di gestione sono molto diversificate. Questo approccio ha portato molti Hedge Fund a sovraperformare i principali indici azionari e obbligazionari.

Nella prassi con il termine "Hedge Fund" si fa riferimento ad un insieme molto eterogeneo di fondi, per un totale di circa 1.900 miliardi di dollari di attivi gestiti. Gli hedge fund adottano strategie di gestione molto diversificate, generando profili di rischio / rendimento profondamente diversi tra loro.


Mentre per i gestori tradizionali l'obiettivo è il rendimento relativo, ovvero misurato in relazione a uno o più indici di mercato (benchmark), per gli Hedge Fund l'obiettivo è il rendimento assoluto, ovvero indipendente dall'andamento dei mercati finanziari. Nella gestione degli Hedge Fund infatti le società di gestione operano senza benchmark di riferimento e hanno grande discrezionalità nell'adozione di strategie di investimento il cui utilizzo non è consentito ai fondi comuni tradizionali (leva finanziaria, prestito titoli per posizioni "allo scoperto", derivati, ecc.). Conseguentemente, i rendimenti degli Hedge Fund sono scarsamente correlati con l'andamento dei mercati, anche se con significative differenze a seconda delle strategie di gestione di volta in volta adottate.

Vengono normalmente identificate almeno quattro categorie all'interno dell'universo delle strategie degli Hedge Fund, ciascuna con profili di rischio/rendimento molto diversi fra di loro.

Le performance dei gestori all'interno della stessa categoria presentano una varianza significativa:

Relative Value: le strategie appartenenti a questa categoria sono orientate allo sfruttamento di fonti di rendimento con bassa correlazione con il mercato, quali errori di valutazione nel prezzo degli asset. I fondi che adottano tale tipologia di strategie presentano normalmente una significativa stabilità dei rendimenti;

Event Driven: i gestori che adottano questo tipo di strategie cercano di trarre profitto dai cambiamenti nelle valutazioni di mercato generati da particolari eventi societari, quali acquisizioni, fusioni, aumenti di capitale e altre operazioni di finanza straordinaria. Questi fondi presentano generalmente una buona stabilità dei rendimenti mensili ed una correlazione medio/bassa con le altre asset class;

Equity Long/Short: i gestori che adottano questa strategia strutturano il portafoglio d'investimento in posizioni lunghe (al rialzo) e corte (al ribasso) e di conseguenza possono guadagnare in qualsiasi condizione di mercato. Generalmente essi hanno un approccio bottom-up e la selezione dei titoli si basa prevalentemente sull'analisi fondamentale. Possono specializzarsi per area geografica, settore industriale o stile di gestione (es: value, growth); inoltre, a seconda dello stile di gestione, la volatilità può essere più bassa o più alta degli indici azionari tradizionali;

Tactical Trading: i gestori adottano un approccio top-down nell'intento di sfruttare i principali trend macroeconomici. Si tratta di strategie direzionali per le quali vengono adottati modelli quantitativi o input discrezionali. I gestori possono investire in ciascuna delle principali asset class (azioni, tassi di interesse, divise, materie prime) e possono fare ampio uso di strumenti derivati. In questa categoria vengono inclusi i fondi global macro e i cosiddetti managed futures (o CTAs).


Fondi Alternativi (FIA) | Symphonia SGR
 
Fondi Alt. venivano menzionati anche in altri thread

Confronto su : Fondi bilanciati e long short


fondi absolute return(no bonds)


Egi plurima Long Short alpha IE00BYVV1B70 - IE00BXRTP612

C' era stato un diffuso interesse per fondi Alt. , che erano consigliati da più parti tra ultimi mesi del 2015 e primi mesi del 2016, ma diversi fondi che in anni precedenti avevano fornito performance apprezzabili hanno avuto performance complessivamente negativa nel 2016.
Di solito hanno orizzonte temporale minimo consigliato più lungo di un anno, ma ci sono stati anche casi di fondi Alt. che dopo 2-3 anni positivi hanno avuto alcuni anni consecutivi di performance negative.
 
Non ho trovato molto sul FoL,se non una vecchia discussione sugli ormai spariti fondi 130/30,i precursori :mmmm:

Fondi 130/30

...
Che fine hanno fatto i fondi 130/30? - Diaman Blog
...

Ci sono ancora alcuni fondi 130/30 Europa , fondi azionari prevalentemente long ma con una significativa esposizione short su alcune azioni.


