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Se il nonno si gioca la casa
Chi ha più di 65 anni e un immobile di proprietà adesso può ottenere un prestito vitalizio. E a preoccuparsi sono gli eredi
di Maurizio Maggi
La prima italiana a ottenere il mutuo del nonno è stata la signora Maria Elena di Roma, ottantaseienne ex direttrice di biblioteca, da qualche anno costretta a letto da un'artrite deformante. Si è fatta prestare, in cambio dell'ipoteca sul suo appartamento nel quartiere Nomentano, la somma di 175 mila euro, pari al 37 per cento del valore della sua casa, cioè 470 mila euro. Il denaro le servirà per le cure mediche e l'assistenza specializzata.
Regolarizzato da una norma inserita nel decreto fiscale approvato nel novembre 2005, il prestito vitalizio ipotecario potrebbe rivoluzionare la vita degli anziani d'Italia. La platea dei potenziali interessati al prodotto è sterminata: sono più di otto milioni (cinque milioni di nuclei familiari) gli over 65 anni proprietari della casa in cui vivono. Una torta gigantesca che per gli esperti vale in teoria tra i 150 e i 200 miliardi di euro. In Inghilterra, dove pure non mancano le polemiche per il costo del prodotto (vedere l'articolo a pagina 129), il successo è stato travolgente. In pochi anni, nel Regno Unito hanno fatto ricorso al prestito ipotecario circa l'1,5 per cento degli anziani, e a proporre i 'life mortgages' sono colossi della finanza come Norwich Union e Scottish Window Bank.
è vero, la propensione al debito delle famiglie italiane e britanniche è assai diversa: per le prime il rapporto tra debiti e patrimonio è pari al 35 per cento, mentre per le seconde è addirittura del 115 per cento. Però, complice la crescita dei prezzi delle abitazioni, che hanno gonfiato il patrimonio 'immobilizzato' nell'alloggio di proprietà, anche in Italia lo strumento potrebbe sfondare. La pensa così Paolo Buzzonetti, amministratore delegato di Società Finanza Attiva, prima e, finora, unica società a proporre il prestito ipotecario per gli anziani: "Dalle ricerche di mercato effettuate prima del lancio del nostro 'Prestinonno' abbiamo riscontrato grande interesse. È uno strumento ad alto contenuto sociale; infatti nel mondo anglosassone, dagli Stati Uniti all'Australia, è ben visto e direi quasi sponsorizzato dai governi. Se prende piede, in dieci anni potrebbe diventare una sorta di quarto pilastro del sistema previdenziale".
I contratti già stipulati in poche settimane di attività da Società Finanza Attiva del gruppo Cofide (che fa capo al gruppo De Benedetti, editore de 'L'espresso'), sono una ventina: nel Lazio, in Lombardia e Toscana. Pochi, pionieristici casi ma sufficienti a dare un'idea dei motivi che spingono al delicato passo: si va dalla coppia di pensionati che vuol aiutare il figlio a farsi la sua casa o a ripartire dopo un divorzio oneroso, alla signora minacciata di ipoteca legale dalla banca per qualche cambiale andata in sofferenza, all'anziana che non ha i soldi richiesti per contribuire al rifacimento della facciata del palazzo in cui risiede.
Stanno studiando attentamente la materia e potrebbero scendere in campo nei prossimi mesi colossi internazionali come Deutsche Bank, gruppi bancari come Sanpaolo Imi, istituti specializzati nel settore immobiliare come Unicredit Banca per la Casa, big delle assicurazioni come i francesi di Axa. Dice Anna Ribolzi, responsabile marketing di Ucb (società del gruppo Bnp Paribas che opera nel settore dei finanziamenti immobiliari a uso abitativo): "Attendiamo di vedere le norme attuative del decreto, per valutare successivamente se offrire questa tipologia di finanziamento. Rimangono infatti alcune perplessità in merito ai meccanismi di recupero, ai sistemi di accertamento della situazione del cliente, alle previsioni di rimborso da parte degli eredi. Tutti elementi di valutazione che potrebbero avere impatti non trascurabili sul costo di tali finanziamenti".
