Il cibo è passione, è amore.

Di tre montagne trasparenti

mi risveglia la neve;

nelle mattine c’è l’orto

che sta in una mano

e non produce che conchiglie,

c’è la cantina delle formiche

c’è il radicchio, diletta risorsa

profusa alle mie dita

a un vento che non osa disturbarci

Andrea Zanzotto

Andrea Zanzotto - Poeta italiano tra i più significativi della seconda metà del Novecento, nasce il 10 ottobre del 1921 a Pieve di Soligo, in provincia di Treviso.

Nozze-cana-2.jpg

La coltivazione del Radicchio trevigiano è una tradizione secolare veneta. In merito, alcune ricerche condotte dall’Università di Padova hanno dimostrato la coltivazione di questo prodotto già nella metà del XVI secolo. Nel dipinto “Le Nozze di Cana” dell’artista Leandro da Ponte detto il Bassano, oggi esposto al Museo del Louvre di Parigi, si nota infatti la presenza del Radicchio Rosso di Treviso. Il processo produttivo del Radicchio, per come lo conosciamo oggi, si è ottimizzato nella seconda metà del XIX secolo grazie a Francesco Van Den Borre, vivaista belga giunto nel 1870 a Treviso che ha esportato la famosa tecnica di imbianchimento già in uso per la cicoria belga. Nel 1900, in piazza dei Signori a Treviso viene realizzata la prima mostra dedicata ai produttori di questo ortaggio grazie all’agronomo lombardo Giuseppe Benzi.

cassetta-radicchio-rosso-treviso.jpg

Nel 1928 nelle “Osterie Veneziane” Elio Zorzi dirà:

“Il radicchio di Treviso è un fiore commestibile: quando venga portato in tavola senz’essere prima condito, sembra, nella casalinga insalatiera, un mazzo d’orchidee in una preziosa coppa di porcellana.”

1447864330672.jpg

O ancora dirà magistralmente Maffioli nel 1983 nella sua “Cucina Trevigiana”:

Il rosso, tono dominante della natura moribonda, si erge nella sua crescente freschezza come su steli di alabastro, a cantare una vita che sfida i rigori dell’inverno e se ne avvantaggia”.

radicchio-treviso-1-rev.jpg

 
La papaya salade, inoltre, è una delle proposte espresse nel famoso spot di Just eat, che stavolta è stato confezionato da Katy Perry, con la solita esplosione di colori rutilanti e il gioco che fa con il proprio corpo e i maliziosi sottointesi :D


Un'altra sua proposta è "serata sushi". L'ultima tendenza arrivata anche in occidente è il Body Sushi, dove il vassoio dei cibi è costituito dal caloroso corpo di una bella donna

be-kinky-nyotaimori-1660304.png


Naturalmente è un'usanza giapponese: il suo nome originale Nyotaimori (女体盛り), letteralmente “servire (i cibi) sul corpo femminile”. Nata intorno al XVII secolo, si pensa che fosse offerta agli uomini per esaltare le fragranze e i sapori dei cibi riscaldati dal calore del corpo umano e per permettere loro di vivere un'esperienza fuori dal comune, ovviamente di tipo erotico.

lokura-naked-sushi.jpg


 

Forse Dio è noioso, noioso come la pioggia,
E quel suo paradiso è una noia mortale.

Forse Dio ha gli occhiali neri, una sciarpa di seta,
Due volpini al guinzaglio. Forse ha le ghette,
Sta seduto in un angolo e non dice parola.
Forse ha i capelli tinti, ha una radio a transistor,
E si abbronza le gambe sul tetto d’un grattacielo.
Non possiamo sapere. Nessuno sa niente.
Forse appena arrivati ci manda allo spaccio
A comprargli del pane e salame ed un fiasco di vino.

Forse Dio è noioso, noioso come la pioggia
E quel suo paradiso è la solita musica,
Svolazzare di veli, di piume, di nuvole,
Un odore di gigli recisi, una noia di morte,
E ogni tanto una mezza parola per passare il tempo.
Forse Dio sono due, una coppia di sposi
Abbandonati al sonno ad un tavolo d’osteria.
Forse Dio non ha tempo. Ci dirà di andarcene
E tornare più tardi. Noi andremo a passeggio;
Siederemo su di una panchina a contare i treni che passano,
Le formiche, gli uccelli, le navi. A quell’alta finestra,
Dio s’affaccerà a guardare la notte e la strada.
Non possiamo sapere. Nessuno lo sa.
C’è anche caso che Dio abbia fame e ci tocchi sfamarlo,
Forse muore di fame, e ha freddo, e trema di febbre,
Sotto una coperta sudicia, piena di cimici,
E dovremo correre in cerca di latte e di legna,
E telefonare a un medico, e chissà se subito
Troveremo un telefono, e il gettone, e il numero,
Nella notte affollata, chissà se avremo abbastanza denaro.