JPMorgan Funds - Europe Equity Plus Fund A (perf)...|LU0289089384

JPMorgan Funds - Europe Equity Plus Fund D (perf)...|LU0289214628

J.P. Morgan Asset Management | Scheda interattiva | Europe Equity Plus Fund | | J.P. Morgan Asset Management


http://www.morningstar.it/it/funds/snapshot/snapshot.aspx?id=F00000OEST


http://www.morningstar.it/it/funds/snapshot/snapshot.aspx?id=F00000WDIU


BlackRock Strategic Funds - European Opportunities Extension non ha deluso , la sua performance a 3 e 5 anni è ancora ottima, ma da qualche anno è chiuso a nuove sottoscrizioni

http://www.morningstar.it/it/funds/snapshot/snapshot.aspx?id=F0000045M4
 
Fondi Alt. venivano menzionati anche in altri thread

Confronto su : Fondi bilanciati e long short


fondi absolute return(no bonds)


Egi plurima Long Short alpha IE00BYVV1B70 - IE00BXRTP612

C' era stato un diffuso interesse per fondi Alt. , che erano consigliati da più parti tra ultimi mesi del 2015 e primi mesi del 2016, ma diversi fondi che in anni precedenti avevano fornito performance apprezzabili hanno avuto performance complessivamente negativa nel 2016.
Di solito hanno orizzonte temporale minimo consigliato più lungo di un anno, ma ci sono stati anche casi di fondi Alt. che dopo 2-3 anni positivi hanno avuto alcuni anni consecutivi di performance negative.

Innanzitutto grazie per aver ripescato il 3d sugli absolute che mi ero perso :)

Dopo una lettura veloce, per il momento, mi sono accorto che contiene insieme agli altri una lista immensa di fondi che andrò con il tempo a controllare :yes:

Però... Il mio intento principale in questa discussione era farne, con il vostro aiuto, una di tipo "didascalico", almeno per me e chi ne fosse interessato.
Non avendo mai approcciato questo stile chiedevo appunto a voi che li usate/usavate opinioni/impressioni/commenti/file(s) utili per iniziare a fare chiarezza, una infarinatura generale, per comprendere l'argomento. Basata su esperienze reali e non numeri e grafici ;)

Il passo successivo sarà poi analizzare classe per classe e i fondi nello specifico.




Ciao :)
 
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Innanzitutto grazie per aver ripescato il 3d sugli absolute che mi ero perso :)

Dopo una lettura veloce, per il momento, mi sono accorto che contiene insieme agli altri una lista immensa di fondi che andrò con il tempo a controllare :yes:
...
Ciao :)

Quel thread era stato alimentato tra 2008 e primi giorni del 2016.
Per una gran parte risalente a diversi anni fa nomina anche fondi che non sono nelle categorie Alt. anche se presentano una qualche flessibilità o fondi che non esistono più o che hanno cambiato nome.

Un Alt. Global macro, Global Strategy gestito da M. Novelli, era passata dalla Sicav Zest alla sicav Lemanik

Zest Global Strategy isin LU0312243222
 
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Strategia Global Macro

Prendo spunto dal Lemanik (ex Zest), per riassumere (definizioni) categoria x categoria

Alt – Global Macro

Basano le decisioni di investimento sull’analisi della situazione macro-economica. Ricercano opportunità studiando fattore come le dinamiche congiunturali globali, la situazione politica, i tassi di interesse, l’inflazione e i trend di mercato. Possono investire in un’ampia gamma di asset, comprese le valute, i derivati e le materie prime.


Fondi Quotazioni | Fondi Rischi | Fondi Rendimento | Fondi Online

Global Macro

I fondi Macro, definiti come "Global Asset Allocators" sono Hedge Funds di enormi dimensioni in quanto si caratterizzano nel muovere ingenti masse di capitali in grado di condizionare l'intero mercato dato che possono investire in ogni mercato utilizzando qualsiasi strumento finanziario. Gli Hedge Funds che utilizzano questa strategia sono quelli maggiormente noti; si pensi ad esempio al Quantum Fund, il fondo di Gorge Soros, uno dei grandi guru della finanza mondiale. Soros, nel settembre 1992 "scommise" 10 miliardi di dollari sulla possibilità che la sterlina britannica e la lira italiana venissero svalutate. La sterlina venne svalutata, la Banca d'Inghilterra e la Banca d'Italia non riuscirono a fermare il calo delle quotazioni e dovettero rinunciare a entrare nel Sistema Monetario Europeo e ai benefici dei cambi fissi. Gli investitori di Soros guadagnarono ben 2 miliardi di dollari.
Per identificare le opportunità d'investimento, i gestori usano un approccio di tipo top-down, in quanto le scelte delle posizioni si basano sull'analisi delle variabili macroeconomiche e politiche relative ai diversi paesi in cui decidono di allocare i capitali a loro disposizione per individuarne le tendenze prevalenti e cercare di catturarne i rendimenti. Con la strategia macro si cerca di anticipare i cambiamenti nei prezzi sui mercati finanziari assumendo spesso posizioni direzionali. Dopo aver identificato il trend da anticipare, con l'analisi top-down, il gestore, tramite l'analisi dei mercati finanziari cerca di individuare il giusto momento di ingresso sul mercato e lo strumento finanziario più idoneo. La performance del fondo dipende quindi unicamente dalla qualità e dalla tempistica delle previsioni dei gestori.
Solitamente chi opera con questa strategia agisce su mercati estremamente liquidi, azioni, obbligazioni, valute e materie prime, facendo uso spesso di strumenti derivati, swap, forward, opzioni, futures ed altri, e ricorrendo in particolare alle vendite allo scoperto e alla leva finanziaria per aumentare l'impatto dei movimenti di mercato, cercando, allo stesso tempo, di evitare i influenzare i prezzi mercato a proprio sfavore, il cosiddetto slippage, attraverso i movimenti delle proprio posizioni.
Ogni decisione presa dal gestore deve essere coerente non solo con la sua visione macroeconomica ma anche con il profilo di rischio dell'intero portafoglio, in quanto il principale obiettivo di questa strategia, considerata spesso tra le più rischiose ma anche tra le più proficue, è la conservazione del capitale. A tal proposito i gestori sono sempre molto restii nel rilevare le proprio idee di investimento e quindi tale strategia presenta una scarsa trasparenza nei confronti degli investitori