Pare di capire, in sostanza, che i grandi gruppi bancari e finanziari siano tecnicamente pronti a partire ma aspettano le prime reazioni alla mossa dell'outsider Finanza Attiva. Il cui capo Buzzonetti, tuttavia, s'immagina già entro l'estate l'arrivo dei primi concorrenti: "Anche perché questo è un mercato che può funzionare solo se si muovono grandi volumi: cospicue erogazioni si prestano alla cartolarizzazione, e attraverso l'emissione di bond la macchina diventa certamente più efficiente". Non mancano tuttavia le perplessità. A suscitare timori è soprattutto lo spauracchio di un potenziale scontro generazionale. E se Giuseppe Roma del Censis esclude fiammate egoistiche (vedere riquadro qui sopra), c'è chi immagina che molti eredi cercheranno di impedire ai genitori di indebitarsi ipotecando la casa di famiglia. "Prevedo un sacco di richieste di interdizione da parte dei figli nei confronti dei genitori che ricorrono al prestito", afferma Mario Breglia, presidente della società Scenari Immobiliari. Conferma il vicepresidente di Nomisma, Gualtiero Tamburini: "Penso anch'io che parecchi eredi si arrabbieranno. E personalmente, sono sempre piuttosto contrario ai provvedimenti che si prefiggono di spingere sui consumi. Il capitale 'nascosto' nelle case di proprietà, per me, non è morto: è solo al riparo".
Nel girone degli scettici si può iscrivere anche qualche addetto ai lavori. Dice per esempio Donatella Squellerio, direttore business support dell'australiana Macquarie Bank: "Ci stiamo lavorando, però non nascondo qualche preoccupazione legata al particolare attaccamento alla casa degli italiani. In Australia è assai differente, il binomio casa-famiglia non è un totem come in Italia. Ci stiamo anche chiedendo se non potrebbe nuocere al marchio l'abbinamento con un'attività che si rivolge a un target considerato debole. Insomma, dobbiamo studiare con molta attenzione un prodotto che tenga conto di tutte le specificità dell'Italia".
Un business destinato sicuramente a soffrire con l'arrivo dei prestiti vitalizi è la compravendita della nuda proprietà. Un'opportunità che gli anziani del Bel Paese conoscono bene - è quasi l'unica che gli consente di ottenere del credito - ma che guardano con timore. Non è facile trovare un compratore. E quando lo si trova, lo sconto da praticare rispetto ai valori di mercato è elevato, con una media tra il 35 e il 50 per cento. L'anziano e l'erede cedono definitivamente la proprietà e se i prezzi degli immobili continuano a salire, ad avvantaggiarsene sarà il compratore. Con il prestito ipotecario, invece, gli eredi hanno sempre la possibilità di tornare in possesso dell'alloggio. E se dal momento della firma del contratto al decesso dell'anziano il mattone ha seguitato la sua marcia, l'erede si troverà in mano un asset dal valore maggiorato. Gli eredi hanno tempo un anno, dalla morte del proprietario, per ripagare il debito contratto dall'anziano. Se non lo fanno, l'istituto erogatore vende l'immobile al miglior prezzo possibile, si tiene la fetta che gli tocca e lascia il resto in deposito presso un notaio. Per dieci anni, gli eredi possono farsi vivi e recuperare la somma. Passato questo periodo, l'erede diventa lo Stato, che incassa il malloppo.
è ovvio che più l'anziano vive, più costa il prestito. Già, perché le istituzioni finanziarie non fanno beneficenza e quindi il prestito, come i classici mutui, ha un costo. Il 'Prestinonno', per esempio, adesso è venduto a un tasso variabile 'tutto compreso' di poco superiore al 6 per cento. Un tasso che comprende le spese d'istruttoria e del notaio ma non la perizia che determina il valore dell'immobile su cui il prestito si basa. La perizia, che viaggia intorno ai 250-300 euro, la deve pagare il cliente.
La norma approvata prevede che possano essere richiesti prestiti solo sugli immobili residenziali intestati a persone di almeno 65 anni, e che la somma venga erogata in un'unica soluzione. Il 'Prestinonno' di Finanza Attiva è disponibile per ora solo a tasso variabile (il tasso fisso arriverà) e per persone di almeno 70 anni. Entro la fine del 2006 è probabile che la soglia sarà abbassata ai 65 anni presi in considerazione dalla legge. A quel punto, è probabile che qualche concorrente dalle spalle larghe abbia deciso di giocarsi la partita. E fioccheranno le pubblicità che invitano gli anziani a ipotecare la casa. Sarà interessante, allora, osservare quale sarà l'effettiva reazione degli eredi.