Natalia Ginzburg


pane-salame-cremona.jpg

 
woman-womaninbed.gif


Che nottata! I sogni o non vengono affatto oppure si tratta di un sogno che forse forse annuncia una perdita. La scorsa notte mi hanno abbandonato senza una parola su una strada di campagna. In una casa laggiù sulle colline c'era una luce non più grande di una stella. Ma avevo paura di andarci e ho continuato a camminare. Poi mi sono risvegliato al rumore della pioggia sui vetri. Vicino alla finestra un vaso di fiori.
L’odore del caffè e tu che ti tocchi i capelli con il gesto di chi non c'è più da anni. Ma c’è un pezzo di pane sotto al tavolo accanto ai tuoi piedi. E una fila di formiche va avanti e indietro da una fessura nel pavimento. Non sorridi più. Fammi un favore stamattina. Chiudi le tende e torna a letto.
Lascia perdere il caffè. Faremo finta di essere in un paese straniero, innamorati

Raymond Carver


photo-1559721137-045ed5d5c34e
 


1886791.jpg

La Gatta sul tetto che scotta

MONOLOGO
MAGGIE: Ma tu senti, come urlano!… Ma dove avranno le corde vocali quei mostriciattoli senza collo? Stasera a tavola ero talmente fuori della grazia di Dio, guarda, stavo per urlare! Un urlo da sentire da qui all’Ohio! Ho detto alla tua deliziosa cognata: « Perché non li fai mangiare in cucina, su una tavola cerata, i tuoi adorabili figlioletti? Non vedi che sporcano tutto?» Avessi visto la divinità offesa! « Come? – mi fa, – il giorno del compleanno di papa? Non me lo perdonerebbe mai!».
Figurati, papa appena s’è seduto a tavola con tutti quei senza collo che s’ingozzavano e sbrodolavano, ha messo giù la forchetta e ha detto: « Santo Dio, Gooper, mandali in cucina, questi porci, mettili a un truogolo!» Io morivo, guarda…. Cinque, ne hanno, hai capito? E il sesto è in viaggio. Se li sono portati dietro in massa, pure i gemelli nella carrozzina, come una mandria da vendere alla fiera. Non stanno fermi un minuto.

tetto.jpg

« Tesoro, fa’ vedere al nonno come sei bravo. Mostra le fossette. Di’ la poesia. Fa’ le capriole. E fa’ questo e fa’ quello». Una continuazione. Il tutto naturalmente, condito da allusioni velenose a noi due: esseri senza figli, sterili, inutili e da mandare al macero. Divertente, eh? Se non fosse disgustoso.
È talmente chiaro dove vogliono arrivare… Vogliono soffiarti la parte d’eredità che ti spetta, ormai che tutti sanno che tuo padre ha il cancro. È arrivata l’analisi, oggi. L’ho appena vista. E non ti dirò che m’abbia sorpresa. Da questa primavera, quando siamo arrivati, avevo riconosciuto i sintomi. E figurati se non hanno mangiato la foglia il fratello e la cognata. Per questo hanno rinunciato alle fresche arie dei monti, quest’anno, e se ne sono venuti qui al caldo a fare i bagni di fiume, loro e tutte le scimmie!
Dico che hai ancora una grossa carta da giocare. Tuo padre ti adora, e non può soffrire tuo fratello e tua cognata. Basta vedere che faccia fa alle dissertazioni dell’incubatrice, quando lei si vanta di aver rifiutato l’anestesia alla nascita dei due gemelli, perché la maternità è un avvenimento che una donna deve vivere in tutta la sua pienezza per assaporarne tutta la prodigiosa bellezza, per cui si è trascinata dietro anche il marito nella sala parto. Ad assaporarsi anche lui tutta questa prodigiosa bellezza, della venuta al mondo dei mostri senza collo!
Papa, sulla cara coppia, la pensa come me! Io – io lo diverto, lo faccio ridere, gli piaccio.

