Il valore legale e il valore accademico della laurea

bellavista ha scritto:
A parte quei servizietti che fai al presidente di regione nei bagni :D

Ma quelli li faccio per passione.... ;)
 
X Bellavista: perchè non apri un nuovo Thread con lo stesso argomento riquotando il tuo primo intervento che è magnifico?
non capisco perchè poi sei un pò ... come dire... scaduto...
eheheh.. non te la prendere..

X Coppelius: certo il fattore geografico è fondamentale.

io sono liberale..come ho detto per cui il mio motto è :
VINCA IL MIGLIORE!!!
ma partiamo tutti nello stesso momento.
 
gupa944 ha scritto:
X Bellavista: perchè non apri un nuovo Thread con lo stesso argomento riquotando il tuo primo intervento che è magnifico?
non capisco perchè poi sei un pò ... come dire... scaduto...
eheheh.. non te la prendere..

Non me la prendo affatto ;)

Se leggi i primi interventi si continuava a rispondere su cose differenti da quelle che avevo scritto, l'ho detto una volta, l'ho detto due... poi ho lasciato andare il 3d dove voleva.

Niente ti impedisce però quotare e rispondere al post di apertura ;)
 
bellavista ha scritto:
i laureati che si presentano sono veramente "impresentabili" laureati in "mercati finanziari" che non sanno cos'è un benchmark")

:clap: :clap: :clap:

complimenti per le idee esposte, mi trovo in pieno accordo con te su tutto... io sono laureato triennale proprio in "mercati finanziari" come dici tu, alla Bocconi, e ritengo molto probabile che tu abbia avuto a che fare con miei passati (e forse, purtroppo, futuri, nella laurea specialistica) compagni di corso. Ti assicuro che quasi durante ogni lezione in classe si assisteva a spettacoli veramente desolanti, sia dal punto di vista comportamentale (ma purtroppo in Bocconi è così... molta, troppa, gente crede che visto che paga fior di quattrini sia permesso tutto :rolleyes: ) che da quello didattico (aula con 150 persone, tutte "armate" di tavole statistiche: il professore chiede di trovare il valore della funzione di ripartizione di una normale standard nel punto 1,96 e dopo 25 MINUTI solo in 3 l'hanno individuato... :eek: ). Addirittura a volte i professori hanno dovuto DIMEZZARE i programmi dopo essersi resi conto della totale mancanza di competenze da parte della classe...
Da parte mia visto che io voglio imparare qualcosa, tralasciando il fatto che di esperienza ne ho abbastanza (opero sui mercati da quando avevo 15 anni, conto intestato a mio padre con Fineco :p , ora ne ho 22) mi sono fatto veramente il **** durante l'anno (e me lo sto facendo tuttora, in estate) per studiare materie che mi appassionano molto (statistica, econometria e risk management in primis, oltre a cercare di imparare pian piano Matlab) perchè sono convinto che davvero senza le conoscenze non si vada da nessuna parte e perchè credo che in America la meritocrazia esista. Il mio obiettivo attuale è prendere la specialistica mentre faccio ricerca per conto mio e poi andare a lavorare in America...
 
Mi fa piacere leggere finalmente un post come questi $ailor.

La bocconi ti da gli strumenti per studiare, ma si deve adeguare alla logica internazionale del: "pago e voglio" rapportata però alla logica italiana del titolo e non dell'istruzione (si torna sempre al valore legale da abolire, alla faccia di chi non capisce quanto sarebbe "rivoluzionaria" questa piccola riforma ;) )

Quindi "pago e voglio il titolo" e non "pago e voglio una istruzione" ;)

Poi ci sono persone come te che hanno voglia di imparare e allora possono studiare e sfruttare tutti gli strumenti, e quando usciranno saranno competitivi a livello internazionale.

E di sicuro non saranno qui a dire che in italia è tutto un magna magna e che i mediocri (poverini) non riescono a trovare un lavoro come dirigente, pur avendo un titolino preso scoppiazzando ;)
 
bellavista ha scritto:
Mi fa piacere leggere finalmente un post come questi $ailor.

