Il costo "reale" del denaro in Italia: un livello assurdo, prezzo dell'incompetenza!

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    Prevale ancora un certo ottimismo sulle principali borse mondiali spinte dalle aspettative sui tassi di interesse, con gli operatori che scontano sempre di più una pausa nel rialzo dei tassi per quest’anno, dopo la pubblicazione dei verbali degli ultimi meeting di Fed e Bce. Come da attese, dalle minute Fed è emersa cautela su eventuali rialzi futuri dei tassi, anche se non c’è stata alcuna indicazione di eventuali tagli nel breve termine. Anche dai verbali Bce è emerso che i tassi siano già sufficientemente restrittivi da riportare l’inflazione verso l’obiettivo. Lato materie prime, forte volatilità sul petrolio in seguito al rinvio della riunione dell’Opec+ dal 26 al 30 novembre. Per continuare a leggere visita il link

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ghekko1966

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Il costo "reale" del denaro in Italia: un livello assurdo, prezzo dell'incompetenza!

16:05:21 PRIME RATE: NON SCENDE DA LUGLIO 2002, QUANDO RISALI' AL 7,375%

(ASCA) - Roma, 11 giu - Con il costo del denaro in discesa, scendera' anche il prime rate Abi, fermo dal 15 luglio 2002 quando sali' di 0,125% a quota 7,375%? Sul sito Abi, www.abi.it e' rilevabile l'andamento della serie storica del Prime Rate. L'aspetto interessante riguarda il confronto tra l'andamento del Prime Rate e quello del tasso di riferimento della Bce (tasso refi). Il tasso refi Bce dal 30 agosto 2001 e' sceso dal 4,25% al 2% del 5 di giugno, si tratta di una riduzione di 225 punti base. Al contrario, l'andamento del Prime Rate vede nel periodo compreso tra il 31 di agosto 2001 sino al 30 giugno 2002, una modesta discesa dal 7,875% al 7,250%, per poi risalire, il 15 di luglio 2002, al 7,375%, in totale una riduzione di soli 50 punti base. ''Dalle nostre rilevazioni, negli ultimi due mesi i tassi attivi sono addirittura aumentati, e soprattutto sono fortemente aumentati i costi di tenuta del conto corrente, Mi sono stupito dello stupore dell'Abi sulla vicenda'' osserva Elio Lannutti, presidente dell'Adusbef. men/lus/rs

Saluti.
 
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Bot ai minimi storici, ma mutui a tassi record: le due facce della medaglia


(13/6/03) - Rendimenti negativi per i titoli di Stato se paragonati all’inflazione. Il taglio dei tassi deciso dalla Bce inciderà nei prossimi mesi in modo diverso sulle scelte dei risparmiatori italiani. Bot-people e sottoscrittori di mutui sono, in questo contesto, due facce di una stessa medaglia.



Il taglio dei tassi di interesse di mezzo punto decisi la scorsa settimana dalla Banca centrale europea ha prodotto effetti diversi sulle scelte dei risparmiatori. Rendimenti negativi e mutui più leggeri sono le due facce di una stessa medaglia.

I Bot-people hanno visto i rendimenti assottigliarsi progressivamente, fino a diventare negativi se paragonati al tasso d’inflazione.
Insomma il tasso di riferimento Bce al 2%, il minimo dal dopoguerra, presenta discreti vantaggi a chi chiede in prestito denaro, ma garantisce minori benefici per chi decide di prenderlo in prestito.

Anche grazie al coro di proteste dei consumatori, che hanno richiesto, nelle scorse settimane, un adeguamento da parte delle banche ai tassi decisi dalla Banca centrale europea, le banche hanno dato i primi –anche se timidi- segnali.
Anche se in misura inferiore rispetto ai 50 centesimi di taglio della Bce, i tassi sui mutui e i prestiti bancari scenderanno.

Può tirare un sospiro di sollievo chi aveva sottoscritto un mutuo a tasso variabile, perché il saggio d’interesse si adeguerà al taglio del costo del denaro.
Per chi vuol comprare casa oggi, è più opportuno ancorare il mutuo agli attuali livelli raggiunti dal tasso di interesse, visto che sarà senz’altro destinato a risalire. Una volta avviata la ripresa economica, il costo del denaro risalirà.
Inutile piangere sul latte versato se si è contratto un mutuo a tasso fisso nel passato, quando i tassi erano più alti: oggi potrebbe finanziarsi pagando interessi inferiori.

