Il reality di Mtv diventa caso politico Il senatore Usa: “Truffa per i ragazzi”

frankyone

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La gioventù bruciata di Sissonville mostra il peggio di sè di fronte alle telecamere. L’accusa: “Soldi e promesse di una falsa notorietà”

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paolo mastrolilli
inviato a new york
Il nuovo reality della Mtv, quello che deve prendere il posto del fortunatissimo “Jersey Shore”, è diventato un caso politico. Il senatore Joe Manchin della West Virginia, lo stato dove è ambientato il programma, ha chiesto alla televisione di annullarlo perché è un imbroglio ordito alle spalle dei ragazzi protagonisti, e un insulto a tutti i cittadini. Dietro non c’è solo l’orgoglio di campanile, ma il problema molto più serio di come trattare le zone più depresse e arretrate degli Stati Uniti.

“Buckwild”, così si chiama il reality, segue nove ventenni di Sissonville, un piccolo villagio della West Virginia. Siamo nel cuore di una delle regioni più povere del paese, che offre qualche posto di lavoro nelle miniere di carbone e poco altro. L’Appalachia, in generale, è una delle aree più remote ed isolate degli Stati Uniti, e suoi abitanti non sono certo considerati gli americani più raffinati.

Mtv ha approfittato di questa situazione, per cercare di fare il bis di “Jersey Shore”, dove un gruppo di ragazzi di origini prevalentemente italiane mostrava il peggio di sé sulle spiagge del New Jersey, le stesse colpite a novembre dall’uragano Sandy. Stavolta i giovani annoiati di Sissonville si inseguono sulle colline della West Virginia, buttandosi nel fango, correndo come pazzi sui camioncini, facendo tutto quello che oggi potrebbe descrivere una “gioventù bruciata”. E intanto le telecamere riprendono, registrando le cose più selvagge.

Il programma andrà in onda a gennaio, ma Manchin ha visto delle anticipazioni che non gli sono piaciute. Quindi ha scritto una lettera durissima al presidente di Mtv, Stephen Friedman: «Questa vostra iniziativa è repellente. Avete usato questi giovani come prede, li avete spinti a mostrare i comportamenti più vergognosi, e adesso ne traete profitto». Manchin in sostanza ha accusato la Mtv di aver corrotto i nove protagonisti, con soldi e promesse di una falsa notorietà. Loro ovviamente hanno ceduto, spingendo il proprio comportamento oltre quello che fanno nella realtà, solo per soddisfare l’occhio della telecamera. Quindi ne è venuto uno show che «non è un reality, ma una farsa. Noi - ha concluso Manchin - non siamo così».

Il senatore si preoccupa comprensibilmente per la reputazione del suo stato, che se “Buckwild” andrà in onda verrà messo alla berlina in tutto il mondo per diversi anni. Mtv presumibilmente andrà avanti con i suoi piani, ma Manchin non ha tutti i torti. Quei ragazzi, senza la tentazione della telecamera, si comporterebbero davvero così? E un programma del genere aiuta a risolvere i problemi delle zone più depresse degli Stati Uniti, o li caricaturizza e li complica?

Il problema vale per la Mtv, ma anche per i politici come Manchin, che dovrebbero lavorare per offrire opportunità migliori ai loro cittadini. Nel frattempo, ai ragazzi di Sissonville non resta che farsi una passeggiata sul lato più selvaggio della vita.

La Stampa - Il reality di Mtv diventa caso politico Il senatore Usa: “Truffa per i ragazzi”
 
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