pasquino
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Ice, +3,7% il fatturato 2012 delle imprese che esportano
Hanno trainato la crescita delle esportazioni i prodotti energetici raffinati, i farmaceutici, gli alimentari, la gioielleria, gli articoli in pelle e i prodotti in metallo
Roma, 16 lug. Le imprese italiane che operano nell'export, nel 2012, hanno fatto registrare un fatturato in crescita del 3,7% a fronte di un rallentamento nel ritmo di espansione degli scambi e della recessione in corso nel nostro paese. E' quanto emerge dall'edizione 2013 del Rapporto Ice, realizzato in collaborazione con l'Istat, presentato oggi a Roma.
A tale risultato, spiega il rapporto, ha contribuito positivamente il miglioramento della competitivita' di prezzo dei prodotti industriali italiani, anche grazie all'andamento dei tassi di cambio e all'effetto di una crescita contenuta dei prezzi dei prodotti sui mercati esteri.
La crescita delle esportazioni e la caduta delle importazioni dell'Italia hanno determinato un miglioramento del saldo commerciale, passato da un saldo negativo di -25,5 a uno positivo di 11 miliardi di euro tra il 2011 e il 2012, nonostante il passivo ancora elevato della voce energetica (superiore a 60 miliardi di euro), benche' in calo rispetto all'anno precedente.
Tra i settori produttivi che hanno trainato la crescita delle esportazioni nel 2012 spiccano i prodotti energetici raffinati, i farmaceutici, gli alimentari, la gioielleria, gli articoli in pelle e i prodotti in metallo. Intorno alla media annua sono aumentate quelle di prodotti dell'abbigliamento e meccanica. Si sono ridotte quelle di tessili, gomma e plastica, elettronica e computer apparecchi elettrici e mezzi di trasporto.
Per quanto riguarda la distribuzione delle esportazioni sul territorio italiano, sono aumentate in linea con la media nazionale le esportazioni dell'Italia nord occidentale, mentre nell'Italia nord-orientale si e' verificato un rallentamento, anche per le conseguenze del sisma in Emilia Romagna. Alla crescita relativamente piu' rapida delle vendite all'estero dell'Italia centrale hanno contribuito in gran parte le vendite di oro non monetario della Toscana. A eccezione di Sicilia e Sardegna, al cui aumento hanno largamente contribuito i prodotti petroliferi raffinati, e Puglia, si sono ridotte le esportazioni delle regioni del
Mezzogiorno. ''Ancora una volta viene confermata la centralita' dell'export per la bilancia dei pagamenti'', ha detto il Presidente dell'Agenzia Ice Riccardo Monti -. L'aumento del 3,7% nonostante il rallentamento del ritmo degli scambi mondiali e la recessione ci dice che il Made in Italy gode di ottima salute e si espande, soprattutto nei paesi extra Ue.
Lo dimostrano le migliaia di nuove imprese di piccole dimensioni che nel 2012 si sono affacciate all'estero. Purtroppo si riducono le esportazioni del Sud, con le eccezioni confortanti di Sicilia, Sardegna e Puglia. L'Agenzia Ice, nell'ambito del Piano Export Sud, lavorera' anche per assicurare a tutte le aree del nostro Paese una adeguata presenza nel commercio internazionale''.

Hanno trainato la crescita delle esportazioni i prodotti energetici raffinati, i farmaceutici, gli alimentari, la gioielleria, gli articoli in pelle e i prodotti in metallo
Roma, 16 lug. Le imprese italiane che operano nell'export, nel 2012, hanno fatto registrare un fatturato in crescita del 3,7% a fronte di un rallentamento nel ritmo di espansione degli scambi e della recessione in corso nel nostro paese. E' quanto emerge dall'edizione 2013 del Rapporto Ice, realizzato in collaborazione con l'Istat, presentato oggi a Roma.
A tale risultato, spiega il rapporto, ha contribuito positivamente il miglioramento della competitivita' di prezzo dei prodotti industriali italiani, anche grazie all'andamento dei tassi di cambio e all'effetto di una crescita contenuta dei prezzi dei prodotti sui mercati esteri.
La crescita delle esportazioni e la caduta delle importazioni dell'Italia hanno determinato un miglioramento del saldo commerciale, passato da un saldo negativo di -25,5 a uno positivo di 11 miliardi di euro tra il 2011 e il 2012, nonostante il passivo ancora elevato della voce energetica (superiore a 60 miliardi di euro), benche' in calo rispetto all'anno precedente.
Tra i settori produttivi che hanno trainato la crescita delle esportazioni nel 2012 spiccano i prodotti energetici raffinati, i farmaceutici, gli alimentari, la gioielleria, gli articoli in pelle e i prodotti in metallo. Intorno alla media annua sono aumentate quelle di prodotti dell'abbigliamento e meccanica. Si sono ridotte quelle di tessili, gomma e plastica, elettronica e computer apparecchi elettrici e mezzi di trasporto.
Per quanto riguarda la distribuzione delle esportazioni sul territorio italiano, sono aumentate in linea con la media nazionale le esportazioni dell'Italia nord occidentale, mentre nell'Italia nord-orientale si e' verificato un rallentamento, anche per le conseguenze del sisma in Emilia Romagna. Alla crescita relativamente piu' rapida delle vendite all'estero dell'Italia centrale hanno contribuito in gran parte le vendite di oro non monetario della Toscana. A eccezione di Sicilia e Sardegna, al cui aumento hanno largamente contribuito i prodotti petroliferi raffinati, e Puglia, si sono ridotte le esportazioni delle regioni del
Mezzogiorno. ''Ancora una volta viene confermata la centralita' dell'export per la bilancia dei pagamenti'', ha detto il Presidente dell'Agenzia Ice Riccardo Monti -. L'aumento del 3,7% nonostante il rallentamento del ritmo degli scambi mondiali e la recessione ci dice che il Made in Italy gode di ottima salute e si espande, soprattutto nei paesi extra Ue.
Lo dimostrano le migliaia di nuove imprese di piccole dimensioni che nel 2012 si sono affacciate all'estero. Purtroppo si riducono le esportazioni del Sud, con le eccezioni confortanti di Sicilia, Sardegna e Puglia. L'Agenzia Ice, nell'ambito del Piano Export Sud, lavorera' anche per assicurare a tutte le aree del nostro Paese una adeguata presenza nel commercio internazionale''.