Gianfranco Baruchello

Scusatemi amici, abbiate pazienza... ma non ho saputo resistere :D

Ho visto quest'opera in una galleria di Parigi l'altro giorno. E la cosa mi ha molto divertito stimolandomi questo giochino, vagamente sardonico, e bonariamente giocoso.

Ebbene: NON E' UN BARUCHELLO! :eek: :D

E' una piccola pergamena (20x15 circa) di VICTOR BRAUNER. Per l'esattezza, è un'opera del 1936! :bow:

Notevole eh?
Quando l'ho vista e ho notato le incredibili affinità mi sono subito leccato i baffi :D

Quindi abbiate pazienza, ma è stato un innocuo irresitibile scherzetto :D

Bravo Biagio per il tranello però se uno conosce bene il lavoro di Baruchello capisce immediatamente che non é una sua opera. Solo a livello stilistico c'é un abisso... I lavori di Baruchello sono molto meticolosi e precisi, il tratto del disegno é sempre deciso e con la stessa intensità così come le sue scritte come se fossero stampate.
 
è vero Immagine
ma avevo visto delle carte da Peccolo anni fa
il cui tratto non era assolutamente definito e se non erro pure alla galleria Milano
tempo fa c'erano delle operette che parevano fatte da un suo lontano parente incapace di
tenere ferma la mano.

Eppure era lui:D
 
e pensare che nel lontano 1969
dal 9 ottobre al 5 novembre

Lea Vergine presentò una mostra sull'azionismo viennese:eek::eek:, invitando
Gianfranco Baruchello, Tatsumi Kudo, Otto Muehl, Alina Szapocznikow e Curt Stenvert (e altri)

"Gli istinti repressi o rimossi sono i pericoli che minacciano l’uomo civile. L’«irritarte» distrugge le convenzioni di decenza da cui dipende la grande menzogna, la facciata posticcia, lacera lo schermo che separa la sfera pubblica da quella privata. Ogni latrina è salotto, ogni salotto è latrina. Niente più distinzione tra sublime e volgare. Siamo nascosti sotto il nostro contrario. Ciò che è oggetto di odio, di disprezzo, di biasimo da parte dell’uomo, costituisce la sua natura più vera e più profonda… LO spettatore è disorientato di fronte a oggetti che sono il più lontano immaginabile dalla convenzionale fruizione estetica… Disorientato e – lo ripetiamo – disgustato. Ma anche chi manifesta ostilità non può fare a meno di restare impressionato da ciò che condanna. Proverà repulsione ma, e lo conferma la forza incontrollata delle sue reazioni, verrà implicato, disturbato nel profondo. Respingerà queste opere e ne sarà attratto… L’«irritarte» non ha paura dei disegni spietati che la società attua: tenta una concorrenza liberatoria realizzando consapevolmente il male e l’orrore che combatte. E’ una posizione di sfida e questa sfida irrita.

LEA VERGINE
 

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carino il lotto da Finarte
 

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Fine anno, campagna di propaganda anti fontana,boetti, schifano,christo:o:p


"All’immaginazione non si può dar legge, nemmeno la psicoanalisi ci è riuscita. La fantasia deve rimanere ancora una fiaba, un racconto sconnesso. Perché tutto quello che non ha regole funziona meglio di tutto quel che le ammette."

Gianfranco Baruchello
 

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Mah.... :)

Sai già che su quello che dice Baruchello ho già avuto non poche perplessità....

Non voglio farne la detrattrice (non mi interessa proprio), ma in certe frasi (soprattutto il grassetto) personalmente di una certa sensibilità ne colgo.... pochina pochina :)

Quei "tutto", poi, lasciamo perdere (altrimenti apro una parentesi forse inutile).

Con TUTTO :D il rispetto, eh, per chi ci crede :)

Risposta da avvocato :D. Qui non si parla di dare spazio all’anarchia ma si parla di quella parte magica che è in ognuno di noi, che possiede ogni bambino, di quel qualcosa che è stato, che è, ma non è ancora...
 