Guida agli Hedge Fund - Finanza Personale - Economia - ANSA.it

Il gruppo di fondi cosiddetti Opportunistic tende invece a seguire il mercato, a cavalcarne i trend. Tra questi molto utilizzate sono le strategie Global Macro che sfruttano le inefficienze estreme a livello globale generate da distorsioni macroeconomiche. L’approccio utilizzato è di tipo top down (dal generale al particolare): i gestori cercano di individuare i fattori economici, politici e sociali che potranno generare le distorsioni di prezzo attraverso analisi macroeconomiche globali e quindi individuano paesi e settori in cui operare per sfruttarle. Queste strategie sono il modo migliore per gestire fondi di grosse dimensioni: alcuni di questi hanno un capitale di svariati miliardi di dollari e sono quelli che consentono la maggior discrezionalità ai gestori

Cosa è un fondo Hedge?*- Parte terza - Borsa Italiana



Global Macro - Generate Superior Returns With Less Risk | Seeking Alpha
 
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[Market Neutral/Relative Value] Strategia Equity Market Neutral

È una variante della più nota ed usata long/short,con la differenza sostanziale che il ptf in questo caso non sarà mai completamente lungo o corto e le esposizioni long sono esattamente pari come controvalore a quelle short (neutralitá al mercato).

La tecnica è basata sull'individuazione di titoli azionari (i più liquidi) per i quali si prevedono performance superiori (titoli sottovalutati) o inferiori (titoli sopravvalutati) rispetto a quelle del mercato. Il gestore acquista i titoli del primo tipo e vende allo scoperto quelli del secondo.

Glossario - Borsa Italiana

Alt-Azionario market neutral

I gestori cercano di ridurre il rischio sistemico, generato da fattori come l’esposizione settoriale, geografica, valutaria o a un particolare stile di investimento. Per farlo combinano posizioni lunghe e corte all’interno di ciascuna area. Si distinguono perché hanno generalmente un beta basso (inferiore a 0,3 in termini assoluti) rispetto a indici come l’Msci World, sono quindi meno sensibili alle oscillazioni del mercato. Il loro successo dipende nell’abilità nel vendere short (allo scoperto) e comprare long le “giuste” azioni


Una classificazione per gli alternativi | Morningstar

EQUITY MARKET NEUTRAL

La strategia d'investimento market neutral, variante della strategia long/short equity, è sicuramente uno dei campi di innovazione finanziaria che negli ultimi 15 anni ha avuto un notevole sviluppo.
Si caratterizza per avere un portafoglio neutrale rispetto al mercato cioè, un portafoglio neutrale rispetto ai movimenti del mercato. Per cui si realizzeranno performance positive se le posizioni lunghe salgono più velocemente di quanto diminuiscono di valore le posizioni corte di portafoglio e viceversa.
L'investimento market neutral, nel modello statistico-matematico del Capital Asset Pricing Model (CAPM), può essere descritto come investimento a beta nullo o, per le strategie a reddito fisso con duration pari a zero. Il CAPM sostiene che il rendimento atteso di uno specifico investimento è funzione di due parametri: il rendimento atteso da attività prive di rischio ed il premio medio per il rischio.

Il coefficiente alfa fornisce la misura dell'extrarendimento atteso da ciascun titolo sottovalutato ed è calcolato dalla differenza fra il rendimento medio atteso e quello prevedibile sulla base del premio per il rischio ed il beta del titolo. Alfa rappresenta quindi l'abilità del gestore nell'attività di stock picking ovvero di scelta dei titoli da includere in portafoglio il cui rendimento è indipendente dal mercato.
Lo scopo del gestore in una strategia market neutral è la massimizzazione di entrambi gli alfa, quelli relativi alle posizioni lunghe e quelli inerti le corte, impiegando una gestione integrata e non separata delle stesse in un'ottica di portafoglio globale.
Per cui, un portafoglio ottimo potrebbe essere composto da titoli con beta prossimi allo zero, neutrale quindi all'andamento dei mercati, capaci di generare un alfa positivo. Per il gestore non è semplice mantenere costante il beta prossimo allo zero di un portafoglio in quanto, anche una sola piccola variazione nel prezzo di un titolo presente nel portafoglio ne modifica i pesi e di conseguenza il valore del beta. Per questo motivo il gestore deve ribilanciare continuamente il portafoglio per mantenere il beta prossimo allo zero.
Dal punto di vista operativo, un gruppo di titoli è valutato in relazione all'altro o rispetto ad un benchmark. Una volta che sono identificati titoli con incongruenze nei prezzi, allora si può assumere una delle seguenti 3 posizioni:

