artaserse
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10 volte la nostra economia neanche per sogno...![]()
dai era un'iperbole. Diciamo 4 volte.
Altra settimana complicata per le borse mondiali, appesantite dalle turbolenze nel settore bancario. Dopo i fallimenti delle americane SVB e Signature, le vendite hanno investito Credit Suisse, il cui principale azionista ha annunciato l’intenzione di non iniettare ulteriore capitale nell’istituto. Dapprima, la banca centrale svizzera ha fornito un prestito da 50 miliardi di franchi e poi il governo ha orchestrato una cessione alla connazionale UBS per 3 miliardi di franchi. Inoltre, le principali banche centrali hanno annunciato un’azione coordinata per aumentare la liquidità in dollari, alimentando i dubbi sullo stato di salute dell’intero sistema bancario.
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10 volte la nostra economia neanche per sogno...![]()
Brava Chantal,avevo dimenticato di farlo,bollo verde
Io dopo aver postato la storia di un notaio da 16 generazioni,metto quest'altra storia...
Merito e professioni: il notariato
Merito e professioni: il notariato
Io notaio, papà barbiere lui ha investito su di me
ROMA C’e’ l’ha fatta Fabrizio Cimei a diventare notaio. Eppure tutto congiurava contro. Il padre barbiere, la madre parrucchiera, una bottega a Batteria Nomentana, periferia di Roma. Casa di proprietà, ma con un mutuo sulle spalle: tinello, cucina e due camere, una da dividere con i fratelli. Al liceo, scientifico Plinio, ci andava, ma senza passione.
Di lui i professori dicevano quello che dicono a tutti. «Il ragazzo potrebbe farcela, ma si impegna poco». Una frase che in una famiglia di artigiani può significare l’ anticamera del lavoro. Al terzo anno arriva anche la bocciatura.
«Ero la pecora nera della famiglia», racconta Cimei dal suo studio, a Lecco. Una moglie, due figlie e un terzo in arrivo, oggi di anni ne ha 46. Non vive da nababbo, ci tiene a precisare, ma certo non deve tirare la cinghia come faceva suo padre. Su uno come lei un broker non avrebbe puntato una lira. Non almeno come notaio, una professione che, si dice, passa di padre in figlio. Come ha fatto? «Ho studiato. Tanto. I miei volevano che i figli si laureassero. Mio padre mi ripeteva sempre “voi siete il mio investimento”.
E poi io avevo voglia di riscattarmi dall’ idea che si erano fatti di me durante gli anni del liceo». Ma perché ha scelto di fare proprio il notaio? «Una combinazione. Un amico di famiglia, notaio, aveva assicurato mio padre che mi avrebbe preso come praticante nel suo studio. È nato tutto da quella promessa». È stata dura? «Più l’ università che il resto. A lezione andavo con l’ autobus, ci mettevo due ore. Così seguivo solo i corsi più importanti. Certo avevo poco tempo per me, uscivo una volta alla settimana. Vacanze nemmeno a parlarne, anche perché i soldi, a differenza di molti miei compagni, non li avevo. E dovevo fare in fretta a laurearmi, non potevo perdere tempo: sapevo la fatica che faceva mio padre per tirare avanti. Ogni volta che dovevo comprare un libro ero intimorito. Certo erano altri anni, si facevano più sacrifici. Mi sono laureato con 110. Ma l’ amico di famiglia nel frattempo era morto».
Lei però è andato avanti lo stesso. Non s’ è scoraggiato? «No perché il progetto ormai era quello di diventare notaio, non pensai a fare altro. Ebbi la fortuna di fare il praticante con un professionista che mi insegnò molto e mi indicò la scuola giusta per prepararmi al concorso. Così l’ esame l’ ho superato subito, al primo colpo. Cosa rara, c’ è chi lo ripete più volte. In graduatoria sono arrivato 113° su 200 posti. A 33 anni ero già notaio e mi assegnarono la prima sede, Porto Tolle, in provincia di Rovigo. Ho iniziato da lì». Lo sa che lei sballa tutte le statistiche dell’ Ocse secondo cui sarebbero lo stipendio e la laurea del padre, in Italia, a fare il futuro del figlio? «Non posso giudicare nelle altre professioni, ma le garantisco che il concorso per diventare notai è democratico proprio perché molto difficile. È un luogo comune quello secondo cui i notai sono tutti figli di notai, lo sono solo il 13 per cento. Qui a Lecco i maggiori studi hanno dovuto rinunciare a mettere dentroi propri figli proprio perché non hanno passato l’ esame. Certo io ho dovuto fare più fatica di altri e rinunciare a più cose per arrivare, ma ce l’ ho fatta». È uno tra i pochi, lo sa? «Immagino di sì.