Ma i figli non resteranno a secco
Il sociologo Giuseppe Roma spiega i vantaggi della nuova norma
"Non sarà la miccia per uno scontro generazionale, anzi: se conosco bene gli italiani, credo che in larghissima parte chi utilizzerà strumenti come i prestiti vitalizi ipotecari lo farà anche, se non soprattutto, per dare una mano ai figli o ai nipoti". Il sociologo Giuseppe Roma, 56 anni, direttore del Censis, il Centro studi investimenti sociali, vede con favore il ricorso al cosiddetto 'mutuo del nonno'.
Dottor Roma, gli anziani d'Italia sono molto affezionati al mattone di loro proprietà. Non teme i contraccolpi psicologici di un prestito contratto proprio mettendo sul piatto l'immobile posseduto?
"Al contrario. La mobilitazione di una parte di quello che, per dirla con Henderson De Soto, può essere considerato a tutti gli effetti un 'capitale morto', è un'alternativa a una decisione molto più drammatica sul piano umano ed esistenziale: la vendita e l'abbandono della propria casa, dei propri vicini, del proprio quartiere, delle proprie radicate abitudini".
C'è comunque chi prevede una massiccia conflittualità tra chi ricorre al prestito e gli eredi...
"Sono convinto del contrario: finanziarizzando una parte del loro patrimonio, in questo caso l'immobile, gli anziani possono aiutare i figli in due modi. Direttamente, girando loro una parte della somma ricevuta in prestito magari per contribuire all'acquisto di un'abitazione.
E indirettamente, giacché cercando di mantenere lo stesso regime di vita nel caso la salute sia buona, o di procurarsi il necessario sostegno nel campo della salute e dell'assistenza, evitano di risultare un peso economico o un impegno quotidiano per familiari più giovani".
Si dice però che i giovani di oggi abbiamo molte più difficoltà dei loro genitori a conquistarsi una casa di proprietà. E che molti figli, per il futuro, facciano assai conto sulla casa dei genitori...
"La vita si allunga e gli anni in più devono essere vissuti bene. Il che può significare poter spendere per la badante ma anche permettersi dei viaggi che durante l'attività lavorativa erano impensabili. Non immagino affatto un boom di spese edonistiche fine a se stesse finanziate dai prestiti vitalizi, ma un uso saggio di queste risorse che altrimenti se ne starebbero immobilizzate. E pensi anche ai vantaggi per noi cinquantenni proprietari di casa: grazie alla rivalutazione del mattone, chissà quanti soldi potremo farci prestare tra vent'anni".
Tutto quello che si deve sapere
La perizia. Le somme da chiedere. I rischi che si corrono... Guida pratica al prestito vitalizio
1 Chi lo può richiedere? Le persone che hanno più di 65 anni e possiedono un immobile in cui vivono e non gravato da ipoteca.
2 Quanti soldi si possono ottenere? L'unico prodotto già sul mercato prevede un minimo di 20 mila euro e un massimo di 350 mila euro. A seconda dell'età, ci si può far prestare una percentuale tra il 20 e il 45 per cento del valore dell'immobile. Più il richiedente è anziano, più cresce la percentuale.
3 Chi stabilisce il valore della casa? Un perito indipendente indicato dalla società che eroga il finanziamento.
4 Se chi chiede il prestito non è d'accordo sulla valutazione del perito, come deve comportarsi? Non deve firmare il contratto, però deve pagare la perizia: quindi è meglio informarsi prima del costo della perizia stessa.
5 Se una parte dell'immobile è intestata a una persona che non è d'accordo con l'anziano che richiede il prestito, che succede?
Il prestito non può essere concesso: serve il totale consenso dei proprietari.
6 Se chi contrae il prestito vive così a lungo che il costo del debito supera, alla sua morte, il valore della casa al momento decesso, gli eredi devono metterci la differenza? No, almeno per il prestito della sola società già attiva sul mercato.
7 Quando muore il proprietario che ha contratto il debito, la casa diventa di proprietà della banca o della finanziaria che ha concesso il prestito? No, la casa è degli eredi, che possono pagare il debito contratto dall'anziano e tenersi la casa. Oppure venderla, pagare il debito e tenersi la differenza.
8 Se si cambia idea, si può estinguere anticipatamente il debito? Sì, però si pagano delle penali salate. Non bisogna comunque pensare al prestito
come a uno strumento speculativo, ma come a una scelta di lungo termine.
9 Se il prestito è intestato a una coppia, che cosa capita a chi rimane vedovo? Può continuare a vivere nella sua casa senza sborsare un quattrino.