Baruchello pare esprimersi con un linguaggio infantile, mentre è ben più complesso di quanto appare.
Il termine “magia” non va letto come fosse un mago, del resto Paul Klee disse
“L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è”.
Anche qui si cela una magia, non credi?;)

Ti riporto uno stralcio di un testo critico su Baruchello, tanto per meglio contestualizzare la sua “magia”

“E’ nell’essere estremamente privato e radicalmente politico, nell’attenzione verso il quotidiano, nella comprensione del lavoro artistico come creazione di nuove forme di vita che Baruchello diventa un interprete intelligente di alcune delle istanze più radicali che hanno caratterizzato i movimenti dei tardi anni Sessanta e di quasi tutti gli anni Settanta.
Gli anni delle lotte autonome e del rifiuto del lavoro di fabbrica, delle occupazioni e del femminismo. Gli anni della scoperta del valore politico delle forme di vita. Gli anni della sperimentazione, gli anni hanno restituito al desiderio la sua dimensione politica, sociale ed economica.
Questo è, senza alcun dubbio, Baruchello: uno sperimentatore desiderante, un ingegnere (o un agricoltore) del rizoma ( il rizoma rappresenta una piccola, grande “magia” che Madre Natura mette in atto per consentire alle piante di riprodursi e prosperare anche in situazioni climatiche ed ambientali particolarmente avverse).
Come non è un caso che l’operazione Agricola Cornelia S.p.a. (1973-1981), un processo artistico legato alla creazione e alla gestione di una vera e propria azienda agricola, tragga spunto, mascherato da ingenuo “ritorno alla terra”, dalla diffusione del rifiuto del lavoro come forma di lotta operaia.
L’agricoltura come arte magica riservata ad un sempre minor numero di individui che resistono alla seduzione del lavoro di fabbrica?” si chiede Baruchello nel’introduzione a “Agricola Cornelia S.p.a. 1973-‘81”, libro stampato in occasione di una mostra nel 1981 e elemento organico, sotto ogni aspetto, al complesso progetto artistico.”

E chiudo : siamo stati abituati a vedere nelle aste e nelle gallerie smalti e collage ma le opere più significative rimangono le sue scatole oggetto racchiuse in teche.


ciao;)
 

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"E credeva che il metadone fosse vitamina b"
 

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Baruchello pare esprimersi con un linguaggio infantile, mentre è ben più complesso di quanto appare.
Il termine “magia” non va letto come fosse un mago, del resto Paul Klee disse
“L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è”.
Anche qui si cela una magia, non credi?;)

Ti riporto uno stralcio di un testo critico su Baruchello, tanto per meglio contestualizzare la sua “magia”

“E’ nell’essere estremamente privato e radicalmente politico, nell’attenzione verso il quotidiano, nella comprensione del lavoro artistico come creazione di nuove forme di vita che Baruchello diventa un interprete intelligente di alcune delle istanze più radicali che hanno caratterizzato i movimenti dei tardi anni Sessanta e di quasi tutti gli anni Settanta.
Gli anni delle lotte autonome e del rifiuto del lavoro di fabbrica, delle occupazioni e del femminismo. Gli anni della scoperta del valore politico delle forme di vita. Gli anni della sperimentazione, gli anni hanno restituito al desiderio la sua dimensione politica, sociale ed economica.
Questo è, senza alcun dubbio, Baruchello: uno sperimentatore desiderante, un ingegnere (o un agricoltore) del rizoma ( il rizoma rappresenta una piccola, grande “magia” che Madre Natura mette in atto per consentire alle piante di riprodursi e prosperare anche in situazioni climatiche ed ambientali particolarmente avverse).
Come non è un caso che l’operazione Agricola Cornelia S.p.a. (1973-1981), un processo artistico legato alla creazione e alla gestione di una vera e propria azienda agricola, tragga spunto, mascherato da ingenuo “ritorno alla terra”, dalla diffusione del rifiuto del lavoro come forma di lotta operaia.
L’agricoltura come arte magica riservata ad un sempre minor numero di individui che resistono alla seduzione del lavoro di fabbrica?” si chiede Baruchello nel’introduzione a “Agricola Cornelia S.p.a. 1973-‘81”, libro stampato in occasione di una mostra nel 1981 e elemento organico, sotto ogni aspetto, al complesso progetto artistico.”