Ma se vogliano parlare di immobilismo nel passaggio da una classe sociale all’ altra credo che il binocolo vada puntato sul mondo delle imprese, piuttosto che su quello delle professioni. I figli degli imprenditori sono tutti in azienda, è difficile che prendano altre strade. Io come notaio non posso lasciare lo studio ai miei figli a meno che non siano così bravi da superare il concorso. Vale lo stesso se hai un’ attività economica, un negozio, come aveva mio padre». Il negozio di barbiere…L’ hanno preso i suoi fratelli? «No, loro alla fine non si sono laureati. Adesso lavorano con me nello studio. Certo non fanno i notai».
Il problema è stato lasciare il numero aperto a giurisprudenza ai tempi del boom universitario. Se ci sono troppi psicologi, avremo problemi di disoccupazione, ma se ci sono troppi avvocati si intasa il sistema giudiziario e ne risente l'economia.
Accadde la stessa cosa con i medici, negli anni '80 a roma c'era un medico ogni 85 abitanti, la situazione era fuori controllo. La cosa che più piace agli italiani insieme al fare causa è farsi prescrivere medicine. E la spesa sanitaria infatti schizzò alle stelle.
Il problema è stato lasciare il numero aperto a giurisprudenza ai tempi del boom universitario. Se ci sono troppi psicologi, avremo problemi di disoccupazione, ma se ci sono troppi avvocati si intasa il sistema giudiziario e ne risente l'economia.
Roma quanto guadagna un bravo insurance/mortgage&loan broker?
Tu stai in California?
Tu con che visto sei andato negli USA?
1) Il sistema sanitario italiano e' in grave peggioramento negli ultimi anni. Ho i genitori in Italia e sto valuando un peggioramento molto rapido. Dunque, il mio commento (da cui la domanda rivoltami) puo' non avere presto alcuna validita' in quanto un paragone serio fra i due sistemi andrebbe fatto
2) Nel sistema americano, se si ha una professione "prestigiosa" (come nel mio caso) si hanno servizi impecabili: si attende pochissimo per un esame, il servizio e' eccellente (anche se per il pronto soccorso si ha una attesa simile a quella italiana) e se si subisce una ingiustizia la LEGGE FUNZIONA E FANNO UN MAZZO COSI' a chi non ha fatto bene o negligenetemente il proprio lavoro. E si avranno risarcimenti proporzionati al danno...
3) Nel sistema americano (sempre per chi ha una buona professione!) gli stipendi sono 3-4 volte in termini nominali quelli italiani. In temini REALI anche 5 volte. Pero' quando si deve avere una prestazione sanitaria "seria" si devono spendere cifre anche di 1000 o 2000 dollari di tasca propria. Se uno non e' una cavalletta alla Bigmad e considerando il guadagno notevole in termini di potere di acquisto, la sanita' americana a parita' di servizio costa MOLTO MENO che in Italia. Faccio notare che i tempi biblici di attese tipi italiani non ci sono in America.
C) I mutui hanno interessi molto piu' bassi che in Italia (se uno ci sa fare). Esiste infatti concorrenza fra banche. Io sto pagando MENO DEL 3% su un mutuo a tasso fisso per 15 anni.
D) Il fisco e' molto piu' efficiente e fare la dichiarazione dei redditi non e' un dramma e riesco a farla da me online in un paio di ore all'anno...
Non so esattamente quanto guadagni ma penso che tranquillanente raggiunga i 90k lordi (60k netti) all'anno.
Anch'io pagherei di più i ragazzi, ma ci sono le regole del mercato. Nella vita, però, bisogna mettersi in gioco».
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Rispondo alla domanda sul sistema sanitario americano.
1) Il sistema sanitario italiano e' in grave peggioramento negli ultimi anni. Ho i genitori in Italia e sto valuando un peggioramento molto rapido. Dunque, il mio commento (da cui la domanda rivoltami) puo' non avere presto alcuna validita' in quanto un paragone serio fra i due sistemi andrebbe fatto
- A parita' di professione dell'assistito (quante ore deve lavorare per avere un tipo di prestazione
- A parita' di qualita' del servizio proposto (tempi di attesa etc).
