Gronchi non da indicazioni dice:
È stata pubblicata la tabella con i nuovi coefficienti di trasformazione per il biennio 2023‑2024. Grava su di loro la mancanza di trasparenza che li caratterizza fin dai primi passi della riforma Dini. La via maestra è l’aumento dell’età pensionabile.
Mi dispiace dar ulteriore fastidio a Beniamino ma visto che Roberto interpellato ripetutamente non risponde , mi vedo costretto a replicare sul fatto che non ci può essere confronto fra il tasso tecnico di un FA e quello usato da INPS che chiama impropriamente tasso di sconto .
L'art 1 comma 6 e 11 della legge Dini stabilisce sia il metodo per il calcolo del tasso di capitalizzazione che il ricalcolo dei coefficienti di trasformazione per rispettare il NDC(Notional Defined Contribution).
Bastava ed avanzava estendere l'utilizzo del tasso di capitalizzazione per definire la rivalutazione del montante anche alle pensioni in essere. In tal modo, un unico tasso d’interesse avrebbe remunerato i conti personali di tutti i “correntisti” (attivi e pensionati) e garantito sia equità intergenerazionale che l’equilibrio finanziario, cioè una spesa in linea col gettito contributivo.
Al testo di legge furono allegati coefficienti “segretamente” maggiorati anticipando un tasso tecnico dell’1,5 per cento di cui non fu fatta menzione. Il segreto sarebbe rimasto tombale perché la formula dei coefficienti restò nella penna del governo. Diventò “pubblica” sette anni dopo per benemerita iniziativa del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale.
Il risultato di questa operazione è che nonostante il calo dell'incidenza delle pensioni retributive , le gestioni sono tutte in deficit.
In conclusione , occorre una marcia indietro , spiegando al paese che se vuole la flessibilità in uscita che il contributivo teoricamente permette occorre :
. abolire la perequzione sulle pensioni contributive
. utilizzare un unico tasso per lavoratori e pensionati.