 
Grande opera, pellicola e interpreti favolosi :clap:, ciao Maf :)

A proposito di Hollywood, molti attori famosissimi adorano la nostra pasta. Vista l'ora... :D, eccola

La mitica carbonara per H. Berry e P. Cruz, la quale precisa "quella vera, con il guanciale" perché la Musa di Almodovar mangerebbe "spaghetti a pranzo e a cena, in pratica tutto il giorno!". R. De Niro ne è talmente appassionato da farsela preparare espressa, in un’occasione rimasta celebre, pochi minuti prima di partire all’Italia e gustarsela, in un curioso take away d’autore, in volo.

dad00178f8fda4bea1917e72945dac45.jpg


Le squisite tagliatelle al tartufo per Q. Tarantino, Madonna, J. Deep e U. Thurman.

tagliolini-al-tartufo-ricetta.jpg


Matt Damon
invece sceglie la pasta con i broccoli: "Luckily, I found out all three of my youngest girls love broccoli. There are times where I can't get them to eat protein or a little piece of fish because they are going crazy over the broccoli. Sometimes they're the ones bribing me to eat more of my vegetables."

Pasta-con-i-broccoli.jpg



Ma il piatto più cool è la seducente cacio e pepe, che ha ha stregato M. Rourke, W. Allen, M. Douglas, G. Clooney e Al Pacino

pasta-cacio-e-pepe-2.jpg


---

" – Ti piace la pasta che ho fatto?
– Buona, amore.
– Manca sale?
– Un po’. E già che ci sei mi passi olio, pepe, origano, tonno e olive?
"

(di Ftzj, Twitter) :D


depositphotos_279909026-stock-photo-sexy-italian-eats-spagetti-garden.jpg
 
Ultima modifica:

“Zia, Ian è vegetariano. Lui non mangia carne.
Lui non mangia carne?!
No, lui non mangia carne.
Come sarebbe a dire che non mangia carne? Oh, non fa niente: ti faccio l’agnello!”
Cit. Il mio Grasso Grosso Matrimonio Greco

My-Big-Fat-Greek-Wedding-Bundt-Cake3.png


Non mancano nel film i riferimenti alla cucina, specialmente quella greca.

La famiglia è proprietaria del ristorante Dancing Zorba’s e tutti cucinano in maniera ossessiva. Dalla moussaka che la piccola Toula è costretta a portare a scuola nel suo contenitore mentre le amichette addentano tipici sandwich americani escludendola dal loro tavolo, fino alle grigliate di carne d’agnello nel giardino di casa, nella famiglia Portokalos il cibo non manca mai.
In una scena del film, i genitori di Ian vengono invitati dalla famiglia di Toula per conoscersi e dargli il benvenuto. Dopo l’ennesimo bicchiere di Ouzo (tipico liquore greco all’anice) gridando “OPA!”ad ogni bevuta, i due (ormai sbronzi) genitori non riescono più a mettere a fuoco le persone intorno a loro e soprattutto non riescono più ad accettare le continue offerte gastronomiche della famiglia Portokalos, suscitando sospetto tra i familiari.
Tra le varie gustose specialità greche viene offerta le Spanakopita, buonissima torta salata di pasta filo riempita di spianaci e feta,

spinach-pie-with-feta-spanakopita-1706022_hero-01-80cc6ee388474e7aad68e1d009766967.jpg
 

Henri de Toulouse-Lautrec visse nei bordelli di Parigi: dalla frequentazione amichevole con la pros.titute nacque una splendida serie di commoventi litografie.Le donne di Toulouse-Lautrec, talvolta giovani ma spesso non più nel fiore degli anni, vengono rappresentate senza la benché minima velleità erotica, e anche senza alcun intento moralizzante: l’artista intende semplicemente raccontare la loro vita nella casa di tolleranza. Prevale, insomma, la spontaneità.

Femme au plateau - Petit déjeuner, “Donna con vassoio - Colazione” ci offre una scena in cui la maîtresse della casa di rue des Moulins (dove il pittore si stabilì dopo aver lasciato la maison di rue d’Amboise), Juliette Baron, porta via il vassoio della colazione dal letto della figlia Pauline (nota nell’ambiente con il suo diminutivo, mademoiselle Popo), che l’ha appena consumata prima di iniziare una nuova giornata di lavoro nel bordello gestito dalla madre.


