i capolavori di B che pagheremo per decenni

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oltre al ponte sullo stretto , il salvataggio Alitalia

ROMA – Alitalia. A quattro anni dal salvataggio la compagnia ha bruciato due terzi del capitale, il 12 gennaio i “capitani coraggiosi” che impedirono la vendita allo straniero potranno liberarsi delle loro azioni, cosicché, a meno di complicate soluzioni finanziarie creative, Air France si mangerà Alitalia a prezzi stracciati, praticamente 10 volte meno del 2008. E’ questo il capolavoro che ha preservato e difeso contro ogni ragione economica la compagnia di bandiera, il patriottico richiamo alla “nazionalità” intangibile, nemmeno fosse un altro dei valori non negoziabili. Sotto l’alto patrocinato della presidenza del Consiglio, regnante Berlusconi, attraverso la strategia industriale concepita negli uffici di Banca Intesa amministrata dall’attuale ministro dello Sviluppo Passera, con il contributo disinteressato della cordata di imprenditori messa in piedi da Roberto Colaninno la Fenice è rinata. Più malridotta che pria (come ci ricorda un dossier di Repubblica pubblicato ilo 21 dicembre)

“La compagnia è viva e nuova” sostiene orgoglioso l’ad Ragnetti, la flotta è rinnovata, le ambizioni razionalmente ridimensionate, gli addetti non scioperano, l’hub è stato spostato definitivamente a Roma. E infatti la Fenice Alitalia perde 630 mila euro al giorno, in quattro anni il rosso accumulato è di 735 milioni di euro (due terzi del capitale), l’utile sognato per per il 2013 è stato differito di un anno. In cassa sono rimasti 300 milioni che bastano fino a settembre. La concorrenza di treno veloce e di linee low cost morde più della crisi e del caro greggio. Sulla tratta Roma- Milano, che doveva essere il fiore all’occhiello, “i piloti, sussurrano in camera caritatis alcuni di loro, sono costretti a zavorrare la parte anteriore degli aerei per bilanciarli, visto che si vendono solo i posti in coda, quelli meno costosi”. Del miliardo e di inizio 2009 sono avanzati 400 milioni, secondo la legge una ricapitalizzazione sarebbe inderogabile. Ma andate a chiedere ai vari Ilva e Ligresti intendano metterci altri soldi. Dal cilindro, giusto per comprare un po’ di tempo in più, potrebbe uscire uno spin-off dell’azienda, conferendo alla scatola di Mille Miglia l’operatività Alitalia. Intanto Air France sta alla finestra: 4 anni fa non avrebbe battuto ciglio nello spendere 2,4 miliardi per Alitalia. Ora non ha nessuna fretta, aspetta che gliela regalino. Alitalia, specchio della nazione. In rosso ma italiana. Salvataggio ogni 4 anni? | Blitz quotidiano
 
oltre al ponte sullo stretto , il salvataggio Alitalia

ROMA – Alitalia. A quattro anni dal salvataggio la compagnia ha bruciato due terzi del capitale, il 12 gennaio i “capitani coraggiosi” che impedirono la vendita allo straniero potranno liberarsi delle loro azioni, cosicché, a meno di complicate soluzioni finanziarie creative, Air France si mangerà Alitalia a prezzi stracciati, praticamente 10 volte meno del 2008. E’ questo il capolavoro che ha preservato e difeso contro ogni ragione economica la compagnia di bandiera, il patriottico richiamo alla “nazionalità” intangibile, nemmeno fosse un altro dei valori non negoziabili. Sotto l’alto patrocinato della presidenza del Consiglio, regnante Berlusconi, attraverso la strategia industriale concepita negli uffici di Banca Intesa amministrata dall’attuale ministro dello Sviluppo Passera, con il contributo disinteressato della cordata di imprenditori messa in piedi da Roberto Colaninno la Fenice è rinata. Più malridotta che pria (come ci ricorda un dossier di Repubblica pubblicato ilo 21 dicembre)

“La compagnia è viva e nuova” sostiene orgoglioso l’ad Ragnetti, la flotta è rinnovata, le ambizioni razionalmente ridimensionate, gli addetti non scioperano, l’hub è stato spostato definitivamente a Roma. E infatti la Fenice Alitalia perde 630 mila euro al giorno, in quattro anni il rosso accumulato è di 735 milioni di euro (due terzi del capitale), l’utile sognato per per il 2013 è stato differito di un anno. In cassa sono rimasti 300 milioni che bastano fino a settembre. La concorrenza di treno veloce e di linee low cost morde più della crisi e del caro greggio. Sulla tratta Roma- Milano, che doveva essere il fiore all’occhiello, “i piloti, sussurrano in camera caritatis alcuni di loro, sono costretti a zavorrare la parte anteriore degli aerei per bilanciarli, visto che si vendono solo i posti in coda, quelli meno costosi”. Del miliardo e di inizio 2009 sono avanzati 400 milioni, secondo la legge una ricapitalizzazione sarebbe inderogabile. Ma andate a chiedere ai vari Ilva e Ligresti intendano metterci altri soldi. Dal cilindro, giusto per comprare un po’ di tempo in più, potrebbe uscire uno spin-off dell’azienda, conferendo alla scatola di Mille Miglia l’operatività Alitalia. Intanto Air France sta alla finestra: 4 anni fa non avrebbe battuto ciglio nello spendere 2,4 miliardi per Alitalia. Ora non ha nessuna fretta, aspetta che gliela regalino. Alitalia, specchio della nazione. In rosso ma italiana. Salvataggio ogni 4 anni? | Blitz quotidiano

colpa di napo che gli ha legato le mani
lui voleva il tunnel sotto lo stretto e comprare alitalia per dare a tutte i poveri dipendenti 2500€mese come alle povere olgiettine
 
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