Il gesto limpido del Premier

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

ceck78

Omnis homo mendax
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Mario Monti si è preso un giorno per riflettere, poi ha fatto un gesto, l’unico, che fosse in linea con la sua persona, la sua vita e il suo modo di governare: assicurare la legge di stabilità e poi dimettersi.

Non solo non poteva accettare di farsi mettere sotto accusa da chi gli aveva consegnato un Paese allo sfascio, non solo non ha intenzione di elemosinare per settimane la fiducia su ogni provvedimento, ma nemmeno di condividere un metro di strada con chi adesso ha deciso che tutte le colpe stanno nella moneta unica. «Io non vado in Europa a coprire quelli che fanno proclami anti-europei, io non voglio averci niente a che fare», ha detto con estrema chiarezza Monti al presidente della Repubblica mentre, ieri sera, gli annunciava il suo passo indietro.

Un gesto chiaro e limpido che costringe ognuno ad assumersi le proprie responsabilità e lascia Berlusconi solo con le sue convulsioni e i suoi voltafaccia. Non è in discussione il diritto del Cavaliere di ricandidarsi (anche se per un anno aveva assicurato il contrario), ma non è tollerabile che l’azionista di maggioranza del governo tecnico, che per inciso è anche il premier che aveva lasciato l’Italia sull’orlo del baratro, una mattina si svegli e se ne chiami fuori.

Non è tollerabile che indichi l’azione di Monti come responsabile di ogni problema italiano, senza riconoscere tutto il lavoro fatto in un anno.

L’esecutivo tecnico era nato di fronte all’incapacità di governare e alla profonda sfiducia degli italiani nel sistema dei partiti, doveva servire a mettere in sicurezza i conti e a traghettarci verso nuove elezioni. Il patto era che ognuno si assumesse la sua parte di responsabilità (e di impopolarità) per provare a evitare il crac del Paese, senza cavalcare il populismo e il malessere sociale.

Stando così le cose, come poteva pensare Alfano che il premier potesse andare avanti dopo che lui lo aveva sfiduciato ufficialmente nell’Aula di Montecitorio? E dopo che oggi il centrodestra aveva minacciato di bocciare provvedimenti e proposte di legge, a partire da quella sul taglio delle Province? Solo un politico navigato e rotto a ogni compromesso avrebbe fatto finta di niente, Monti invece ne ha preso atto e ha deciso di restituire le chiavi.

Così andremo a votare, per la prima volta nella nostra storia repubblicana, con il cappotto, forse addirittura nella prima metà di febbraio, se si anticiperà l’approvazione della legge di stabilità e si scioglieranno le Camere alla vigilia di Natale.

Dopo aver provato a fare le cose con ordine per dodici mesi, siamo tornati nell’emergenza e in preda agli spasmi della peggiore politica. Con tutti gli sforzi e i sacrifici fatti non ce lo meritavamo.

Sarebbe tempo che anche l’Italia diventasse un Paese normale, prevedibile e magari anche noioso. Un Paese di cui non ci si deve vergognare, che può sedere in Europa e riuscire a farsi ascoltare. Per un anno ci siamo andati vicino.
La Stampa - Il gesto limpido del Premier
 
Vuole finire di far fallire l'italia salvandosi dai processi :o
 
Monti perfetto in questa fase :o
 
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