il mib , e l'italia che verrà

sandcreek

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il mib è forte , ma un italia sempre più rattoppata e con tante nubi all'orizonte ....riuscirà a reagire...????????
avremmo la fibra che ha distinto i nostri illustri padri del dopoguerra italiano?.
forse ma non credo che avremmo una classe politica capace di traghettarci in lidi piu sicuri, anche se vincesse la sinistra (cosa che dò per scontato), il compito di recuperare un malato terminale come l'italia sarebbe degno di beatificazione.
il governo berlusconi ha fatto di tutto per rovinare l'italia incurante e anzi sbertucciatore di tante lamentele da parte dell'italia , della piccola italietta con la i minuscola che lavora, quelle piccole aziende che ora si vedono costrette come la mia a pensare seriamente a licenziare il personale che avevano preso 3 o 4 anni fà, come riuscire ad essere competitivi con un costo del carburante combustibili e scorte salito mediamente del 30 % in un anno?,le piccole aziende che non possono se vogliono restare nel mercato riversare i costi superiori sui loro prodotti., ripeto non tutti lavorano in monopoli, come banche , farmacie , notai,e pubblicità televisiva.
quindi licenzieranno personale regolarmente assunto e magari si prenderanno qualche ragazzino in nero come negli anni 50, vediamo se si rinascerà oppure saranno destinate a una lenta inesorabile morte.
io per la mia azienda sono molto pessimista e piu di una volta penso di mettere tutti sulla strada e fare come dice ciampi, andare a sfrutare qualche schiavo del 2000, in qualche azienda baracopoli dove le condizioni di lavoro non sono protette da nessuna forma di assistenza sociale,che sò, in cina, cile o argentina, dopo tutto è la ns. classe politica che ci fà capire apertamente che per noi non c'e' piu' futuro.
è un discorso cinico e spietato ma è cosi che ci stanno riducendo.
 
Sono daccordo. Ci sono diversi thread già aperti nel forum che esprimono questo pessimismo. Un pessimismo catastrofico che non ho mai visto fin ora.

Purtroppo io personalmente non vedo una soluzione possibile, bisognava prevenire quando si era ancora in tempo, ormai credo sia impossibile curare.

Quindi che fare? Cominciare ad abituarsi agli anni 50? Magari acquistando un pezzetto di terra per non rischiare di ritrovarsi in mano tutti pezzi di carta con la scritta euro che valgono a malapena per comprarsi da mangiare e per vestirsi....

Forse sono troppo pessimista :rolleyes: ma per me la situazione descritta da sandcreek e della sua fabbrica è solo l'inizio. Il peggio deve ancora venire.
 
dnt ha scritto:
Sono daccordo. Ci sono diversi thread già aperti nel forum che esprimono questo pessimismo. Un pessimismo catastrofico che non ho mai visto fin ora.

.

se fosse come dici potremmo stare tranquilli
proprio da li si riparte
quando la fiducia tocca il fondo...

così per l'economia,
così per le Borse
 
vz ha scritto:
se fosse come dici potremmo stare tranquilli
proprio da li si riparte
quando la fiducia tocca il fondo...

così per l'economia,
così per le Borse

Ma questa è una sfiducia personale. Sembra che nè l'economia nè tantomeno le borse se ne stiano accorgendo....
E' questo che mi preoccupa
 
la mia grande preocupazione è che da imprenditore vedo sempre di piu l'effetto vasi communicanti richiezza muoversi a sfavore dell'italia, mi spiego.
la richezza tra paesi è come il livello dell'acqua , in pochi paesi sviluppati è molto alta in altri invece è pressochè zero, i paesi ricchi per evitare che questa richezza vada a finire nei paesi poveri usano le dighe, dazi, damping, diritti d'autore gap tecnologico, etc, è cinico ma questo permette a noi paesi ricchi di dare una pensione, una assistenza sociale, un stipendio alto, tante ore libere, difese per il lavoratore etc, cosa che ad esempio in Cina se le sognano, anzi non sanno neanche che vuol dire, lavorano per pochi soldi, tantissime ore,in condizioni di pericolo di vita, e se crepano vabbè tanto sono tante persone.
che è sucesso? che l'economia di mercato è diventata flessibile , le importazioni sono aumentate ma mentre il prodotto garantiva degli standard minimi di qualità , il lavoro prodotto a monte no.
quindi mentre io per un prodotto xche devo giustamente rispettare condizioni igeniche e di sicurezza e di balzelli vari che fanno decuplicare il costo di un prodotto.
l'economia non può essere aperta ai prodotti o chiusa ai diritti , perchè in questo caso, andrò dove la materia prima lavoro costa molto meno, lasciando al loro destino i miei operai.
questo è triste da dire, però prima di crepare sansone, ci pensa 2 volte e fà le valige.
 
