Idea: gruppo di espatrio? Canarie o altro...

FreeGan

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Molti vorrebbero comprare casa all'estero o meglio trasferirsi stabilmente.
Tralasciando chi NON può farlo x varie motivazioni (anche scuse).
Pochi lo fanno anche se possono.

Chi invece può e vuole veramente rimane attendista.
Il motivo è che non si sa da dove cominciare.
L'idea sarebbe organizzare, sulla falsariga dei gruppi d'acquisto, dei
gruppi di espatrio. Per avere supporto e info sul da farsi.
Per incoraggiarsi al grande passo.
Per non prendere fregature. E per scegliere bene nei dettagli.

Secondo voi può funzionare?
 
Ci sono già, prova a googlare ;)

IMHO gli italiani sono spesso (non sempre) le ultime persone di cui fidarsi quando ci si trasferisce all'estero :rolleyes:
 
Molti vorrebbero comprare casa all'estero o meglio trasferirsi stabilmente.
Tralasciando chi NON può farlo x varie motivazioni (anche scuse).
Pochi lo fanno anche se possono.

Chi invece può e vuole veramente rimane attendista.
Il motivo è che non si sa da dove cominciare.
L'idea sarebbe organizzare, sulla falsariga dei gruppi d'acquisto, dei
gruppi di espatrio. Per avere supporto e info sul da farsi.
Per incoraggiarsi al grande passo.
Per non prendere fregature. E per scegliere bene nei dettagli.

Secondo voi può funzionare?

Sicuramente è interessante per approfondire un argomento, secondo me però dovresti scegliere tu tassativamente un posto e partecipa solo chi vuole parlare di quello. Altrimenti io dico panama, tu guatemala, quello thailandia perchè ce so le tailandesi e diventa un bordello.
Scegli un paese e partiamo. :rolleyes:
 
Una mia carissima amica va in Germania (Monaco) a settembre.
Va da sola e mi fa sapere...
Un mio caro amico è partito qualche mese fa con la valigia di cartone (non scherzo,50-enne disoccupato, neanche la terza media e esperienze da pittore/imbianchino/muratore) e ora so che in Germania sta lavorando, ma deve imparare la lingua!
Io il tedesco non ho voglia di impararlo.:D Comunque per fare il programmatore anche in Germania basta l'inglese, da quello che so!
 
Una mia carissima amica va in Germania (Monaco) a settembre.
Va da sola e mi fa sapere...
Un mio caro amico è partito qualche mese fa con la valigia di cartone (non scherzo,50-enne disoccupato, neanche la terza media e esperienze da pittore/imbianchino/muratore) e ora so che in Germania sta lavorando, ma deve imparare la lingua!
Io il tedesco non ho voglia di impararlo.:D Comunque per fare il programmatore anche in Germania basta l'inglese, da quello che so!

Ho un amico a Basel da 5 anni. Non ha ancora imparato il tedesco. Se non vuoi imparare la lingua basta scegliere zona e lavoro molto internazionale.
 
Ci sono già, prova a googlare ;)

IMHO gli italiani sono spesso (non sempre) le ultime persone di cui fidarsi quando ci si trasferisce all'estero :rolleyes:

Perchè? Beh, magari lo immagino ma vorrei una conferma ai miei sospetti!
 
Perchè? Beh, magari lo immagino ma vorrei una conferma ai miei sospetti!

Se dovessi ipotizzare una tassonomia dell'emigrato medio, diciamo che ci sono quattro tipi di persone che si trasferiscono fuori dall'Italia:

a. Persona istruita e competente, si trasferisce per cercare opportunità lavorativa (tipicamente in U.s.a, Svizzera, Germania, Singapore, e simili). In genere ha già tutti i contatti che gli servono in loco tramite università o datore di lavoro.

b. Pensionato o renters che sfrutta la rendita per vivere meglio / con un tenore di vita più alto rispetto all'Italia.

c. Scappati di casa, ladri, delinquenti, truffatori e gente che qui non ha più nulla o che sta scappando da qualche casino.

d. Sprovveduti e tontoloni che partono conoscendo poco o nulla della destinazione (non hanno basi della lingua, non sanno come muoversi). Partono spendendo tutti i loro (pochi) risparmi.

Tipicamente a e b non hanno bisogno di altri italiani in loco, conoscono già bene il luogo nel quale si trasferiscono grazie a precedenti sopralluoghi e sanno girare gli uffici pubblici o di riferimento.

