Il M5S ha ragione: il PD non vuole tagliare le altissime pensioni della casta ma anzi

Ma è ovvio, chi comanda ha bisogno di una casta di privilegiati per mantenere il potere, altrimenti come farebbe??
Da quando siamo nell'euro, la burocrazia e gli stipendi ai burocrati sono cresciuti di pari passo...i pretoriani venduti alle elites sono i primi traditori, ma sono necessari...i commessi del parlamento prendono 6/7 k al mese e vanno in pensione a 52 anni, unici al mondo oramai....perché sono i depositari di segreti inconfessabili della politica, chissa quante ne vedranno...ma nessuno parla....sono dei provilegiati potentissimi.......e così quelli di bank'italia, ecc.ecc.
 
Allura nessuno parla dei vitalizi, della figura di cacca di RICHETTI è zanda
 
Intanto ce la intaschiamo, poi quando andremo al governo vediamo, cioè non ci andrete mai, ihihihih :sbonk::rotfl: che fuffaioli, mai visto mentitori seriali come questi :D

Vitalizi, anche i grillini per ora non rinunciano

«Oggi è l’Armageddon dei partiti, non avrete scampo», tuona il blog di Grillo. «Vogliamo andare in pensione come tutti i cittadini italiani, rinunciamo alla pensione privilegiata dei parlamentari», spiegano Di Maio e Di Battista in conferenza stampa, firmando davanti alle telecamere la lettera ai presidenti delle Camere con cui gli eletti del M5S chiedono di vedersi applicate le regole della legge Fornero: pensione a 67 anni e non a 65.

Nel giorno in cui scatta, per legge, la pensione per gli oltre 600 parlamentari di prima legislatura (circa 1000 euro lordi al mese al raggiungimento dell’età), gli eletti del M5S non rinunciano totalmente alla pensione. «Faremo saltare questi privilegi medievali quando saremo al governo», assicura Di Maio. Per il momento, però, non c’è una rinuncia al trattamento. Ma solo una richiesta a Grasso e Boldrini di «dirottare i nostri contributi alle casse di appartenenza di ogni singolo parlamentare o all’Inps per chi non aveva aperta una posizione». «Valuteremo la richiesta», dice il presidente del Senato Pietro Grasso.

Tra i Pd alla prima legislatura (insieme al M5S sono il gruppo con il più alto numero di giovani alla prima elezione) il tema non suscita particolari imbarazzi. Anzi. «In questi anni ho continuato a versare i contributi volontari alla cassa da avvocato», spiega Alessia Morani. «Si tratta di circa 8mila euro l’anno e dunque la mia pensione sarà in larghissima parte derivante dal mio lavoro. Molti del M5S invece sono entrati alla Camera senza aver versato neppure un contributo. Mi pare che loro siano molto più interessati di noi alla pensione da deputato. In particolare Di Maio...».

Enzo Lattuca, classe 1988, non ha ancora compiuto 30 anni: «Per me questa pensione scatterebbe nel 2053, davvero non ci penso. So però che la gran parte della mia pensione futura deriverà dal mio lavoro. In più ci sarà questa quota che deriva dal lavoro parlamentare, parametrata ai contributi che ho versato. Il sistema di prima era ingiusto, questo mi pare ragionevole».

Cristina Bargero, un’altra giovane deputata dem, vorrebbe invece fare un altro passo avanti: «La cosa migliore sarebbe che i nostri contributi da deputati finissero in un monte totale presso l’Inps insieme a quelli che derivano dal nostro lavoro. In questo modo non ci sarebbe più alcuna differenza con i cittadini normali».

Vitalizi, anche i grillini per ora non rinunciano - La Stampa
 
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