il libro sul comodino

Di Stephen King metto in discussione veramente poco: e ne ho letto molto. Non lo considero solo un autore horror; da alcuni eccellenti suoi libri e racconti lunghi, di ben altro genere, sono stati infatti tratti alcuni film altrettanto eccellenti: "Il miglior verde"; lo splendido "Stand by me"; il notevole "Le ali della libertà". Lo stesso "Misery non deve morire" (ancora un eccellente libro e un eccellente film che valse un Oscar a Katy Bates) non é propriamente un horror come lo é invece "IT", libro tra i top dell'autore.
Nel 2014 King col libro "Mr Mercedes", inaugurò la trilogia di "Bill Hodges" - dal nome del protagonista - cui seguirono nel 2015 “Chi perde paga” e nel 2016 "Fine turno" (nel 2017 da Mr Mercedes trassero una serie).
Mr Mercedes parla sostanzialmente della caccia a un Killer che con una Mercedes fa strage tra la folla di un raduno. Il detective in pensione Hodges decise di fare luce sull'accaduto. Invero è stato uno dei libri di King che meno ho apprezzato e i suoi Hodges, Holly e lo scavezzacollo Jerome, sono stati i personaggi che meno mi hanno interessato.
Nella sinossi del successivo "Chi perde paga", veniva annunciato “ il ritorno di Bill Hodges... e deii suoi inseparabili aiutanti .....
... per cui se mi fossi affidato alla sola sinossi, avrei omesso di leggerlo. Fortunatamente una certa stima per l'autore ha avuto il sopravvento. Anche col secondo libro della trilogia, a mio avviso, non siamo dalle parti del miglior King, ma nello stile ho ritrovato più sue conferme di quante ve ne fossero nel precedente. Soprattutto, con sommo piacere, ho constatato che la storia, per me semplice ma riccamente sublimale come le sa costruire il maestro, si è a lungo basata su presupposti diversi che non vedevano per nulla coinvolto il citato trio. In sintesi: un teen-ager ritrova casualmente la refurtiva frutto di un furto avvenuto 25 anni prima. La utilizza per scopi nel complesso nobili, ma mal gliene incoglie perché il villain di turno, che nel mentre era da tempo in prigione, viene rilasciato e torna a reclamare il “maltolto”. Non male, anche se forse la connotazione del cattivo di turno - di fatto cardine del romanzo insieme al ragazzo del ritrovamento - avrebbe meritato approfondimenti maggiori. Ma è su questi due su cui comunque King si sofferma maggiormente per imbastire trama e contraltari psicologici. La successiva entrata in scena di Hodges & co. (comunque dopo metà libro circa) è sapientemente dosata con dei collegamenti quasi causali (quei rimandi in cui King è maestro indiscusso) che rendono quasi obbligatorio ma al contempo accettabile il loro ritorno. Tanto più che in quest’occasione il giovane Jerome, saputello del trio nel mentre un poco cresciuto, assume comunque un ruolo del tutto marginale (poco più di una mera comparsa), che se lascia qualche cosa lo è solo per via della generalizzata marginalità degli altri co-protagonisti. Non scevra da suggestioni infine, l’ipotesi di base, chiaramente presentata sul finire del romanzo, su cui poggerà il prospettato terzo della serie (Fine turno) con il coinvolgimento degli stessi protagonisti
 
"Fine turno" di King, chiude la trilogia Thriller iniziata con "Mr Mercedes" e proseguita con "Chi perde paga".
Questo terzo è quello che più mi è piaciuto. Mentre i due precedenti erano di fatto dei Thriller veri e propri, qui King ripesca il tema del paranormale a lui sempre congeniale e nel farlo, ritrova quella sua particolare verve che lo rende un maestro nel mettere alla berlina le abitudini della società moderna.
La trama è semplice semplice: un pazzo omicida semi infermo e internato ( il Mr Mercedes del primo romanzo, che qui ritorna alla grande dopo la 'vacanza" del secondo), ha sviluppato negli anni di degenza, poteri mentali che gli consentono di controllare alcune persone.
Sarà compito arduo di chi lo aveva già fermato una volta, dipanare la matassa e cercare di porre un definitivo rimedio
 