“Elles”: le prostitute parigine secondo Henri de Toulouse-Lautrec

W1siZiIsIjIyMzEzMyJdLFsicCIsImNvbnZlcnQiLCItcXVhbGl0eSA5MCAtcmVzaXplIDIwMDB4MjAwMFx1MDAzZSJdXQ.jpg





W1siZiIsIjI2NTU3OSJdLFsicCIsImNvbnZlcnQiLCItcXVhbGl0eSA5MCAtcmVzaXplIDIwMDB4MjAwMFx1MDAzZSJdXQ.jpg
 

“Zia, Ian è vegetariano. Lui non mangia carne.
Lui non mangia carne?!
No, lui non mangia carne.
Come sarebbe a dire che non mangia carne? Oh, non fa niente: ti faccio l’agnello!”
Cit. Il mio Grasso Grosso Matrimonio Greco

My-Big-Fat-Greek-Wedding-Bundt-Cake3.png


Non mancano nel film i riferimenti alla cucina, specialmente quella greca.

La famiglia è proprietaria del ristorante Dancing Zorba’s e tutti cucinano in maniera ossessiva. Dalla moussaka che la piccola Toula è costretta a portare a scuola nel suo contenitore mentre le amichette addentano tipici sandwich americani escludendola dal loro tavolo, fino alle grigliate di carne d’agnello nel giardino di casa, nella famiglia Portokalos il cibo non manca mai.
In una scena del film, i genitori di Ian vengono invitati dalla famiglia di Toula per conoscersi e dargli il benvenuto. Dopo l’ennesimo bicchiere di Ouzo (tipico liquore greco all’anice) gridando “OPA!”ad ogni bevuta, i due (ormai sbronzi) genitori non riescono più a mettere a fuoco le persone intorno a loro e soprattutto non riescono più ad accettare le continue offerte gastronomiche della famiglia Portokalos, suscitando sospetto tra i familiari.

Tra le varie gustose specialità greche viene offerta le Spanakopita, buonissima torta salata di pasta filo riempita di spianaci e feta,





spinach-pie-with-feta-spanakopita-1706022_hero-01-80cc6ee388474e7aad68e1d009766967.jpg


Squisita :clap: In Grecia infatti vanno pazzi per i cibi da riempire :D : abbiamo già parlato delle deliziose Dolmades con foglie di vite o di fico, ma pensiamo ai Gemista con i peperoni o pomodori farciti di riso, olive e menta

SH_gemista-640x350.jpg.webp


alle Lachanodolmades che si fanno con il cavolo cappuccio o il cavolo verza ripieno di carne macinata cipolla e aromi

lachanodolmades-stuffed.jpg


senza dimenticare il più classico e goloso dei panini da passeggio, il Gyros, dove la pita è ricolma di carne di maiale, verdure, salse e patate fritte.

Gyros-1200x900.jpg


Gnam

 
Ultima modifica:

Tristezza
[...] Fai piroette col corpo e l'immaginazione per evadere dalla tristezza. Ma chi ha detto che è proibito essere tristi? In realtà, molte volte, non c'è nulla di più sensato che essere tristi; quotidianamente succedono cose, agli altri o a noi, per cui non c'è rimedio, o per meglio dire, per cui c'è quell'unico e antico rimedio di sentirsi tristi. Non lasciare che ti prescrivano allegria, come chi ordina un ciclo di antibiotici o dei cucchiai di acqua di mare a stomaco vuoto. Se lasci che trattino la tua tristezza come una perversione o, nel migliore dei casi, come una malattia, sei perduta; oltre a essere triste ti sentirai in colpa. E non hai colpa di essere triste. Non è normale sentire dolore quando ti tagli? Non ti brucia la pelle se ti danno una frustata? Be', allo stesso modo il mondo, la vaga successione dei fatti che accadono (o che non accadono), creano un fondo di malinconia. [...] Vivi la tua tristezza, palpala, sfogliala nei tuoi occhi, bagnala di lacrime, avvolgila nelle grida o nel silenzio, copiala nei quaderni, segnala sul tuo corpo, fissala sui pori della tua pelle. Infatti, solo se non ti difendi fuggirà, a momenti, in un altro posto che non è il centro del tuo dolore intimo. E per degustare la tua tristezza devo consigliarti anche un piatto malinconico: cavolfiore nella nebbia.

