Il Romanticismo nei dipinti e nell'arte in generale...

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“ Portrait of John Singer Sargent, Giovanni Boldini 1890 ”

John Singer

Biografia e vita di John Singer Sargent (USA 1856-1925)
by SETTEMUSE.it

Americano di origini e italiano di elezione, John Singer Sargent rimase per tutta la vita legato al nostro paese, nel quale tornò sempre e che sempre per lui simboleggiò nutrimento e fonte di ispirazione delle sue più intime fantasie pittoriche.

Della parte meno conosciuta della sua produzione, dedicata all'Italia, rimane oggi a testimonianza un cospicuo numero di opere che descrivono, meglio di ogni parola, l'indissolubile legame che l'artista ebbe con il nostro paesaggio, la nostra cultura, la nostra arte.

Nato a Firenze nel 1856, figlio del chirurgo americano Fitzwilliam Sargent (1820-1889) e di Mary Newbold Singer (1826-1906), una donna colta, appassionata di arte e letteratura proveniente da una agiata famiglia di Filadelfia, John, secondo di sei figli, di cui soltanto tre sopravvissuti, cresce in Europa con le due sorelle, Emily e Violet.

La coppia aveva lasciato l'America nel 1854, dopo la prematura morte della primogenita Mary di soli due anni, a causa della salute cagionevole della signora Singer, la quale sperava di ritrovare nel clima mediterraneo una condizione più favorevole per la sua malattia.

Sargent trascorre l'infanzia tra le più affascinanti città europee, incoraggiato dalla madre alla pratica pittorica già in giovanissima età e acquisendo, a causa e pregio del continuo viaggiare, quel carattere cosmopolita che gli rimarrà per tutta la sua vita.

Cresce tra l'Italia, la Francia, la Spagna, la Svizzera e la Germania, parlando quattro lingue, coltivando la lettura e lo studio del pianoforte e delle arti figurative.

Nel 1866 conosce Violet Paget - la scrittrice Vernon Lee - coetanea di John e figlia di espatriati inglesi anche loro curiosi e instancabili viaggiatori del vecchio continente. Con lei, compagna degli anni giovanili in Italia e delle prime riflessioni sull'arte, la letteratura e la musica, si instaura un legame di affettuosa complicità e di sincera stima che li accompagnerà sempre.

La sua formazione scolastica è discontinua e apparentemente frammentaria ma, per contro, la ricchezza delle esperienze di vita e la peculiarità di una istruzione curata privatamente lo arricchiscono profondamente.

Dopo il lungo soggiorno in Germania torna a Firenze dove, in ottobre, si iscrive all'Accademia di Belle Arti. A seguito di una parentesi di qualche mese però decide di proseguire e approfondire la sua formazione a Parigi, ormai capitale indiscussa dell'arte moderna e imprescindibile trampolino di lancio per chiunque volesse intraprendere la carriera di artista, trasferendovisi nel maggio del 1874.

Si iscrive all'atelier di Carolus-Duran mentre contemporaneamente si prepara all'esame d'ingresso dell'Ecole des Beaux-Arts, scelta per compensare, con uno studio più ferreo del disegno accademico, la tendenza al puro pittoricismo di Duran.
Negli anni della sua formazione a Parigi fa la conoscenza di alcuni artisti americani che in seguito lo ricorderanno come un giovane di indiscusso talento, capace finanche di superare il maestro Duran.
Nel 1876 fa la conoscenza di Claude Monet di cui diviene amico.

Nel 1877 espone per la prima volta al Salon parigino col ritratto di un'amica di famiglia, Fanny Watts; in quello stesso anno è lo stesso maestro Carolus-Duran a volerlo accanto a sé nella decorazione murale del soffitto del Palais du Luxembourg nella quale l'allievo ed il maestro si ritraggono a vicenda, quasi a voler sottolineare la reciproca stima che ormai li legava.

Nel settembre del 1878 si reca a Napoli e poi, per un breve soggiorno, a Capri dove dipinge una serie di studi di Rosina Ferrara; tra questi Ragazza di Capri viene esposto alla Society of American Artists di New York.

