Giglio Group: avanti tutta sull'e-commerce 4.0
L’arma del gruppo si chiama iBox, servizio già attivo in Cina e Usa che permette di fare shopping online inquadrando con lo smartphone un oggetto in tv. Sbarcherà in Italia nel 2018. Il fondatore e Ad Alessandro Giglio a PaeseDigitale: “Pronti per l’upgrade in Borsa”
Andrea Frollà
Giglio Group: avanti tutta sull'e-commerce 4.0
Alessandro Giglio, fondatore e amministratore delegato di Giglio Group
Comprare un capo d’abbigliamento o un accessorio visto in televisione inquadrandolo con la fotocamera dello smartphone o del tablet non è fantascienza. E la notizia è che non si tratta dell’ultimo progetto rivoluzionario dei giganti della Silicon Valley, ma di un’idea tutta made in Italy lanciata da Giglio Group, già diventata realtà in Cina e negli Stati Uniti e prossima allo sbarco in Italia.
«Il meccanismo è semplice – racconta in un’intervista a PaeseDigitale Alessandro Giglio, fondatore e amministratore delegato del gruppo - Chi sta guardando i nostri contenuti video su Amazon, potrà cliccarli e procedere direttamente all’acquisto all’interno di quella piattaforma. Una rivoluzione che si può realizzare nel momento in cui c’è un unico ambiente digitale in cui convergono e-commerce e media, ovvero quello che noi abbiamo definito iBox».
Il numero uno della compagnia ha coniato il termine “e-commerce 4.0” per descrivere la nuova pelle di una società che, dopo anni nel settore del broadcast radio televisivo, ha deciso di aprirsi nuove strade di crescita senza abbandonare il passato. Anzi integrando il know how accumulato nel corso del tempo con i piani di sviluppo nel mondo del commercio elettronico innovativo. Oggi il gruppo, quotato sul mercato Aim e prossimo all’upgrade sul segmento Star di Borsa Italiana, si configura come un produttore di contenuti media, diffusi attraverso accordi con operatori e in larga parte attraverso una infrastruttura proprietaria di trasmissioni via fibra e satellite tramite i propri canali televisivi, e un marketplace digitale globale, che vanta la presenza dei principali retailer digitali del mondo.
In entrambi gli ambiti Giglio vanta accordi e partnership con gruppi importanti, tra cui spiccano Mei e Secoo, i due principali store di lusso in Cina, e una serie di grandi società Usa come Amazon, Apple, Google, Macy’s, Bloomingdale’s e Century21. Un modello di business che sta dando i suoi frutti, con un 2016 chiuso a 34,5 milioni di ricavi (+148% sul 2015) e un utile netto di 1,3 milioni in aumento del 72%). Grazie alla recente acquisizione di Evolve, player di e-commerce nei settori fashion e design, il gruppo si avvia inoltre a triplicare la propria dimensione d’affari. Numeri soddisfacenti che, sottolinea però l’Ad, rappresentano solo l’inizio di un percorso di crescita: «Sono molto fiducioso sul percorso di crescita dell’azienda, perché il nostro modello di business si sta rivelando efficace e performante. Contiamo di confermare questo trend anche in futuro».
Negli ultimi tempi avete impresso un'accelerazione importante con la firma di numerosi accordi internazionali. Quali sono le vostre prospettive di sviluppo all'estero?
Siamo presenti in 5 continenti e 46 Paesi, ma per dimensione e potenzialità di mercato, le nostre prospettive sono concentrate principalmente su Stati Uniti e Cina. Attualmente Giglio Group è presente sulle principali piattaforme digitali a livello mondiale come Roku, Google Play, Itunes, Sling Tv e Dish Network, China International Broadcasting Network, Youku Todou e iQiyi. Dalla Cina e dagli Usa ci aspettiamo una rapida e importante affermazione del nostro business.
Avete intenzione di allargare ulteriormente la platea di partner?
Siamo sempre in contatto con i top player e contiamo di siglare nuovi accordi, espandendo quindi la nostra attività all’estero. Diciamo che negli ultimi anni il nostro posizionamento come testimonial del made in Italy a livello globale si è molto rafforzato e molti brand italiani del lusso vedono nelle nostre piattaforme tv uno strumento di grande impatto per avere visibilità nel mondo. L’integrazione tra media e e-commerce su cui noi abbiamo puntato amplifica questo sentiment.
A proposito di nuove frontiere dell’e-commerce: come prosegue lo sviluppo del progetto iBox?
Il progetto è pienamente operativo in Cina e Usa. Ora grazie alla presenza su Amazon, sia in tv che con i nostri “shop in shop”, lo siamo anche in UK, Austria e Germania. Amazon è uno degli ambienti ideali per noi, in quanto noi siamo fornitori sia di contenuti video che di capi d’abbigliamento con prestigiosi marchi del made in Italy. Presto aumenteranno i Paesi tra cui, nel 2018, contiamo di includere anche l’Italia. Nel nostro Paese abbiamo due canali sul digitale terrestre (Acqua e Play.me) e l’idea è di convertirli in un modello di e-commerce 4.0 grazie all’utilizzo anche di studi virtuali, realtà aumentate e innovazioni tecnologiche che possono rendere più spettacolare l’impatto nel telespettatore.
I vostri piani prevedono percorsi di crescita per linee esterne?
Attualmente stiamo cavalcando già una poderosa crescita organica ed è per linee interne che intendiamo proseguire. Non escludiamo che possano esserci in futuro ulteriori acquisizioni, sia nel settore e-commerce, che in ambito tecnologico. La nostra attenzione riguarderà, però, sempre e solo operazioni sinergiche allo sviluppo del nostro modello di e-commerce 4.0, pensato e rivolto principalmente ai millenials. In questo senso, le recenti nomine di Massimo Mancini, come direttore generale, e di Alessandro Santamaria, come digital strategic managing director, apporteranno ulteriore valore aggiunto al management team di Giglio Group nella strategia di sviluppo a livello globale.