"Le storie della Malanotte" di Elena Lazzaretto (edizioni I sognatori, prima uscita nel 2015).
Cinque racconti che hanno il buio - o il chiaroscuro o la luce come altra faccia della medaglia - quale protagonista.
Mi è molto piaciuto il primo incentrato sulla storia dell'incontro di due "diversità", l'una diurna, l'altra notturna, in un mondo che in qualche modo ne ha sancito una divisione di cui non è dato di sapere il perché e il percome.
Apprezzabile perché esalta la ragione sopra il fanatismo, la speranza in luogo della rassegnazione, il coraggio in luogo della paura, la purezza - che sia alla luce del sole o nel profondo della notte - piuttosto che la malevolenza.
Non male a mio avviso neppure l'ultimo, che ci porta a conoscere, nelle settimane che sanciscono un temporaneo black out elettrico, un'enigmatica comitiva di girovaghi e una malinconica vecchia ballerina di burlesque.
L'autrice, astronoma Padovana, cadenza bene trame e parole e anche se spesso molto non viene detto, riesce a non far risultare pesante o stucchevole il non sapere quello che non si conosce.
 
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Il segreto bancario svizzero è leggendario. I conti elvetici sono posti dove proverbialmente si occulta il denaro. Per secoli, in Svizzera, furono nascosti interi patrimoni di cui nessuno doveva sapere nulla. Ma da qualche anno le regole sono cambiate: le banche devono assicurarsi di non accettare più clienti "problematici", di non gestire denaro nero.
Ma lo fanno davvero? Quando un informatore anonimo passa al team d'inchiesta della «Süddeutsche Zeitung» migliaia di dati bancari del Credit Suisse, i giornalisti investigativi Hannes Munzinger, Frederik Obermaier e Bastian Obermayer incappano in dittatori, capi dei servizi segreti, re, cardinali e "semplici" super-ricchi. Tutti depositavano fondi in Svizzera, spesso denaro appartenente alla collettività. Alcuni lo avevano rubato nei loro Paesi, altri volevano evitare di pagare le tasse. Mentre gli autori di questo libro - assieme a giornaliste e giornalisti di tutto il mondo - si preparano a rendere pubblici questi misfatti, scoprono che la Svizzera, per proteggerei i segreti bancari, è arrivata addirittura a limitare la libertà di stampa e minaccia il carcere per chiunque cerchi di saperne di più.
Questo libro presenta un'inchiesta internazionale durata mesi e condotta nella più assoluta riservatezza, uno sguardo inedito dietro le quinte del sistema finanziario e rivelazioni a 360° con un impatto politico esplosivo in diversi Paesi del mondo, dal Venezuela che è stato governato da Chavez alla mafia italiana, al Vaticano. Per la prima volta, in queste pagine, vengono svelati i retroscena dei #SUISSESECRETS.
 
"Amici assoluti" romanzo di John Le Carré del 2003.
Le Carré un ottimo romanziere; ottimo per come racconta e di certo ben al di là delle storie che racconta.
Penso peraltro che vada assunto a piccole dosi, perché l'impressione del dejá vu nei suoi libri è perennemente in agguato.
Resta il fatto che pochi come lui sanno tratteggiare degli anti-eroi calati quasi per caso nei panni di spie.
Atmosfere e caratteri cui non rinuncia dai tempi del certosino lavoro di Smiley
 
"Scemi di guerra" di Travaglio. Per prendere un po' di rabbia
 
Dunque King.
" Outsider", del 2018. In una piccola cittadina americana un ragazzino viene trovato morto dopo aver subito terribili violenze sessuali. Gli indizi, comprese delle impronte digitali e varie testimonianze, portano a un insospettabile concittadino.... cio-nostante l'uomo si dichiara innocente e il suo avvocato trova un video che lo ritrae a un convegno in un altra città il giorno del delitto in compagnia di molti colleghi che confermano l'alibi.
Accettabile storia corale che offre molte delle idee base di King: l'entità malvagia, qui in corpo umano, che si nutre del dolore delle sue dirette e indirette vittime; un pugno di antagonisti tra i quali pescare le vittime sacrificali al momento della resa dei conti finale; abituali - ma nel frangente flebil - stoccate all'ipocrita puritanesimo americano; il consueto percorso di "crescita" da parte di alcuni protagonisti. Nulla di particolarmente nuovo, anzi il ritorno di un personaggio visto in una precedente trilogia. Buona la costruzione, un po' debole il finale, con scene scritte ad hoc per una trasposizione cinematografica. Accettabile, come dicevo, ma a mio avviso certo non dei migliori
 
