Il "Piano Mattei" della Meloni

Per diventare una sorta di "HUB Europeo"...non bisogna fare delle infrastrutture che colleghino l'Italia agli altri paesi? Perché l'idea ci può anche stare, ma per ora mi sa che si parla solo di import, no? O c'è un progetto ampio di cui però c'è solo un'idea embrionale? Che ne pensate?
Non ci sono nemmeno i tubi per collegare il Sud Italia al Nord Italia. Snam ha dichiarato che ci vorranno almeno 4 anni per posare 400km di tubo in Puglia e Molise, a partire dal giorno in cui l'ultimo tratto verrà approvato. Altrimenti non può passare nemmeno un metro cubo in più di ciò che passa attualmente.
Il ministro delle infrastrutture nel frattempo gioca a costruire i ponti.
Mi sa che l'Hub Europeo diventerà qualcun altro.
 
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Riposizionarsi al centro del mediterraneo con il ponte , il corridoio europeo gli hub , la logistica intermodale , i porti e gli aeroporti, significherebbe :

accorciare le distanze il Lilibeo e l'Europa
unire fisicamente politicamente ed economicamente le 2 Italie.

Visti in controluce questi 3 al governo non mi sembrano proprio gli emuli di Federico II di Svevia che penso' di unificare l'Italia 7 secoli prima .
 
Enrico Mattei era democristiano. Quindi fece la resistenza contro il fascismo e fu uno dei capi partigiani più importanti.

Capito Meloni?!
 
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Visti in controluce questi 3 al governo non mi sembrano proprio gli emuli di Federico II di Svevia che penso' di unificare l'Italia 7 secoli prima .
Non la voleva unificare, la voleva occupare tutta e sottometterla all'imperatore germanico (cioè a se stesso).
Per fortuna le città guelfe fecero resistenza. Ma in Italia c'erano anche gli aristocratici (a quei tempi si chiamavano ghibellini) che ovviamente appoggiavano l'impero per ottenere vantaggi personali.

La stessa cosa si ripete oggi. C'è un impero massonico statunitense che ci occupa militarmente; ci sono i ghibellini come Meloni che lo favoriscono. Purtroppo ci siamo in pochi guelfi. Confido però che aumenteremo di numero.
 
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Infatti, il progetto Algeria - Italia è finanziato dalla UE ed è partito.
Dall'Italia per andare in Europa i progetti ci sono, SNAM ne ha in cantiere alcuni.
ns focus e studio su snam h 25 su 24
il ns target alla luce di : tasso del debito di appena 2%, aumento di investimenti, aumento ebitda, focus su bimetano, h2green e cattura co2, nuovo sito alfonsine per storage, corridoio adriatico importantissimo e dorsare africana mediterranea per gas naturale,
è e resta
14 euro
pag 21 https://www.snam.it/export/sites/sn...esentazioni/2023/2022_2026_Strategic_Plan.pdf costo del debito 2% fisso.
pag 21 https://www.snam.it/export/sites/sn...esentazioni/2023/2022_2026_Strategic_Plan.pdf accelerazione ebitda
pag 19 la crescita https://www.snam.it/export/sites/sn...esentazioni/2023/2022_2026_Strategic_Plan.pdf
pag 18 gli investimenti aumentano https://www.snam.it/export/sites/sn...esentazioni/2023/2022_2026_Strategic_Plan.pdf
pagg 10 11 12 13 h2green e biometano snam https://www.snam.it/export/sites/sn...esentazioni/2023/2022_2026_Strategic_Plan.pdf
 
