[...] "Che significa?" La parola all'economista
Come si traduce, per il portafoglio dei risparmiatori o dei semplici contribuenti, questa “tragedia”? Che significa “punto di non ritorno”? Cosa rischiano i cittadini, oggi e nell’immediato futuro?
Abbiamo girato qualche domanda all’economista Francesco Daveri (nella foto), ordinario di politica economica presso l’Università di Parma, docente alla Bocconi e collaboratore della Voce.info. Da economista Daveri tiene d’occhio la situazione dei mercati italiani, dello spread e del debito pubblico.
Non solo una questione di spread
Intanto, Daveri chiarisce che in sé lo spread che avanza e che fa paura, non ha a che fare direttamente noi cittadini. “Di per sé lo spread non ha ripercussioni immediate sui conti pubblici”, spiega. “Si tratta della differenza tra il rendimento dei titoli di Stato italiani e quelli tedeschi. Lo spread, per intenderci, non aumenta solo quando cresce il tasso di interesse dei titoli italiani, ma anche quando si abbassa quello dei Btp tedeschi, quando, insomma, tutti corrono a comprare i tedeschi perché sono più affidabili”.
Interessi più alti, spese maggiori per lo Stato
Quello che ha serie ripercussioni sulle nostre tasche, spiega il docente, è il tasso di interesse sui titoli di debito pubblico. E’ l’interesse che lo Stato andrà a pagare alla scadenza dei titoli acquistati.
“Con tassi sul debito più alti lo Stato dovrà sborsare più denaro per pagare gli interessi sul debito, e ciò accrescerà il debito pubblico”.
Per fare un solo esempio, ad agosto, quando il tasso di interesse dei titoli italiani era già lievitato a dismisura e si attestava a 6,25 %, si stimava che per il secondo semestre del 2011 lo Stato avrebbe dovuto pagare un onere di interessi sul debito maggiore di 2 miliardi. E questo sì, si traduce in termini immediati e concreti.
Più tasse per tutti
“Aumentando i costi per lo Stato”, dice Daveri, “il governo ha tre scelte, tagliare le spese, e quindi diminuire i servizi, aumentare le tasse, o, se rinuncia a entrambe, aumentare ancora il debito, spostando il problema al futuro, cosa che è stata fatta negli anni passati con i risultati che vediamo”.
Interessi maggiori sui prestiti e meno credito
Ci sono poi gli effetti diretti sulle imprese e sui comuni cittadini. “Quando gli interessi sono così alti, per le banche diventa più costoso riuscire a trovare i fondi necessari per andare avanti. Di conseguenza aumenta il costo del credito per le aziende quanto per i privati, e parallelamente diminuisce la disponibilità a concedere prestiti”.
Ecco insomma come il “disastro” titoli di Stato, ricade su tutto il sistema creditizio con un effetto valanga.
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