pastacavolfioreepancetta-1614319225.jpg


CAVOLFIORE NELLA NEBBIA
Si tratta di cuocere quel fiore bianco e triste e consistente, col vapore acqueo. Lentamente, con lo stesso odore dell'alito che emana la bocca nei lamenti, si cuoce fino a intenerirsi. E, avvolto nella nebbia, nel suo vapore fumante, aggiungigli olio d'oliva e aglio e un po' di pepe, e salalo con lacrime che siano tue. E assaporalo lentamente, mordendolo dalla forchetta, e piangi di più e piangi ancora, che alla fine quel fiore andrà succhiando la tua malinconia senza lasciarti asciutta, senza lasciarti tranquilla, senza rubarti l'unica cosa tua in quel momento, l'unica che nessuno potrà ormai toglierti, la tua tristezza, ma con la sensazione di aver condiviso con quel fiore immarcescibile, con quel fiore assurdo, preistorico, con quel fiore che i fidanzati non chiedono mai dai fiorai, con quel fiore del cavolo che nessuno mette nei vasi, con quell'anomalia, con quella tristezza fiorita, la tua tristezza di cavolfiore, di pianta triste e malinconica.[...]


Héctor Abad Faciolince, Trattato di culinaria per donne tristi

834.jpg

 
Ciao Maf :flower:

Abbiamo parlato in più occasioni di tavole calde e pasti veloci consumati in America.

754785107768698.jpg



Questo dipinto non è di un pittore famoso, ma di un cantante. Bob Dylan dimostra di essere affascinato dalle arti visive, in quanto ulteriore e fecondo strumento di creatività e veicolo per rielaborare osservazioni, spunti, riflessioni appuntati costantemente durante i suoi viaggi attraverso gli States.

Bob-Dylan-Endless-Highway-2-2015-2016-Acrilico-su-tela.jpg


Nelle opere da lui realizzate c’è anzitutto l’America che si srotolava davanti al suo sguardo sin dal tragitto che da Duluth (Minnesota) conduce a New York: motel e tavole calde incontrate nel bel mezzo del nulla, luna park abbandonati , fino a skyline maestosi che invece immortalano l’energia respirata nella grande città. E poi gesti e abitudini di persone incontrate per caso, o strade che tagliano paesaggi deserti, guidando lo sguardo verso un orizzonte che sembra infinito.


".. And I was standin’ on the side of the road,
rain fallin’ on my shoes
heading out for the East Coast.
[...]
So I drifted down to New Orleans
where I's lucky for to be employed
Working for a while on a fishing boat
right outside of Delacroix...



Così ad esempio lungo la Route 61 che dal Minnesota, scendendo verso sud – non a caso ribattezzata The Blues Highway – porta a New Orleans, città natale del jazz e del soul, che per Dylan sarà profonda fonte di ispirazione: “Ci sono molti posti che mi piacciono, ma nessuno come New Orleans” spiega “questa città offre mille angolazioni da cui guardarla, è un’unica, lunghissima poesia”.


A chi interessasse, lo trovate al Maxxi di Roma sino ad aprile '23.
 
Ultima modifica:
hogwarts-harry-potter.jpg



Nella saga di Harry Potter l'autrice J. K. Rowling descrive le meravigliose decorazioni natalizie del castello di Hogwarts con dovizia di particolari. L’atmosfera natalizia è davvero magica e anche i pranzi di Natale non sono da meno:
«Un pranzo di Natale come quello, Harry non l’aveva mai visto in vita sua. Un centinaio di grassi tacchini arrosto, montagne di patate arrosto e bollite, vassoi di oleose salsicce alla cipolla, zuppiere di piselli al burro, salsiere d’argento con salse dense e saporite alla carne e al mirtillo, e montagne di petardi magici disposte a intervalli lungo la tavola. Quei fantastici petardi non avevano niente a che fare con quelli insignificanti, da Babbani, che compravano i Dursley, e che tutt’al più contenevano giocattolini di plastica e insulsi cappellini di carta. Quando Harry, con l’aiuto di Ron, fece scoppiare un petardo magico, quello non si limitò a fare bum!, ma sparò come un cannone avvolgendoli in una nuvola di fumo blu, mentre da dentro schizzavano fuori un tricorno da Contrammiragli, e una miriade di topolini bianchi vivi. Intanto, alla Tavola delle autorità, Silente aveva barattato il suo cappello a punta da mago con una cuffia a fiori e stava ridendo a crepapelle di una storiella che il professor Vitious gli aveva appena letto».
Anche se, forse, la migliore scena di Natale dell’intera saga di Harry Potter rimarrà sempre la volta in cui di Sirius, andando a trovare il suo Ippogrifo, canta a squarciagola «Tu scendi dalle stelle, o Fierobe-e-ecco”»