2) Nel sistema americano, se si ha una professione "prestigiosa" (come nel mio caso) si hanno servizi impecabili: si attende pochissimo per un esame, il servizio e' eccellente (anche se per il pronto soccorso si ha una attesa simile a quella italiana) e se si subisce una ingiustizia la LEGGE FUNZIONA E FANNO UN MAZZO COSI' a chi non ha fatto bene o negligenetemente il proprio lavoro. E si avranno risarcimenti proporzionati al danno...
3) Nel sistema americano (sempre per chi ha una buona professione!) gli stipendi sono 3-4 volte in termini nominali quelli italiani. In temini REALI anche 5 volte. Pero' quando si deve avere una prestazione sanitaria "seria" si devono spendere cifre anche di 1000 o 2000 dollari di tasca propria. Se uno non e' una cavalletta alla Bigmad e considerando il guadagno notevole in termini di potere di acquisto, la sanita' americana a parita' di servizio costa MOLTO MENO che in Italia. Faccio notare che i tempi biblici di attese tipi italiani non ci sono in America.
4) Ora sta entrando in vigore la cosiddetta "Obama care" e le cose non mi sono ancora ben chiare (e non lo sono a nessuno). Vi faro' sapere se e cosa cambia. Ma l'impressione e' che le cose miglioreranno per le classi meno abbienti
5) Se uno non ha una posizione prestigiosa allora cominciano i dolori. I costi della sanita' sono molto alti e diventa un lusso curarsi. Ne segue che in America conviene trasferirsi se si hanno alte professionalita' (tipo ingegneria, ma fatta seriamente ...). Altrimenti si va a finire nella classe che lavora per quella dirigente e si fa una vita molto dura!
6) Per chi ha una buona professione si hanno cure dentarie eccezionali e quasi gratis. Una capsula ad un dente costa sui $900 dollari e con l'assicurazione (inclusa quando si lavora) si paga di tasca propria meno di $200!!! In Italia si pagano 1000 euro per la stessa cosa ma 1000 euro in Italia sono come $4-5000 in America (dunque ho reso l'idea!). Inoltre tecnologia e professionalita' sono elevatissime.
7) Se uno e' disoccupato o "pigro" e non si e' concquistato una certa professionalita' sono ca..i amari. Il sistema americano non consente al Bigmad di turno di fare una vita dignitosa. Obbliga le persone a lavorare duramente ma le ricompenza con soddisfazioni e opportunita' e stipendi molto alti. Dunque, traferitevi in America ma sappiate a cosa andate in contro. Dimenticatevi i ponti delle festivita' etc. Bisogna lavorare. Ma in America se si e' bravi non si rimarra' mai disoccupati o sottoccupati!
8) Il notaio in America costa $80 (ottanta). Viene anche sul posto di lavoro a far firmare i documenti a chi contrae il mutuo per comprare la casa (parlo per esperienza!). Comprare una casa costa MOLTO MENO che in Italia: fra escrow account, spese per il titolo e vari balzelli si sprecano circa 2000 dollari in tutto. Ma vorrei far notare:
A) le tasse sulla casa sono molto piu' basse durante le compravendite
B) Le tasse sulla casa sono dell'ordine dell'1% del valore di mercato VERO all'anno. Ma includono spazatura etc. e i soldi vengono spesi nella zona dove la casa e' ubicata (scuole)
C) I mutui hanno interessi molto piu' bassi che in Italia (se uno ci sa fare). Esiste infatti concorrenza fra banche. Io sto pagando MENO DEL 3% su un mutuo a tasso fisso per 15 anni.
D) Il fisco e' molto piu' efficiente e fare la dichiarazione dei redditi non e' un dramma e riesco a farla da me online in un paio di ore all'anno...
Ma che pretese: un lavoretto occasionale senza possibilita' di accrescere conoscenze ma solo manolavanza, e si stupisce che non trova ragazzi per 40 ore settimanali a 800 euro?
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Ma che pretese: un lavoretto occasionale senza possibilita' di accrescere conoscenze ma solo manolavanza, e si stupisce che non trova ragazzi per 40 ore settimanali a 800 euro?
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