il punto della situazione 6

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

la lega è finita non conta piu nulla quanto a berlusconi prendesse anche solo il 15%senza il suo appoggio non credo che bersani potra governare. Si tornera al governissimo e non è detto che monti debba ricoprire l'incarico del resto quello che ha fatto monti lo potrebbe fare chiunque ovvero massacrare i cittadini di ulteriori balzelli.

lo scenario che ipotizzi tu... è di continuità...
plausibile ma non praticabile secondo me...

la mia impressione è che siamo davvero ad una svolta...
nella vita del paese...

però non saprei se positiva...
od ulteriormente penalizzante...
 
lo scenario che ipotizzi tu... è di continuità...
plausibile ma non praticabile secondo me...

la mia impressione è che siamo davvero ad una svolta...
nella vita del paese...

però non saprei se positiva...
od ulteriormente penalizzante...

Ecco la svolta: tobin tax allo 0,2% e patrimoniale :D
 
Fiscal cliff, 7 giorni per un accordo

Fiscal cliff, 7 giorni per un accordo - Il Sole 24 ORE

Gli Stati Uniti affrontano una settimana decisiva per il futuro dell'economia, non solo americana. Il negoziato per evitare il Fiscal Cliff, lo shock di aumenti delle tasse e tagli automatici di spesa per oltre 500 miliardi di dollari dal primo gennaio, vive giorni frenetici. I contorni di un compromesso dovranno emergere entro il weekend, per dar tempo al Congresso di approvare con la dovuta calma un accordo di bilancio credibile tra l'amministrazione di Barack Obama e l'opposizione repubblicana.

Il prezzo di un fallimento è alto: una recessione assicurata da tutti gli analisti negli Stati Uniti, capace di danneggiare un'economia globale già in affanno. E una delusione cocente per mercati nervosi, ai quali un accordo è parso a portata di mano. Questa volta neppure la Fed con le sue discusse manovre di stimolo – un nuovo rilancio del Qe dovrebbe arrivare domani – potranno esorcizzare simili crisi della politica. Il presidente Obama e il suo avversario, lo speaker conservatore della Camera John Boehner, sembrano coscienti della sfida che li attende. Resi edotti, forse, da un'esperienza che ancora brucia: l'anno scorso uno scomposto scontro sul budget costò a Washington il declassamento sul rating del credito da parte di Standard & Poor's. I cardini di qualunque compromesso per risanare deficit e debito, che cerchi di avviare il Paese su un cammino sostenibile, paiono a loro volta ormai sul tavolo della trattativa: riforme che prevedano aumenti della pressione fiscale, sui redditi più alti, e frenate nei motori della spesa pubblica, quali sanità e pensioni. Un'opportunità, quella di un'intesa che guardi al domani, che Obama e Boehner potrebbero cogliere se sapranno oggi respingere la tentazione di soccombere alle polemiche.
 
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