. acquistare i titoli sottovalutati e coprirsi dal rischio di mercato andando corto su titoli valutati correttamente;
. vendere allo scoperto titoli sopravvalutati e coprire il rischio di mercato tramite l'acquisto di titoli valutati correttamente;
. acquistare titoli sottovalutati e vendere allo scoperto titoli sopravvalutati.
La maggioranza dei portafogli market neutral è composta da un portafoglio diversificato di posizioni lunghe coperto con un portafoglio diversificato di posizioni corte. Essi sono quindi disegnati per trarre vantaggio da anomalie tra titoli e/o derivati direttamente o indirettamente correlati, e non quindi da movimenti direzionali del mercato.
La market neutral strategy comprende un'ampia varietà di tecniche di arbitraggio virtualmente in ogni asset class e vuole trarre un rendimento dall'abilità dei managers nell'identificare valore e nel costruire le coperture.
È bene sottolineare che, dire market neutral può essere un'espressione fuorviante: non vuol dire automaticamente neutralità al rischio.
La tecnica in esame, infatti, non va ad annullare la relazione positiva tra rischio e rendimento.
Le strategie di questo tipo neutralizzano semplicemente un genere di rischio a favore di un altro.
Ad esempio nei portafogli azionari esistono due principali fonti di rischio: la selezione dei titoli e il mercato.
La stock selection implica incertezza sulle sorti di un particolare titolo. Il rischio di mercato rappresenta l'esposizione del titolo all'incertezza legata ai futuri movimenti del mercato nel suo complesso.
Poichè i gestori ritengono di poter prevedere l'andamento di un particolare titolo con maggiore precisione rispetto alla tendenza generale del mercato, cercano di neutralizzare i rischi complementari legati al mercato a favore del rischio di selezione dei titoli: il metodo consiste nell'assumere posizioni lunghe in azioni che a loro parere potranno guadagnare più del mercato e una quantità equivalente di posizioni corte su quei titoli che secondo loro registreranno performance inferiore al mercato.
Gli specialisti in strategie market neutral si servono di modelli software quantitativi per creare un vantaggio statistico nella scelta dei titoli e un vantaggio strategico nel controllo del rischio sistemico.
Quest'approccio è studiato per ottenere utili costanti con una volatilità molto bassa per diversi contesti di mercato.
In altre parole, i profitti dipendono esclusivamente dalla capacità di stock selection dei titoli sopra e sottovalutati, indipendentemente dalla direzione del mercato e dal market timing.
Distinguiamo, tre diversi tipi di categorie market neutral: Equity Market Neutral, Fixed-Income e Arbitrage,Convertible.
Dal momento che la strategia deve essere neutrale al mercato, il processo di allocazione di portafoglio deve considerare le differenze di beta che i vari titoli presentano: la media ponderata dei singoli titoli in posizione lunga del portafoglio (Beta long) deve approssimarsi alla media ponderata dei beta dei titoli in posizione corta (Beta short), in modo tale da annullare il rischio sistematico di mercato.
Il portafoglio in questione avrà un beta basso o nullo ed i rendimenti saranno incorrelati con il mercato azionario.
Vi sono diverse varianti di questa tipologia:

dollar neutral o uguale esposizione in dollari long e short;
sector neutral o dollar neutral con pesi dei diversi settori bilanciati in entrambe le posizioni;
industry specialized o long/short in un particolare settore industriale come quello dei titoli bancari o delle utilities e beta neutral o uguali beta sul lato long e su quello short per prevenire beta residuali positivi o negativi nel portafoglio aggregato.
Si può sostenere innanzitutto che, le posizioni corte possono offrire maggiore profittabilità rispetto a quelle lunghe. Infatti, un portafoglio di azioni vendute allo scoperto, se gestito in maniera efficace, può assicurare molte potenzialità di rendimento.
Le vendite allo scoperto sono comunque in generale limitate.
In questo modo solo le aspettative ottimistiche vengono correttamente rappresentate nei prezzi, mentre quelle pessimistiche lo sono solo in parte. Ciò genera sopravvalutazione di determinate attività finanziarie e ci saranno più attività sopravvalutate rispetto a quelle sottovalutate.
Gli hedge funds, in questo contesto sono sicuramente favoriti date le minori restrizioni e la grande libertà di azione di cui dispongono.
Riescono a sfruttare appieno le opportunità derivanti da titoli sopravvalutati.
La sopravvalutazione può anche essere favorita da bolle speculative, favorite anche dall'attuale fase di turbolenza e dal cambiamento strutturale dei mercati finanziari (si sta, infatti, passando
ad un mercato veramente globale, nel quale diventa sempre più facile comunicare ed eseguire le transazioni finanziarie da una piazza all'altra).
Se si pensa che un titolo sia sopravvalutato, un investitore long only può al massimo escluderlo dal suo portafoglio, non potendo così sfruttarlo appieno: la possibilità di sottopesarlo rispetto al proprio benchmark è limitata.
La possibilità dell'investitore long-short di sottopesare il titolo sopravvalutato, è invece limitata solo dal suo grado di avversione al rischio: in questo contesto non esiste, infatti, un benchmark passivo dal quale si è dipendenti per garantire almeno un certo livello di performance.
Un altro svantaggio di essere solo long è rappresentato dalla necessità di contenere i pesi nel portafoglio che può ulteriormente limitare il grado di attività (intesa come possibilità di sotto/sovrappesare le proprie posizioni rispetto al benchmark).
Gli scostamenti rispetto ai pesi contenuti nell'indice di riferimento introducono un maggiore rischio residuale; quindi, maggiori sono tali scostamenti, maggiore è la probabilità di non raggiungere il rendimento del benchmark.
In un portafoglio long only controllare il rischio residuale implica il controllo del peso di ciascun titolo posseduto, che si traduce nella limitata possibilità di sotto e di sovrappesare.
Invece un portafoglio long/short market neutral, se opportunamente costruito, non va incontro a tali restrizioni.
Il fatto che le posizioni lunghe e corte si compensino a vicenda va ad eliminare il rischio sistematico del mercato, e con esso il benchmark azionario proprio delle gestioni long only.
Il parametro di paragone diventa il rendimento privo di rischio, in quanto tale rendimento assicura la strategia zero rischio residuale e si può concludere che un portafoglio long/short è meno index-constrained.
Per ottenere risultati positivi bisogna monitorare il rischio del portafoglio tramite un giusto bilanciamento di posizioni lunghe e corte.


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How To Design A Market Neutral Portfolio | Seeking Alpha

How To Design A Market Neutral Portfolio - Part 2 | Seeking Alpha
 

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Strategia Long/Short

In realtà qualcuno aveva già accennato a questa classe (long/short)

Consiglio su Fondo Long/Short e Portafoglio

Allego un interessante handbook,donatomi gentilmente da un utente :D

Il concetto base della strategia long/short, strategia maggiormente diffusa , è di assumere posizioni lunghe in titoli azionari che si ritiene possano avere una performance superiore al mercato e di vendere allo scoperto i titoli azionari che, al contrario, si ritiene possano avere una performance inferiore a quella del mercato. Gli esperti di strategie di hedge azionario combinano investimenti azionari primari lunghi con vendite allo scoperto di titoli azionari o opzioni su indici azionari in quanto l'obiettivo dei gestori long/short è la costruzione di un portafoglio azionario i cui rendimenti non dipendano dall'andamento del mercato ma solo dalla loro abilità di selezionare le azioni. I loro portafogli vanno quindi dalle posizioni lunghe nette alle posizioni corte nette, a seconda delle condizioni del mercato conseguendo guadagni quando le prime si apprezzano e le seconde si deprezzano.

Con la modalità long-short si intendono strategie nelle quali possono essere assunte posizioni sia lunghe che corte sugli strumenti utilizzati. In questo modo il portafoglio detenuto potrà essere completamente long o anche totalmente short.


I gestori possono avere una esposizione positiva nei confronti del mercato (net long bias) o una esposizione negativa (net short bias). Generalmente l'esposizione netta al mercato è positiva tendendo quindi ad avere una correlazione positiva con l'andamento dei mercati azionari. I gestori sono però a conoscenza del fatto che i prezzi dei singoli titoli possono, come spesso accade, fluttuare in risposta a fattori non legati all'evoluzione del mercato nel suo complesso. Occorre quindi effettuare un'adeguata stock selection è adeguata al fine di guadagnare sia nelle fasi di rialzo sia in quelle di ribasso del mercato. Le posizioni corte vengono utilizzare per generare un profitto piuttosto che fornire una copertura per le posizioni lunghe.
Mentre nelle fasi rialziste la strategia long/short può generare rendimenti incentrati sulla selezione dei titoli e sulle posizioni lunghe, ma tramite le posizione short si garantiscono minore volatilità e un'inferiore esposizione al mercato, nelle fasi ribassiste, per ottenere performance migliori di quelle del mercato, i gestori utilizzano le vendite allo scoperto e la copertura.
Una grandezza fondamentale che caratterizza un hedge fund gestito secondo la strategia long/short è l'esposizione netta al mercato (net market exposure) pari alla differenza tra l'esposizione lunga (EL) e quella corta (ES) rapportato il tutto al totale del capitale investito.
A tal proposito si possono distinguere due approcci differenti nel senso che esistono due tipi di gestori: i gestori cosiddetti prudenti che cercano di minimizzare il rischio tenendo l'esposizione al mercato tra lo 0 e il 100%, e i gestori più aggressivi che aumentano la loro esposizione oltre il 100% o in alternativa, mantengono un'esposizione corta netta.
Ma la gestione di una strategia long/short risulta difficile da gestire in quanto le posizioni in portafoglio devono essere periodicamente ribilanciate a causa della correlazione di quest'ultime con l'andamento delle performance dei titoli.