vz ha scritto:
se fosse come dici potremmo stare tranquilli
proprio da li si riparte
quando la fiducia tocca il fondo...

così per l'economia,
così per le Borse

la tua visione delle cose è molto ridotta.
tu faccio un esempio come recupero il 30 % di costi aziendali in piu' nel mio prodotto di qualità ?, considera che la grande distrubuzione organizzata non accetta nessun tipo di aumento sui listini.
te lo dico chiaro e tondo le aziende che non possono imporre gli aumenti lavorano in perdita certo non per molto, poi si chiude e tutti a casa.
a casa, e lavoratore senza stipendio significa disagio sociale, economia che stagna altro che speculazioncine di borsa del cacchio.!
 
Uno dei tanti problemi è che sembra si sia dimenticata la lezione di Ford, di cento anni fa.
Se l'operaio che costruisce le mie auto viene pagato nella misura sufficiente a permettersi di acquistarsi l'auto, l'economia gira.
Se l'operaio viene sfruttato e basta, l'auto non può comprarsela e l'economia non gira.
In Cina si ovvia a questo con la fortissima esportazione: sono tutti poveri che vendono ai ricchi, anche se qualcosa sta cambiando.
Invece negli USA all'inizio del secolo, l'unica strada da percorrere era quella di Ford, visto che i ricchi erano loro.
In un Paese industrializzato e "avanzato" si cerca in primis di far crescere la domanda interna, e poi eventualmente all'export.
L'Italia è diventata la 7° o 5° potenza industriale del mondo, anzi ormai quasi ex-potenza industriale, grazie ad un ben combinato mix di queste due cose.
Attualmente però la domanda interna ristagna, a causa del diminuito potere di acquisto degli italiani determinato non solo dall'euro ma anche dalla falsificazione sistematica dei dati economici statistici ufficiali, e l'export non gode certo di buona salute perchè non riesce a stare dietro al dumping della Cina & C.
Per rilanciare l'economia servirebbero due cose: aumentare il potere di acquisto degli italiani, liberalizzando il mercato e spezzando i monopoli, e reinventarsi l'export.
Continuando a vendere stracci firmati all'estero non andremo lontano.
Per fare questo occorre un governo che sia DAVVERO liberale, e non solo a parole, un governo che spezzi volenti o nolenti i numerosi monopoli ancora presenti in Italia.
Purtroppo questo è molto difficile, sia per un governo di destra che per uno di sinistra, i cosiddetti "poteri forti", capeggiati dalla Banca d'Italia, lo impediranno sempre.
Quindi, a meno di un miracolo, a meno che non vada davvero al potere una nuova classe dirigente, l'Italia è condannata al declino e alla decadenza.
I ricchi diventeranno sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri. La latinizzazione dell'economia italiana.
Le statistiche al solito diranno che "in media" saremo più ricchi.
Ma se prima il povero guadagnava 10 e il ricco 100, e la media era 55, adesso il ricco guadagnerà 105 e il povero 5. Sempre 55 la media :rolleyes:
Ma il povero avrà dimezzato il proprio potere d'acquisto.
Ma veniamo al mibtel: perchè cresce? Cresce perchè è formato da quasi tutte aziende monopolistiche nel loro settore e che continueranno ad esserlo. Gli utili li faranno sempre: banche, eni, enel, autostrade, telecom ecc...
Le poche aziende non monopolistiche e tecnologiche, industriali del nostro listino stanno infatti andando a fondo: Stm, Fiat, Finmeccanica su tutte.
Dove c'è concorrenza non c'è l'Italia, non c'è crescita.
Ma quanto a lungo potrà continuare questa crescita artificiosa? Fin quando si potrà tirare la corda senza provocare effetti economici devastanti?
E pensare che ci sono ancora dei folli che propugnano l'uscita dall'euro!!!
Ma ve l'immaginate dove sarebbe la lira, e i tassi di interesse, con il semplice richiamo fatto ieri dall'UE sulla possibilità di un early warning in seguito allo sforamento, ormai evidente e molto più ampio del previsto, del parametro deficit/PIL?
Va beh, il presidente del consiglio dice che molti italiani lavorano in nero e quindi stanno bene, quindi il PIL è molto più alto di quello ufficiale, e pertanto il rapporto deficit/PIL reale compreso il nero è molto più basso del 3%.
E questo è sorprendentemente vero.
Peccato che in Europa i calcoli li facciano con il PIL ufficiale...:rolleyes:
Certo, se comprendessimo nel PIL anche i proventi delle attività illecite da criminalità organizzata il deficit sarebbe molto vicino allo zero.....:eek: :eek: :rolleyes:

Charlie
 
sandcreek ha scritto:
la tua visione delle cose è molto ridotta.
tu faccio un esempio come recupero il 30 % di costi aziendali in piu' nel mio prodotto di qualità ?, considera che la grande distrubuzione organizzata non accetta nessun tipo di aumento sui listini.
te lo dico chiaro e tondo le aziende che non possono imporre gli aumenti lavorano in perdita certo non per molto, poi si chiude e tutti a casa.
a casa, e lavoratore senza stipendio significa disagio sociale, economia che stagna altro che speculazioncine di borsa del cacchio.!

non ho fatto osservazioni sullo stato dell'economia
solo agiiustato una affermazione non corretta

se vuoi saperlo da studente anche io non la vedo bene; poca offerta di lavoro, quel poco a salari ridicoli, nessun investimento sui giovani.
però questo è oggi...

da analista la vedo meglio (anche perchè guardiamo il domani); le società che incontro, medio/grandi, hanno budget interessanti, non solo di margini (che posso essere aggiustati con la riduzione del personale per esempio) ma anche di volumi d'affari.

ho visto thread aperti in cui si paragonava la situazione italiana a quella argentina; quello non è pessimismo ma ignoranza.
 
Charlie ha scritto:
Uno dei tanti problemi è che sembra si sia dimenticata la lezione di Ford, di cento anni fa.
Se l'operaio che costruisce le mie auto viene pagato nella misura sufficiente a permettersi di acquistarsi l'auto, l'economia gira.
Se l'operaio viene sfruttato e basta, l'auto non può comprarsela e l'economia non gira.
In Cina si ovvia a questo con la fortissima esportazione: sono tutti poveri che vendono ai ricchi, anche se qualcosa sta cambiando.
Invece negli USA all'inizio del secolo, l'unica strada da percorrere era quella di Ford, visto che i ricchi erano loro.
In un Paese industrializzato e "avanzato" si cerca in primis di far crescere la domanda interna, e poi eventualmente all'export.
L'Italia è diventata la 7° o 5° potenza industriale del mondo, anzi ormai quasi ex-potenza industriale, grazie ad un ben combinato mix di queste due cose.
Attualmente però la domanda interna ristagna, a causa del diminuito potere di acquisto degli italiani determinato non solo dall'euro ma anche dalla falsificazione sistematica dei dati economici statistici ufficiali, e l'export non gode certo di buona salute perchè non riesce a stare dietro al dumping della Cina & C.
Per rilanciare l'economia servirebbero due cose: aumentare il potere di acquisto degli italiani, liberalizzando il mercato e spezzando i monopoli, e reinventarsi l'export.
Continuando a vendere stracci firmati all'estero non andremo lontano.
Per fare questo occorre un governo che sia DAVVERO liberale, e non solo a parole, un governo che spezzi volenti o nolenti i numerosi monopoli ancora presenti in Italia.
Purtroppo questo è molto difficile, sia per un governo di destra che per uno di sinistra, i cosiddetti "poteri forti", capeggiati dalla Banca d'Italia, lo impediranno sempre.
Quindi, a meno di un miracolo, a meno che non vada davvero al potere una nuova classe dirigente, l'Italia è condannata al declino e alla decadenza.
I ricchi diventeranno sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri. La latinizzazione dell'economia italiana.