Il 1879 è un anno importante per la formazione artistica di Sargent; compie molti viaggi-studio interessandosi all'arte dei maestri del passato. In inverno è in Spagna dove studia Velázquez, che aveva imparato ad amare fin dai tempi dell'atelier di Duran; visita Marocco e Tunisia poi, dopo il ritorno a Parigi, si reca ad Haarlem dove riscopre i virtuosismi pittorici di Frans Hals.
Nel settembre è a Venezia; la Venezia di Sargent prende vita nelle suggestive opere di questi anni, memori delle atmosfere respirate in Spagna: i neri, i grigi e i rossi del quadro spagnoleggiante El Jaleo, cui sta lavorando e che espone al Salon del 1882, sono quelli che descrivono la città lagunare, le sue calli buie, i suoi interni decadenti e le sue donne misteriose e inafferrabili.

A questi anni risalgono alcuni ritratti giovanili di grande freschezza, ancora liberi dalle costrizioni formali della committenza, quali la vivida immagine di Vernon Lee, esposta a Parigi alla Galerie Georges Petit insieme a quattro studi veneziani.
Artista consapevole di ciò che lo circondava nella capitale dell'arte moderna acquista nel 1884 due schizzi di Eduard Manet alla 'Vendita all'asta' tenutasi da Drouot, poi si reca a Londra e, con il romanziere ed amico Henry James, visita gli studi di alcuni artisti tra i quali J.E. Millais e Frederic Leighton.

Il legame con James, al quale deve l'introduzione nei circoli londinesi, influenzerà non poco il lavoro di Sargent riflettendosi nell'intensità psicologica della sua ritrattistica. Lo stesso anno espone al Salon il famoso ritratto di Madame X , bellissima e facoltosa donna dell'alta società parigina del tempo. Il ritratto, originariamente intitolato con il vero nome della effigiata, aveva suscitato profondo scandalo, sia per l'arditezza della soluzione pittorica dell'incarnato perlaceo sia per l'abbigliamento giudicato lascivo nel dettaglio della spallina distrattamente abbassata, che costrinse l'autore prima a modificarne l'aspetto e poi a lasciare definitivamente il mercato parigino.

Alla fine dell'estate del 1885 a causa di un piccolo incidente avvenuto mentre nuotava è costretto a trattenersi per un periodo nel Worcestershire, in Inghilterra. Inizia un periodo di fervida creatività e di riflessione sulla pittura en plein air francese.

Il Sargent ritrattista ha ormai conquistato il mercato anglosassone e il 1888 è l'anno della sua prima personale a Boston che riscuote un successo trionfante mentre su "Art Journal" appare un articolo a lui interamente dedicato. Monet gli fa visita nell'ottobre a Londra.

Nel 1890 espone alla Expo Universelle ed è insignito della carica di 'Chevalier de la Légion d'Honneur'. Questo è un anno importante per il pittore che riceve l'incarico per la decorazione murale della Biblioteca Pubblica di Boston. Inizia così un viaggio-studio a ritroso nell'iconografia religiosa delle antiche civiltà verso il recupero di una semplificazione formale dall'intensa comunicativa, improntata agli insegnamenti della tradizione classicista della scuola murale francese.

Questo ciclo di pitture, dedicato alla storia della religione, dal paganesimo all'ebraismo, alla nascita del cristianesimo, è il primo dei tre grandi incarichi pubblici che nell'insieme lo impegneranno per più di un trentennio, protraendosi fino alla sua morte nel 1925.

Inizia una serie di lunghi viaggi di ricerca e di ricognizione formale nell'arte del passato che lo conducono in Egitto, Grecia, Turchia, Siria, Spagna e ancora in Italia. Nel luglio del 1891 è Parigi per le nozze della sorella Violet con Francis Ormond.

John Singer Sargent Nel 1894, a soli 38 anni, viene eletto membro della Royal Academy con l'appoggio dell'allora presidente, Sir Frederic Leighton. In questo periodo le commissioni dei ritratti subiscono uno straordinario incremento, tanto da renderlo il ritrattista più ambito dell'establishment anglosassone.

