Futura tassazione rendite finanziarie: diversi effetti a seconda del metodo applicato

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Futura tassazione rendite finanziarie: diversi effetti a seconda del metodo applicato.

Cortesemente gradirei sapere se c’e’ certezza circa il metodo da applicare per il calcolo del credito di imposta a seguito di operazioni chiuse in minusvalenza.
Questo naturalmente in vista del prossimo aumento delle aliquote.
Mi spiego con un esempio.

Esistono due soggetti A e B che chiudono il loro rapporto di deposito titoli ottenendo ognuno la certificazione delle proprie minusvalenze.
Sia il sig. A che il sig. B hanno certificata la perdita di un capitale pari a 10.000 euro.

Successivamente il Sig. A apre un nuovo rapporto con la Banca Pippo la quale nel caricargli la certificazione ai fini fiscali evidenzia il capitale da recuperare in 10.000 euro.
Pertanto la sua posizione e’ : 10.000 euro di minusvalenza.

Contestualmente il Sig. B apre un nuovo rapporto con Banca Topolino la quale nel caricargli la certificazione (che ricordo specificava 10.000 euro di inus) evidenzia un credito di imposta pari al 12.5% del capitale perduto paria a 1250 euro.

Orbene….. fino ad oggi non ci sarebbero state differenze nell’applicazione di questi due diversi modi di caricare le minus ma con il prossimo aumento non sara´’ piu’ cosi.
Infatti ipotizzando un gain pari a 10.000 euro ed una futura aliquota pari al 20% mi trovero’ ad avere queste due distinte situazioni:

Il sig. A portera’ a zero la sua posizione. Questo perche la banca sottrarra’ i 10000 euro di gain dalla precedente perdita accumulata azzeradola e pertanto non applichera’ imposta.

Al sig. B la banca calcolera’ il 20% del gain di 10.000 euro pari a 2.000 euro.
Sottrarra’ a questi 2000 euro il credito d’imposta registrato in precedenza pari a 1250 euro ed avra’ pertanto una tassazione non dovuta per 750 euro.

Il caso e’ reale e non accademico. Nella mia famiglia abbiamo 2 istituti che utilizzano metodi diversi.
Qual’e’ quello giusto. Esiste una norma o una circolare ABI, bankit che ha regolato tale procedura?

Grazie in anticipo per il vostro aiuto.

Ciao :)
 
Dovrebbe aprire un numero la figlia di Wanna Marchi con lo studio Dos Nascimento y Gestao...appena so il numero lo metto così si può chiamare
 
i conteggi si fanno in base all'imposta e non in base all'imponibile.

Ci sono alcune banche che certificano l'imponibile, ma sbagliano. E per provocare errori nemmeno c'è bisogno di un eventuale aumento dell'aliquita: già adesso ci sono capital gain colpiti al 27% e non al 12.5%, seppur rari.
 
Voltaire ha scritto:
i conteggi si fanno in base all'imposta e non in base all'imponibile.

Ci sono alcune banche che certificano l'imponibile, ma sbagliano. E per provocare errori nemmeno c'è bisogno di un eventuale aumento dell'aliquita: già adesso ci sono capital gain colpiti al 27% e non al 12.5%, seppur rari.
Non mi pare che la tua spiegazione sia molto chiara.

Potresti spiegare con un esempio concreto.

In pratica se uno ha subito una perdita secca di 10000 € comincerà a pagare le tasse dopo aver recuperato ciò che era suo o no?
 
10mila euro di perdita sono 1250 euro di credito di imposta. E' questa la cifra che conta e non 10mila di imponibile, per due motivi:

1) Esistono casi di ritenuta al 27%, seppur rari.

2) Esiste la possibilità che le aliquote vigenti cambino.

Se si ragiona con gli imponibili (e ci sono banche che lo fanno) si rischia di sbagliare i conteggi.
 
Voltaire ha scritto:
10mila euro di perdita sono 1250 euro di credito di imposta. E' questa la cifra che conta e non 10mila di imponibile, per due motivi:

1) Esistono casi di ritenuta al 27%, seppur rari.

2) Esiste la possibilità che le aliquote vigenti cambino.

Se si ragiona con gli imponibili (e ci sono banche che lo fanno) si rischia di sbagliare i conteggi.
Sicchè chi ha da recuperare delle minus, si troverà a sopportare un prelievo fiscale equivalente ad una tassazione retroattiva.