darlin_harry-potter-great-hall-09292015.jpg

 
Kim-Novak-GettyImages-3208131.jpg


Il Natale di Poirot di Agatha Christie. Con protagonista il famoso detective Hercule Poirot, la storia si svolge durante una cena della vigilia di Natale.

Dopo aver sentito un urlo penetrante al piano superiore, i membri della famiglia Lee scoprono con orrore il corpo di Simeon Lee, che giace morto in una pozza di sangue. Poirot, che trascorre il Natale nello stesso luogo, si offre di aiutarli a svelare il mistero. Tuttavia, non sarà facile, perché tutti sembrano avere un motivo per odiare il morto.

„Dunque," mormorò, "secondo lei le feste natalizie sono un'epoca poco favorevole ai delitti." "E' quel che penso." "Perché?" "Perché?" Johnson parve un pò perplesso. "Perché, come ho detto, c'è un senso diffuso di allegria, di buona volontà… di buoni pranzi…" "Come siete sentimentali, voi inglesi!" "Bé, e anche se fosse così, che male ci vede? E' forse un male amare le tradizioni, le vecchie feste?" "Oh no, nessun male, anzi è una cosa molto poetica! Ma esaminiamo i fatti. Lei ha detto che Natale è un'epoca di buoni pranzi. Questo significa che in questi giorni si mangia e si beve troppo… Per conseguenza… indigestioni, e all'indigestione si accompagna spesso una speciale irritabilità del carattere." "Ma i delitti non vengono commessi per irritabilità." "uhm! Non ne sono troppo sicuro… Ma partiamo anche da un altro punto di vista. A Natale impera lo spirito di "buona volontà". Vecchi litigi vengono dimenticati, coloro che si trovano in disaccordo fanno la pace… Sia pure provvisoriamente, le famiglie che sono state separate per tutto l'anno si raccolgono ancora una volta. In queste occasioni, amico mio, deve ammettere che i nervi possono venir sottoposti a dura prova. Persone che non hanno alcuna voglia di essere amabili fanno uno sforzo per apparirlo… C'è in essi molta ipocrisia, a Natale, onorevole ipocrisia, senza dubbio, ipocrisia pour le bon motif, ma sempre ipocrisia."

24swartzWeb-jumbo.jpg
 
Che ben di Dio :D, brava la Chef internationale OK!

Il tacchino infatti è tipico pasto natalizio, soprattutto nel mondo anglosassone. Ma ho già detto che adoro le castagne, quindi propongo quello francese: la dinde aux marrons.

DINDE-AUX-MARRONS-1-050.jpg


Si deve preparare la farcitura rosolando nel burro abbondante scalogno (o cipolla), manzo macinato, salsiccia, 8-10 castagne, timo, cognac, sale e pepe. Pochi minuti, quindi versare nella terrina, schiacciare le castagne, aggiungere prezzemolo, il pancarré inzuppato nel latte e un uovo per legare.

Prendere la tacchinella (ovviamente già spennata e bruciacchiando dove serve), inserire una generosa farcitura facendo pressione. Massaggiare con le mani la parte esterna dell'animale, spalmarlo di burro, finire con un giro di pepe e sale. Legare le zampette e poi il collo con il solito spago da cucina.

dinde-aux-marrons-7.jpg


E via in forno. Il tempo di cottura naturalmente dipende dal peso, partire a temperatura più bassa (ca 120°) e dopo mezzoretta alzare a 200°. Bagnare periodicamente con il sugo di cottura, aggiungere brodo di carne se necessita, e le restanti castagne a mezzoretta dalla fine.

auberge-de-la-vingeanne_196632_bb3.jpg


Bon apetit :), Maf.


