In bianco e nero - capitolo II

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benvenuto Hiro Tome, bella OK! anche la Gran Via.

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Concateno con qualche inquadratura del Barrio Gotico di Barcelona

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dove è stato girato questo video musicale degli Evanescence



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Nella piazza inquadrata da ultimo, de San Felipe Neri, è ambientata anche una scena del film "Vicky Cristina Barcelona" (2008) di W. Allen

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Mora & Bionda

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(di Vassilis Tangoulis)

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"“I tried to take realistic photos but never felt satisfied. At that moment neutral density filters came to my life and a new surrealistic world –the world I always see in my dreams- could be captured by my camera.”

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veramente ben fatto, complimenti mtb :clap:

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Da acquerello a tatuaggio

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Tutte ste cose ricordi?:eek::D

Intanto la mia danza della pioggia ha funzionato. Sta piovendo finalmente e da molte ore:clap:OK!. Ci volevaOK!

Buon Ferragosto anche a te Diago:)

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naturalmente, mi ero divertito un mondo ;)

E' vero, hai portato la pioggia e pure la refolella :clap:





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"Vivere è un privilegio, perché ogni giorno ha un colore diverso. Ci sono momenti in cui ci sembra tutto nero. Ma se pensiamo che di vita ne abbiamo una sola, allora vale la pena viverla al meglio con la sua musica, i suoi profumi, i suoi sapori, i suoi tramonti, le sue opportunità. Esprimendo i nostri sentimenti più profondi, le nostre emozioni, i nostri sogni, i nostri desideri e lottare per essi.“

(Ilari Luigina, dal web)
 
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un bolide all black con la scritta JPS in chiaro, una belva affamata di vittorie, alla guida del grandissimo Ayrton Senna :flower: che centrò il primo successo all'Estoril nel 1985

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Ne seguiranno altri 40. "La pole position è come una gara di cento metri. Dai tutto quello che hai, in quel minuto, minuto e mezzo, trattenendo il fiato in certe curve, non respirando per bilanciare meglio la vettura, per aumentare la sensibilità. La carica di adrenalina è incredibile, da un secondo all’altro. Credo che sia il momento più grande, il più forte, il più alto… Ne ho già ottenute 52 e spero di conquistarne ancora. Ogni volta che ottengo una pole position, mi sento rinascere e voglio accaparrare la prossima, anno dopo anno, pole dopo pole."


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La colomba bianca.

Film del 1960 diretto dal ceco František Vláčil, al suo esordio, coadiuvato dal direttore della fotografia Jan Čuřík, con le musiche di Zdeněk Liška, e con l'ausilio dei lavori pittorici e scultorei di Theodor Pištěk.

La pellicola traccia il volo di un uccello che perde la strada di casa verso la costa baltica, in cui una giovane ragazza lo aspetta, e finisce a Praga, dove un ragazzo in sedia a rotelle e un pittore lo raccolgono ferito.

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Basandosi sul racconto "Susanne" di Otakar Kirchner, rispetto alla classica narrazione dei fatti il regista preferisce concentrare l'attenzione sullo stato d'animo dei personaggi, tramite il simbolismo delle immagini.

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“Devi sentire l'onda, ascoltare la sua energia, sincronizzarti e poi lasciarti andare. Non hai bisogno di vedere!”

(Bodhi in Point Break)


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Il Taj Mahal è il più famoso monumento dell'India: un palazzo di marmo bianco, costruito in stile moghul sulle sponde meridionali del fiume Yamuna, presso la città di Agra in Uttar Pradesh (circa 3 ore di treno dalla capitale).

Qualcuno forse pensa che fosse una reggia, invece è una tomba: il quinto imperatore moghul Shah Jahan lo commissionò per ospitare la sua terza moglie, Mumtaz Mahal, che era deceduta nel 1632 durante il parto del loro quattordicesimo figlio, e lui quasi impazzì dal dolore. Decise allora che la memoria del suo grande amore sarebbe vissuta per sempre attraverso questo mausoleo: il più grandioso monumento mai costruito per una donna, dove si fondono lo stile indiano e persiano (rispettivamente le nazionalità dell’imperatore e di sua moglie).

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Ci vollero ben 22 anni per vedere terminata questa architettura colossale, nella quale furono impiegati 20.000 operai, 1.000 elefanti e maestranze provenienti da diversi paesi. Anche i materiali giunsero da ogni dove: il marmo bianco dalla città indiana di Makrana, in Rajasthan; la giada dalla Cina; i lapislazzuli dall’Afghanistan; gli zaffiri dallo Sri Lanka e così via. In aggiunta, venne chiamato un maestro calligrafista, Amamet Khan, per decorare la facciata con diverse frasi tratte da preghiere arabe, affinché i fedeli potessero dedicarle all’amata defunta.


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Nell'opera complessiva spiccano l’estrema simmetria ed il rigore geometrico con il quale venne concepito e poi realizzato ogni elemento architettonico. Il giardino rispecchia l'equilibrio per opera dell'architetto persiano Ustad Ahmad Lahori, mentre al turco Ismail Afandi venne affidata la cupola (seconda solo a quella di San Pietro), al gioielliere pakistano il pinnacolo d’oro posto in cima, e infine intervennero gli scalpellini indiani e i mosaicisti dalla Persia.

I minareti fiancheggiano la tomba a cupola mentre la piscina centrale riflette l’edificio principale; i giardini – una rappresentazione terrena del paradiso – sono divisi in quadranti, e gli edifici gemelli in arenaria rossa (una moschea orientata a est e una casa ad ovest) completano l'armonia.

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La tradizione locale afferma che Shah Jahan volesse costruire un’immagine speculare del palazzo oltre il fiume Yamuna: un identico ma opposto Taj Mahal, in marmo nero, dove sarebbe stato sepolto lui. Si tramanda che la costruzione, però, si fermò agli inizi, in quanto l'imperatore fu deposto da suo figlio e imprigionato nel vicino Agra Fort.
 
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