Che logica barbara è

Le tasse vanno pagate sui guadagni reali non sulle perdite.
 
avicenna ha scritto:
Sicchè chi ha da recuperare delle minus, si troverà a sopportare un prelievo fiscale equivalente ad una tassazione retroattiva.

Che logica barbara è

Le tasse vanno pagate sui guadagni reali non sulle perdite.

Ma che senso ha fare una discussione su l'ignoto?
 
scusa fagal ma perche' parli di ignoto?

non sappiamo l'aliquota precisa ma possiamo dare scontato l'aumento.
sara' sicuro con il centro sinistra e sara' possibile anche con il centrodestra.
e comunque.... anche se non ci sara' l'aumento mi sembra interessante cercare di capire perche' le banche usano 2 sistemi diversi ed i diversi effetti che questo puo' provocare.
secondo me la cosa va approfondita comunque.

grazie per i pareri espressi.


ciao :)
 
Gli effetti sono che le banche che utilizzano software che prendono come base di calcolo l'imponibile e non l'imposta passeranno brutti quarti d'ora...
 
ed io con loro :( :( :(

quindi dobbiamo considerare certo il fatto che il calcolo corretto e' quello sull'imposta.
bisogna proprio che liquido tutto il portfolio in gain prima della "catastrofe",

ciao
 
Voltaire ha scritto:
Gli effetti sono che le banche che utilizzano software che prendono come base di calcolo l'imponibile e non l'imposta passeranno brutti quarti d'ora...

il gruppo unicredit e' una di queste.......
secondo me, da quando aumenteranno le aliquote, pardon "armonizzeranno"...... chi ha delle minusvalenze pregresse gli consentiranno di scontarle al 20% e invece chi ha delle plusvalenze non ancora conseguite e le realizzera' dopo l'aumento se le becca al 20.........
mi sembra troppo complicato qualsiasi altra soluzione......
 
Sono tante le banche che, in caso di aumento, dovrebbero rifare tutti i conteggi dal 2002 in poi (e si salvano perchè fino al 2001 le minus sono prescritte).
 
20 maggio 2006

Corre sui blocchi la paura da capital gain

Il probabile innalzamento dell’aliquota sulle plusvalenze ventilato da Prodi ha determinato un aumento delle operazioni fuori mercato. Si intensificano i passaggi di pacchetti infragruppo per contabilizzare subito i guadagni

L’effetto Prodi corre sui blocchi di Piazza Affari. Le operazioni fuori mercato registrate dalla Borsa Italiana in marzo e aprile hanno messo il turbo (rispettivamente più 30% e più 53%) e, secondo gli esperti, a spingere volumi e valori è l’attesa di un innalzamento della tassazione sui capital gain da parte del nuovo esecutivo. Già ventilata nel corso della campagna elettorale, la prospettiva di un passaggio di aliquota dall’attuale 12,5 al 20% non viene smentita dagli esponenti del governo di centro sinistra guidato da Romano Prodi. Al contrario, i timori del mercato vengono alimentati da dichiarazioni come quella rilasciata nei giorni scorsi dal sottosegretario all’economia, Paolo Cento: «Lotterò per la Tobin tax e per colpire le rendite speculative». Inoltre, potrebbero essere riviste le agevolazioni fiscali sulle plusvalenze di partecipazioni storiche introdotte dal 2006 da Tremonti: quelle di cui ha beneficiato Leonardo Del Vecchio nel recente riassetto societario, e presumibilmente Ratti nell’operazione emersa ieri. Complice un momento di prezzi di Borsa ai massimi dal 2001, gli investitori istituzionali hanno pensato comunque di mettersi al sicuro, con il passaggio di pacchetti azionari infragruppo. Il meccanismo è semplice: nel caso una società d’investimento, o una holding di partecipazioni, abbia l’opportunità di trasferire titoli tra diversi fondi (o comunque realtà giuridiche differenti), ottiene un triplice risultato. Innanzitutto, realizza la plusvalenza con l’attuale aliquota del 12,5 per cento. In secondo luogo, la proprietà del pacchetto resta sostanzialmente allo stesso soggetto. In terza istanza, il socio si trova in carico titoli a quotazioni molto elevate e, perciò, in una prospettiva di cessione nel breve periodo non dovrebbero generarsi ulteriori plusvalenze, ma semmai perdite, in uno scenario di aliquote più pesanti. È chiaro, comunque, che l’operazione di vendita/acquisto non può esser fatta sul listino telematico, bensì, in quanto concordata, soltanto ai blocchi o fuori mercato. A riprova di un meccanismo finalizzato a scambi solo «formali», c’è il fatto che operazioni anche voluminose non si sono tradotte in variazioni nelle compagini azionarie denunciate in Consob. Per esempio, nell’ultima settimana ai blocchi sono passati pacchetti importanti di Ifi (mercoledì) per un quantitativo pari al 2,6% del capitale, a un prezzo fortemente scontato sulle quotazioni. Nello stesso giorno è transitato l’1,11% della Popolare di Milano, mentre martedì ai blocchi è transitato l’1,33% del Credem. Spalmati tra lunedì e giovedì, poi, ci sono stati diversi blocchi pesanti per Unicredit (per totali 400mila euro), San Paolo (400mila euro) ed Eni (900mila euro). F&M
 