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M* individua 4 macro categorie

Alt – Long/short azionario Europa

I fondi assumono posizioni lunghe e corte sui titoli europei, direttamente o attraverso derivati. Generalmente hanno un beta superiore a 0,3 rispetto all’indice Msci Europe. Hanno lo stesso approccio anche gli alternativi specializzati su altre regioni, come gli Stati Uniti o il Regno Unito.

Alt – Long/short azionario internazionale

Si espongono alle Borse globali assumendo posizioni lunghe e corte, direttamente o tramite derivati. Generalmente hanno un beta superiore a 0,3 rispetto a indici internazionali come l’Msci World.

Alt – Long/short azionario emergenti

I fondi assumono posizioni lunghe e corte sui mercati azionari dei paesi in via di sviluppo, direttamente o attraverso derivati. Hanno, generalmente, un beta superiore a 0,3 rispetto a panieri come l’Msci EM.

Alt – Long/short debt

I gestori assumono decisioni direzionali sui titoli obbligazionari globali. Le posizioni lunghe e corte sono generalmente indipendenti, per cui non si compensano. Il portafoglio è costituito prevalentemente da titoli di debito, ma possono esserci anche altri strumenti finanziari (ad esempio i credit default swap).


LongShort Investing Bon Apptit | PIMCO

​“Long/short equity” is a distinct investment approach that seeks to reduce downside risk while still capturing much of the equity market’s upside potential.

Hedge Fund Equity Long-Short Strategy | Hedge Fund Information



Hedge Funds And Long/Short Strategies | Seeking Alpha
 

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Event Driven Multistrategy [1]

Alt – Event driven

I fondi cercano di trarre profitto dalle variazioni dei prezzi dei titoli dovute a determinati eventi societari, come la bancarotta, le fusioni e acquisizioni, i cambiamenti nella strategia aziendale, eccetera.


Le strategie event driven cercano di trarre vantaggio dalle opportunità che si verificano durante il ciclo di vita dell'impresa o che si presentano in seguito ad eventi societari straordinari (come ad esempio fallimenti, ristrutturazioni finanziarie, fusioni, scorpori). La caratteristica peculiare che distingue questa macro-classe rispetto alla precedente è che il portafoglio è costituito per lo più da posizioni lunghe, ossia l'esposizione netta al mercato è positiva: in questo caso particolare è possibile ottenere dei profitti in caso di rialzo del mercato, anche se comunque non sono del tutto assenti strumenti di copertura. La chiave del successo di questa strategia è rappresentata dalla gestione del deal risk, vale a dire il rischio che un'operazione annunciata dall'impresa target possa poi non essere conclusa. La strategia seguita dagli investitori, che iniziano ad operare solo dopo che l'annuncio di un fatto straordinario legato alla società è stato fatto, punta alla ricerca di:
− una disparità tra il valore corrente di mercato rispetto al valore intrinseco del titolo in esame (valore previsto dagli operatori ad evento completato);
− un elemento catalizzatore a breve termine, che modifichi la percezione che il mercato nutre nei confronti dell'impresa in questione;
− una stima del tempo necessario per far sì che l'evento catalizzatore sia in grado di modificare le valutazioni di mercato.


L'abilità del fund manager risiede nell'identificare e prevedere correttamente l'esito dell'evento attraverso contatti personali con esponenti del settore, opinioni legali e bancarie, competenza nei vari ambiti d'intervento.

Se tale valutazione conduce ad un profilo di rischio/rendimento favorevole, gli investitori acquistano i titoli della società target, ottenendo un profitto legato all'incremento di valore conseguente alla rivalutazione derivante dall'evento catalizzatore. Per tutelarsi dal rischio di erronee previsioni, è necessario elaborare accurate diversificazioni di portafoglio. Il rischio specifico è controllato attraverso l'imposizione di massimali per ogni singolo investimento, mentre il rischio sistematico con l'acquisto di opzioni put o con un prudente ricorso alla vendita allo scoperto e un'attenta gestione del leverage. Tra le sub-categorie che utilizzano tale strategia si distinguono quelle che operano su più eventi aziendali (dette event driven multistrategy) da quelle che si specializzano in singole operazioni tra cui:

merger o risk arbitrage;
distressed securities.


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Event-Driven Equity - Hedge Fund Crowding Overshadows Positive Fundamental Backdrop | Seeking Alpha
 
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Event Driven Multistrategy [2]

Merger & Distressed

La strategia Event Driven comprende le sub-categorie di Merger Arbitrage e Distressed Securities.