E chiudo : siamo stati abituati a vedere nelle aste e nelle gallerie smalti e collage ma le opere più significative rimangono le sue scatole oggetto racchiuse in teche.


ciao;)

Grazie Ale, ho pensato tutta notte su cosa rispondere... l’hai fatto tu perfettamente...
 
No, non credo che si tratti di “magia”, ma non voglio generare misunderstanding terminologigi: per cui io preferisco di gran lunga parlare di percezione, di intuizione, di ciò che mi arriva attraverso i sensi. Che è differente dalla “magia”. Ricordo perfettamente la frase di Paul Klee che hai citato (la avevo citata anch’io nel mio 3D): rendere visibile ciò che è invisibile quale funzione dell’Arte :)
E forse se per comodità sostituiamo il termine “invisibile” con la parola “intangibile” il discorso viene più chiaro ancora. Le emozioni, i sentimenti (che codificano le emozioni, e che accettano le regole secondo me, in qualche misura) si…. toccano? No, ma credo che nessuno di noi metta in discussione il fatto che esistano.
Ora (e senza addentrarmi nel discorso della Natura anche se :mmmm:…. anch’essa ha le sue regole, ma vabbé :D), io (sottolineo IO) non posso (NON POSSO :D) arrivare a interpretare il lavoro di un Artista che usa le parole (e le parole hanno un preciso significato: altrimenti dovrei supporre che le stia usando a vanvera) per dire che (e ripeto la frase):

"....tutto quello che non ha regole funziona meglio di tutto quel che le ammette",

perché non è così che “funziona”, per me (ripeto: PER ME) nemmeno quel mondo.

Guarda: da razionale (quale sono di base) certe “cose” le piglierei e le archivierei (per tornare a un linguaggio familiare a Baruchello) in un cassetto da tenere ben chiuso. Non tutto l’irrazionale eh, per carità, ma una parte sì. E l’ho vissuto (meglio non lo saprei dire)…. Hai presente come in “It”, la cosa? Ecco :D
Se non che – se se ne ha paura (non mi dilungo sul punto) – è peggio ;)
Come è che diceva qualche poeta maledetto (non ricordo se Baudelaire o qualcun altro dei maudits): il più grande inganno del Male (credo abbia usato diavolo demonio) è far credere che non esiste. Ma se vogliamo (più semplice ;) ) guardare dentro di noi, credo (credo) che sia indiscutibile come dentro di Noi coesista un Bene e un Male.
Ecco, ora rileggi un’altra volta la frase:

"....tutto quello che non ha regole funziona meglio di tutto quel che le ammette"

E orientala al Male. Vedi un po' come “ti esce”, e vedi un po' se a quel punto non ti servono regole ;)
Lo stesso vale comunque anche per il Bene, eh :) Quelle che sono le nostre voci interiori sono un timone, ma non è che questo timone si trovi a direzionare cose "senza regole". Non so se mi spiego, spero di sì (forse è poco chiaro questo punto ma son pigra :D).
Lui parla di “tutto”, e ripeto quella che è la mia (la mia) impressione: se non ha usato parole a vanvera (per il che dubito) ne ricavo ben poca sensibilità, e l’impressione che ben abbia evitato…. di farsi un giro dall’altra parte. Ciao ;)

Il significato di una frase ognuno di noi lo percepisce in modo diverso e ciò dipende in gran parte dalla nostra sensibilità e dal nostro bagaglio culturale... questo non vuol dire che pensarla in maniera diversa decida chi sia nel giusto e chi sia in errore... senza voler offendere nessuno ... a tantissimi piacciono gli arazzini di Boetti tutti belli colorati a molti di meno piacciono i feltri di Agnetti... non è che Boetti è superiore ad Agnetti e viceversa ma i gusti estetici sono diversi da persona a persona con una preponderanza per la semplicità a discapito di ciò che invece ha un messaggio non immediato... e in questo ultimo io vedo la magia...
 
