In interventi precedenti e' stato suggerito da altri di stimare il costo pagato all'assicurazione facendo un confronto tra i coefficienti della rendita privata e i coefficienti dell'inps, utilizzando questi come stima dei coefficienti che applicherebbe l'agenzia assicurativa se fosse un'associazione no-profit, che non carica dei costi sulla rendita. L'assunzione implicita e' che i coefficienti inps sono l'inverso dell'aspettativa di vita media e che quindi il costo della rendita sia la differenza tra i due coefficienti. Sto dicendo che questo e' sbagliato, perche' i coefficienti inps non sono l'inverso dell'aspettativa di media, includendo un tasso tecnico (fittizio, dato che l'inps non investe i contributi del pensionato... i contributi sono stati spesi non appena sono stati versati). Quindi al massimo il costo si puo' calcolare facendo la sottrazione tra i coefficienti inps e quelli di una rendita assicurativa che applica lo stesso tasso tecnico. O, piu' semplicemente, facendo la differenza tra i coefficienti a tasso tecnico 0 della rendita assicurativa e l'inverso dell'aspettativa di vita media (non ci vuole molto a fare una divisione). Nell'esempio fatto prima di un 63enne odierno, la rendita calcolata sull'aspettativa di vita a quell'eta' e' del 4.5%, le assicurazioni con cui sono convenzionati i citati fondi pensione erogano il 3.8%. Il costo della rendita e' lo 0.7%, una "tassa" pari al 16% della rendita calcolata sull'aspettativa di vita.