Prendendo ad esempio un mutuo a dieci anni da 100.000 euro a favore di un impiegato di 30 anni, i tassi oggi richiesti oscillano notevolmente. Dal confronto tra le varie offerte si evince chiaramente che qualche banca si sta già adeguando al taglio della Bce mentre altre devono ancora farlo.

Si va dal 4,77% - livello che riflette maggiormente il costi del denaro più basso - al 6,50%, su una rata mensile superiore ai 1.000 euro.

Paola Toscani


Adusbef: la Bce taglia, le banche no
(9/6/03) - Gli istituti di credito italiani non si sono mai adeguati a tassi di interesse fissati dalla Banca centrale europea. Nonostante negli ultimi due anni la Bce abbia tagliato di ben 2,5 punti il costo del denaro, per i consumatori poco è cambiato.


Le associazioni di consumatori si staccano dal coro. Se tutti esaltano gli indubbi benefici a vantaggio dei risparmiatori per il taglio dei tassi deciso dalla Banca centrale europea (Bce), l’Adusbef accusa l’Associazione Bancaria di non essersi adeguata alle decisioni di Francoforte.
Il Prime Rate, scrive l’associazione dei consumatori, è tuttora inchiodato al 7,375%, 4,875 punti in più del tasso Bce. Prime Rate vuol dire 'interesse primario'. Quando una banca presta del denaro, non chiede a tutti lo stesso interesse. Normalmente la banca ha un occhio di riguardo per i clienti più importanti, e ad essi fa pagare gli interessi più bassi possibili. Il 'Prime Rate' è questo tasso 'privilegiato'. Viene calcolato ogni 15 giorni dall’Associazione Bancaria Italiana facendo la media su un campione di banche.

L’Adusbef ripercorre poi le vicende dei tassi negli ultimi due anni. La Banca Centrale europea ha tagliato i tassi di ben 2,5 punti, portandoli dal 4,50% del 10 maggio 2001, al 2,50% del 6 marzo 2003 fino al 2% di oggi. Durante tutte queste vicende il Prime Rate Abi à rimasto pressoché invariato con una modestissima riduzione di 0,50 punti.

Un dislivello che secondo l’Adusbef è assolutamente ‘ingiustificato’. L’Associazione di difesa del consumo ricorda addirittura un caso in cui, a fronte di una riduzione decisa da Francoforte nel settembre 2001, il Prime Rate Abi subiva un aumento, intervenuto il 30 giugno 2001, dal tasso del 7,250 al 7,375%.

Si tratta di un tasso addirittura superiore al tasso medio applicato da Bankitalia, pari al 6,54%.
È durissimo il segretario dell’associazione, Elio Lannutti, che ha dichiarato: ‘L’Adusbef si aspetta che dal 15 giugno le banche adottino un analogo taglio al loro Prime Rate’. L’Adusbef chiama poi in ballo il ‘distratto’ Governatore Fazio, auspicando da parte sua un contributo a rimuovere quella che definisce una ‘pesante trave’ nel sistema bancario italiano’. Lannutti fa un chiaro riferimento alle critiche verso il sistema imprenditoriale che sarebbe disturbato da una semplice ‘pagliuzza’.

Paola Toscani
 
E nessuno fa niente!!!


L@dri ( legalizzati :rolleyes: ) è un termine troppo forte?
 
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Interessi pesanti per chi sceglie le rate


Chi è a corto di liquidità può saldare imposte e contributi a rate. Ma i tassi sono onerosi: 6% all'anno. Si può ricorrere alla dilazione per una o tutte le imposte e scegliere liberamente il numero delle rate in cui ripartire il pagamento (fino ad un massimo di 7). In caso di dilazione, nel primo modello F24 si deve indicare, per ogni codice-tributo, l'importo versato (totale diviso numero di rate prescelte). Dalla seconda rata si dovranno indicare, separatamente, gli interessi. Chi non ha la partita Iva dovrà versare la seconda tranche entro il 30 giugno, con gli interessi dello 0,17%, mentre le altre rate scadranno sempre alla fine di ogni mese (gli interessi vanno aumentati ogni volta dello 0,50%). Per chi ha la partita Iva le rate successive scadono tutte al 16 del mese; la seconda sarà quindi al 16 luglio con l'interesse dello 0,43%. Nella colonna «rateazione» dell'F24 va indicata la rata che si sta versando e il loro numero complessivo (ad esempio 0105 per la prima di cinque tranche, 0101 per pagamenti in soluzione unica).

Corriere della sera oggi
 
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