C e d vanno a braccetto, nel senso che gli scappati di casa non aspettano altro che gli sprovveduti scendano dalla scaletta dell'aereo, per spennarli e farli ritornare in Italia peggio di come sono partiti. Talvolta a spese dell'ambasciata italiana visto che non hanno più nemmeno i soldi per tornare.

Questa è l'idea che mi sono fatto di prima mano viaggiando negli ultimi dieci anni. Poi considera che ho trent'anni; magari ho una visione limitata, però sono abituato ad osservare abbastanza bene ciò che ho intorno ;)
 
Ultima modifica:
Molti vorrebbero comprare casa all'estero o meglio trasferirsi stabilmente.
Tralasciando chi NON può farlo x varie motivazioni (anche scuse).
Pochi lo fanno anche se possono.

Chi invece può e vuole veramente rimane attendista.
Il motivo è che non si sa da dove cominciare.
L'idea sarebbe organizzare, sulla falsariga dei gruppi d'acquisto, dei
gruppi di espatrio. Per avere supporto e info sul da farsi.
Per incoraggiarsi al grande passo.
Per non prendere fregature. E per scegliere bene nei dettagli.

Secondo voi può funzionare?

Se qualcuno ha contatti nei vari paesi può mettere a fattor comune conoscenze e esperienze.

Ma sul web si trova già parecchio.

Diffiderei di chi si propone di gestire il tuo espatrio, vendendoti il pacchetto (o pacco) completo.

Io ho un amico che va frequentemente alle Filippine e sta facendo un bel po' di soldi (oltre a fare tante vacanze e immersioni).

Entro quest'anno vado a dare un'occhiata
 
Io sono emigrato nella mia vita da SOLO e diverse volte. Prima in Italia stessa poi dall'Italia. Purtroppo le esperienze vanno fatte da soli. Se non si sa dove cominciare bisogna andare in loco, magari in vacanza, per conoscere persone direttamente e potersi organizzare per il grande passo.
 
Se dovessi ipotizzare una tassonomia dell'emigrato medio, diciamo che ci sono quattro tipi di persone che si trasferiscono fuori dall'Italia:

a. Persona istruita e competente, si trasferisce per cercare opportunità lavorativa (tipicamente in U.s.a, Svizzera, Germania, Singapore, e simili). In genere ha già tutti i contatti che gli servono in loco tramite università o datore di lavoro.

b. Pensionato o renters che sfrutta la rendita per vivere meglio / con un tenore di vita più alto rispetto all'Italia.

c. Scappati di casa, ladri, delinquenti, truffatori e gente che qui non ha più nulla o che sta scappando da qualche casino.

d. Sprovveduti e tontoloni che partono conoscendo poco o nulla della destinazione (non hanno basi della lingua, non sanno come muoversi). Partono spendendo tutti i loro (pochi) risparmi.

Tipicamente a e b non hanno bisogno di altri italiani in loco, conoscono già bene il luogo nel quale si trasferiscono grazie a precedenti sopralluoghi e sanno girare gli uffici pubblici o di riferimento.

C e d vanno a braccetto, nel senso che gli scappati di casa non aspettano altro che gli sprovveduti scendano dalla scaletta dell'aereo, per spennarli e farli ritornare in Italia peggio di come sono partiti. Talvolta a spese dell'ambasciata italiana visto che non hanno più nemmeno i soldi per tornare.

Questa è l'idea che mi sono fatto di prima mano viaggiando negli ultimi dieci anni. Poi considera che ho trent'anni; magari ho una visione limitata, però sono abituato ad osservare abbastanza bene ciò che ho intorno ;)

Per me ormai ha senso solo l'opzione b) che però integrerei con qualche considerazione.
Il "rentier" non è necessariamente un nababbo con lo Yacht.
Potrebbe essere un 55enne che è stato estromesso dal mondo del lavoro, non riesce ad entrarci e magari, avendo una o due case di proprietà decide di affittarle e di andare a spendere il ricavato in paesi in cui il potere di acquisto dei suoi soldi è notevolmente più alto. Questa, secondo me è un'opzione che diventerà sempre più diffusa, stante la situazione economica del nostro paese.
 