Le statistiche al solito diranno che "in media" saremo più ricchi.
Ma se prima il povero guadagnava 10 e il ricco 100, e la media era 55, adesso il ricco guadagnerà 105 e il povero 5. Sempre 55 la media :rolleyes:
Ma il povero avrà dimezzato il proprio potere d'acquisto.
Ma veniamo al mibtel: perchè cresce? Cresce perchè è formato da quasi tutte aziende monopolistiche nel loro settore e che continueranno ad esserlo. Gli utili li faranno sempre: banche, eni, enel, autostrade, telecom ecc...
Le poche aziende non monopolistiche e tecnologiche, industriali del nostro listino stanno infatti andando a fondo: Stm, Fiat, Finmeccanica su tutte.
Dove c'è concorrenza non c'è l'Italia, non c'è crescita.
Ma quanto a lungo potrà continuare questa crescita artificiosa? Fin quando si potrà tirare la corda senza provocare effetti economici devastanti?
E pensare che ci sono ancora dei folli che propugnano l'uscita dall'euro!!!
Ma ve l'immaginate dove sarebbe la lira, e i tassi di interesse, con il semplice richiamo fatto ieri dall'UE sulla possibilità di un early warning in seguito allo sforamento, ormai evidente e molto più ampio del previsto, del parametro deficit/PIL?
Va beh, il presidente del consiglio dice che molti italiani lavorano in nero e quindi stanno bene, quindi il PIL è molto più alto di quello ufficiale, e pertanto il rapporto deficit/PIL reale compreso il nero è molto più basso del 3%.
E questo è sorprendentemente vero.
Peccato che in Europa i calcoli li facciano con il PIL ufficiale...:rolleyes:
Certo, se comprendessimo nel PIL anche i proventi delle attività illecite da criminalità organizzata il deficit sarebbe molto vicino allo zero.....:eek: :eek: :rolleyes:

Charlie


quoto con piacere sono quasi completamente daccordo con te e cmq sulla sostanza non posso darti che ragione al 100 %, gli indici istat sono stati truccati da questo governo per permettere a confindustria e allo stato di tenere a freno gli stipendi ma in questa maniera hanno condannato tutte le piccole aziende a una morte lenta.
 
Aggiungo una considerazione molto attuale: in termini di euro, il costo del barile di petrolio non è aumentato rispetto a quando il rapporto dollaro/euro era 1 a1 se non favorevole al dollaro. Con il barile intorno ai 55$.
E allora perchè la benzina costa il 20-25% in più e il gasolio oltre il 30%? Sono cambiati i costi industriali per produrre benzina e gasolio? Non credo proprio.
E perchè non ci sono effetti inflattivi? Com'è possibile? Eppure il sistema produttivo italiano, energia, trasporti, sono basati sul petrolio.
Com'è possibile che l'inflazione sia sotto al 2%? Come fanno le merci a non aumentare se il nostro inefficiente sistema distributivo prevede un sacco di passaggi, che implicano quasi sempre un trasporto su gomma?
I costi di autotrasporto non sono aumentati neanche un poco? Non dico il 30%, non c'è solo il carburante, ma un 15% in più dovrebbe esserci.
E invece no, l'inflazione è bassa.
Allora o siamo in una deflazione paurosa, e in recessione effettiva, oppure qualcuno sta barando.
Alla lunga comunque il nostro sistema produttivo non può sostenere un costo dell'energia, del gasolio soprattutto, così elevato. Del gasolio, non del petrolio, quello grazie all'euro costa più o meno lo stesso.