Un po' di noir e d'intorni
1) Bad Prisma - raccolta di 21 raccontini di autori vari (una quindicina), con un comune denominatore…un’entità chiamata Melissa (in origine Hassilhem...poi Melissa per un refuso…di riflesso). Me ne è piacque uno solo: “Le bambole uccidono “ di Gianfranco Nerozzi. Forse sarà stato per via dell’introduzione, che a leggerla mi era suonata un po’ “pomposa”, ma alla fine mi trovai a commentare: “..ecco un’antologia di cui il panorama fantastico non aveva bisogno”. .
2) Abisso (Lincoln Child) -per quanto con un titolo “sfruttato”, non mi è parve male: “Nelle acque della Groenlandia, sotto una piattaforma petrolifera, viene effettuata una misteriosa scoperta. Nella base appositamente (e fantascientificamente!) creata a 3.500 metri di profondità, la gente comincia ad ammalarsi. Cosa hanno trovato i militari e gli scienziati che in gran segreto lavorano? Perché molti si ammalano? Ho volutamente banalizzato gli interrogativi per non sembrare troppo di parte avendolo gradito. Ma il colpetto di scena finale mi parve arguto.
3) Pioggia Nera (Dennis Lehane) - L’autore, Lehane, ha avuto la sua consacrazione con “Mystic River” da cui hanno tratto il film con la regia di Clint Eastwood (tra l’altro un gran bel film). Questo è un buon Thriller scritto da uno che la penna la sa usare.
4) Dexter il devoto (Jeff Lindsay) - Dexter …lo psicopatico analista della polizia scientifica, che ha come hobby il torturare ed uccidere altri maniaci, stupratori ed assassini (probabile che molti conoscano la serie di telefilm con detto protagonista) P.S. a grandi linee il precedente “Pioggia nera”, percorre la stessa tematica: ribaltiamo la situazione e facciamo al cattivo di turno i dispetti che lui si diverte a fare.
Cordialità a tutti
 
La narrazione di un amore, di un'ossessione che rapisce.
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A mio parere uno o più libri di Buzzati, non dovrebbero mancare in nessuna libreria di casa...
 
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Per far fronte alla permacrisi in cui il mondo vive a partire dallo scoppio della grande crisi finanziaria del 2008, le banche centrali si sono spinte «oltre le Colonne d’Ercole», abbassando i tassi fi n sottozero e comprando grandi quantità di titoli di Stato. Con il suo racconto Bruni prima ci aiuta a ricostruire la grave crisi dell’Eurozona nello scorso decennio, dalla Grecia all’Irlanda, dal Portogallo alla Spagna, fi no ovviamente all’Italia e quindi a Cipro. Lo sguardo si concentra poi sul periodo 2014-19 con le sue tensioni commerciali e politiche, una bassa inflazione e poca crescita. Sono gli anni in cui le banche centrali si spingono a solcare acque ignote, fuori dall’ortodossia e senza regole, con politiche ultraespansive basate soprattutto sul Quantitative Easing, che la FED attua dal 2009 al 2014 e la BCE nel quinquennio successivo. E quando le due banche centrali cominciano a frenare l’espansione ecco l’arrivo del cigno nero della pandemia, che le induce a tornare a intensificare quella politica monetaria. Accesa anche dalla guerra ucraina, con l’aumento dei prezzi dell’energia, arriva quindi l’inflazione – stranamente inattesa, forse troppo ricercata per più di un decennio, riconosciuta e affrontata con ritardo, violenza e qualche controversia. Se oggi i banchieri centrali vogliono tornare credibili difensori della stabilità monetaria devono convincerci che un così lungo periodo di sregolatezza non si ripeterà più. Devono «legarsi le mani» e ridarsi delle regole flessibili con cui moderare e abbreviare le manovre dei tassi di interesse e del Quantitative Easing
 