Nell'aprile del 1895 è a Boston per sovrintendere all'installazione della Fine dell'Ebraismo, prima parte del suo ciclo murale. Nel 1896 gli viene commissionato un ritratto da parte del Metropolitan Museum of Art di New York. Nel 1898 è a Venezia: dipinge Un interno a Venezia. Nel febbraio 1899 è la volta della sua seconda personale a Boston.

Nel 1903 si reca a Boston per proseguire l'installazione del ciclo murale.
Riprendono a pieno ritmo i viaggi di studio e di ricognizione: nel 1901 la Norvegia, nel 1905 la Palestina, nel 1903, 1908 e 1912 la Spagna e poi ancora e sempre l'Italia.

Adesso sono giardini e vedute montane ad attirare il suo sguardo: i parchi, le statue le fontane raccontano della sua mai tramontata passione per l'arte rinascimentale e manierista; le valli, i sentieri, i ruscelli, colti da angolature audaci e strutturati da potenti effetti di luce confessano il desiderio di impadronirsi dei più sfuggenti spazi aperti della pittura 'en plein air'.

La tecnica dell'acquerello è ora il mezzo più indicato a catturare e restituire l'immediatezza della sensazione ottica del pittore.

A partire dal 1904 partecipa regolarmente alle esposizioni della Royal Water-Colour Society di Londra; nel 1909 il Brooklyn Museum acquista ben 83 dei suoi acquerelli; nel 1912 è il Museum of Fine Arts di Boston a comprane un lotto di 45 mentre nel 1915 il Metropolitan ne acquista un gruppo direttamente da lui.

Nel 1907 il Re Edoardo VII lo propone alla carica di 'cavaliere', titolo che non acquisisce soltanto perché non è cittadino britannico mentre dalle maggiori università consegue lauree ad honorem.

Tra il 1916 e il 1918 è a Boston dove riceve l'incarico per la decorazione della rotonda del Museum of Fine Arts. Durante questo soggiorno americano accetta, dopo circa un decennio, di ritrarre nuovamente due importanti personaggi: sono infatti datati 1917 i ritratti del magnate del petrolio John D. Rockefeller e del presidente della Croce Rossa Woodrow Wilson.

Ma la sua concentrazione va tutta alle grandi commissioni ufficiali - la Widener Memorial Library dell'Università di Harvard - e alle commemorazioni pittoriche della Grande Guerra.

Nel marzo del 1925 termina il ciclo murale di Boston. La mattina del 15 aprile, dopo una cena di commiato con alcuni vecchi ed intimi amici organizzata dalla sorella Emily a Londra, viene trovato morto nel suo letto in Tite Street.
 
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Alcune opere famose di John Singer...

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The lady with the umbrella

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Cachemire
 
alcune opere di John Singer Sargent dipinte durante il suo soggiorno a Capri...

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Capri girl on a rooftop

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Head of a Capri girl

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Head of an Anacapri girl

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In an olive grove in Capri
 
alcune opere di John Singer Sargent dipinte durante il suo soggiorno a Capri...

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Capri girl on a rooftop

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Head of a Capri girl

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Head of an Anacapri girl

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In an olive grove in Capri
Complimenti per il grande lavoro..culturale che per noi stai svolgendo..Grazie!!In tema di ritratti sarei curioso di rivedere quelli del Boldini, di De Pisis, E di un emergente della scuola napoletana.. Ciardo mi sembra.. Complimenti di nuovo.
 
Complimenti per il grande lavoro..culturale che per noi stai svolgendo..Grazie!!In tema di ritratti sarei curioso di rivedere quelli del Boldini, di De Pisis, E di un emergente della scuola napoletana.. Ciardo mi sembra.. Complimenti di nuovo.

Grazie Luideca:) Mi fa piacere che apprezzi:)
Cercherò di accontentarti e farò una ricerca su Boldini, De Pisis e CiardoOK!

 
Giovanni Boldini,

...pittore ritrattista, nasce a Ferrara il 31 dicembre 1842 e, giovanissimo, viene iniziato al disegno dal padre Antonio (1789-1872), di matrice purista, originario di Spoleto, pittore e restauratore di dipinti sacri e di ritratti, abile copista di dipinti del Cinquecento e dei Vedutisti Veneziani.

