John Hillerman
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«Il sangue, il Dna, i dati: così abbiamo scoperto perché nell’area di Bergamo il Covid ha ucciso più che nel resto del mondo»
una sola regione genomica risulta essere più importante di tutte le altre per capire perché ci si ammala gravemente. È un «aplotipo di rischio», dicono i medici: «aplotipo» definisce un certo numero di variazioni di geni vicini l’uno all’altro che si ereditano tutti insieme. Questo aplotipo si trova sul cromosoma 3, comprende geni che contribuiscono alla sintesi di mediatori della risposta immune e altri che presiedono alla funzione di certe cellule degli alveoli polmonari.
Fin qui niente di speciale, se non fosse che questo aplotipo arriva a Nembro, Alzano e Albino direttamente dai... Neanderthal, dopo essere passato attraverso duemila generazioni almeno. Com’è possibile? È perché tra 70 mila e 50 mila anni fa l’Homo Sapiens lascia l’Africa, arriva in Europa, si incrocia con i Neanderthal che abitavano quelle aree, e altre dell’Asia già da molto tempo, ed è proprio grazie a quell’incontro che una piccola parte di quei geni arriva fino a noi. Proprio così, ciascuno di noi ha nel suo Dna dall’1 al 4 per cento dei geni di Neanderthal.
una sola regione genomica risulta essere più importante di tutte le altre per capire perché ci si ammala gravemente. È un «aplotipo di rischio», dicono i medici: «aplotipo» definisce un certo numero di variazioni di geni vicini l’uno all’altro che si ereditano tutti insieme. Questo aplotipo si trova sul cromosoma 3, comprende geni che contribuiscono alla sintesi di mediatori della risposta immune e altri che presiedono alla funzione di certe cellule degli alveoli polmonari.
Fin qui niente di speciale, se non fosse che questo aplotipo arriva a Nembro, Alzano e Albino direttamente dai... Neanderthal, dopo essere passato attraverso duemila generazioni almeno. Com’è possibile? È perché tra 70 mila e 50 mila anni fa l’Homo Sapiens lascia l’Africa, arriva in Europa, si incrocia con i Neanderthal che abitavano quelle aree, e altre dell’Asia già da molto tempo, ed è proprio grazie a quell’incontro che una piccola parte di quei geni arriva fino a noi. Proprio così, ciascuno di noi ha nel suo Dna dall’1 al 4 per cento dei geni di Neanderthal.