La bocconi ti da gli strumenti per studiare, ma si deve adeguare alla logica internazionale del: "pago e voglio" rapportata però alla logica italiana del titolo e non dell'istruzione (si torna sempre al valore legale da abolire, alla faccia di chi non capisce quanto sarebbe "rivoluzionaria" questa piccola riforma ;) )

Quindi "pago e voglio il titolo" e non "pago e voglio una istruzione" ;)

Poi ci sono persone come te che hanno voglia di imparare e allora possono studiare e sfruttare tutti gli strumenti, e quando usciranno saranno competitivi a livello internazionale.

E di sicuro non saranno qui a dire che in italia è tutto un magna magna e che i mediocri (poverini) non riescono a trovare un lavoro come dirigente, pur avendo un titolino preso scoppiazzando ;)

bah... non so se sia sufficiente abolire il VL... pensa che le selezioni della specialistica in Bocconi funzionano in maniera differente a seconda che tu sia laureato triennale Bocconi o provenga da altra università... lascio immaginare chi siano i favoriti... :rolleyes:
Purtroppo c'è tutta una cultura sbagliata dietro che credo, anche qualora venisse abolito il VL della laurea, continuerà a privilegiare, sia per la selezione universitaria che per la carriera lavorativa, un laureato con 110 e lode in Bocconi che non capisce un ***** rispetto a uno che si è spaccato il **** in un'università sconosciuta ed è uscito con 100. Io sono un grande estimatore dei test standardizzati (GMAT, GRE, MAT, etc. che infatti sono utilizzati per selezionare nelle università in America) perchè credo siano lo strumento migliore per rivelare il potenziale delle persone. Tu cosa ne pensi? Sarebbe possibile basare selezioni e altro su questi test?
 
$ailor ha scritto:
Io sono un grande estimatore dei test standardizzati (GMAT, GRE, MAT, etc. che infatti sono utilizzati per selezionare nelle università in America) perchè credo siano lo strumento migliore per rivelare il potenziale delle persone. Tu cosa ne pensi? Sarebbe possibile basare selezioni e altro su questi test?

Sarebbe una ottima pratica, ma probabilmente si farebbe "all'italiana" un po' come i test di ingresso alle università, dove quando sono iniziati sono subito nate società per passarli, e non ti facevano diventare più intelligento o più "acculturato" semplicemente ti facevano imparare a memoria le risposte ;)

Io le persone le assumo con un test del QI ad esempio, ho solo dipendenti con almeno 120 ;)

L'abolizione del VL, che è l'argomento del 3d, penso non venga capito nella sua devastante rivoluzionalità ;)

Detto in parole povere: se non lo si abolisce l'università italiana andrà a ******* ;)

E ti spiego perchè: prima con l'università pubblica, finanziata dal pubblio e con uno "standard" medio. Bene o male tu andavi e i corsi avevano un livello decente.

Ora con la "riforma" che da autonomia e vuole far competere gli atenei, su cosa si basa la competizione? Sugli studenti che si riescono ad attirare.

E siccome l'università in italia ora da un "patentino" tu dove vai a prendere la patente? Dove è più facile ovviamente. E quindi con questa riforma se non si abolisce subito il VL l'università italiana diventerà di infimo ordine.

La bocconi per ora ha ancora un nome, ma più diventa "facile" e più questo nome lo perde. Putroppo deve diventare "facile" altrimenti chi vuole il titolo e non l'istruzione se ne andrà da un'altra parte.

Il problema è che più diventa facile e più il nome non vale nulla, e se continua così dire che arrivi dalla bocconi sarà come dire che arrivi dalla LIUS o dalla LIUC ;)


La competizione delle università negli USA viene fatta sull'eccellenza in italia viene fatta sulla "facilità".