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Guidato dal padre, dedica il periodo della sua prima formazione artistica allo studio ed alla riproduzione di opere rinascimentali esposte nei musei ferraresi, mentre contemporaneamente frequenta lo studio di due importanti artisti pittori-decoratori, i fratelli Girolamo e Domenico Domenichini.

Nel 1862, il giovane pittore, che è già una piccola celebrità a Ferrara per i suoi ritratti e gli scorci di paesaggio, si trasferisce a Firenze per iscriversi all’Accademia di Belle Arti, dove insegnano Stefano Ussi ed Enrico Pollastrini.

Durante il soggiorno a Firenze, Giovanni Boldini diventa amico inseparabile di Michele Gordigiani e Cristiano Banti; con loro frequenta il Caffè Michelangelo che in quel momento ospita i pittori Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Vincenzo Cabianca (1827-1902), Odoardo Borrani (1833-1905) ed il critico Diego Martelli, tutti esponenti di rilievo della nuova corrente pittorica dei Macchiaioli.

In questo periodo Boldini dipinge, oltre che ritratti, anche soggetti paesaggistici, senza lasciarsi influenzare troppo dagli amici Macchiaioli.

Per completare la propria educazione artistica nel 1867 il pittore si trasferisce a Parigi per l’Exposition Universelle dove ammira le opere il Realismo di Courbet e conoscere i Pittori Impressionisti Édouard Manet, Alfred Sisley ed Edgar Degas.

Per buona parte del 1870 soggiorna a Londra, dove William Cornwallis-West gli mette a disposizione un attrezzatissimo studio al centro della città, in una zona ben frequentata dall’aristocratica società, dove il pittore esprime la sua cangiante vena artistica nel ritrarre i londinesi in uno stile ispirato ai Ritrattisti inglesi del Settecento.


A questo punto Giovanni Boldini ha superato totalmente l'influenza dalla "macchia" per collegarsi stabilmente ad un Realismo luminoso nel quale ritrae personaggi importanti e particolari aspetti del mondo cittadino, senza smettere di studiare e osservare i lavori artistici dei contemporanei, lasciandosi ancora affascinare da nuove tecniche e stili come gli succede mentre visita l'Olanda con Frans Hals.

Opera di Giovanni BoldiniStabilitosi a Parigi nel 1872, il pittore italiano diverrà il massimo rappresentante del ritratto d’epoca, mondano o di rappresentanza, distinguendosi tra i ritrattisti della sua epoca per l'abilità del disegno, la ricerca preziosa del colore, ottenuta sia attraverso una tavolozza ridotta ai soli bruni e neri, sia attraverso toni talvolta violenti, ma sempre gustosamente accostati, abilmente disposti con un virtuosismo che lo condusse a uno stile del tutto originale e personale, superando per successo molti altri pittori quali Stevens, Sargent, Lenbach, Lazlò, Fortuny, Lavery, Zuloaga, Blanche, Besnard, Orpen, dediti tutti ad immortalare la bella società.

La sua produzione, esposta nelle principali mostre francesi e a diverse Biennali veneziane, consta in gran parte di ritratti, soprattutto di signore, ma anche di alcune scene di genere, vedute di Parigi e scene storiche tra le quali grande fama raggiunse Luigi XIV a Versailles.

Tra i moltissimi ritratti ricordiamo quello di Emiliana Conca De Ossa esposto alla Galleria d'Arte Moderna di Milano per il quale vinse la medaglia d'oro al Salon del 1899 e quello del pittore inglese Whistler, che presentò all'esposizione Universale di Parigi del 1900, il ritratto di Montesquieu ora al Musèe d'Orsay e la celeberrima testa di Giuseppe Verdi ritratto a pastello.

Il periodo più felice dell'artista viene individuato dalla critica negli anni tra il 1892 ed il 1914, quando l'artista trionfa nel "salons" parigini, crea un ideale femminile al quale le sue clienti sono felici di adeguarsi, produce immagini di raffinatissima sensuale bellezza, talvolta concentrata in un particolare anatomico, come le braccia o le mani.

Agli inizi della prima guerra mondiale Giovanni Boldini si trasferisce prima a Londra e poi sulla Costa Azzurra, a Nizza.