Charlie
 
sandcreek ha scritto:
quoto con piacere sono quasi completamente daccordo con te e cmq sulla sostanza non posso darti che ragione al 100 %, gli indici istat sono stati truccati da questo governo per permettere a confindustria e allo stato di tenere a freno gli stipendi ma in questa maniera hanno condannato tutte le piccole aziende a una morte lenta.
Da questo governo? gli indici Istat sono truccati da sempre...
 
dnt ha scritto:
Sono daccordo. Ci sono diversi thread già aperti nel forum che esprimono questo pessimismo. Un pessimismo catastrofico che non ho mai visto fin ora.

Purtroppo io personalmente non vedo una soluzione possibile, bisognava prevenire quando si era ancora in tempo, ormai credo sia impossibile curare.

Quindi che fare? Cominciare ad abituarsi agli anni 50? Magari acquistando un pezzetto di terra per non rischiare di ritrovarsi in mano tutti pezzi di carta con la scritta euro che valgono a malapena per comprarsi da mangiare e per vestirsi....

Forse sono troppo pessimista :rolleyes: ma per me la situazione descritta da sandcreek e della sua fabbrica è solo l'inizio. Il peggio deve ancora venire.

La penso esattamente come te... :yes: :yes: :yes: :'( :'( :'( :wall: :wall: :wall:
 
Charlie ha scritto:
Aggiungo una considerazione molto attuale: in termini di euro, il costo del barile di petrolio non è aumentato rispetto a quando il rapporto dollaro/euro era 1 a1 se non favorevole al dollaro. Con il barile intorno ai 55$.
E allora perchè la benzina costa il 20-25% in più e il gasolio oltre il 30%? Sono cambiati i costi industriali per produrre benzina e gasolio? Non credo proprio.
E perchè non ci sono effetti inflattivi? Com'è possibile? Eppure il sistema produttivo italiano, energia, trasporti, sono basati sul petrolio.
Com'è possibile che l'inflazione sia sotto al 2%? Come fanno le merci a non aumentare se il nostro inefficiente sistema distributivo prevede un sacco di passaggi, che implicano quasi sempre un trasporto su gomma?
I costi di autotrasporto non sono aumentati neanche un poco? Non dico il 30%, non c'è solo il carburante, ma un 15% in più dovrebbe esserci.
E invece no, l'inflazione è bassa.
Allora o siamo in una deflazione paurosa, e in recessione effettiva, oppure qualcuno sta barando.
Alla lunga comunque il nostro sistema produttivo non può sostenere un costo dell'energia, del gasolio soprattutto, così elevato. Del gasolio, non del petrolio, quello grazie all'euro costa più o meno lo stesso.

Charlie


Dunque: 28 ( costo al barile dei bei tempi) x 1 = 28
50 ( costo al barile adesso ) x 0,77 = 38,5

38-28= 10
10/28= 35%

Il petrolio è salito del 35%. O no??

Poi che non abbiamo politica energetica, sono d'accordo.
 
Scusa catilina, ragioniamo su dati certi. 1 anno, 1 anno e mezzo fa quanto costava il petrolio? E quanto costavano benzina e gasolio? Prendiamo dati puntuali e facciamo la comparazione.

Charlie
 
Charlie ha scritto:
Scusa catilina, ragioniamo su dati certi. 1 anno, 1 anno e mezzo fa quanto costava il petrolio? E quanto costavano benzina e gasolio? Prendiamo dati puntuali e facciamo la comparazione.

Charlie


Aldilà della puntualizzazione, non voglio dire che la produzione e distribuzione non ci marci...anzi....basta vedere i ritardi di adeguamento sui cali di prezzo, però il petrolio è salito davvero, nessuno può dire dove si fermerà e nessun, dico nessuno, dei due schieramenti si preoccupa di fare ,della politica energetica, il proprio cavallo di battaglia.
Questo volevo dire.
 
rispolvero il post.
noi siamo geni dell'economia altro che quazzi, abbiamo previsto la recessione 2 mesi prima dell'annuncio.
 
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