Quindi i casi sono due:
1) o si toglie questa idea della competizione tra facoltà, e si ricomincia a finanziarle in toto con il pubblico
2) oppure si toglie il VL e si lascia che le facoltà competano sull'eccellenza e non come le scuole guida su chi ti fa avere la patente più facile

Se non si fa ne una ne l'altra cosa, l'università italiana diventerà una farsa ;)

Chi insiste che il VL non è una priorità, soprattutto con questa riforma, non ha capito putroppo nulla. ;)

Pensaci e capirai che è così ;)
 
Ultima modifica:
$ailor ha scritto:
:clap: :clap: :clap:

complimenti per le idee esposte, mi trovo in pieno accordo con te su tutto... io sono laureato triennale proprio in "mercati finanziari" come dici tu, alla Bocconi, e ritengo molto probabile che tu abbia avuto a che fare con miei passati (e forse, purtroppo, futuri, nella laurea specialistica) compagni di corso. Ti assicuro che quasi durante ogni lezione in classe si assisteva a spettacoli veramente desolanti, sia dal punto di vista comportamentale (ma purtroppo in Bocconi è così... molta, troppa, gente crede che visto che paga fior di quattrini sia permesso tutto :rolleyes: ) che da quello didattico (aula con 150 persone, tutte "armate" di tavole statistiche: il professore chiede di trovare il valore della funzione di ripartizione di una normale standard nel punto 1,96 e dopo 25 MINUTI solo in 3 l'hanno individuato... :eek: ). Addirittura a volte i professori hanno dovuto DIMEZZARE i programmi dopo essersi resi conto della totale mancanza di competenze da parte della classe...
Da parte mia visto che io voglio imparare qualcosa, tralasciando il fatto che di esperienza ne ho abbastanza (opero sui mercati da quando avevo 15 anni, conto intestato a mio padre con Fineco :p , ora ne ho 22) mi sono fatto veramente il **** durante l'anno (e me lo sto facendo tuttora, in estate) per studiare materie che mi appassionano molto (statistica, econometria e risk management in primis, oltre a cercare di imparare pian piano Matlab) perchè sono convinto che davvero senza le conoscenze non si vada da nessuna parte e perchè credo che in America la meritocrazia esista. Il mio obiettivo attuale è prendere la specialistica mentre faccio ricerca per conto mio e poi andare a lavorare in America...

Io sono uno studente del Politecnico :wall: :wall: :wall: non pensare che nell'università che viene considerata tra le più difficili in Italia sia differente: L'80% dei miei compagni potrebbe benissimo fare l'asilo!
Il problema sono i test d'ingresso (alla bocconi almeno fanno un po' di selezione, al Politecnico entrano tutti quelli che hanno scartato nelle altre università!), in quanto credo comunque che le università italiane siano tra le migliori al mondo (quello che non funziona sono le scuole superiori), quello che non va sono gli studenti!
Comunque forse l'anno prossimo ci incontriamo in università: se supero il test l'anno prossimo vengo anche io alla bocconi, il Politecnico non lo sopporto più :bye:
 
trust84 ha scritto:
Io sono uno studente del Politecnico :wall: :wall: :wall: non pensare che nell'università che viene considerata tra le più difficili in Italia sia differente: L'80% dei miei compagni potrebbe benissimo fare l'asilo!
Il problema sono i test d'ingresso (alla bocconi almeno fanno un po' di selezione, al Politecnico entrano tutti quelli che hanno scartato nelle altre università!), in quanto credo comunque che le università italiane siano tra le migliori al mondo (quello che non funziona sono le scuole superiori), quello che non va sono gli studenti!
Comunque forse l'anno prossimo ci incontriamo in università: se supero il test l'anno prossimo vengo anche io alla bocconi, il Politecnico non lo sopporto più :bye:

Noto una contraddizione in quello che dici???

Che colpa avrebbero gli studenti nel generale andamento dell'università???

Se c'è qualcuno che fa passare gli esami anche "ai tuoi compagni che potrebbero benissimo fare l'asilo" un motivo ci sarà... non penso che la colpa sia degli studenti, quando semmai della "sacra" casta dei baroni-professori universitari...

Probabilmente se il Politecnico incominciasse a bocciare, perderebbe di "appeal" per gli studenti (che lo crederebbero troppo difficile e selettivo) e ciò comporterebbe una diminuzione delle iscrizioni con conseguente perdita di fondi da parte delle università... il motivo per cui le università appaiono "facili" sta tutto qui... ;)
 
Castoviç ha scritto:
Noto una contraddizione in quello che dici???