Nel 1918, quando la guerra volge al termine, rientra a Parigi e l'anno dopo il Governo Francese lo insignisce della Legion d’Honneur.

Boldini negli anni tardi della sua vita dovette abbandonare la pittura a causa di un calo della vista, ma nel 1926 conosce, concedendole un’intervista per la ”Gazzetta del popolo”, la giornalista trentenne Emilia Cardona, che diverrà sua moglie il 29 ottobre 1929.

Giovanni Boldini, affetto da broncopolmonite, muore a Parigi l’11 gennaio 1931, all’età di 89 anni.


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ho scelto queste opere di Giovanni Boldini...

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Contessa De Rasty

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Giovane su fondo rosa (1912)

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L'amaca

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Conversazione al caffè

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Donna al piano

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Conte Robert De Montesquiou
 
Filippo De Pisis

Luigi Filippo Tiburtelli, in arte Filippo De Pisis nasce a Ferrara l’11 maggio 1896.

Come i suoi fratelli il futuro pittore non frequenta la scuola pubblica, ma studia a casa con un precettore e attorno al 1904, comincia a disegnare sotto la guida del professor Odoardo Domenichini e si interessa anche alla botanica, alla storia dell'arte ed alla letteratura; molte di queste esperienze, in particolare quella letteraria, riaffiorano e tornano utili nel suo lavoro pittorico.

Chiamato a Venezia per la visita militare, esegue qualche schizzo dei compagni di camerata, viene riformato, ma durante il soggiorno studia Tiziano, Tintoretto e Tiepolo, mentre copia nei musei e in raccolte private, quadri antichi.

In questo periodo si impegna in un esperimento di poesia futurista, Il bandone e, a Bologna dove si è trasferito per frequentare l'Università, frequenta l’ambiente culturale della città, si lega di amicizia col critico Giuseppe Raimondi, conosce Giovanni Cavicchioli, Umberto Saba, Giuseppe Ravegnani, Marino Moretti e Alfredo Panzini e tiene rapporti epistolari con Giorgio De Chirico, il fratello Alberto Savinio, Tristan Tzara, Ardengo Soffici.

Laureatosi in lettere, insegna per qualche tempo, poi, nel 1920 si trasferisce a Roma dove si dedica alla pittura; frequenta l'ambiente di "Valori Plastici" e stringe rapporti di amicizia con il pittore Armando Spadini.

In questo periodo lavora alla definizione di un proprio linguaggio figurativo, inizia ad elaborare le sue caratteristiche nature morte, accostando in forme evocative oggetti eterogenei tenuti insieme da una fattura leggera e sensuale, piena del silenzio sospeso della Pittura Metafisica.

Esiti interessanti di quel periodo non mancano, ma è a Parigi, dove si trasferisce nel 1925, che, anche grazie allo studio dei grandi ottocentisti francesi e dei contemporanei, raggiunge la piena padronanza dei suoi mezzi, avviando uno dei più straordinari itinerari della pittura del Novecento e dove acquista una solida fama anche come poeta.

Il suo pennello diventa una sorta di sismografo capace di registrare con inimitabile immediatezza ciò che accade nell'attimo dell'incontro-scontro tra la sensibilità dell'artista e l'emozione che gli procurano le cose, anche le più umili: una semplice penna d'oca a terra, nel mezzo di una strada, o una conchiglia abbandonata su una spiaggia.

Tra il 1924 e il 1927 realizza le nature morte marine, "dove la lezione di Edouard Manet è visibile anche nella scelta della tavolozza, nell'uso delle lacche rosse, affondate nella dolcezza delle terre gialle o bruciate, degli accordi sui complementari giallo-oro e blu di Prussia e l'infinita scala dei verdi accordata coi rossi.
Paesaggi, nature morte, frutti, fiori, animali e uomini sono tratteggiati, sulle sue tele, con pennellate lievi, vibranti, luminose, fragili in apparenza, ma dure in realtà come il fil di ferro.

