manx
Nuovo Utente
- Registrato
- 11/6/04
- Messaggi
- 53.253
- Punti reazioni
- 2.175
http://www.nens.it/_public-file/RAPPORTO FP. 3.12.12.pdf
"il rapporto debito-Pil è aumentato di 3 punti percentuali e anche se si depura il dato dai sostegni finanziari che l'Italia è stata costretta a pagare per aiutare i Paesi dell'area euro in difficoltà (Grecia, Irlanda, Spagna) il risultato non cambia: con il governo dei professori le cose dal punto di vista del debito vanno peggio di prima e solo l'intervento di Mario Draghi ha consentito una riduzione dello spread.
Non è tutto: secondo Nens, sull'avanzo primario pesano 17,4 miliardi di minori entrate, solo in parte compensate da 5,2 miliardi di minori spese, segno evidente che la spending review non ha funzionato. Per questo, per i mancati tagli e le minori entrate, l'avanzo primario potrebbe collocarsi tra il 2,4 e il 2,6 per cento del Pil, contro il 2,9 previsto dal governo.
conclusione .....
....Se poi le preoccupazioni sul ciclo per il 2013 dovessero essere confermate, la prossima legislatura potrebbe aprirsi con la necessità di realizzare in tempi rapidi una manovra di rientro dal disavanzo eccessivo e/o di correzione del sentiero di evoluzione del rapporto debito/Pil.
Quest’ultimo aspetto è particolarmente preoccupante. Nella Nda si prevede che il rapporto debito/Pil si stabilizzi nel 2013 e inizi sostanzialmente a ridursi a partire dal 2014, scendendo nuovamente sotto il 120% a partire dal 2015 (se si include il debito generato dai sostegni ai Paesi dell’area Euro). Poiché il tasso di crescita del Pil è tendenzialmente inferiore a quello di incidenza degli interessi, l’operazione di riduzione del debito è affidata interamente all’accumulo di avanzi primari. Nel caso, per le ragioni strutturali e per quelle congiunturali qui esposte, tale accumulo non risultasse sufficiente, una manovra aggiuntiva si renderebbe necessaria non solo per rientrare dalla procedura di infrazione per disavanzo eccessivo ma anche per rispettare il programma di riduzione del rapporto debito/Pil
"il rapporto debito-Pil è aumentato di 3 punti percentuali e anche se si depura il dato dai sostegni finanziari che l'Italia è stata costretta a pagare per aiutare i Paesi dell'area euro in difficoltà (Grecia, Irlanda, Spagna) il risultato non cambia: con il governo dei professori le cose dal punto di vista del debito vanno peggio di prima e solo l'intervento di Mario Draghi ha consentito una riduzione dello spread.
Non è tutto: secondo Nens, sull'avanzo primario pesano 17,4 miliardi di minori entrate, solo in parte compensate da 5,2 miliardi di minori spese, segno evidente che la spending review non ha funzionato. Per questo, per i mancati tagli e le minori entrate, l'avanzo primario potrebbe collocarsi tra il 2,4 e il 2,6 per cento del Pil, contro il 2,9 previsto dal governo.
conclusione .....
....Se poi le preoccupazioni sul ciclo per il 2013 dovessero essere confermate, la prossima legislatura potrebbe aprirsi con la necessità di realizzare in tempi rapidi una manovra di rientro dal disavanzo eccessivo e/o di correzione del sentiero di evoluzione del rapporto debito/Pil.
Quest’ultimo aspetto è particolarmente preoccupante. Nella Nda si prevede che il rapporto debito/Pil si stabilizzi nel 2013 e inizi sostanzialmente a ridursi a partire dal 2014, scendendo nuovamente sotto il 120% a partire dal 2015 (se si include il debito generato dai sostegni ai Paesi dell’area Euro). Poiché il tasso di crescita del Pil è tendenzialmente inferiore a quello di incidenza degli interessi, l’operazione di riduzione del debito è affidata interamente all’accumulo di avanzi primari. Nel caso, per le ragioni strutturali e per quelle congiunturali qui esposte, tale accumulo non risultasse sufficiente, una manovra aggiuntiva si renderebbe necessaria non solo per rientrare dalla procedura di infrazione per disavanzo eccessivo ma anche per rispettare il programma di riduzione del rapporto debito/Pil