Il risparmiatore preferisce le polizze

raga ha scritto:
scusa ma nn ho capito cosa intendi?? cosa definisci sbagliato?
il sistema giusto(ma è utopia) sarebbe un sistema dove:

1)offerta di prodotti gestiti dal sistema A(banche,assicurazioni,sgr)

2)consulenza indipendente fornita dal sistema B(senza conflitto di interessi)

3a)risparmiatori fai da te (consapevoli culturalmente preparati)
3b)risparmiatori che usano il canale 2


cmq quello che ho scritto io è quello che penso sulla situazione attuale,ma è un dato di fatto,la maggior parte dei "consumatori" di prodotti finanziari compra quello che gli viene "consigliato" dalla banca,agenzia o promotori....





Io non ho un mercato "utopico" da inseguire. Ho solo la realtà con cui confrontarmi ogni giorno. Io c'ero quando nel 1999/2000 cercavo di spiegare la differenza tra strategia (pianificazione) e tattica (scommessa) e che non bisognava "settorializzare" (tecnologici) i portafogli e mi sentivo rispondere ma cosa dici mio fratello, mio cugino, l'amico... stanno guadagnando un sacco di soldi....
Io c'ero quando dal 2001 cercavo di spiegare (a chi poteva) che comunque una percentuale di azioni doveva esserci in port. e mi sentivo rispondere non parlarmi di Azioni, solo capitale garantito,polizze ed obbligazioni...
Ed io ci sono oggi e ti posso garantire che è difficilissimo rimodulare le posizioni aperte sui fondi/sicav Mkt Emergenti.
Questo non per dire che sono un santo nè un guru della finanza, ma solo per dimostrarti che i comportamenti e le scelte dei risparmiatori, spesso seguono regole irrazionali proprio in un settore (risparmio ed investimenti) che dovrebbe essere dominato dalla razionalità.Il mio ottimismo di fondo deriva dalla constatazione che i "testoni" sono in sensibile diminuzione. ;)
 
pf.fin ha scritto:
Scusami, ma stavolta non sono d'accordo con te...

Le polizze che hanno tutt'ora motivo di esistere sono le temporanee caso morte e le tariffe di rendita (sia immediata che differita) perchè hanno un contenuto che va oltre il merito finanziario. Sono ancora caratterizzate da costi elevati (anche se minori di quelli di qualche anno fa...) ma le dinamiche attuariali meritano un discorso a parte...certo che questi prodotti non andrebbero "venduti" ma solo "consigliati" nel caso che ne ricorrano i pressuposti (e su quest'ultimo punto la discussione si allungherebbe all'infinito). Cmq sono contratti che "assicurano" una prestazione e per i quali si "paga un premio" e "non si investe un capitale".

Diverso è il discorso delle varie unit-linked spinte dalle società piene zeppe solo di costi e con un qualità degli investimenti decisamente bassa, per non parlare delle incerta tutela patrimoniale (tanto sbandierata in giro, e anche a noi PF nei vari "corsi di formazione" :p ).
Sono prodotti che nella maggior parte dei casi (99,999999% :D ) non andrebbero presi in considerazione...............................................

Inoltre (visto che lavoriamo per guadagnare...) non convengono ai PF (a meno che non ci si lasci "infinocchiare" dalle provvigioni iniziali) perchè danno un "mannagement fee" basso, vincolano il cliente, vincolano il PF ed inoltre essendo soggetti a vincoli non "spingono" la società-prodotto a presentare risultati perlomeno accettabili....

Mi spiego meglio....
- essendo cariche di costi duplicati renderanno poco, quindi scontenteranno il cliente che avrà meno fiducia nel proprio PF.....
- se la società mandante diventa troppo "rompi" un portafoglio clienti "poco assicurato" si gira con estrema facilità.....
- oltre ad avere un management fee basso devo anche considerare che lo applicherò su di un montante che nel tempo sarà presumibilmente più basso che se avessi usato solo prodotti finanziari...(con le conseguenze del caso)

insomma non vanno quasi mai presi in considerazione, le uniche due eccezioni che mi vengono in mente sono
1) problematiche di destinazione "alternativa" nell'asse ereditario;
2) le unit "aperte", quelle che permettono di inserire nel contratto le quote di sicav che meglio si ritiene opportuno e che consentono di variare l'asset a piacimento, con queste si risolve il problema del conguaglio fiscale (sopratutto per quanto riguarda le sicav estere), purtroppo non avendole nel portafoglio prodotti non sono in grado di quantificare il livello dei costi.

Quindi rielaborando il tuo intervento io scriverei "Con le polizze, oltre la metà dei promotori ha già cambiato o cambierà mestiere"

E' un opinione personale...

Con stima.