Agli inizi Filippo de Pisis interpreta a modo effervescente la pittura di De Chirico e di Carrà, in seguito la sua "vena pittorica" si riduce alle linee essenziali: "Sulla tela dalla lievissima imprimitura si espandono le pennellate a furia, larghe, non grasse di colore, intense nella materia, scorrevoli, asciutte e solo a tratti raggrumate in una sosta più densa, come i nodi in una canna di bambù" (Raimondi).

Le sue opere, che erano state esposte in tutta Europa e accolte nelle più importanti Gallerie e Rassegne d'Arte, raggiunsero il massimo successo alla Biennale di Venezia del 1948 e a quella del 1954.
De Pisis muore a Milano nel 1956, ma gli ultimi dieci anni della sua vita era stata segnato da precarie condizioni di salute a causa di problemi nervosi.

Il Museo d'arte Moderna e Contemporanea di Ferrara ha riservato un'ampia sezione all'opera di Filippo de Pisis: dalla giovinezza ferrarese al periodo romano, dal soggiorno parigino, segnato dalla personalissima rivisitazione della pittura metafisica e dalla successiva maturazione della "stenografia pittorica" con la quale il pittore traduce sulla tela l'emozione di un paesaggio o di un interno, fino alla sintassi figurativa ridotta all'essenziale.


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Alcune opere di Filippo De Pisis da me scelte...

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View of Paris 1934

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Fiori, 1940

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L'eremita e il pittore


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W.Mozart, 1941
 


Dire la parola romanticismo è dire arte moderna – cioè, intimità, spiritualità, colore, aspirazione verso l’infinito, espressa con ogni mezzo artistico a disposizione.
(Charles Baudelaire)
 
Vincenzo Ciardo (Gagliano del Capo, 23 ottobre 1894 – Napoli, 26 settembre 1970) è stato un pittore italiano.

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Biografia

Frequentò studi di pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Urbino e si trasferì a Napoli nel 1920. Fu inizialmente influenzato dal verismo tradizionale, con radici nel naturalismo della scuola di Posillipo. Fece quindi parte del "Gruppo Flegreo" (1927) e del Novecento napoletano, aggiornando la propria pittura verso un postimpressionismo, ispirato a Paul Cézanne e a Pierre Bonnard.

Insieme a Giuseppe Uva, Saverio Gatto, Alberto Buonoconto, Biagio Mercadante, Carlo Striccoli, Giuseppe Rispoli, Antonio Bresciani, Ettore Lalli, Francesco Paolo Prisciandaro e al critico d'arte e pittore Alfredo Schettini, fu tra i protagonisti dell'esperienza bohèmien del Quartiere Latino a Napoli. Frequentò il poeta e barone di Lucugnano Girolamo Comi, contribuendo all'esperienza culturale iniziata con Michele Pierri, Ferruccio Ferrazzi, Maria Corti e Donato Valli.

Non disdegnò il confronto ed il dibattito con altri artisti e nel 1965 partecipò ad una mostra collettiva, con Antonio Vangelli, Antonio Enotrio, Giulio Turcato, Michele Rosa, Pier Carlo Pantieri e Mario Russo,[ presso la galleria “la Saletta” di Frosinone.

 
Alcune sue opere...

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Paesaggio costiero

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Paesaggio

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Luna sul mare (1911)

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Valerio Terragno

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Gli ulivi sul mare
 
grazie per la tua ricerca e la tua competenza.:clap::clap:
 
grazie per la tua ricerca e la tua competenza.:clap::clap:

grazie Luideca:)

Buon Natale lettori e amanti dell'arte romantica:)

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Lorenzo Lotto, Adorazione dei pastori, 1534

bellissima la carezza del bambin gesù alla pecorella:)
 
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J.W. Waterhouse,
pittore e figlio d'arte, dato che entrambi i suoi genitori William e Isabela Waterhouse, erano pittori, nacque a Roma nel 1849.

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A cinque anni si trasferì con la famiglia a South Kensington, Londra, studiò pittura con suo padre e si iscrisse alla Royal Academy nel 1870.

Le sue opere giovanili, profondamente influenzate da Lawrence Alma-Tadema e Frederick Leighton, ma con un tocco pittorico leggermente diverso, più ricco e sensuale, riprendono scene tratte dal mondo greco e romano, furono esposte sia alla Royal Academy che alla Dudley Gallery.

