Il Pdl è sottostimato, Berlusconi si è appena mosso

  • Callable Equity Protection 100 di Societe Generale – capitale protetto a scadenza e premio lordo di richiamo dell’1% mensile (12% su base annua)

    Da Société Générale un tris di Callable Equity Protection 100 con premio di richiamo dell’1% mensile e protezione del 100% a scadenza. Per questa emissione SG ha deciso di puntare su un meccanismo detto “Callable”, innovativo per il mondo dei certificati, che prevede che il possibile richiamo anticipato non sia legato ad una determinata barriera, ma possa avvenire in un qualsiasi mese a discrezione dell’emittente. I possibili sottostanti sono Enel (ISIN certificato XS2395029114), ENI (ISIN certificato XS2395029205) e Intesa Sanpaolo (ISIN certificato XS2395029387)
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CON LE NUOVE FACCE PUÒ RIMONTARE «RAGGIUNGERÀ IL PD AL 30%»


Tommaso Montesano per "Libero"

Rimontare si può. A patto, spiega Alessandro Amadori, amministratore delegato di Coesis Research, «che Silvio Berlusconi, la cui vita politica è tutt'altro che finita, rigeneri il Pdl. Lo trasformi. Gli ridia, con facce nuove, identità, anima e progetto». Il bacino elettorale cui attingere c'è. Secondo Maurizio Pessato, amministratore delegato di Swg, poco meno della metà degli elettori, il 43%, o è indecisa su quale schieramento sostenere, o ha deciso, almeno per il momento, di votare scheda bianca o nulla.

«E in quest'area la quota di coloro che in passato hanno sostenuto il centrodestra è prevalente», avverte il sondaggista. Considerazioni che, a pochi giorni dall'annuncio della nuova discesa in campo, incoraggiano le speranze del Cavaliere. Soprattutto al Senato, dove l'eventuale rinnovo dell'alleanza con la Lega, che i sondaggi danno in ascesa (secondo Nicola Piepoli il Carroccio è tornato al 7%), potrebbe consentire al centrodestra, grazie alla conquista del premio di maggioranza in Lombardia e Veneto, di impedire la vittoria del centrosinistra a Palazzo Madama.


Amadori invita Berlusconi a «non fossilizzarsi sulle alleanze. Senza la rigenerazione del Pdl sono scatole vuote. Il primo obiettivo deve essere quello di ridare vita a un partito in stato di coma. Con l'elettroencefalogramma piatto». Le intenzioni di voto attuali, che accreditano il Pdl, decimale più decimale meno, del 15%, «sono irrealistiche. Perché gran parte dell'elettorato berlusconiano in questo momento è silente. Ma se l'ex premier riuscisse davvero a trasformare il partito, la quota minima del 20% sarebbe raggiungibile».

Minima perché Amadori è tra coloro che credono che il potenziale elettorale di Berlusconi sia ancora intatto: «Storicamente, in Italia almeno un elettore su quattro è di centrodestra. Elettori che non si sono volatilizzati. Sono convinto che, una volta rianimato, il Pdl possa crescere anche fino al 25%». E allora sì che, in caso di recupero del rapporto con la Lega, la vita per il duo Bersani- Vendola diventerebbe più difficile. Soprattutto al Senato, dove i premi di maggioranza (sempre che resti il Porcellum) si assegnano su base regionale.


«La Lega si sta riprendendo», conferma Pessato. Lo scorso 7 dicembre Swg accreditava il Carroccio del 6%. «Roberto Maroni è un leader stimato. Oltretutto in campagna elettorale la Lega potrebbe avere buon gioco nel rivendicare di essere stata l'unica forza politica contro il governo Monti fin dall'inizio. E questo potrà essere sfruttato».

In primis nelle quattro Regioni del nord dove il peso del Carroccio si fa sentire: Lombardia, Veneto, Piemonte e Friuli. «Il vantaggio del centrosinistra, al momento, è evidente. Soprattutto alla Camera. Attenzione, però: rischiamo di fare i conti senza l'oste», avverte Pessato. «Il Pd risente ancora dell'esposizione delle primarie, ma il centrodestra, e anche il centro, di fatto ancora non ci sono». Quindi con la definizione dell'offerta politica bipolare è lecito attendersi, nelle prossime settimane, una diminuzione della percentuale dell'area del non voto, composta in prevalenza dai delusi del centrodestra.

Ecco perché Pessato invita alla cautela: «Il Pdl è sottostimato, Berlusconi si è appena mosso». Anche Nicola Piepoli, presidente dell'omonimo istituto di ricerca, non dà per spacciato Berlusconi: «Se avesse fatto una sua lista, da solo sarebbe partito da una base del 10-12%». Questo significa che il Pdl, attualmente posizionato intorno al 16%, è destinato a risalire: «Tutto dipende dal Cavaliere. Dalle sue carte. Anche nel 1994 sembrava una missione impossibile. E poi...». Insomma, aggiunge provocatorio, «per assurdo Berlusconi potrebbe anche riportare il Pdl al 30%».
 
Lo ripeto, Bersani fosse un minimo furbo metterebbe in moto Renzi che darebbe una connotazione più moderata e centrista alla coalizione.
Con Renzi si aprirebbero praterie inesplorate.

E dovrebbe mettere insoffitta Fassina e Boccia.
 
Lo ripeto, Bersani fosse un minimo furbo metterebbe in moto Renzi che darebbe una connotazione più moderata e centrista alla coalizione.
Con Renzi si aprirebbero praterie inesplorate.

E dovrebbe mettere insoffitta Fassina e Boccia.

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