zero costi? Il nostro paghi se non sbaglio lo 0,30. Sei sicuro?
ISC è 0,04 su tutte le durate (tabella ufficiale).
Purtroppo non posso condividerlo, perché è un classico esempio di come il ISC non include sicuramente tutto. Include i costi di gestione applicati dal gestore (ovvero la banca) che è zero su tutte le voci. Il FP però nel patrimonio, a seconda della linea, non include solo titoli di stato e singole azioni, ma una gran quantità di ETF che hanno costo molto basso ma no nullo, un 20% circa di fondi attivi istituzionali (nella mia linea 60/40) che hanno costo di gestione appena superiore all'ETF, ed una piccolissima percentuale di fondi attivi con costi molto superiori.
E' quindi evidente che il ISC non è omni-comprensivo dei costi di ciò che all'interno del wrapper, altrimenti non potrebbe essere così basso. In ogni caso non mi lamento assolutamente, ma se vale per la situazione "più agevolata" questo principio può essere valido per quelle meno. Poi i criteri di pubblicazione e calcolo dei costi "non vivi" bisognerebbe chiederlo quasi ad una società di revisione. Questo è quello che ci ho capito io.
Non credo che il ISC della Covip risponda simmetricamente al TER della Consob, possono esserci criteri leggermente diversi. Comunque il mio non è un invito ad eccessive elucubrazioni mentali, sono un moderato invito a dare un'occhiata per cercare di capire come ed in che investe il FP se dovete versarci sudati risparmi per 35 anni.
Perché non dovrebbe esserlo? Perché uno se li vuole spendere prima? Onori ed oneri della libertà individuale: io sarei ben lieto di investire per conto mio anche i contributi che obbligatoriamente devono essere versati allo Stato, se me ne fosse data la possibilità.
Totuccio secondo me apre un bellissimo tema, sul discorso etico, economico e purtroppo di conseguenza politico della previdenza privata. Il problema grosso è che il primo paese ad aderire completamente e massivamente alla previdenza privata tramite fondi pensione (anche se controllati dallo Stato) vi ha aderito a inizio anni '80 ed è riuscito a portarli avanti come modello fino a pochi anni fa, periodo in cui la massa degli aderenti di inizio corso è arrivata alla pensione.
La cosa grave dei sistemi previdenziali è, come dice Totuccio, il lunghissimo corso: ce se ne accorge non a decenni, ma a generazioni di distanza.
Il meccanismo retributivo, quasi rivoluzionario nel primo dopoguerra, che sostituiva gli enti previdenziali che cambiarono la vita reale delle persone più di quasi tutte le rivoluzioni sociali degli ultimi secoli a inizio secolo scorso, è crollato come un sistema iniquo. Ma noi lo guardiamo con l'occhio del 2020: nel 1940-1950 era evidente che il flusso pagato per la previdenza dall'enorme massa della forza lavoro nel lungo corso della medesima (30-40 anni di lavoro) avrebbe con piccolissimo sforzo dato benessere all'esiguo numero di anziani per i pochissimi anni che li separavano dalla fine dell'età lavorativa (intorno ai 60 anni) e la morte (intorno ai 70).
Oggi tutto è cambiato.
Il sistema 'libero' a contribuzione privata è quello che TUTTI avremmo voluto, magari liberarci dal pagamento delle pensioni retributive ai molti anziani, oggi, capitalizzando in indici che nel corso dei decenni fanno miracoli...
...ma anche quello è un modello non universale. I paesi che lo abbracciarono (con l'autoritarismo) 40 anni fa, venivano, ancora prima di leman brothers, lodati da docenti di Harvard per il 'miracolo economico' che il reinvestimento nell'economia nazionale di quelle masse di risparmio aveva fatto su tutti gli aggregati. Ma si è tradotto nella peggiore dittatura della iniqua distribuzione sociale e nella vera catastrofe economica appena 12-13 anni dopo.
In altre parole si sta rivelando un meccanismo ad elevata volatilità: che può rendere molto, ma anche mettere a rischio collettivamente il benessere aggregato di interi paesi. In altre parole, collettivamente, bisogna ancora testarlo, personalmente ho molto timore su quanto accadrà anche da noi tra 20 anni e non so se bisogna stare attenti nell'auspicarci troppa libertà.