panama papers proprio niente alla spicciolata, lo studio che aveva fatto tutto, per motivi suoi, ha scaricato in una unica soluzione tutto il fardello raccolto in n anni, gli inquirenti non sapevano assolutamente niente su quei nominativi, e niente avrebbero saputo senza questa novità, logicamente ne sono rimasti altri centinaia di migliaia che sono passati sotto altri consulenti, non è che le 150 banche delle cayman x 70.000 residenti hanno chiuso, continuano a fare esattamente quello che facevano prima, e chi è stato preso la prossima volta sceglierà meglio i consulenti.
e per quanto riguarda il totale qui stimano in 400 miliardi anno l'evasione e l'elusione fiscale di ricchi e multinazionali, logicamente que soldi poi finiscono nelle varie cayman di turno
Tasse, ogni anno ricchi e multinazionali rubano al fisco almeno 426 miliardi di euro: abbastanza per vaccinare 3 volte tutto il mondo - Il Fatto Quotidiano
Forse non mi sono spiegato bene con il termine "alla spicciolata". Non era da intendersi come dire che il cluster di panama arrivava poco per volta, era da intendersi che fiscalmente le informazioni non vengono trasmesse in tempo reale, ma gli anni fiscali di riferimento sono considerati da controlli diversi anni dopo, da cui il differimento continuo dei controlli rispetto agli anni sotto la lente.
E infatti, i panama papers hanno fatto scandalo e hanno esposto personaggi pubblici. Segno che i vip sono stati beccati (e vengono beccati anche se non ci fanno su titoloni).
Prendo quindi l'articolo del Fatto che hai postato, che fa un minestrone atomico di diverse situazioni:
a) persone fisiche
b) aziende
caso a) le persone fisiche, è più il nostro caso, e funziona secondo lo schema che mostravo prima: le banche si parlano fra di loro, i bonifici sono tracciabili, è tutto trasparente in linea di principio, già tutto detto. L'Italia ha poi una "chicca" potenziale in termini di persone fisiche legata alla vicinanza con la Svizzera, e alla possibilità di optare da una parte per il regime di frontaliere (che non è elusione) e, dall'altra, di fingere di essere residente fiscalmente in Svizzera mentre in realtà si è residenti in Italia. Questa è una situazione che può incorrere soprattutto nelle zone di Milano, Sondrio, Varese, Como e Verbania Cusio Ossola. Ma è chiaro che si parla di persone non esposte ai riflettori della ribalta, che quindi ha la possibilità di giocare nelle zone di grigio di dove risiede abitualmente, lavora, ha il centro degli affetti e così via. Non sono certo i calciatori che si sa perfettamente dove hanno la loro residenza fiscale. Non è comunque un pagamento in nero la questione, ma di delocalizzazione della residenza fiscale.
caso b) che è quello molto più interessante, riguarda direttamente le società (e non considera la questione del nero, ma la questione del profit shifting). Questa situazione è legata agli utili delle società, che vengono trasportati fittiziamente in località con tassazione più bassa. Per fare un esempio, se un imprenditore ha una società in Italia e una in Svizzera, e a fine anno vede che la società in Italia ha un utile di 100 e quella in Svizzera di 20, sa che in Italia pagherebbe 30 di imposte (diciamo 30% di imposizione) e in Svizzera 2 (diciamo 10% di imposizione), quindi pagherebbe 32 con 120 di utile lordo. Cosa fa l'imprenditore furbo? Fa fare una bella fattura dalla società svizzera a quella italiana di 100. L'utile italiano va a 0, niente imposte. L'utile svizzero va a 120, quindi paga 12 di imposte in svizzera, ed è contento perché ha appena risparmiato 20 (32-12). Tutto bello, il fisco italiano non è contento. Quindi esistono norme che determinano se quella fattura a fine anno è fatta a prezzi di mercato (sono le norme ocse del transfer pricing).
Cosa c'entra col nostro discorso? Nello specifico, nulla (perché le società italiane di calcio non hanno alcun interesse nel fare profit shifting fiscale, sono già bene in perdita di loro). Paradossalmente però, si potrebbero usare le medesime norme per sgonfiare le sponsorizzazioni farlocche stile PSG o City (che però portano utile in quei paesi, non lo tolgono, quindi non hanno un vero valore per il fisco italiano, sarebbero da usare solo per il FPF).
Riassumendo, tutta la parte dell'articolo relativa alle imprese non ha nessuna correlazione con i pagamenti in nero.
Da ultimo, una considerazione "statistica".
Parto proprio dall'articolo.
"Secondo il rapporto la sola Italia perde ogni anno quasi 6,5 miliardi di dollari, di cui circa 2 miliardi riconducibili ad aziende ed oltre 4 miliardi a singoli individui. Una cifra comunque ben al di sotto di quelle relative a Germania (43,7 miliardi) o Francia (41 miliardi)."
Premesso sempre che sono stime (stime che tutte le volte che leggo questi articoli fatico molto a immaginare come possano essere fatte), due considerazioni specifiche:
1) La potenziale evasione/elusione stimata sarebbe un settimo di quanto avviene in francia o germania (e noi saremmo il paese dei grandi evasori delle mafie etc etc), il che la dice lunga su quanto tosto sia il fisco nostrano
2) Il fatturato complessivo della sola serie a nel 2018/2019 era di 2,7 miliardi, circa la metà di quanto sarebbe la potenziale evasione che questo studio millanta. Prendendo a confronto il PIL italiano, anno 2017, parliamo dello 0,17% del totale. Se fingiamo per un attimo una proporzionalità diretta (è una forzatura, per me i riflettori sulla serie a sono potenziati rispetto ai piccoli imprenditori), vuol dire che dei 6 miliardi circa di evasione potenziale la serie a nel suo complesso potrebbe "evadere/eludere" all'anno 10,7 milioni di euro, da spartire tra le diverse squadre.
Praticamente la Juve potrebbe pagarci un magazziniere in nero.