10 E se si tratta di un (o una) convivente e non di un coniuge, il trattamento è lo stesso? Sì, ma solo a condizione che la convivenza sia dichiarata al momento in cui si contrae il prestito. Espresso
Chi ha più di 65 anni e un immobile di proprietà adesso può ottenere un prestito vitalizio. E a preoccuparsi sono gli eredi
di Maurizio Maggi
La prima italiana a ottenere il mutuo del nonno è stata la signora Maria Elena di Roma, ottantaseienne ex direttrice di biblioteca, da qualche anno costretta a letto da un'artrite deformante. Si è fatta prestare, in cambio dell'ipoteca sul suo appartamento nel quartiere Nomentano, la somma di 175 mila euro, pari al 37 per cento del valore della sua casa, cioè 470 mila euro. Il denaro le servirà per le cure mediche e l'assistenza specializzata.
Regolarizzato da una norma inserita nel decreto fiscale approvato nel novembre 2005, il prestito vitalizio ipotecario potrebbe rivoluzionare la vita degli anziani d'Italia. La platea dei potenziali interessati al prodotto è sterminata: sono più di otto milioni (cinque milioni di nuclei familiari) gli over 65 anni proprietari della casa in cui vivono. Una torta gigantesca che per gli esperti vale in teoria tra i 150 e i 200 miliardi di euro. In Inghilterra, dove pure non mancano le polemiche per il costo del prodotto (vedere l'articolo a pagina 129), il successo è stato travolgente. In pochi anni, nel Regno Unito hanno fatto ricorso al prestito ipotecario circa l'1,5 per cento degli anziani, e a proporre i 'life mortgages' sono colossi della finanza come Norwich Union e Scottish Window Bank.
è vero, la propensione al debito delle famiglie italiane e britanniche è assai diversa: per le prime il rapporto tra debiti e patrimonio è pari al 35 per cento, mentre per le seconde è addirittura del 115 per cento. Però, complice la crescita dei prezzi delle abitazioni, che hanno gonfiato il patrimonio 'immobilizzato' nell'alloggio di proprietà, anche in Italia lo strumento potrebbe sfondare. La pensa così Paolo Buzzonetti, amministratore delegato di Società Finanza Attiva, prima e, finora, unica società a proporre il prestito ipotecario per gli anziani: "Dalle ricerche di mercato effettuate prima del lancio del nostro 'Prestinonno' abbiamo riscontrato grande interesse. È uno strumento ad alto contenuto sociale; infatti nel mondo anglosassone, dagli Stati Uniti all'Australia, è ben visto e direi quasi sponsorizzato dai governi. Se prende piede, in dieci anni potrebbe diventare una sorta di quarto pilastro del sistema previdenziale".
I contratti già stipulati in poche settimane di attività da Società Finanza Attiva del gruppo Cofide (che fa capo al gruppo De Benedetti, editore de 'L'espresso'), sono una ventina: nel Lazio, in Lombardia e Toscana. Pochi, pionieristici casi ma sufficienti a dare un'idea dei motivi che spingono al delicato passo: si va dalla coppia di pensionati che vuol aiutare il figlio a farsi la sua casa o a ripartire dopo un divorzio oneroso, alla signora minacciata di ipoteca legale dalla banca per qualche cambiale andata in sofferenza, all'anziana che non ha i soldi richiesti per contribuire al rifacimento della facciata del palazzo in cui risiede.
Stanno studiando attentamente la materia e potrebbero scendere in campo nei prossimi mesi colossi internazionali come Deutsche Bank, gruppi bancari come Sanpaolo Imi, istituti specializzati nel settore immobiliare come Unicredit Banca per la Casa, big delle assicurazioni come i francesi di Axa. Dice Anna Ribolzi, responsabile marketing di Ucb (società del gruppo Bnp Paribas che opera nel settore dei finanziamenti immobiliari a uso abitativo): "Attendiamo di vedere le norme attuative del decreto, per valutare successivamente se offrire questa tipologia di finanziamento. Rimangono infatti alcune perplessità in merito ai meccanismi di recupero, ai sistemi di accertamento della situazione del cliente, alle previsioni di rimborso da parte degli eredi. Tutti elementi di valutazione che potrebbero avere impatti non trascurabili sul costo di tali finanziamenti".