*

Cenone-di-Natale-1024x683.jpg



 
Ultima modifica:
coffee-caff%C3%A8.gif


La Moka è un’invenzione italiana degli anni ’30. Il nome rimanda alla città di Moka, nello Yemen, famosa per la qualità del caffè.
È composta da un bollitore (parte inferiore), un filtro a forma di imbuto, un raccoglitore (parte superiore) dotato di un secondo filtro estraibile, tenuto fermo da una guarnizione di gomma. Guarnizione e filtro estraibile vanno cambiati periodicamente

COME PREPARARE UNA MOKA ALLA PERFEZIONE:

  • Riempire la base con acqua fredda fino al livello della valvola e non oltre. Inserire il filtro
  • Riempire completamente il filtro di caffè macinato per moka, ma senza pressare la polvere
  • Assicurarsi che filtro e guarnizione di gomma siano al loro posto. Avvitare strettamente le due parti della moka
  • Mettere la moka sul fornello. Attenzione: tenere il fuoco basso
  • Togliere la moka dal fuoco subito, non appena il caffè sale. In questo modo si estraggono solo le parti più nobili del caffè
  • Mescolare il caffè con un cucchiaino prima di versarlo nelle tazzine
  • Sciacquare la moka con acqua calda e lasciarla asciugare perfettamente prima di riavvitarla.
WastefulComplexGreatwhiteshark-max-1mb.gif


La commedia di Carlo Goldoni, “La Bottega del caffè”, che si svolge a Venezia, nella bottega del caffettiere Ridolfo. Un luogo attorno al quale ruotano numerosi personaggi della borghesia del 1700. Una borghesia in ascesa della quale, attraverso il caffè e la sua diffusione, Goldoni racconta vizi e virtù.

fc95a-657c4-5f16c-00e9a-1cd5d-57e7a-08-web-simonediluca-labottegadelcaffe-rossetti-6774.jpeg
 
vengacaff%C3%A816.gif


Anche la poesia ha dato spazio al caffè. Una delle più celebri è “Ode al caffè nero” di Friedrich Torberg,
un vero inno d’amore e fedeltà alla celebre bevanda e alla sua energia.

Caro, caldo, buon caffè nero,
sia moca, turco, o serbo vero,
o Dio sa cosa d’altro esser può,
gentiluomo casalingo e no;
quando ti vedo davanti a me,
sei solo il buon fumante caffè.
Devi saper, infatti, e tu lo sai
( non così forse il lettore),
senza te lavorar non potrei,
la mente mia essendo già nei guai:
assai peggior sarebbe se
qui sulla scrivania non ci fosse
un thermos pieno di buon caffè.

4cdcc3fd63936f1134b54a21e32fc1b1--alain-delon-coffee-lovers.jpg
 
coffee-caff%C3%A8.gif


La Moka è un’invenzione italiana degli anni ’30. Il nome rimanda alla città di Moka, nello Yemen, famosa per la qualità del caffè.
È composta da un bollitore (parte inferiore), un filtro a forma di imbuto, un raccoglitore (parte superiore) dotato di un secondo filtro estraibile, tenuto fermo da una guarnizione di gomma. Guarnizione e filtro estraibile vanno cambiati periodicamente

COME PREPARARE UNA MOKA ALLA PERFEZIONE:


  • Riempire la base con acqua fredda fino al livello della valvola e non oltre. Inserire il filtro
  • Riempire completamente il filtro di caffè macinato per moka, ma senza pressare la polvere
  • Assicurarsi che filtro e guarnizione di gomma siano al loro posto. Avvitare strettamente le due parti della moka
  • Mettere la moka sul fornello. Attenzione: tenere il fuoco basso
  • Togliere la moka dal fuoco subito, non appena il caffè sale. In questo modo si estraggono solo le parti più nobili del caffè
  • Mescolare il caffè con un cucchiaino prima di versarlo nelle tazzine
  • Sciacquare la moka con acqua calda e lasciarla asciugare perfettamente prima di riavvitarla.
WastefulComplexGreatwhiteshark-max-1mb.gif


La commedia di Carlo Goldoni, “La Bottega del caffè”, che si svolge a Venezia, nella bottega del caffettiere Ridolfo. Un luogo attorno al quale ruotano numerosi personaggi della borghesia del 1700. Una borghesia in ascesa della quale, attraverso il caffè e la sua diffusione, Goldoni racconta vizi e virtù.