Se dovessi ipotizzare una tassonomia dell'emigrato medio, diciamo che ci sono quattro tipi di persone che si trasferiscono fuori dall'Italia:

a. Persona istruita e competente, si trasferisce per cercare opportunità lavorativa (tipicamente in U.s.a, Svizzera, Germania, Singapore, e simili). In genere ha già tutti i contatti che gli servono in loco tramite università o datore di lavoro.

b. Pensionato o renters che sfrutta la rendita per vivere meglio / con un tenore di vita più alto rispetto all'Italia.

c. Scappati di casa, ladri, delinquenti, truffatori e gente che qui non ha più nulla o che sta scappando da qualche casino.

d. Sprovveduti e tontoloni che partono conoscendo poco o nulla della destinazione (non hanno basi della lingua, non sanno come muoversi). Partono spendendo tutti i loro (pochi) risparmi.

Tipicamente a e b non hanno bisogno di altri italiani in loco, conoscono già bene il luogo nel quale si trasferiscono grazie a precedenti sopralluoghi e sanno girare gli uffici pubblici o di riferimento.

C e d vanno a braccetto, nel senso che gli scappati di casa non aspettano altro che gli sprovveduti scendano dalla scaletta dell'aereo, per spennarli e farli ritornare in Italia peggio di come sono partiti. Talvolta a spese dell'ambasciata italiana visto che non hanno più nemmeno i soldi per tornare.

Questa è l'idea che mi sono fatto di prima mano viaggiando negli ultimi dieci anni. Poi considera che ho trent'anni; magari ho una visione limitata, però sono abituato ad osservare abbastanza bene ciò che ho intorno ;)

Ottima classificazione,bollo verde!!
 
Il problema è che tanti paesi, una volta valvola di sfogo, hanno chiuso le frontiere, Usa, Canada, Australia e comunque il mercato del lavoro è in sofferenza un po' ovunque nel mondo, quindi chi parte sperando di trovare l'eldorado spesso resterà deluso, anche se le condizioni e le offerte di lavoro sono migliori che in Italia quasi ovunque.
 
Il problema è che tanti paesi, una volta valvola di sfogo, hanno chiuso le frontiere, Usa, Canada, Australia e comunque il mercato del lavoro è in sofferenza un po' ovunque nel mondo, quindi chi parte sperando di trovare l'eldorado spesso resterà deluso, anche se le condizioni e le offerte di lavoro sono migliori che in Italia quasi ovunque.
Comunque il punto per me resta che non si dovrebbe partire per andare a lavorare da qualche altra parte, ma solo per andare a fare la bella vita con una "ricchezza" che qui non sarebbe spendibile: chi ha una casa qui e ci abita, ma è senza lavoro, non ha alcun reddito per vivere. Se vende quella casa e si trasferisce nelle Filippine, probabilmente campa da nababbo per tutta la vita: che senso ha, di fronte a questa considerazione, pensare ancora di emigrare per LAVORARE???
 
Comunque il punto per me resta che non si dovrebbe partire per andare a lavorare da qualche altra parte, ma solo per andare a fare la bella vita con una "ricchezza" che qui non sarebbe spendibile: chi ha una casa qui e ci abita, ma è senza lavoro, non ha alcun reddito per vivere. Se vende quella casa e si trasferisce nelle Filippine, probabilmente campa da nababbo per tutta la vita: che senso ha, di fronte a questa considerazione, pensare ancora di emigrare per LAVORARE???

E se ti becchi l'iperinflazione?

Pensa a chi si è trasferito con mezzo miliardo di lire a Rio de Janeiro 20 anni fa...
 
E se ti becchi l'iperinflazione?

Pensa a chi si è trasferito con mezzo miliardo di lire a Rio de Janeiro 20 anni fa...
Presumo due situazioni possibili: o ha investito il capitale in euro o dollari che sono monete stabili e ha visuto nel paese con la rendita "forte" di quell'investimento o ha investito in moneta locale con forme di investimento che probabilmente davano interessi compatibili con l'inflazione (es quando da noi l'inflazione era al 12% i Bot davano il 13% di rendimento)
 
Presumo due situazioni possibili: o ha investito il capitale in euro o dollari che sono monete stabili e ha visuto nel paese con la rendita "forte" di quell'investimento o ha investito in moneta locale con forme di investimento che probabilmente davano interessi compatibili con l'inflazione (es quando da noi l'inflazione era al 12% i Bot davano il 13% di rendimento)

Oppure s'è sputta.nato tutto allegramente :clap::clap::clap:
 
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