Ciao :)

Io penso che una nuova frontiera per i PF sarà: fare corsi di formazione a pagamento in modo che il risparmiatore si scelga da solo cosa fare! OK!

In effetti, se consideriamo quanto costa imparare a gestire i mercati e tenersi informati...
Esempio:
lettura di almeno 5 libri sulla finanza (cosa sono gli strumenti e i mercati, come leggere il giornale,asset allocation, pianificazione finanziaria, analisi tecnica): 250 €
frequentazione di almeno un corso generale su argomenti finanziari : 500€
Aquisto di piattaforma software per gestire il portafoglio con scarico di dati 300/1000€ + 300€ annui
lettura almeno settimanale di 1/2 quotidiani circa 150€ annui
Dando ovviamente per scontato un computer e un collegamento internet, il tutto viene circa 1050/1750€ di startup+450 € annui
...se ci mettiamo anche le "ore uomo" (almeno mezz'ora al giorno= 180 ore anno)

...alla fine forse è quasi meglio fare una pessima unit...e buona notte!! :clap: :clap: :clap:
 
un articolo sul rendimento delle polizze
ciao

vitabtp.jpg
 
fpupo ha scritto:
Il mio ottimismo di fondo deriva dalla constatazione che i "testoni" sono in sensibile diminuzione. ;)


Sono poco d'accordo col "sensibile"
 
cataflic ha scritto:
Io penso che una nuova frontiera per i PF sarà: fare corsi di formazione a pagamento in modo che il risparmiatore si scelga da solo cosa fare! OK!

In effetti, se consideriamo quanto costa imparare a gestire i mercati e tenersi informati...
Esempio:
lettura di almeno 5 libri sulla finanza (cosa sono gli strumenti e i mercati, come leggere il giornale,asset allocation, pianificazione finanziaria, analisi tecnica): 250 €
frequentazione di almeno un corso generale su argomenti finanziari : 500€
Aquisto di piattaforma software per gestire il portafoglio con scarico di dati 300/1000€ + 300€ annui
lettura almeno settimanale di 1/2 quotidiani circa 150€ annui
Dando ovviamente per scontato un computer e un collegamento internet, il tutto viene circa 1050/1750€ di startup+450 € annui
...se ci mettiamo anche le "ore uomo" (almeno mezz'ora al giorno= 180 ore anno)

...alla fine forse è quasi meglio fare una pessima unit...e buona notte!! :clap: :clap: :clap:

:clap: :clap: :clap: :D :D :D

Voltaire ha scritto:
Sono poco d'accordo col "sensibile"

Stavolta concordo... :D OK!

Ciao :)
 
«Meglio i Btp: costano meno e rendono di più»





DOCENTE di matematica all’Università di Torino, autore del libro “Il risparmio tradito” e curatore del sito www.beppescienza.it , Beppe Scienza (nella foto) sostiene l’inadeguatezza delle formule previdenziali proposte dalle compagnie assicurative.
Polizze vita rivalutabili e piani di previdenza individuali sono strumenti validi per costruirsi una pensione?
«Solo in apparenza. In realtà, affidarsi a compagnie assicurative è più pericoloso e meno redditizio che investire direttamente da sé».
Quali sono i rischi?
«Soprattutto tre. Primo: la mancanza di garanzie contro impennate dell’inflazione. Secondo: il rischio che la compagnia fallisca: la compagnia tedesca Mannheimer ha evitato il crac solo grazie ad un salvataggio di Stato. Terzo: il pericolo di malversazioni, come in ogni forma di risparmio gestito».
Si riferisce alla gestione dei risparmi investiti nelle polizze rivalutabili?
«Sì. Nel migliore dei casi questi soldi possono finire in valori mobiliari (titoli di Stato ecc.) che ognuno potrebbe comprarsi da solo a costi minori. Ma possono anche finire in titoli che rendono pochissimo, come obbligazioni di società collegate».
All’insaputa del sottoscrittore?
«Sì: la cosa più grave è l’assenza di trasparenza delle gestioni separate delle compagnie d’assicurazione, cui sono agganciate le polizze rivalutabili».
E allora come muoversi?
«Gli impieghi più sicuri sono quelli legati al costo della vita, come i Btp indicizzati o i Buoni fruttiferi postali indicizzati all’inflazione».
Cosa consiglia a chi versa soldi in una polizza a gestione separata?
«Salvo alcune polizze con clausole capestro, meglio smettere di versare. Spesso conviene anche a costo di perdere tutto quanto si è versato: continuando ci si rimette di più». P. T.


http://www.ilmessaggero.it/view.php?data=20060529&ediz=01_NAZIONALE&npag=14&file=J.xml&type=STANDARD
 
scappare ed a gambe levate da tali prodotti
 
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