Merger o risk arbitrage

La strategia merger o risk arbitrage focalizza l'attenzione sulle operazioni di fusione e acquisizione. Solitamente, in queste circostanze, si verifica che il titolo della società che verrà acquistata registra un netto aumento, anche se potrebbe non raggiungere il prezzo offerto dall'acquirente. Il differenziale tra il prezzo offerto e quello effettivo è detto spread. Nella maggior parte dei casi tale spread è positivo e rappresenta il compenso che il fund manager percepisce per il periodo che intercorre tra l'annuncio e il perfezionamento della fusione e per il rischio che si assume nel caso in cui tale fusione non vada a buon fine. Il successo della strategia dipende quindi dal completamento delle operazioni di fusione: maggiore è il rischio che una transazione fallisca, maggiore è lo spread. Nello specifico, il risk arbitrage consiste:

− nel solo acquisto delle azioni della società target, nel caso in cui l'offerta sia nella forma cash deal;

− nell'acquisto delle azioni della società target e, contestualmente, nella vendita allo scoperto delle azioni della società acquirente, nel caso di una forma di offerta con
cambio dei titoli (stock for stock deal).In questo caso, infatti, il gestore deve coprirsi dal rischio relativo ad una riduzione del prezzo del titolo dell'impresa acquirente.

Nel caso in cui si conclude effettivamente l'operazione, il gestore potrà lucrare di un aumento del valore delle azioni della società target, a condizione che non siano state fatte erronee previsioni. Il maggior rischio corso dai merger arbitrage managers è quello che la possibile fusione o acquisizione non vada in porto. Questo può essere causato dalla presenza di leggi antitrust, dall'indecisione del management o dalle reazioni negative del mercato. Per questa ragione gli operatori agiscono non sulla base di rumors, ma solo dopo che sono stati fatti annunci da parte delle società. Inoltre, per ridurre il rischio, è necessario evitare di assumere posizioni troppo pesanti in una particolare transazione, moderando il ricorso alla leva finanziaria.


Distressed securities

La strategia distressed securities consiste nel rivolgere l'attenzione verso le azioni e obbligazioni di società in difficoltà finanziarie, dovute a processi di ristrutturazione o risanamento economico. I prezzi di tali titoli sono notevolmente scontanti a causa delle forti incertezze sul recupero dell'impresa. A ciò si aggiunga che molti investitori istituzionali, come i fondi pensione, hanno obblighi normativi che impediscono loro di detenere obbligazioni al di sotto di uno specifico rating; essi si trovano dunque costretti a vendere tali titoli, contribuendo, tra l'altro, a ridurne le quotazioni. Anche le istituzioni bancarie spesso preferiscono cedere a terzi i propri prestiti peggiori per ottenere liquidità da reinvestire. E' proprio in questo contesto che i fund managers intuiscono la possibilità di trarre profitti: la strategia consiste nell'assumere posizioni lunghe sui titoli della società in dissesto finanziario, scommettendo sul buon esito dell'operazione di salvataggio. Le analisi effettuate per selezionare le società in cui investire riguardano gli eventi che spingono verso il basso i titoli: è possibile, ad esempio, che la società si sia diversificata troppo ma abbia ancora un valido core business; oppure può essere in crisi finanziaria a causa di problemi legali o di eventi esterni non collegati alla solidità dell'attività principale; o ancora può avere dei problemi di management risolvibilimediante opportuni cambiamenti ai vertici aziendali. Inoltre risulta fondamentale valutare se il prezzo di acquisto dei titoli sia inferiore o meno al loro valore potenziale analizzando le varie tipologie di debiti finanziari ed il loro grado di priorità nei rimborsi. Tipicamente i gestori di fondi speculativi che utilizzano questa strategia fanno un moderato ricorso al leverage, poiché i distressed securities sono già titoli con un'elevata leva implicita in quanto negoziati con un forte sconto rispetto alla parità. Poiché la strategia genera ritorni economici basati su eventi propri della società in difficoltà, come registrazioni fallimentari, l'esito di transazioni tra creditori o l'importo dei ricavi dal disinvestimento degli attivi, i rendimenti tendono ad avere una scarsa correlazione con i mercati finanziari. Sicuramente questa tecnica di investimento ha conosciuto una maggiore diffusione negli Stati Uniti, dove la procedura fallimentare è interpretata come il possibile prolungamento della vita della società e non come la fine di un'impresa.



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Hedge Fund Distressed Securities Strategy | Hedge Fund Education

Hedge Fund Merger Arbitrage Strategy | Hedge Fund Education

Event-Driven Strategies

Risk Arbitrage
 
[Market Neutral/Relative Value] Strategia (Debt) Arbitrage

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La strategica consiste nel cercare le discrepanze nei prezzi dei titoli obbligazionari. Il portafoglio è costruito utilizzando principalmente strumenti derivati sul reddito fisso. I fondi tendono ad avere un basso beta (inferiore a 0,3 in termini assoluti) rispetto a benchmark globali.