Volevo segnalare, a chi piace il genere fantastico, un libro di Peter Høeg, "La storia dei sogni danesi", che è precedente al più conosciuto "Il senso di Smilla per la neve" e mi ha piacevolmente sorpreso anche se non sono particolarmente appassionata del genere. Sognante e ben scritto...
:clap::clap::clap:
 
Tempo fa avevo letto di Claudio Magris: Lei dunque capira'.Breve libretto ma di grande intensita' e profondita'.Notevole ,a mio avviso.
La trama e' scarna: una donna (defunta)si rivolge ad un fantomatico "Presidente" e racconta del suo grande amore,di cio' che ha fatto per lui e del perche' non voglia rivederlo.

Ecco la recensione:

Qui Euridice mai si rivolge al suo Orfeo lei – lo sappiamo – parla solo con il "Presidente". E tuttavia sgrammaticando il "patto autobiografico" dirò che in Lei dunque capirà si percepisce il dialogo dell'autore con la sua "musa" scomparsa: Marisa Madieri. Senza pathos reverente ben inteso senza aulico inchino piuttosto con una vivificante sagace autoironia. Perché lui il "poeta" balza fuori dal testo come uno screziato funambolo che avanza generoso e versatile sulla scena letteraria ma in realtà è messo in moto da lei "amplificato" e poi all'occorrenza sforbiciato ripulito insomma nel corpo e nella pagina. E raggiunto il successo è ancora lei che lo tutela e – lo sappiano le sue "squinzie" – persino lo sostituisce nella sua corrispondenza privata divertendosi a "far gongolare" la schiera di ammiratrici.
Costrizione e nostalgia si alternano nel ricordo che muove un doppio ansito di lei salda e desiderante nei giorni e negli anni in corsa verso lui che scende nel regno delle ombre per richiamarla a sé: "Era vicino lo sentivo; si fa per dire vicino la Casa è sterminata e i suoi corridoi scale gallerie stanzoni soffitte sembrano non finire mai ma io sapevo sentivo che presto non importava quando fra anni fra poco – sarei uscita e sarei stata fra le sue braccia la sua bocca sulla mia". Mentre lui Orfeo sospeso lacerato dalla perdita nell'anima e nella carne tragitta con la scrittura verso di lei in cerca della verità "perché soltanto il Vero grande e terribile è degno del canto". Alza il tono il referente mitico avvia a una dimensione universale che disperde il tratto autobiografico.
Ma diverge repentina la nota di chiusura lo scarto dal mito classico: non è lui che si volta per troppo amore è Euridice che non vuole ricominciare a "cucinare lavare fare all'amore andare a teatro invitare qualcuno a cena ringraziare per i fiori parlare…". C'è una sottile rivendicazione femminista in quella sottrazione finale. Quasi un passar le consegne. Ecco allora che lo stesso titolo Lei dunque capirà assume un secondo senso producendo implicitamente altra vita. Euridice svanisce mentre nel suo sguardo lui proscritto dal regno delle ombre appare "straziato" ma "ancora capace di serenità forse anche di felicità". Il titolo sembra ora fondere due voci: quella del passato e quella di un diverso futuro che può avere inizio.
Aggiunta alla mia wishlist
 
Tempo fa ho letto con piacere "La città degli amanti" di Bacchelli (quello, per chi lo ricorda, de "Il mulino del po’") un gradevole giro su un ottovolante del ritmo: un poco ottocentesco forse, con contaminazioni di moralismo d'altri tempi, ma al contempo genuinamente lieve, a volte, intimista in alcuni frangenti, e ampiamente sarcastico al limite dello sberleffo nei giusti momenti.
Un poco più arduo, ma l'autore ne vale la pena per le doti e la profondità dei concetti, quell' "età breve" di Corrado Alvaro, solido romanziere di metà novecento che, forse senza saperlo o volerlo, ci ha anche offerto con "L'uomo é forte" uno dei primi Romanzi distopici di fantapolitica.
 
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