belanda
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Non vi dico chi l'ha scritto ,m'interessa solo un'intelligente e valida controargomentazione che sia all'altezza di quello che andrete a leggere .
Si richiede onesta' intellettuale intelligenza originalita'
P.S Argomentazioni tipo : gli altri son peggio non le considero all'altezza e neanche battute di due righe alla Picciotto
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Che Beppone abbia perso in tre mesi metà dei consensi incautamente manifestatigli dagli elettori alle elezioni politiche, non stupisce. Stupisce semmai che abbia conservato l’altra metà, a dimostrazione del fatto che l’illusione è refrattaria a cedere di fronte all’evidenza, e dura a morire.
Eppure, già la campagna elettorale per le politiche avrebbe dovuto far drizzare le orecchie a chiunque non fosse sordo: le urla strozzate e gli occhi allucinati del tragicomico non potevano infatti distrarre dall’evidenza del vuoto massimalista delle sue non-proposte, dal reddito di cittadinanza (un colpo alla botte di sinistra) alle misure contro gli immigrati (un colpo al cerchio di destra).
L’armata Brancaleone sbarcata in Parlamento ha subito aperto gli occhi a coloro che, invece di essere ciechi, erano solo orbi: l’Italia avrebbe dovuto essere “rivoltata come un calzino” da ignoranti che non sapevano nemmeno dove si trovasse il Parlamento o cosa prevedesse la Costituzione (ad esempio, l’età per essere eletti al Quirinale), da ****** preda delle cretinate della rete (ad esempio, che negli Stati Uniti il “potere” impianta chip di controllo delle menti nei cittadini), da presuntuosi incapaci di distinguere le consultazioni per il governo dai dibattiti di Ballarò.
Per qualche settimana i neofiti della Casta hanno scalpitato a proposito delle commissioni, senza nemmeno sapere la differenza tra le proposte di legge e le loro approvazioni, e credendo che bastasse depositare le prime per ottenere automaticamente le seconde. Poi hanno cominciato a litigare sugli stipendi e i rimborsi, come i tanto vituperati “parassiti della politica”.
Nel frattempo hanno perso i treni della formazione di un governo di rottura e dell’elezione di un presidente di innovazione, perché totalmente incapaci di fare politica, e bravi soltanto a giocare il ruolo del bullo di periferia, all’insegna del motto “io con te non ci parlo, e tu devi fare cosa dico io”.
Ora la gente ha capito che dobbiamo ringraziare i voti sprecati dati a Grillo, se al governo è tornato Berlusconi e al Quirinale è rimasto Napolitano. Una buona parte degli elettori ha deciso di mandare “affa” la politica, senza più andare a votare. E un’altra buona parte ha deciso di mandare “affa” Grillo, capendo che il suo rimedio è peggiore del nostro male.
Ora Grillo frigna che “la colpa è degli Italiani”, e ha perfettamente ragione. Ma non nel senso in cui la intende lui, ovviamente: la colpa è (anche) di tutti coloro che gli hanno dato retta, e che non hanno capito che chi semina il vento dei ciarlatani raccoglie la tempesta dei reazionari. Grazie, Grillo, e che le prossime elezioni ti possano spiaccicare sulla scheda come una cavalletta.
Si richiede onesta' intellettuale intelligenza originalita'
P.S Argomentazioni tipo : gli altri son peggio non le considero all'altezza e neanche battute di due righe alla Picciotto
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Che Beppone abbia perso in tre mesi metà dei consensi incautamente manifestatigli dagli elettori alle elezioni politiche, non stupisce. Stupisce semmai che abbia conservato l’altra metà, a dimostrazione del fatto che l’illusione è refrattaria a cedere di fronte all’evidenza, e dura a morire.
Eppure, già la campagna elettorale per le politiche avrebbe dovuto far drizzare le orecchie a chiunque non fosse sordo: le urla strozzate e gli occhi allucinati del tragicomico non potevano infatti distrarre dall’evidenza del vuoto massimalista delle sue non-proposte, dal reddito di cittadinanza (un colpo alla botte di sinistra) alle misure contro gli immigrati (un colpo al cerchio di destra).
L’armata Brancaleone sbarcata in Parlamento ha subito aperto gli occhi a coloro che, invece di essere ciechi, erano solo orbi: l’Italia avrebbe dovuto essere “rivoltata come un calzino” da ignoranti che non sapevano nemmeno dove si trovasse il Parlamento o cosa prevedesse la Costituzione (ad esempio, l’età per essere eletti al Quirinale), da ****** preda delle cretinate della rete (ad esempio, che negli Stati Uniti il “potere” impianta chip di controllo delle menti nei cittadini), da presuntuosi incapaci di distinguere le consultazioni per il governo dai dibattiti di Ballarò.
Per qualche settimana i neofiti della Casta hanno scalpitato a proposito delle commissioni, senza nemmeno sapere la differenza tra le proposte di legge e le loro approvazioni, e credendo che bastasse depositare le prime per ottenere automaticamente le seconde. Poi hanno cominciato a litigare sugli stipendi e i rimborsi, come i tanto vituperati “parassiti della politica”.
Nel frattempo hanno perso i treni della formazione di un governo di rottura e dell’elezione di un presidente di innovazione, perché totalmente incapaci di fare politica, e bravi soltanto a giocare il ruolo del bullo di periferia, all’insegna del motto “io con te non ci parlo, e tu devi fare cosa dico io”.
Ora la gente ha capito che dobbiamo ringraziare i voti sprecati dati a Grillo, se al governo è tornato Berlusconi e al Quirinale è rimasto Napolitano. Una buona parte degli elettori ha deciso di mandare “affa” la politica, senza più andare a votare. E un’altra buona parte ha deciso di mandare “affa” Grillo, capendo che il suo rimedio è peggiore del nostro male.
Ora Grillo frigna che “la colpa è degli Italiani”, e ha perfettamente ragione. Ma non nel senso in cui la intende lui, ovviamente: la colpa è (anche) di tutti coloro che gli hanno dato retta, e che non hanno capito che chi semina il vento dei ciarlatani raccoglie la tempesta dei reazionari. Grazie, Grillo, e che le prossime elezioni ti possano spiaccicare sulla scheda come una cavalletta.