L'arbitraggio - Borsa Italiana

Fixed income arbitrage

La strategia fixed income arbitrage prevede l'assunzione da parte del gestore di posizioni lunghe e corte per uno stesso ammontare in titoli simili del reddito fisso (quali buoni del Tesoro, obbligazioni societarie, titoli garantiti, debito dei paesi di mercati emergenti), i cui valori sono storicamente o statisticamente correlati, ma che presentano temporanei sfasamenti di prezzo. L'obiettivo è neutralizzare le fluttuazioni dei tassi di interesse attraverso l'acquisto dei titoli per i quali è previsto un livello dei prezzi superiore a quello di mercato e la vendita allo scoperto di titoli per i quali si prevede invece una riduzione di valore. Per contenere il rischio si cercano di costruire portafogli che minimizzino o azzerino la duration complessiva delle due posizioni (long/short). Per individuare le discrepanze tra prezzi i gestori, oltre ad analizzare i flussi di cassa, i rating creditizi, le curve di rendimento e di volatilità, ipotizzano vari scenari e le loro probabilità di accadimento (ad esempio diverse configurazione dei tassi o possibili crisi finanziarie internazionali). La necessità di ricorrere alla vendita allo scoperto limita l'operatività degli arbitraggisti ai mercati molto liquidi i cui titoli sono facilmente reperibili. Allo stesso tempo, tali mercati sono spesso anche i più efficienti e quelli in cui gli sfasamenti di prezzi sono di pochi punti base. Per questo motivo i gestori devono identificare discrepanze minime e ricorrere in larga misura alla leva finanziaria per raggiungere performance accettabili. L'utilizzo del leverage deve, però, essere valutato in modo opportuno poiché si traduce inevitabilmente in un aumento dell'esposizione al rischio non diversificabile.


Fixed-Income Arbitrage

Hedge Fund Fixed Income Arbitrage Strategy | Hedge Fund Education


Convertible arbitrage

La strategia del convertible arbitrage consiste nell'acquisto di obbligazioni convertibili e nella contestuale vendita allo scoperto di un determinato numero di azioni sottostanti, in modo tale da coprirsi dall'esposizione al mercato. Le obbligazioni convertibili sono titoli composti da un obbligazione con cedola (fissa o variabile, a seconda della tipologia del tasso di interesse previsto contrattualmente) e un'opzione di acquisto delle azioni della stessa società emittente (procedimento diretto) o di una terza società (procedimento indiretto); il possessore del titolo ha la facoltà (e non l'obbligo) di convertire tale obbligazione in un numero predeterminato di azioni attraverso l'esercizio dell'opzione. Egli, inoltre, percepisce un interesse periodico e, nell'ipotesi di non conversione, ha diritto al rimborso del capitale a scadenza; al contrario, se converte acquisisce i diritti tipici dell'azione che ottiene. Questa tecnica fa un notevole uso di modelli complicati e formule statistiche che cercano di misurare il valore teorico del titolo convertibile, stabilendo se sia correttamente valutato dal mercato. In generale il gestore, dopo aver analizzato le obbligazioni convertibili emesse da un gran numero di società, individua quelle sottovalutate che presentano discrepanze di prezzo rispetto al titolo sottostante e che catturano il più possibile l'upside potential (cioè la volatilità positiva dell'azione) e, allo stesso tempo, minimizzano l'impatto del downside risk del titolo stesso sul convertibile. I profitti vengono conseguiti nel caso si assista ad un ribasso del mercato azionario, calcolabile come prodotto tra la diminuzione del prezzo e il numero di titoli venduti.


Convertible Arbitrage

Convertible Arbitrage
 
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Carmignac Patrimoine

Non solo gli "Alternativi"...


Carmignac Patrimoine A EUR Acc (EUR)|FR0010135103


Non ha bisogno di presentazioni :yes::bow:

Carmignac Patrimoine A acc FR0010135103

Alternativa al carmignac patrimoine isin FR0010135103

Pare non ne abbiano trovate

fondi Carmignac che ne pensate?

Ecc ecc...

Il gestore applica inoltre come driver di performance le strategie cosiddette "relative value" al fine di beneficiare del "valore relativo" fra diversi strumenti; in particolare utilizza le seguenti strategie:

• "Long/Short Equity": questa strategia offre contemporaneamente un'esposizione lunga e corta ai mercati azionari.

• "Fixed Income Arbitrage": questa strategia offre un'esposizione creditoria e debitoria su varie aree geografiche, diversi segmenti della curva dei tassi d'interesse e/o diversi strumenti dei mercati obbligazionari.

• "Long Short Credit": questa strategia offre contemporaneamente un'esposizione lunga e corta ai diversi segmenti del mercato del credito.

• "Long/Short Valute": questa strategia consente l'esposizione ai rialzi o ai ribassi di una valuta. Tali driver di performance saranno attivati mediante prodotti derivati (almeno parzialmente). Per maggior chiarezza, il gestore può anche decidere di assumere posizioni in vendita (definite "corte" o "short") sui sottostanti idonei del portafoglio, laddove ritenga che gli stessi siano sopravvalutati dal mercato. Posizioni del genere si possono assumere tramite contratti finanziari a termine, tra i quali i CFD (contract for difference, o contratti differenziali).


Il dettaglio sulla strategia di utilizzo degli strumenti derivati lo trovate nel prospetto allegato.
 

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