IN MEMORIA DI ENRICO MATTEI

61 anni fa, il 27 ottobre 1962, veniva assassinato Enrico Mattei. Una piccola carica di tritolo venne piazzata sull’aereo che lo stava portando dall’aeroporto di Catania Fontanarossa a quello di Linate. Venne assassinato con la complicità di uomini di Stato italiani e su mandato di un Paese tra Regno Unito, Stati Uniti e Francia. Quando nel 1945 gli venne affidata l’AGIP per liquidarla regalandola ai privati, si oppose. Non solo mantenne l’AGIP un’azienda di Stato, ma nel 1953 creò l’ENI.Permise all’Italia di diventare una protagonista dell’energia a livello mondiale perseguendo la sovranità energetica del Paese che si sentiva onorato di servire.Si schierò, in Africa e Medio Oriente, sempre dalla parte delle popolazioni oppresse dal colonialismo occidentale traendone al contempo grandi vantaggi per l’Italia.Rifiutò di fare cartello con le 7 sorelle che volevano aumentare i prezzi energetici per aumentare i profitti.Stipulò contratti con i Paesi africani e medio-orientali trattandoli come partner alla pari.Strinse accordi con Iran, Libia, Egitto, Giordania, Tunisia, Libano e Marocco.Nel 1960 volò in Unione Sovietica per stringerci accordi.Grazie a lui abbiamo avuto benzina, gas e petrolio ai prezzi migliori d'Europa. In un cablogramma dell’intelligence inglese dell’agosto del 1962, viene riportata una conversazione con un politico in cui disse «Ci ho messo 7 anni per condurre il Governo italiano verso una apertura a sinistra. E posso dirle che mi ci vorranno meno di 7 anni per far uscire l'Italia dalla NATO e metterla alla testa dei Paesi neutrali».L’intelligence americana lo riteneva un pericolo mentre la stampa a stelle e strisce lo chiamava traditore.Venne minacciato di morte dall’OAS, un gruppo paramilitare francese di estrema destra contrario all’indipendenza delle colonie africane. Aveva nemici all’interno delle massime cariche italiane. Anche nel mondo cattolico da cui proveniva. Come Giulio Andreotti, all’epoca ministro dell’interno, e Don Sturzo, braccio politico-ecclesiale americano in Italia.Aveva nemici dentro l’ENI. Il braccio destro di Mattei all’ENI, Eugenio Cefis, ex ufficiale del Sim (Servizi informazione militare) che aveva rapporti con l’Oss durante la guerra e con la Cia successivamente. Venne cacciato dallo stesso Mattei pochi mesi prima della sua morte. Ne divenne presidente subito dopo il suo assassinio.La sua morte è costellata di omissioni e misteri.Come l’intervista del contadino Mario Ronchi rilasciata a RaiUno in cui dichiarava di aver visto un’esplosione in cielo prima dello schianto dell’aereo su cui viaggiava Mattei. Intervista il cui audio venne cancellato. Dichiarazioni che vennero ritrattate dallo stesso Ronchi assunto poi dall’Eni di Eugenio Cefis (che diede lavoro anche alla figlia).Come la morte del giornalista De Mauro inviato in Sicilia dal regista Francesco Rosi per ricostruire gli ultimi giorni di vita di Enrico Mattei.Come la morte di Pier Paolo Pasolini che stava lavorando a un romanzo, “Petrolio” in cui parlava dell’ENI, della morte di Mattei, della scalata al potere del suo successore Cefis e della politica italiana fino alla metà degli anni SettantaNelle conclusioni al processo che sancì al di là di ogni ragionevole dubbio che quello di Enrico Mattei fu un omicidio, l’allora PM di Pavia, Vincenzo Calia, scrisse "la programmazione e l'esecuzione dell'attentato furono complesse e comportarono [...] il coinvolgimento di uomini inseriti nello stesso ente petrolifero e negli organi di sicurezza dello Stato con responsabilità non di secondo piano".«Non voglio essere ricco in un Paese povero».Enrico Mattei era un patriota, era un cattolico ed era un socialista. Venne ritenuto colpevole di perseguire la sovranità italiana e di combattere il colonialismo occidentale trattando i Paesi africani e medio-orientali come partner commerciali alla pari.Per questo venne assassinato dai nemici dell’Italia, interni ed esterni.
 
Cosa fare per l’Africa (e per noi)

The Economist Intelligence Unit stima che quest’anno l’Africa sarà la seconda area più dinamica del pianeta, con 12 tra le 20 nazioni a maggiore crescita economica. I Paesi della Comunità dell’Africa Orientale dovrebbero raggiungere tassi di sviluppo del 5-6% trainati dal settore dei servizi, come il commercio. I giganti americani delle carte di credito Visa e Mastercard si lanciano in acquisizioni di app digitali create da imprenditori africani: quasi mezzo miliardo di consumatori su quel continente pagano col telefonino, usando piattaforme tecnologiche lanciate da talenti locali. Questi dati contraddicono la narrazione dominante in Italia: che vede l’Africa solo come un epicentro di sciagure, sofferenze, ingiustizie, dilaniata tra Apocalisse climatica e «bomba migratoria».


La conferenza Italia-Africa con molti leader di quel continente in arrivo a Roma, e la presentazione del Piano Mattei, offrono l’occasione per un discorso più maturo, meno catastrofista e piagnucoloso. La Brookings Institution, autorevole think tank di Washington, ieri ha presentato il suo Foresight 2024 sull’Africa, impostandolo in chiave positiva. Sottolinea che «l’Africa ha il 30% di tutte le risorse naturali e minerarie necessarie per la transizione energetica del pianeta». Ricorda che è un continente giovane in un mondo che invecchia. Pur partendo da livelli bassi, i suoi consumatori sono tra quelli che vedono aumentare più velocemente il potere d’acquisto. Sono alcune delle ragioni per cui l’Africa è corteggiata da tutti, attira investimenti non solo dalla Cina ma da Stati Uniti, India, Arabia saudita, Turchia, per fortuna anche dall’Unione europea. Eppure anche di questo fenomeno abbondano a casa nostra le interpretazioni negative: in questa corsa all’Africa, confermata dal vertice di Roma, bisogna vedere a tutti i costi una «nuova colonizzazione»? Questa è una sindrome dell’Occidente contemporaneo, la versione aggiornata del vecchio eurocentrismo: vogliamo sentirci ancora l’ombelico del mondo, autoflagellandoci come colpevoli di tutte le calamità e sofferenze.
 