Che colpa avrebbero gli studenti nel generale andamento dell'università???

Se c'è qualcuno che fa passare gli esami anche "ai tuoi compagni che potrebbero benissimo fare l'asilo" un motivo ci sarà... non penso che la colpa sia degli studenti, quando semmai della "sacra" casta dei baroni-professori universitari...

Probabilmente se il Politecnico incominciasse a bocciare, perderebbe di "appeal" per gli studenti (che lo crederebbero troppo difficile e selettivo) e ciò comporterebbe una diminuzione delle iscrizioni con conseguente perdita di fondi da parte delle università... il motivo per cui le università appaiono "facili" sta tutto qui... ;)

No, infatti il Politecnico si sta muovendo per rendere i corsi più difficili (es:una sola settimana per dare gli esami, impossibilità di sostenere alcuni esami per chi ha debiti in matematica), ma a molti studenti non interessa: molti (10-20% degli iscritti al primo anno) sono lì solo perchè non hanno voglia di andare a lavorare! Tanto c'è papà che paga per tutto! a loro non interessa la difficoltà intrinseca del corso, ma il fatto che non siano al lavoro... e la qualità dell'insegnamento ne risente!!
 
bandit ha scritto:
.... dal momento che siamo in un sistema "raccomandocratico" e non meritocratico, i figli di papà andrebbero direttamente all'esame di stato e conseguirebbero la abilitazione professionale a 18 anni non sapendo neanche quel poco che comunque avrebbero studiato all'università.

Il giorno dopo sarebbero già abilitati a far danni, nello studio del padre che li servoassiste e li protegge da tutte le ******* che fanno, dopo 5 anni ovviamente con un tutor come il padre che full-time ti insegna il lavoro sei diventato anche bravo, intanto hai fatto i soldi e cominci ad assumere i migliori laureati per fargli fare fotocopie, come comicia a capire qualcosa lo licenzi.... e via andare

va te cocc', una buona idea per questa sera, va te cocc'.:D

sottoscrivo pienamente :bow: :bow: :clap:
 
Io mi ricordo la prima esperienza lavorativa dopo la laurea.
Il titolare (azienda industriale con 50 dipendenti) voleva che un nostro agente venisse pagato con commissioni degressive superati i 100.000 euro di fatturato.
Nessun problema, modifico il contratto in modo che sul fatturato eccedente i 100.000 euro la commissione passasse da X a X-1%
Troppo complicato, decide il titolare, superati i 100.000 euro gli riconosciamo una commissione di X-1% su tutto il fatturato.
Certo è che noi laureati non sappiamo proprio niente, abbiamo tutto da imparare
 
Sire ha scritto:
Io mi ricordo la prima esperienza lavorativa dopo la laurea.
Il titolare (azienda industriale con 50 dipendenti) voleva che un nostro agente venisse pagato con commissioni degressive superati i 100.000 euro di fatturato.
Nessun problema, modifico il contratto in modo che sul fatturato eccedente i 100.000 euro la commissione passasse da X a X-1%
Troppo complicato, decide il titolare, superati i 100.000 euro gli riconosciamo una commissione di X-1% su tutto il fatturato.
Certo è che noi laureati non sappiamo proprio niente, abbiamo tutto da imparare

Commissioni "degressive"? :D

C'è sempre da imparare, questo è nel manuale su come demotivare i dipendenti. :D ;)
 
Vi invito a spiegare il concetto di radice n-esima a qualsiasi amministratore delegato di azienda inferiore ai 200 dipendenti.
Il fatturato è cresciuto del 20% in 5 anni? Benissimo, crescita media del 4% all' anno.
 
Sire ha scritto:
Il fatturato è cresciuto del 20% in 5 anni? Benissimo, crescita media del 4% all' anno.

