er patrizio
92:98=2012:2018
- Registrato
- 26/4/10
- Messaggi
- 7.805
- Punti reazioni
- 318
«Troppo fisco e burocrazia», imprese italiane in coda per decidere se spostarsi a Chiasso - Il Sole 24 ORE
«Troppo fisco e burocrazia», imprese italiane in coda per decidere se spostarsi a Chiasso
CHIASSO (SVIZZERA) - «Dieci, quindici almeno. E per la verità due di loro si stanno insediando qui ora, proprio in questi giorni». Moreno Colombo sorride e comincia già a fare la conta delle imprese italiane che verranno a localizzarsi qui a Chiasso. Il sindaco guarda la sala piena, alle sue spalle, 250 imprenditori italiani accorsi per informarsi sulle opportunità d'impresa in Canton Ticino e a Chiasso in particolare. Alcuni di loro - il sindaco ne è certo - decideranno a breve di venire in città, attratti soprattutto dai vantaggi fiscali e burocratici.
Davanti al teatro di Chiasso, sede dell'incontro, campeggia il manifesto dell'iniziativa, "Benvenuta impresa", e già questa per noi "frontalieri" è una novità. Quando mai un comune italiano ha fatto altrettanto? «Caso mai fuori dai piedi impresa», sbotta Sergio, imprenditore milanese dell'impiantistica industriale, arrivato qui per capire, con qualche chance di restare, «almeno il 20%». Loro, gli imprenditori italiani, sono le star della giornata, coccolati dalla città e presi d'assalto dai giornalisti. Qualcuno abbassa lo sguardo, altri rivelano solo il nome di battesimo, l'idea di esporsi troppo non è gradita, così come la piega che il nostro Paese ha preso negli ultimi anni.
«Si può essere patrioti fin che si vuole - sospira Walter - ma se lo Stato mette a rischio la nostra sopravvivenza ci si deve per forza guardare intorno». Edoardo, imprenditore comasco del tessile, fino a qualche anno fa non aveva preso in considerazione l'ipotesi di trasferirsi, «ora però abbiamo toccato il fondo - spiega - e la nostra politica non ha capito nulla». «La giustizia non esiste - rincara Francesca, imprenditrice di Turate e lo Stato di diritto da noi è solo un'affermazione, di fatto non esiste».
La voglia di fuggire dall'Italia è confermata dai consulenti locali, alcuni hanno già portato qui decine di aziende italiane, altrettante sono in "coda" per valutare il da farsi.
Guardando alla diversa pressione fiscale, 68,3% noi, meno della metà la Svizzera secondo l'ultimo rapporto della Banca Mondiale, è difficile del resto dar loro torto.
Se sul fronte fiscale paiono imbattibili, in termini di trasparenza si potrebbe però fare meglio. L'incontro è rigorosamente a porte chiuse, nessun giornalista ammesso in sala, chi prova a chiedere di scattare una foto (chiedere, aggiungendo anche «per favore») viene allontanato in malo modo, avvicinato dall'organizzatore della manifestazione e paragonato a Staffelli di Striscia la Notizia.
Pazienza, sono bravi nell'amministrazione, nel fisco, nella giustizia, non si può pretendere proprio tutto.....
2013, fuga verso la Svizzera: il sogno delle imprese italiane - Economia e Finanza con Bloomberg - Repubblica.it
2013, fuga verso la Svizzera:
il sogno delle imprese italiane
Tutto esaurito a Chiasso per l'iniziativa "benvenuta impresa": 900 gli imprenditori in fila per aprire un'azienda oltreconfine dove la pressione fiscale è il 50% dei quella del Belpaese. "Qui - dice un imprenditore - si apre una società in mezz'ora"
LUGANO - Tutti pazzi per la Svizzera. E a Chiasso, pochi chilometri dopo il confine con l'Italia, lanciano l'iniziativa "benvenuta impresa", invitando gli imprenditori del Belpaese che intendono insediarsi nella cittadina elvetica di farsi avanti. Abbastanza per ritrovarsene 900 che scalpitano. Tanto che, per dare loro delle informazioni, li invitano, giovedì 26 settembre, nel teatro comunale. Che, tra l'altro, non potrà contenere tutti coloro che hanno espresso il desiderio di delocalizzare, fuori dall'Italia. Con il risultato che, nel teatro, ne entreranno 530, causa "superamento della capacità massima della struttura", come informano le autorità di Chiasso. Ai restanti 430 l'invito a inviare i propri dati e la promessa di venire contattati tramite posta elettronica.