nel mio piccolo ho chiuso tutte le posizioni in gain sul portafoglio...ora mi porto in leggera minus e sto ad aspettare quello che succederà...
capita l'entità dell'aumento e la modalità di calcolo si potranno scegliere le contromosse...(per intenderci la tassazione societaria in alcuni paesi dell'est, ma sempre ue, potrebbe essere mooolto interessante....quindi si potrebbe tradare schermati da una società di capitali lì residente...
 
24 maggio 2006

«Il governo prepara la stangata sul capital gain»

Il governo è pronto ad agire sulla tassazione delle rendite finanziarie e sulle imposte di successione. Lo ha annunciato ieri il viceministro dell’Economia, Vincenzo Visco, aggiungendo che la maggioranza deve ancora decidere se intervenire con un decreto legge o con un provvedimento d’urgenza collegato alla Finanziaria. Ecco perché «non si tratta di cose che affronteremo nell’immediato», ha spiegato Visco, precisando che «comunque il governo non aumenterà le tasse e riuscirà a ridurre il deficit ereditato dal centrodestra». I numeri sono quelli che sono, ha detto l’ex ministro delle Finanze, «il rapporto fra deficit e pil è anche superiore al 4,5 per cento. La due diligence sta partendo in queste ore, però siamo su questo ordine di grandezza. Insomma, il Paese è in una situazione molto seria e la finanza pubblica è un disastro». In ogni caso, il viceministro è convinto che il governo riuscirà a rimettere in moto il Paese, sfruttando i pur modesti segnali di ripresa economica («le entrate vanno discretamente»). Due le leve su cui il ministero dell’Economia si prepara a intervenire. A cominciare dal recupero dell’evasione fiscale: «Bisogna fare in modo che ciascuno paghi le tasse in base al proprio reddito, avendo attenzione semmai per i meno abbienti», ha detto Visco, aggiungendo che bisogna intervenire anche sulla spesa: «Gli sprechi vanno razionalizzati gradualmente, bisogna intervenire in modo strutturale». Quanto ai tetti alle uscite introdotti dal precedente governo, il numero due di Via XX Settembre ricorda che «la spesa è cresciuta di 2,6 punti percentuali e l’avanzo primario si è azzerato: bisogna tornare al 2001, avanzo primario compreso. Se fosse stato conservato quel livello, il debito pubblico sarebbe sotto il 100% del pil, saremmo in paradiso. Ora siamo in purgatorio».
In ogni caso, il governo non chiederà trattamenti di favore a Bruxelles: «Non credo - ha concluso Visco - che il ministro dell’Economia, Tommaso Padoa Schioppa, abbia intenzione di chiedere alla Commissione europea una proroga del rientro del rapporto fra deficit/pil. Di certo non è all’ordine del giorno delle nostre discussioni e mi auguro che non sia necessaria una moratoria». Intanto, ieri, è sceso in campo anche il presidente del Consiglio, Romano Prodi, che nella replica al dibattito sulla fiducia alla Camera ha ribadito le preoccupazioni di Via XX Settembre. «Siamo in una fase forse più critica ancora di quella del ’96 quando facemmo gli sforzi per entrare nell’euro», ha detto il premier, aggiungendo che l’esecutivo inizierà ad agire già nelle prossime settimane. In ogni caso, ha aggiunto il capo del governo, «è un imperativo categorico ripristinare l’avanzo primario e portarlo vicino a quello che avevamo alla fine degli anni ’90». Intanto da Bruxelles arrivano segnali rassicuranti alla vigilia dell’incontro di oggi tra Joaquin Almunia e il ministro Padoa Schioppa. «C’è ancora tempo nel 2006 per avviare il risanamento dei conti pubblici italiani», avrebbe dichiarato ieri il commissario europeo agli Affari economici. L’incontro di oggi sarà l’occasione per un primo scambio di informazioni sullo stato dei conti pubblici al quale ne seguiranno altri dopo la verifica in corso al tesoro non è ancora conclusa. F&M
 