ma mattei chicasse' ?
sta al governo ?
 
ma mattei chicasse' ?
sta al governo ?
Enrico Mattei, democristiano, partigiano antifascista.
Dopo la guerra fu nominato curatore fallimentare dell'Agip con il compito di cederla all'asta (alle compagnie petrolifere degli occupanti statunitensi).
Non organizzò mai l'asta di vendita. Resistette anche alle pressioni che arrivavano dal governo italiano. Convinse De Gasperi a non vendere l'Agip e a prendere tempo.
Fondò l'ente nazionale idrocarburi (ENI) e cominciò a fare accordi petroliferi con molti paesi del mondo.
 
Enrico Mattei, democristiano, partigiano antifascista.
Dopo la guerra fu nominato curatore fallimentare dell'Agip con il compito di cederla all'asta (alle compagnie petrolifere degli occupanti statunitensi).
Non organizzò mai l'asta di vendita. Resistette anche alle pressioni che arrivavano dal governo italiano. Convinse De Gasperi a non vendere l'Agip e a prendere tempo.
Fondò l'ente nazionale idrocarburi (ENI) e cominciò a fare accordi petroliferi con molti paesi del mondo.
casso, ma e' uno morto 60 anni fa.
i piani al governo li manda dalla tomba ?
 
modo di dire totalmente improprio, lo combattero'.

come usare daspo per situazioni che con gli eventi sportivi non c' entrano nulla, sono livelli di espressione bassissimi.
 
Cosa fare per l’Africa (e per noi)

The Economist Intelligence Unit stima che quest’anno l’Africa sarà la seconda area più dinamica del pianeta, con 12 tra le 20 nazioni a maggiore crescita economica. I Paesi della Comunità dell’Africa Orientale dovrebbero raggiungere tassi di sviluppo del 5-6% trainati dal settore dei servizi, come il commercio. I giganti americani delle carte di credito Visa e Mastercard si lanciano in acquisizioni di app digitali create da imprenditori africani: quasi mezzo miliardo di consumatori su quel continente pagano col telefonino, usando piattaforme tecnologiche lanciate da talenti locali. Questi dati contraddicono la narrazione dominante in Italia: che vede l’Africa solo come un epicentro di sciagure, sofferenze, ingiustizie, dilaniata tra Apocalisse climatica e «bomba migratoria».


La conferenza Italia-Africa con molti leader di quel continente in arrivo a Roma, e la presentazione del Piano Mattei, offrono l’occasione per un discorso più maturo, meno catastrofista e piagnucoloso. La Brookings Institution, autorevole think tank di Washington, ieri ha presentato il suo Foresight 2024 sull’Africa, impostandolo in chiave positiva. Sottolinea che «l’Africa ha il 30% di tutte le risorse naturali e minerarie necessarie per la transizione energetica del pianeta». Ricorda che è un continente giovane in un mondo che invecchia. Pur partendo da livelli bassi, i suoi consumatori sono tra quelli che vedono aumentare più velocemente il potere d’acquisto. Sono alcune delle ragioni per cui l’Africa è corteggiata da tutti, attira investimenti non solo dalla Cina ma da Stati Uniti, India, Arabia saudita, Turchia, per fortuna anche dall’Unione europea. Eppure anche di questo fenomeno abbondano a casa nostra le interpretazioni negative: in questa corsa all’Africa, confermata dal vertice di Roma, bisogna vedere a tutti i costi una «nuova colonizzazione»? Questa è una sindrome dell’Occidente contemporaneo, la versione aggiornata del vecchio eurocentrismo: vogliamo sentirci ancora l’ombelico del mondo, autoflagellandoci come colpevoli di tutte le calamità e sofferenze.
una paio di domande mi sorgono spontanee: ma con tutti sti talenti africani, perchè non ci hanno già superato come tecnologie e intelligenza? Che senso ha vendere a noi, non potrebbero tenersi tutto per loro?
quelli che arrivano col barcone quindi sono tutti dottori?

poi vai a leggere la biografia di chi ha scritto l'articolo e capisci tante cose. Novelli lapo elkan, nati con la camicia che scrivono o promuovono cacate.

Nato a Genova, si trasferisce con la famiglia a Bruxelles, dove suo padre lavorava per la neonata Comunità europea.[1] Federico frequenta quindi la scuola europea di Bruxelles-Uccle[2]. Rientra in Italia nel 1974 e frequenta l'Università Luigi Bocconi di Milano, dove studia economia politica per quattro anni, senza laurearsi.[3] Poi si trasferisce all'Università La Sapienza di Roma, dove supera alcuni esami sempre senza conseguire la laurea.[3]

e già così viene da sbellicarsi dalle risate :D
 
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