Il Tesoro Di Tanzi? Me Lo Cerca L'fbi

Il Tesoro Di Tanzi? Me Lo Cerca L'fbi
IL TESORO DI TANZI? ME LO CERCA L'FBI
articolo di Maurizio Tortorella da Economy
27 gennaio 2005 n.4 in edicola

Una strana petizione sta per partire dall'italia e ad occuparsene sarà un giudice statunitense. Mentre a Milano il 25 gennaio si apre l'udienza preliminare nei confronti di Calisto Tanzi, l'affaire Parmalat si arrichisce così, in un solo colpo, di un nuovo capitolo giudiziario e di un'inedita pratica legale: la petition. Lo studio milanese dell'avvocato Daria Pesce, incaricato da una decina tra detentori di bond e azionisti della società di Collecchio (danneggiati complessivamente per alcuni milioni di euro) ha appena deciso di avviare un'azione internazionale proprio per cercare di scoprire dove siano finiti i flussi finanziari statunitensi del crac da 14,3 miliardi di euro. Con la mossa, finora inedita nel panorama delle azioni legali sul caso Parmalat, la penalista ha deciso di seguire un percorso in apparenza semplice, ma efficace:<< Ne avevamo già apprezzato la concretezza un anno fa>>, spiega Daria Pesce, <<quando abbiamo dovuto individuare il titolare italiano di un sito Internet registrato in America e dal quale partivano attacchi diffamatori contro alcuni dei miei clienti. E' bastata una settimana per scoprire il nome dell'autore>>.
Adesso, anche nel caso Parmalat, lo studio Pesce impiegherà lo strumento della petition: un atto giudiziario grazie al quale il District Attorney, cioé l'ufficio del p.m. americano, verrà informato dell'esistenza di un procedimento penale aperto in Italia a carico di Tanzi e di altri manager Parmalat, e del fatto che alcune banche statunitensi hanno ricevuto flussi finanziari provenienti dalla società o dagli indagati. Ammessa nel nostro ordinamento dal trattato di mutua assistenza in materia penale tra Italia e Usa, firmato nel novembre 1982, la petion può essere presentata al District Attorney di un qualunque Stato degli Usa.
<<A quel punto>> dice l'avvocato Pesce <<il District attorney dovrà investire della questioneil Grand jury federale, più o meno l'equivalente di un nostro giudice dell'indagini preliminari>>. Il jury, poichè i reati persegui in Italia (dalla bancarotta fraudolenta al falso in bilancio, fino all'insider trading) sono crimini federaliprevisti anche dal Bankruptcy code, busserà alla porta delle banche interessate dalle operazioni Parmalat.

Nelle carte che verranno presentate dallo studio miloanese compaiono finora i nomi di alcuni istituti di credito Usa finiti già nel mirino degli investigatori italiani: Bank of America, Morgan Stanley, Chase Manhattan Bank, Merrill Lynch, Citigroup. E tra gli Stati si individua soprattutto il <<paradiso fiscale>> del Delaware. Ma il Grand jury potrebbe decidere di allargare le indagini ad altre banche e altri Stati dell'unione. Nessun istituto di credito potrà comunque evitare di rispondere agli inqiurenti, e dovrà farlo più che tempestivamente: il reato di perjury, a metà strada tra la reticenza e la falsa testimonianza, è duramente perseguito negli Usa. Le informazioni che in questo modo verranno raccolte dagli investigatori americani, se ce ne sarà bisogno anche attraverso l'fbi, offrirranno ai risparmiatori italiani difesi dallo studio Pesce due possibilità: potranno cercare di sequestrare i fondi eventualmente ancora nella disponibilità degli indagati, oppure potranno avviare una causa civile contro le banche americane che, in qualche modo consapevoli della disastrata situazione finanziaria Parmalat, avrebbero agevolato l'illecita fuga di capitali. Così come nel caso di ricerca di un anno fa sul sito diffamatorio, anche per la caccia al tesoro di Parmalat l'avvocato Pesce ha scelto di appoggiarsi allo studio Dorsey&Whitney di Minneapolis (Minnesota), con sedi in molti altri Stati. <<Una volta avviata la pratica>>, calcola la penalista<<dovremmo riuscire a ottenere una risposta in pochi mesi>>. E con un costo assai limitato: l'avvocato Roger Magnuson, partner di Dorsey&Whitney, ha calcolato che per i risparmiatori italiani difesi dalla collega milanese, la petition, potrà comportare al massimo un esborso complessivo di 10 mila dollari.
 
FabioGalletti ha scritto:
Il Tesoro Di Tanzi? Me Lo Cerca L'fbi
IL TESORO DI TANZI? ME LO CERCA L'FBI
articolo di Maurizio Tortorella da Economy
27 gennaio 2005 n.4 in edicola

Una strana petizione sta per partire dall'italia e ad occuparsene sarà un giudice statunitense.

Gira che ti rigira per avere giustizia...bisogna sempre andare in america.

Speriamo bene.....
 
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