Il significato di una frase ognuno di noi lo percepisce in modo diverso e ciò dipende in gran parte dalla nostra sensibilità e dal nostro bagaglio culturale... questo non vuol dire che pensarla in maniera diversa decida chi sia nel giusto e chi sia in errore... senza voler offendere nessuno ... a tantissimi piacciono gli arazzini di Boetti tutti belli colorati a molti di meno piacciono i feltri di Agnetti... non è che Boetti è superiore ad Agnetti e viceversa ma i gusti estetici sono diversi da persona a persona con una preponderanza per la semplicità a discapito di ciò che invece ha un messaggio non immediato... e in questo ultimo io vedo la magia...

Agnetti è decisamente meno "scontato" di Boetti, ma non sulle opere dove l'estetica prevale sul concettuale:cool:
Quelle le faceva per il mercato.

Il collezionismo sta maturando. Spero almeno:censored:
 
... alla fine la vera magia sta nel collezionista ...

siamo dei prestigiatori dell'inganno:D:p
 
di Manuela Gandini.

"E’ il 1960. Baruchello mette agitazione e replica al mondo l’impossibilità di narrare. La sua poetica è già a fuoco, è un raccoglitore di sintomi, piccoli oggetti, notizie, narrazioni illeggibili, scritture microscopiche che corrono sulle tele. Assembla discorsi, scarti e frammenti di pellicola inutilizzata dallo star system in operazioni di detournament cimentandosi – mezzo secolo fa - in film che durano 24 ore. Anticipa Warhol. Una mattina, del 1973, viene buttato giù dal letto all’alba. Fuori dalla porta c’è la polizia con i mitra spianati.
La tensione è altissima. Tutta la sinistra è sospetta.
Cinque anni dopo sarà rapito Moro.

La polizia cerca chiunque sia considerato rivoluzionario, anarchico, sovvertitore. Baruchello è scioccato, lascia Roma.
Va a vivere in un’area a nord della città per dedicarsi a un progetto agricolo: l’Agricola Cornelia. In fondo l’arte è un stato d’animo ed è un atto politico che si esprime a tutte le scale.
Occupa otto ettari attorno a un terreno di sua proprietà, allora destinati alla speculazione edilizia, coltivandoli. L’operazione riesce a sottrarre terra alla cementificazione. “Invece di fare lo scultore – mi ha raccontato in un’intervista - faccio un gregge di pecore, invece di fare l’incisore di lastre di metallo, faccio il latte x la Centrale del Latte. E’ una cosa un po’ bizzarra ma richiede altrettanta dedizione, invenzione, coraggio. E’ più complicato che fare una lastra, quando hai 40 mucche sei socio di una cooperativa devi stare alle regole. Vivi in campagna e quando a mezzanotte una mucca sta partorendo, vai là e tiri per le zampe il vitello per farlo nascere. Quando fai il contadino non gestisci solo il campo di pertinenza ma il gregge, gli animali vivi”.

Questo frammento della complessità artistica di Baruchello racconta l’estensione dell’arte su appezzamenti di terra, racconta di una scultura sociale chiamata gregge, di un colore chiamato sole e latte e frumento. Al suo fianco c’erano Marcel Duchamp (“l’ho adorato, è più che mio padre”) e Jean-François Lyotard (“un matrimonio d’amicizia verbale e intellettuale”).


:bye:
 
Ripropongo la mia opera preferita di Barrucchello al messaggio #161 Bruno Munari.

Al #160 una stretta parente e come spesso citato nei video dei messaggi precedenti al messaggio #592 Piero Manzoni il padre putativo Duchamp...
:):p Ciao!!
 
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