Incredibile l'enfasi di ieri sul titolo Ferrari, come se le difficolta' incontrate nella transizione energetica potessero permettere alla sola Ferrari, e a forse pochissimi altri marchi d'elite, di continuare ad usare i motori a benzina per un tempo indefinito.
Certamente gli emiri continueranno a comperare le Ferrari nuove e quelle d'antiquariato, ma che valore avra' in Europa una macchina da tenere per soprammobile a cui sara' vietato di circolare per le norme antiinquinamento? Se istituissero in futuro delle esenzioni solo per la Ferrari, perche' allora non anche per la Jaguar, per la Aston Martin, la Rolls Royce etc. ?
Vigna ha fatto delle capriole verbali in conference call per dire che per l'elettrificazione tutto sta procedendo "secondo i piani". Tanto tra qualche tempo lui potra' essere considerato un AD protempore e le castagne bollenti passeranno ad altri.
Qualche pensiero a riguardo, per stimolare ragionamenti plurali.
Amo molto la fotografia ma circa 8 anni fa andai in profonda crisi con il medium digitale. L’inflazione di immagini prodotte dagli smartphones e il tempo che spendevo a editare gli scatti dopo le uscite mi stavano togliendo ogni piacere. Smisi di fotografare per alcuni mesi, finchè il desiderio non tornò lentamente ad affiorare. L’idea di ricominciare come prima non mi attirava però, volevo che fotografare avesse un vero senso. Maturai l’idea di ridurre al massimo il numero di fotografie che avrei fatto e rendere l’esperienza essenziale. Acquistai una macchina analogica (una Leica M6, indistruttibile), un piccolo obiettivo da 35 mm di Zeiss e delle pellicole bianco e nero di Ilford. Per due anni fotografai solo in bianco e nero e solo da una singola prospettiva, quella del 35mm, senza poter piu’ poter vedere il risultato del mio scatto, ma dovendo attendere settimane fino al momento dello sviluppo. Il mio modo di fotografare cambiò completamente e oggi con qualsiasi mezzo (analogica, smartphone, etc) io entro in relazione col soggetto in modo diverso.
Due anni fa un mio amico inglese mi disse che stava cercando anche lui una M6 usata.
Gli dissi: già con 1,000 euro ne troverai una ottima.
Mi rispose: stai scherzando? Oggi con meno di 2,000 euro non troverai nulla di decente. Verificai ed effettivamente aveva ragione!
Nel frattempo anche le pellicole erano aumentate di prezzo in modo sensibile e i laboratori di sviluppo divenuti più rari.
Mentre le condizioni per fare fotografia analogica erano diventate più difficili, il valore della mia Leica M6 era raddoppiato!
Come molti sapranno, Leica è sinonimo di storia del fotogiornalismo e qualità ottica assoluta. Cominciai ad interessarmi maggiormente alle vicende del marchio e a leggere tutto quello che si trovava.
Con l’avvento del digitale, Leica uscì con alcune prime macchine digitali come la M8 e la M9 che venivano sbeffeggiate su tutti forum. il numero di megapixel era ridicolo rispetto alla concorrenza, le funzioni ridotte all’osso, in più i sensori si guastavano a causa di errori nella realizzazione. Il costo era però molto elevato. Passarono gli anni e i problemi di qualità furono superati, riportando i prodotti all’eccellenza. Le prestazioni tuttavia non si possono definire davvero superiori alla concorrenza di marchi come Fuji, Nikon e co. Ciò nonostante, oggi come oggi se vuoi acquistare un sistema M costituito da un corpo macchina M11 e un singolo obiettivo, facilmente spenderai 14-15,000 euro. Che senso ha? Economicamente nessuno e le foto che farai non saranno migliori degli scatti ottenuti con una Nikon a un terzo del prezzo. Il prodotto Leica è però concepito secondo un raffinato e curato minimalismo che riporta l’esperienza della fotografia digitale al medesimo sapore dell’analogico, fotografi meno, fotografi con uno scopo, fotografi con un progetto.
Il posizionamento segue una logica di puro lusso e vengono immesse macchine sul mercato anche con sensori incapaci di fotografare a colori per ottenere invece la massima gamma tonale nel bianco e nero. Due anni fa ho venduto tutta mia attrezzatura digitale e con i ricavi ho comprato una di queste macchine (la Q2M, compatta monocromatica) che tengo sempre con me quando esco accanto alla M6.
E’ semplicemente notevole.
in tutto questo, anche chi fotografa in modo meno ragionato, acquista Leica per darsi uno standing, esibire un oggetto costoso, sentirsi parte di una storia. Poi ci sono collezionisti che comprano serie speciali a 20,000 euro e non le usano mai per non graffiarle.
L’elettrificazione (quanto odio questo temine …) di Ferrari è a mio parere un percorso che ha tante analogie con quello che ha traghettato Leica dall’analogico al digitale. Dipende tutto da come il marchio saprà infondere i suoi valori, la sua visione, la sua unicità nel nuovo contesto tecnologico. E quanto ai prodotti legati al passato (motori a combustione, fotocamere analogiche) le difficoltà ad utilizzarli nel nuovo contesto non necessariamente ne ridurranno il valore, forse lo aumenteranno addirittura.
Concludo segnalando questa intervista del CEO del fondo sovrano norvegese a Vigna.
Guest: Benedetto Vigna CEO of Ferrari | Norges Bank Investment Management
Ascolto tutti i Podcast di Nicolai perchè sono conversazioni interessanti tra CEO e CEO.
Di questa puntata mi aveva colpito il fatto che il 40% dei possessori di Ferrari ha meno di 40 anni e che Ferrari stia sviluppando e brevettando l’acustica dei loro veicoli elettrici con grandissima attenzione.
Persone giovani che guidano Ferrari significa persone più digitali e meno cristallizzate su una esperienza di uso meccanica, dunque secondo me aperte al cambiamento futuro che la mobilità elettrica porterà nel marchio.
Al momento non ho nessuna posizione azionaria su Ferrari, ma ti ringrazio PAT per il tuo punto di vista sempre stimolante