"Noi abbiamo un'esigenza: insediare nuove attività negli spazi lasciati liberi, soprattutto dal settore finanziario avanzato", ha detto il sindaco di Chiasso, Moreno Colombo, intervistato dalla Radio Svizzera di Lingua Italiana, spiegando il senso dell'iniziativa "benvenuta impresa" . "Posso dirvi - ha aggiunto - che l'80% degli imprenditori che hanno dimostrato interesse per la nostra regione sono attivi nel mondo dei servizi, nel settore commerciale e nel trading".
Ma perché un imprenditore italiano dovrebbe insediarsi in Svizzera dove i salari dei dipendenti sono più elevati ed i terreni più cari? "Innanzitutto per la flessibilità del lavoro", scandisce bene le parole Alberto Siccardi, titolare della Medacta, un'azienda ad alta tecnologia nel campo medico specializzata, in particolare, nelle protesi. "I miei dipendenti - dice un po' brutalmente l'imprenditore trasferitosi in Svizzera nel 1980 - sanno che possono essere licenziati da un giorno all'altro. Il che non vuol dire che siano trattati male, visto che lo Stato garantisce un assegno di disoccupazione e che la maggior parte delle aziende dispongono di asili nido".
"Le altre ragioni per cui c'è la corsa ad insediarsi in Svizzera sono la pressione fiscale che è circa il 50 per cento di quella italiana, che diminuisce ulteriormente se si fa innovazione, aggiunta ad una burocrazia molto snella. Qui - dice ancora Alberto Siccardi - per aprire una società basta mezz'ora". Lei aprirebbe un'azienda in Italia? "Guardi, ne abbiamo parlato proprio oggi, poi abbiamo deciso di lasciar perdere. C'è una situazione stagnante, ormai da 30 anni, senza che in prospettiva si avvertano segnali di cambiamento".
Intanto, il fatto che sia stata letteralmente presa d'assalto, l'iniziativa "benvenuta impresa", del comune di Chiasso, è un segnale inequivocabile. E, a sentire il sindaco Colombo, non preoccupa per niente la controffensiva, lanciata nel frattempo dal Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. Il quale propone una serie di incentivi, per frenare la fuga delle imprese. "È normale e corretto che uno Stato difenda i propri interessi, anche economici, in momenti di crisi", dice il sindaco di Chiasso prima di sottolineare che "sono le ditte italiane a cercarci".
----------------------------------------------------------------------
L'avete visto il servizio delle Iene sull'imprendiotre della Firem,balzato agli onori della cronaca per aver trasferito i macchinari in Polonia?
TRINCIA: Imprenditore scappato in Polonia - Video Mediaset
«Troppo fisco e burocrazia», imprese italiane in coda per decidere se spostarsi a Chiasso
CHIASSO (SVIZZERA) - «Dieci, quindici almeno. E per la verità due di loro si stanno insediando qui ora, proprio in questi giorni». Moreno Colombo sorride e comincia già a fare la conta delle imprese italiane che verranno a localizzarsi qui a Chiasso. Il sindaco guarda la sala piena, alle sue spalle, 250 imprenditori italiani accorsi per informarsi sulle opportunità d'impresa in Canton Ticino e a Chiasso in particolare. Alcuni di loro - il sindaco ne è certo - decideranno a breve di venire in città, attratti soprattutto dai vantaggi fiscali e burocratici.
Davanti al teatro di Chiasso, sede dell'incontro, campeggia il manifesto dell'iniziativa, "Benvenuta impresa", e già questa per noi "frontalieri" è una novità. Quando mai un comune italiano ha fatto altrettanto? «Caso mai fuori dai piedi impresa», sbotta Sergio, imprenditore milanese dell'impiantistica industriale, arrivato qui per capire, con qualche chance di restare, «almeno il 20%». Loro, gli imprenditori italiani, sono le star della giornata, coccolati dalla città e presi d'assalto dai giornalisti. Qualcuno abbassa lo sguardo, altri rivelano solo il nome di battesimo, l'idea di esporsi troppo non è gradita, così come la piega che il nostro Paese ha preso negli ultimi anni.
«Si può essere patrioti fin che si vuole - sospira Walter - ma se lo Stato mette a rischio la nostra sopravvivenza ci si deve per forza guardare intorno». Edoardo, imprenditore comasco del tessile, fino a qualche anno fa non aveva preso in considerazione l'ipotesi di trasferirsi, «ora però abbiamo toccato il fondo - spiega - e la nostra politica non ha capito nulla». «La giustizia non esiste - rincara Francesca, imprenditrice di Turate e lo Stato di diritto da noi è solo un'affermazione, di fatto non esiste».
La voglia di fuggire dall'Italia è confermata dai consulenti locali, alcuni hanno già portato qui decine di aziende italiane, altrettante sono in "coda" per valutare il da farsi.