Nel 1874, all'età di venticinque anni, Waterhouse presentò alla Royal Academy il primo dei suoi lavori maturi, l'allegoria "Il Sonno e la sua sorellastra la Morte" che lo rese celebre e che rimase per decenni una delle opere più amate dal pubblico.

Biografia di john william waterhouse
Dopo aver sposato Esther Kenworthy nel 1883, Waterhouse intensificò la sua attività di pittore, dedicandosi a temi letterari, dipinti con uno stile personale e romanticamente fantastico.

Insegnante dal 1895 alla Royal Academy, insegnò anche alla St. John's Wood Art School del cui club fu membro fino alla morte.

Si ammalò di cancro nel 1915 e morì due anni dopo, lasciando a metà uno dei suoi numerosi quadri raffiguranti la morte di Ofelia.

La produzione di Waterhouse può essere raggruppata per temi entro due filoni principali: le opere di ispirazione classica e le opere di ispirazione medievale, tra cui spiccano i numerosi "Ofelia" e "La signora di Shalott", oltre ad altri dipinti a tema shakespeariano.

La signora di Shalott è uno dei personaggi che maggiormente ispirarono Waterhouse, portandolo a realizzare almeno tre differenti dipinti nel 1888, nel 1896 e nel 1915.

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Il tema della donna che si strugge per amore, in questo caso Elaine of Astolat, ricorre nei dipinti di Waterhouse: non a caso un altro dei suoi soggetti ricorrenti è Ofelia nell'atto di raccogliere fiori, poco prima della morte.

Il dipinto unisce il tema femminile a quello dell'acqua, un'associazione che, insieme a quella con il fiore, è tipica della pittura simbolista in generale e dei preraffaelliti in particolare.

Frequenti sono anche le scene di vita nell'antica Roma, permeate da una delicata e decadente indolenza, cui sono assimilabili anche le numerose scene di vita ambientate in Italia.

Waterhouse godette di una notevole fama in vita, ma dopo la morte venne dimenticato fino alla fine del XX secolo, quando la sua opera fu rivalutata in s.eno a una generale riconsiderazione dell'arte vittoriana.


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The Lady of Shalott
by John William Waterhouse

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Di John William Waterhouse e dei Preraffaelliti avevo già parlato in questo post e in diversi altri, perciò direi che possiamo passare a concentrarci sul dipinto e sul suo soggetto. L'ispirazione dichiarata è quella di un poema di Alfred Tennyson (poeta romantico inglese) del 1833.
"The lady of Shalott" come opera letteraria elabora una leggenda medioevale legata al ciclo di Artù, un universo che affascinava moltissimo anche i pittori Preraffaelliti.

La storia ha tutto il sapore di una fiaba... ma senza lieto fine.
Una giovane donna, Elaine, è costretta per una maledizione a vivere rinchiusa in una torre sull'isola di Shalott, situata in un fiume vicino a Camelot. La maledizione dice che nonappena osasse guardare verso Camelot sarebbe destinata a morire. La fanciulla dunque ha passato tutta la sua vita da reclusa, riuscendo però ad osservare il mondo esterno di Camelot attraverso uno specchio. Ciò che vede di riflesso - cacce, cavalieri, amori... - lo rappresenta intessendo una bellissima tela... e così trascorrono i suoi giorni, potendo solo sognare e raffigurare, mai vivere appieno la realtà.
Un bel dì però la dama vede nello specchio passare Lancillotto a cavallo, intento a cantare una canzone mentre torna a Camelot. Elaine se ne innamora immediatamente e nello stesso momento si rende conto più che mai della limitatezza della propria vita. Segue Lancillotto con lo sguardo, ma stavolta dal vivo... e posando gli occhi su Camelot si condanna al compimento della maledizione.
Waterhouse la immortala nel suo mortale momento successivo, quando mentre la vita la abbandona la dama di Shalott si lascia trascinare dalla corrente del fiume su una barca insieme alla preziosa tela destinata a svanire con lei.


Le muse di Kika

Probabilmente in questa fotografia si vede meglio, con maggiore definizione

The Lady of Shalott - John William Waterhouse — Google Arts & Culture
 

Allegati

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