Pare di capire, in sostanza, che i grandi gruppi bancari e finanziari siano tecnicamente pronti a partire ma aspettano le prime reazioni alla mossa dell'outsider Finanza Attiva. Il cui capo Buzzonetti, tuttavia, s'immagina già entro l'estate l'arrivo dei primi concorrenti: "Anche perché questo è un mercato che può funzionare solo se si muovono grandi volumi: cospicue erogazioni si prestano alla cartolarizzazione, e attraverso l'emissione di bond la macchina diventa certamente più efficiente". Non mancano tuttavia le perplessità. A suscitare timori è soprattutto lo spauracchio di un potenziale scontro generazionale. E se Giuseppe Roma del Censis esclude fiammate egoistiche (vedere riquadro qui sopra), c'è chi immagina che molti eredi cercheranno di impedire ai genitori di indebitarsi ipotecando la casa di famiglia. "Prevedo un sacco di richieste di interdizione da parte dei figli nei confronti dei genitori che ricorrono al prestito", afferma Mario Breglia, presidente della società Scenari Immobiliari. Conferma il vicepresidente di Nomisma, Gualtiero Tamburini: "Penso anch'io che parecchi eredi si arrabbieranno. E personalmente, sono sempre piuttosto contrario ai provvedimenti che si prefiggono di spingere sui consumi. Il capitale 'nascosto' nelle case di proprietà, per me, non è morto: è solo al riparo".
Nel girone degli scettici si può iscrivere anche qualche addetto ai lavori. Dice per esempio Donatella Squellerio, direttore business support dell'australiana Macquarie Bank: "Ci stiamo lavorando, però non nascondo qualche preoccupazione legata al particolare attaccamento alla casa degli italiani. In Australia è assai differente, il binomio casa-famiglia non è un totem come in Italia. Ci stiamo anche chiedendo se non potrebbe nuocere al marchio l'abbinamento con un'attività che si rivolge a un target considerato debole. Insomma, dobbiamo studiare con molta attenzione un prodotto che tenga conto di tutte le specificità dell'Italia".
Un business destinato sicuramente a soffrire con l'arrivo dei prestiti vitalizi è la compravendita della nuda proprietà. Un'opportunità che gli anziani del Bel Paese conoscono bene - è quasi l'unica che gli consente di ottenere del credito - ma che guardano con timore. Non è facile trovare un compratore. E quando lo si trova, lo sconto da praticare rispetto ai valori di mercato è elevato, con una media tra il 35 e il 50 per cento. L'anziano e l'erede cedono definitivamente la proprietà e se i prezzi degli immobili continuano a salire, ad avvantaggiarsene sarà il compratore. Con il prestito ipotecario, invece, gli eredi hanno sempre la possibilità di tornare in possesso dell'alloggio. E se dal momento della firma del contratto al decesso dell'anziano il mattone ha seguitato la sua marcia, l'erede si troverà in mano un asset dal valore maggiorato. Gli eredi hanno tempo un anno, dalla morte del proprietario, per ripagare il debito contratto dall'anziano. Se non lo fanno, l'istituto erogatore vende l'immobile al miglior prezzo possibile, si tiene la fetta che gli tocca e lascia il resto in deposito presso un notaio. Per dieci anni, gli eredi possono farsi vivi e recuperare la somma. Passato questo periodo, l'erede diventa lo Stato, che incassa il malloppo.
è ovvio che più l'anziano vive, più costa il prestito. Già, perché le istituzioni finanziarie non fanno beneficenza e quindi il prestito, come i classici mutui, ha un costo. Il 'Prestinonno', per esempio, adesso è venduto a un tasso variabile 'tutto compreso' di poco superiore al 6 per cento. Un tasso che comprende le spese d'istruttoria e del notaio ma non la perizia che determina il valore dell'immobile su cui il prestito si basa. La perizia, che viaggia intorno ai 250-300 euro, la deve pagare il cliente.
La norma approvata prevede che possano essere richiesti prestiti solo sugli immobili residenziali intestati a persone di almeno 65 anni, e che la somma venga erogata in un'unica soluzione. Il 'Prestinonno' di Finanza Attiva è disponibile per ora solo a tasso variabile (il tasso fisso arriverà) e per persone di almeno 70 anni. Entro la fine del 2006 è probabile che la soglia sarà abbassata ai 65 anni presi in considerazione dalla legge. A quel punto, è probabile che qualche concorrente dalle spalle larghe abbia deciso di giocarsi la partita. E fioccheranno le pubblicità che invitano gli anziani a ipotecare la casa. Sarà interessante, allora, osservare quale sarà l'effettiva reazione degli eredi.