Guardando alla diversa pressione fiscale, 68,3% noi, meno della metà la Svizzera secondo l'ultimo rapporto della Banca Mondiale, è difficile del resto dar loro torto.
Se sul fronte fiscale paiono imbattibili, in termini di trasparenza si potrebbe però fare meglio. L'incontro è rigorosamente a porte chiuse, nessun giornalista ammesso in sala, chi prova a chiedere di scattare una foto (chiedere, aggiungendo anche «per favore») viene allontanato in malo modo, avvicinato dall'organizzatore della manifestazione e paragonato a Staffelli di Striscia la Notizia.
Pazienza, sono bravi nell'amministrazione, nel fisco, nella giustizia, non si può pretendere proprio tutto.....
2013, fuga verso la Svizzera: il sogno delle imprese italiane - Economia e Finanza con Bloomberg - Repubblica.it
2013, fuga verso la Svizzera:
il sogno delle imprese italiane
Tutto esaurito a Chiasso per l'iniziativa "benvenuta impresa": 900 gli imprenditori in fila per aprire un'azienda oltreconfine dove la pressione fiscale è il 50% dei quella del Belpaese. "Qui - dice un imprenditore - si apre una società in mezz'ora"
LUGANO - Tutti pazzi per la Svizzera. E a Chiasso, pochi chilometri dopo il confine con l'Italia, lanciano l'iniziativa "benvenuta impresa", invitando gli imprenditori del Belpaese che intendono insediarsi nella cittadina elvetica di farsi avanti. Abbastanza per ritrovarsene 900 che scalpitano. Tanto che, per dare loro delle informazioni, li invitano, giovedì 26 settembre, nel teatro comunale. Che, tra l'altro, non potrà contenere tutti coloro che hanno espresso il desiderio di delocalizzare, fuori dall'Italia. Con il risultato che, nel teatro, ne entreranno 530, causa "superamento della capacità massima della struttura", come informano le autorità di Chiasso. Ai restanti 430 l'invito a inviare i propri dati e la promessa di venire contattati tramite posta elettronica.
"Noi abbiamo un'esigenza: insediare nuove attività negli spazi lasciati liberi, soprattutto dal settore finanziario avanzato", ha detto il sindaco di Chiasso, Moreno Colombo, intervistato dalla Radio Svizzera di Lingua Italiana, spiegando il senso dell'iniziativa "benvenuta impresa" . "Posso dirvi - ha aggiunto - che l'80% degli imprenditori che hanno dimostrato interesse per la nostra regione sono attivi nel mondo dei servizi, nel settore commerciale e nel trading".
Ma perché un imprenditore italiano dovrebbe insediarsi in Svizzera dove i salari dei dipendenti sono più elevati ed i terreni più cari? "Innanzitutto per la flessibilità del lavoro", scandisce bene le parole Alberto Siccardi, titolare della Medacta, un'azienda ad alta tecnologia nel campo medico specializzata, in particolare, nelle protesi. "I miei dipendenti - dice un po' brutalmente l'imprenditore trasferitosi in Svizzera nel 1980 - sanno che possono essere licenziati da un giorno all'altro. Il che non vuol dire che siano trattati male, visto che lo Stato garantisce un assegno di disoccupazione e che la maggior parte delle aziende dispongono di asili nido".
"Le altre ragioni per cui c'è la corsa ad insediarsi in Svizzera sono la pressione fiscale che è circa il 50 per cento di quella italiana, che diminuisce ulteriormente se si fa innovazione, aggiunta ad una burocrazia molto snella. Qui - dice ancora Alberto Siccardi - per aprire una società basta mezz'ora". Lei aprirebbe un'azienda in Italia? "Guardi, ne abbiamo parlato proprio oggi, poi abbiamo deciso di lasciar perdere. C'è una situazione stagnante, ormai da 30 anni, senza che in prospettiva si avvertano segnali di cambiamento".
Intanto, il fatto che sia stata letteralmente presa d'assalto, l'iniziativa "benvenuta impresa", del comune di Chiasso, è un segnale inequivocabile. E, a sentire il sindaco Colombo, non preoccupa per niente la controffensiva, lanciata nel frattempo dal Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. Il quale propone una serie di incentivi, per frenare la fuga delle imprese. "È normale e corretto che uno Stato difenda i propri interessi, anche economici, in momenti di crisi", dice il sindaco di Chiasso prima di sottolineare che "sono le ditte italiane a cercarci".
----------------------------------------------------------------------
L'avete visto il servizio delle Iene sull'imprendiotre della Firem,balzato agli onori della cronaca per aver trasferito i macchinari in Polonia?
TRINCIA: Imprenditore scappato in Polonia - Video Mediaset