fc95a-657c4-5f16c-00e9a-1cd5d-57e7a-08-web-simonediluca-labottegadelcaffe-rossetti-6774.jpeg

ben tornata, bimba. In effetti un nesso con la Serenissima c'è OK!

origini-caffe-italiano-costadoro.jpg


Il caffé secondo la leggenda è nato in Etiopia: già 2000 anni fa la tribù nomade degli Oromo, che viveva nel regno di Kaffa, era solita consumare foglie e frutti del caffè essiccati, macinati ed impastati con burro salato e spezie, che poi masticavano o succhiavano durante i loro spostamenti per trarne vigore.
Nel tempo il caffé ha preso piede appunto nella penisola arabica tramite il porto di Mokha. :clap:
Poi Ali Ibn Omar Al-Shadhili, un monaco Sufi, è stato il primo ad usare il qahwa per restare svegli durante le lunghe preghiere notturne.

619f5f1f-b40e-4764-b077-17848de55d4e..jpg



Diffusasi così in territorio ottomano, la nera bevanda è giunta in Italia proprio tramite i traffici mercantili che Venezia intratteneva con Istanbul. Si afferma che esisterebbe addirittura la data esatta di arrivo nella Penisola: il 1570, quando un medico e botanico padovano, Prospero Alpino, ne portò alcuni sacchi dal suo viaggio in Oriente. All’inizio il caffé veniva venduto in farmacia come tonico, ma il costo alto del prodotto ne faceva un’attrazione soprattutto per i ceti più abbienti.

Storia_d5e64193-dc1f-4a8b-a614-b0e1dbcdf465_800x.jpg


Questo però non fu un valido motivo per fermare il successo della “acqua negra bollente”: in poco tempo le “botteghe del caffè” aumentarono, tanto che nel 1763 la città lagunare ne contava già 218, divenendo finalmente un fenomeno sociale e popolare.
Più tardi avremo i Café chantant della belle époque! :cincin:

Storia-del-caffe-cuccumella-napoletana-Jean-Louis-Morize.jpg


Riguardo al caffé come lo beviamo noi, impulso fondamentale venne dato poi dalla città di Napoli.
Nel 1614 il compositore, esploratore e musicologo Pietro Della Valle inviò notizie dalla Terra Santa al caro amico Mario Schipano riguardo una bevanda (chiamata kahve) che gli arabi musulmani preparavano in pentole calde.

Celebrato dall’arte, dalla letteratura, dalla musica e dalla vita mondana napoletana, il caffè divenne presto protagonista nella città . Veniva preparato con grande cura nella “cuccumella“, la tipica caffettiera a filtro partenopea derivata dall’invenzione del parigino Jean-Louis Morize nel 1819.

gaggia-achille1.jpg


Nel 1901 l'ingegnere Luigi Bezzera inventa la prima macchina per l'espresso (y) con funzionamento a vapore, e nel 1948 con il barista milanese Achille Gaggia introduce l’estrazione a pressione dei deliziosi chicchi.
L’innovazione fa sì che il caffè sia attraversato dalla sola acqua calda a una pressione elevata (circa 9/10 atmosfere), consentendo di estrarre gli aromi che danno pienezza al gusto e le componenti atte a produrre la densa crema tipica della tazzina di espresso. 😍
 
Ultima modifica:
"Penso che se fossi una donna mi piacerebbe indossare caffè come un profumo."

(John Van Druten, USA)


Per il 3ad dei treni :D, c'è anche lo spot accompagnato da una famosa canzone popolare colombiana, incisa nel 1982 da Rodolfo Aicardi.

Naturalmente noi beviamo il caffé ristretto e intenso dell'Ecuador, di cui si ammira nel video lo splendido paesaggio andino, e non quello della multinazionale Nescafé che mirava a vendere lì il loro beverone :eek:

"Un buon caffé deve essere nero come la notte, caldo come l'inferno e dolce come l'amore" (proverbio turco).


col-1024x1024.jpg
 
Ultima modifica:

Buona giornata Diago...grazie. :flower:
La sai questa?:rotfl:
CHE COSA FA UN CHICCO DI CAFFE’ SU UN TRENO?
L’ESPRESSO!”:D

C9n4IEyW0AIqfED.jpg
 
Indietro