Ma i figli non resteranno a secco
Il sociologo Giuseppe Roma spiega i vantaggi della nuova norma
"Non sarà la miccia per uno scontro generazionale, anzi: se conosco bene gli italiani, credo che in larghissima parte chi utilizzerà strumenti come i prestiti vitalizi ipotecari lo farà anche, se non soprattutto, per dare una mano ai figli o ai nipoti". Il sociologo Giuseppe Roma, 56 anni, direttore del Censis, il Centro studi investimenti sociali, vede con favore il ricorso al cosiddetto 'mutuo del nonno'.
Dottor Roma, gli anziani d'Italia sono molto affezionati al mattone di loro proprietà. Non teme i contraccolpi psicologici di un prestito contratto proprio mettendo sul piatto l'immobile posseduto?
"Al contrario. La mobilitazione di una parte di quello che, per dirla con Henderson De Soto, può essere considerato a tutti gli effetti un 'capitale morto', è un'alternativa a una decisione molto più drammatica sul piano umano ed esistenziale: la vendita e l'abbandono della propria casa, dei propri vicini, del proprio quartiere, delle proprie radicate abitudini".
C'è comunque chi prevede una massiccia conflittualità tra chi ricorre al prestito e gli eredi...
"Sono convinto del contrario: finanziarizzando una parte del loro patrimonio, in questo caso l'immobile, gli anziani possono aiutare i figli in due modi. Direttamente, girando loro una parte della somma ricevuta in prestito magari per contribuire all'acquisto di un'abitazione.
E indirettamente, giacché cercando di mantenere lo stesso regime di vita nel caso la salute sia buona, o di procurarsi il necessario sostegno nel campo della salute e dell'assistenza, evitano di risultare un peso economico o un impegno quotidiano per familiari più giovani".
Si dice però che i giovani di oggi abbiamo molte più difficoltà dei loro genitori a conquistarsi una casa di proprietà. E che molti figli, per il futuro, facciano assai conto sulla casa dei genitori...
"La vita si allunga e gli anni in più devono essere vissuti bene. Il che può significare poter spendere per la badante ma anche permettersi dei viaggi che durante l'attività lavorativa erano impensabili. Non immagino affatto un boom di spese edonistiche fine a se stesse finanziate dai prestiti vitalizi, ma un uso saggio di queste risorse che altrimenti se ne starebbero immobilizzate. E pensi anche ai vantaggi per noi cinquantenni proprietari di casa: grazie alla rivalutazione del mattone, chissà quanti soldi potremo farci prestare tra vent'anni".
Tutto quello che si deve sapere
La perizia. Le somme da chiedere. I rischi che si corrono... Guida pratica al prestito vitalizio
1 Chi lo può richiedere? Le persone che hanno più di 65 anni e possiedono un immobile in cui vivono e non gravato da ipoteca.
2 Quanti soldi si possono ottenere? L'unico prodotto già sul mercato prevede un minimo di 20 mila euro e un massimo di 350 mila euro. A seconda dell'età, ci si può far prestare una percentuale tra il 20 e il 45 per cento del valore dell'immobile. Più il richiedente è anziano, più cresce la percentuale.
3 Chi stabilisce il valore della casa? Un perito indipendente indicato dalla società che eroga il finanziamento.
4 Se chi chiede il prestito non è d'accordo sulla valutazione del perito, come deve comportarsi? Non deve firmare il contratto, però deve pagare la perizia: quindi è meglio informarsi prima del costo della perizia stessa.
5 Se una parte dell'immobile è intestata a una persona che non è d'accordo con l'anziano che richiede il prestito, che succede?
Il prestito non può essere concesso: serve il totale consenso dei proprietari.
6 Se chi contrae il prestito vive così a lungo che il costo del debito supera, alla sua morte, il valore della casa al momento decesso, gli eredi devono metterci la differenza? No, almeno per il prestito della sola società già attiva sul mercato.
7 Quando muore il proprietario che ha contratto il debito, la casa diventa di proprietà della banca o della finanziaria che ha concesso il prestito? No, la casa è degli eredi, che possono pagare il debito contratto dall'anziano e tenersi la casa. Oppure venderla, pagare il debito e tenersi la differenza.
8 Se si cambia idea, si può estinguere anticipatamente il debito? Sì, però si pagano delle penali salate. Non bisogna comunque pensare al prestito
come a uno strumento speculativo, ma come a una scelta di lungo termine.
9 Se il prestito è intestato a una coppia, che cosa capita a chi rimane vedovo? Può continuare a vivere nella sua casa senza sborsare un quattrino.
10 E se si tratta di un (o una) convivente e non di un coniuge, il trattamento è lo stesso? Sì, ma solo a condizione che la convivenza sia dichiarata al momento in cui si contrae il prestito. Espresso