Questa si chiama annualizzazione :o

:D ;)
 
bellavista ha scritto:
Questa si chiama annualizzazione :o

:D ;)

Pero' lo sai pure te che in troppi casi c'e' veramente da piangere sul management di certe aziende. Quella della radice n-eima sara' una battuta ma purtroppo e' realistica.
Noi abbiamo un bisogno disperato di cambiare prodotto, ma i "parun" attuali non ne hanno le capacita' ..... i mezzi (economici) in qualche caso ancora si, ma le capacita' no ....

Per capirci, sta gente qua potrebbe buttarsi nel mercato del design dei SoC (System on Chip) o nelle tipiche aziende fabless diffese in tutto il nord america nel mercato dei semiconduttori?

E' gente caparbia, volenterosa ..... ma per il mondo di oggi hanno troppi limiti culturali. Invece chi ha denti non ha i mezzi e nemmeno li trova qui da noi dove il vero venture capital non esiste .... questo e' il vero problema. Dare le risorse a chi potrebbe tentare questo cambiamento (rischiano naturalmente perche' non abbiamo una tradizione in quei settori) e sperare che fra tanti nasca la nostra intel o microsoft .....

Ad esempio un settore dove di know-how l'Italia non manca e' quello della robotica. La possiamo vincere. Ma ci voglio investimenti. Non puoi vincere se il budget del tuo concorrente e 10x 100x .....

Servono i soldi .... non solo per produrre, ma anche per brevettare e attirare i migliori del settore da tutto il mondo. Mica come dice Montezemolo che vuole gli ingegneri da 400 euro al mese. Quelli bravi, quelli che ti fanno il prodotto vincente a 400 euro al mese non li trovi.

Serve niente avere 100 ingegneri mediocri da 400 euro al mese. Si chiedesse Montezemolo perche' Microsoft e Google le migliori teste se le strappano a milioni di euro l'anno e non a 400 euro al mese .....

Oggi non sono solo i manager a fare la differenza, ma anche e soprattutto i tecnici.
Meglio avere 4/5 tecnici al top pagati oro con attorno tanti giovani appena usciti dalle universita' con entusiamo che una marea di frustrati o mediocri da 500 euro al mese .....

Mi dovranno ancora spiegare perche' un concetto cosi' semplice lo applicano benissimo nel mondo del calcio ma sembra che non riescano a capirlo nel mondo dell'industria ....
 
Professioni, l’Antitrust scrive alle Camere Catricalà e la concorrenza: via le tariffe fisse, libertà di fare pubblicità
ROMA - «Tra i professionisti ci sono troppi privilegi e poca concorrenza, la riforma degli ordini è improcrastinabile». L’Autorità garante per il mercato e la concorrenza invia una «segnalazione» a governo e Parlamento invitandoli a intervenire subito. In particolare, l’Antitrust individua quattro aree critiche che «rappresentano altrettanti freni al libero esplicarsi della concorrenza»: ruolo degli ordini, le tariffe minime, i limiti alla pubblicità, i vincoli ai capitali esterni nelle società tra professionisti. Messi nel mirino anche molti «codici che regolano gli ordini» che spesso contengono disposizioni in cui la «concorrenza viene vietata o considerata un disvalore».
Non è la prima volta che l’Antitrust interviene con un forte richiamo alle forze politiche per scuotere la foresta pietrificata del mondo delle professioni. Lo ha già fatto anni fa l’ex presidente Giuliano Amato, poi è toccato a Giuseppe Tesauro in tandem con il commissario europeo alla concorrenza Mario Monti. Nell’ultimo biennio sono ben sei i «richiami» fatti dall’Antitrust all’esecutivo di Silvio Berlusconi e alle Camere per segnalare una «regolamentazione normativa in molti casi sproporzionata che attribuisce ingiustificati privilegi ai professionisti a danno dei consumatori».
Quest’ultima segnalazione, fatta dal Garante della Concorrenza, Antonio Catricalà, assume un significato particolare: cade alla vigilia della preparazione dei programmi elettorali dei due schieramenti politici e quindi suona come un chiaro invito a inserire la riforma delle professioni tra le promesse in vista della prossima chiamata alle urne.
Il direttore generale della Confindustria Maurizio Beretta ha plaudito l’iniziativa del Garante ricordando che da anni gli imprenditori sollecitano un intervento. Due partiti dell’opposizione come i diesse e Margherita ieri sono intervenuti annunciando concordia di vedute ma senza strappi rivoluzionari. Pierluigi Mantini, responsabile giustizia del partito di Francesco Rutelli, ha voluto precisare che tra il suo partito e i democratici di sinistra «ora c’è piena sintonia, gli equivoci del passato sono superati, gli eccessi abolizionisti e liberisti non fanno parte del programma dell’Unione».
In attesa di capire esattamente le proposte dell’Ulivo, visto che Mantini non ha detto di condividere le parole di Catricalà, sono i giovani avvocati praticanti associati nell’Anpa a ricordare che «è giunta l’ora di passare dalle parole ai fatti». Quella della riforma degli ordini è, infatti, una storia infinita. Tutti la evocano ma nessuno, da destra e da sinistra, è stato finora in grado di portarla a termine.
Nemmeno l’esecutivo Berlusconi in quattro anni e mezzo è riuscito a introdurre una sola novità: la spinta riformatrice si è fermata di fronte a un braccio di ferro tra il ministro della Giustizia Roberto Castelli (Lega) e il suo sottosegretario Michele Vietti (Udc).
Roberto Bagnoli