TASSE - l’Aduc risponde a Visco: “Chi fa investimenti non è un parassita”

I toni tornano accessi sull’argomento della tassazione delle rendite finanziarie, all’indomani della prima uscita del viceministro dell’Economia Vincenzo Visco. Il primo commento alle dichiarazioni dell’esponente diessino arriva già nelle prime ore della mattinata e direttamente dal numero uno dell’opposizione. Silvio Berlusconi, infatti, non risparmia l’attacco diretto e dichiara che Visco ha il chiaro intento di tassare il risparmio degli italiani. Tremonti, aggiunge l’ex Presidente del Consiglio,
per avere detto queste cose si prese del 'delinquente politico' poi i fatti hanno dimostrato che l'aumento delle tasse sui Bot e anche su quello che i genitori lasciano ai figli è nel loro programma".
Per Silvio Berlusconi, l’allarme sui conti pubblici lanciato ieri da diversi esponenti del Centrosinistra, tra cui il Premier Romano Prodi, non è altro che un pretesto per agire con nuove imposizioni fiscali, così come, aggiunge, più volte annunciato in campagna elettorale.

La risposta dal Governo arriva dal leader dei Verdi e ministro dell’Ambiente, Pecoraro Scanio che smentisce qualsiasi intenzione dell’Esecutivo di mettere nuove tasse. Più duro il commento di Paolo Cento, dello stesso partito di Pecoraro Scanio e sottosegretario all’Economia. Berlusconi, afferma Cento, aspetti le valutazioni della task force del ministero ed eviti, aggiunge, di turbare inutilmente i risparmiatori.

A tante dichiarazioni di esponenti della compagine di governo, non si aggiunge quella di Romano Prodi. Facendo fede all’invito fatto a tutti i ministri di “pedalare a testa bassa”, esternando solo decisioni e opinioni, il Presidente del Consiglio rinuncerà anche a partecipare alla puntata di stasera di “Porta a Porta”, in cui, appunto, era prevista la sua partecipazione.

Ma sull’uscita di ieri di Vincenzo Visco, la risposta più “pesante” non arriva dal mondo politico. Ci pensa l’Aduc ( associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori) a scendere nell’agone del dibattito sulle rendite finanziarie con una netta presa di posizione a difesa di risparmiatori e investitori. In una nota firmata dal presidente Paolo Mastrantoni, infatti, l’Aduc ricorda, innanzitutto ed in premessa, come attualmente esistano due aliquote, una al 12,5% per le "rendite" da capitale, (interessi, dividendi, e plusvalenze da titoli obbligazionari e azionari) e una al 27% per i depositi bancari, conti corrente e certificati. La differente tassazione ripropone lo strabismo dei vari governi sulla tassazione, afferma Mastrantoni, e per costoro (riferendosi a Visco ed al Governo) le "rendite" da depositi bancari sono diverse da quelle provenienti da investimenti azionari, che infatti vengono tassati in modo differente. L’Aduc, in sostanza, chiede dove stia la differenza sostanziale tra le due “imposizioni”. I depositi, afferma, vengono utilizzati dalle banche per i loro affari, cosi' come le azioni in borsa supportano le imprese nelle loro attivita', entrambe generano iniziative di vario tipo, industriali, artigianali. E il finale della nota emessa è tutto un affondo criticando il “riflesso” negativo di Visco quando tratta l’argomento rendite.
Ognuno del proprio denaro fa cio' che vuole e se ne ricava dei redditi perche' dovrebbe essere considerato uno sterile parassita? Così prosegue l’Aduc che aggiunge: “Livellare su una unica percentuale i guadagni da capitale e da depositi significa incrementare le entrate di circa 2 miliardi di euro, che coprirebbe del 20% il maggior onere derivante dalla diminuzione del famigerato cuneo fiscale”. Insomma, conclude la nota di Mastrantoni, e' una operazione di "copertura" che viene giustificata con la tassazione sulle "rendite" finanziarie.
http://www.trend-online.com/?stran=izbira&p=prp&id=121897&nopag=1
 
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