Banche. L’istituto di credito di Montebelluna vara un aumento di capitale. Trinca: «Siamo per l’aggregazione»
Veneto Banca si attrezza per Intra E Popolare di Vicenza non molla
di Marino Smiderle
Vicenza. Veneto Banca fa il pieno in vista dell’ultimo assalto alla Popolare di Intra. La Popolare di Vicenza, invece, il pieno l’ha fatto per tempo. E adesso può cominciare il mini-torneo a 4 (ci sono anche Banco Popolare di Verona e Credito Valtellinese) che ha come posta in palio, appunto, la Banca Popolare di Intra.
Alla fine di questo mese a Montebelluna si riunirà l’assemblea di Veneto Banca, che all’ordine del giorno prevede un aumento di capitale di 45 milioni di euro e l’emissione di un prestito obbligazionario di 100 milioni. Passi che la Popolare di Vicenza ha già fatto, anche più consistenti, visto che Gianni Zonin ha ottenuto dai soci, per il momento, quasi 500 milioni di euro per rafforzare le fondamenta patrimoniali dell’istituto di via Framarin.
E adesso? Chi metterà le mani su Intra? In un’intervista al quotidiano economico e finanziario MF, il presidente di Veneto Banca, Flavio Trinca, ha spiegato che l’istituto di Montebelluna continua a dialogare con i vertici piemontesi, «visto che sono stati gli esponenti dell’istituto a chiederci di intervenire». E il motivo per cui i vertici di Pop. Intra sembrano preferire lo spiega implicitamente lo stesso Trinca, quando dice che Veneto Banca ha in mente «solo l’aggregazione e non la fusione».
«Certo che le altre tre banche in corsa sono più forti di noi - ha dichiarato Trinca -. L’operazione non sarà facile, ma ci proviamo, anche perché il nostro obiettivo è quello di crescere sia per linee interne, sia con aggregazioni o acquisizioni di sportelli di altri istituti. Ma al momento non ci interessano altre banche all’infuori della Popolare di Intra».
Qualcosa di più sul futuro della banca piemontese si saprà all'indomani dell’assemblea dell’istituto, in programma a Verbania il 30 aprile prossimo. Non spetta ai soci decidere direttamente su quale banca prendere in sposa, ma è chiaro che il cda dovrà tenere conto dell’umore dei 35 mila soci. Si sa come funziona nelle popolari (una testa, un voto): a governare l’assemblea sarà il forte gruppo composto dai dipendenti che, attraverso il sindacato, ha già fatto sapere di vedere di buon occhio le integrazioni che privilegiano l’autonomia e la prossimità territoriale. Per l’autonomia, Veneto Banca non ha problemi: Trinca e il direttore generale Consoli hanno già in mente un progetto di integrazione che lascerebbe all’istituto piemontese un ruolo decisivo, ma autonomo, all’interno di un nuovo gruppo. Per la prossimità territoriale, in linea teorica l’avrebbe vinta il Credito Valtellinese.
Il problema è che le altre due banche in corsa, Popolare di Vicenza e Popolare di Verona, sono le più forti del lotto e, per quanto il governatore Draghi abbia scelto un ruolo di basso profilo nella politica di fusioni e acquisizioni del sistema bancario, è chiaro che Bankitalia, considerati i problemi di bilancio (crac Finpart), preferirebbe dare in sposa la Intra a un partner solido e... muscoloso. Da questo bel cocktail di indicazioni e controindicazioni, a maggio verrà fissata la data delle nozze. E, soprattutto, la Intra dovrà decidersi a scrivere sul biglietto di invito il nome dello sposo.
ripropongo l'articolo nel nuovo 3d
ci hanno cercato loro.....non sarà facile....
ci proveremo...con 150 milioni di euro?
mahh,dal punto di vista dei trevigiani se intra cede per nulla farebbero un buon affare,su quyesto sono d'accordo.mà visto che ci sono altre offerte.......