corriere
 
Sire ha scritto:
Vi invito a spiegare il concetto di radice n-esima a qualsiasi amministratore delegato di azienda inferiore ai 200 dipendenti.
Il fatturato è cresciuto del 20% in 5 anni? Benissimo, crescita media del 4% all' anno.

:D

penso sia proprio così ... :(
 
Interessante questo post che non avevo ancora avuto occasione di leggere.
Parlando di Università, anch' io, come molti in questo forum ho fatto la Bocconi ed ho vissuto il cambiamento fra il vecchio ordinamento ed il nuovo.
Nel mio caso particolare, posso solo dire che i programmi nel passaggio dal vecchio sistema quadriennale a quello 3+2 son diventati molto più facili ed anche gli esami son diventi di mooolto più facili.
Il tutto è stato fatto con l' obiettivo di avere laureati più giovani al pari degli altri paesi, però quel che non riesco a capire è perchè i vecchi laureati quadriennali che nella media impiegavano 6 anni a finire i loro studi trovavano nel caso del mio corso per praticamente la metà lavoro all' estero. Mentre ora anche se son più giovani hanno più difficoltà.
Credo che con la riforma si sia solo andati a far scadere la prepararazione e far valere meno l' eccellenza, quei pochi per intenderci che anche una volta riuscivano a finire in corso.
E' un peccato perchè ritengo che le cose fatte per bene alla lunga premino, purtroppo ora, e anche ai miei tempi a dire il vero, si esce dai licei senza aver mai davvero studiato, e l' università per non far crollare gli iscritti non ti costringe ad imparare a studiare neanche dopo.
Nel caso del mio corso, dopo i primi due anni ci siam ritrovati ad essere praticamente la metà degli iscritti al primo anno (ed era il corso più difficile in cui entrare e quindi il più selezionato), causa forti trasferimenti ad altri corsi.
Bene invece di tenere il livello elevato, come ti risolvono il problema? Tagliano i programmi, aumentano del doppio gli iscritti, e ti permettono di dare gli esami spezzettati in più parti.
E' un vero peccato, una volta i miei colleghi che facevan i colloqui di lavoro all' estero erano equiparati a dottorandi provenienti dalle università estere, ora tutto questo stà scadendo.
Anche perchè le solide basi hai il tempo di fartele solo mentre studi a tempo pieno..
Ma purtroppo in questo Paese l'idea di render complesse ed impegnative le cose sembra un peccato.
Per inciso, anch' io non sono stato in grado di finire i miei studi in corso, ma in fin dei conti ho pagato dei soldi per ricevere un' istruzione e non solo una laurea. Guardando il tutto a posteriori meglio essere bocciato un paio di volte perchè non debitamente preparato che andare avanti non capendo un capzo.
 
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