Includere effetto cambio in dcf

Ivan787

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Ciao a tutti.
È da un po' di tempo che mi sto arrovellando su come includere l'effetto cambio in un dcf.
Facciamo un esempio.

Assumiamo di valutare una azienda US a 100 dollari per azione e che essa sia quotata al fair value.
Assumiamo inoltre che il cambio EUR/USD sia 1.
Ne consegue che io che acquisto in euro pago 100 euro una azione.

Passa un mese, l'azione è sempre valutata 100 euro e quota al fair value, però ora il cambio EUR/USD è 0,90. L'azione è sempre al fair value ma per me, che acquisto in euro, sarà più economica di un mese prima. Di fatto è come se oggi fosse sottovalutata.

Esiste un metodo per inserire questo effetto cambio in un DCF in modo da considerarlo?

Grazie
 
Ciao a tutti.
È da un po' di tempo che mi sto arrovellando su come includere l'effetto cambio in un dcf.
Facciamo un esempio.

Assumiamo di valutare una azienda US a 100 dollari per azione e che essa sia quotata al fair value.
Assumiamo inoltre che il cambio EUR/USD sia 1.
Ne consegue che io che acquisto in euro pago 100 euro una azione.

Passa un mese, l'azione è sempre valutata 100 euro e quota al fair value, però ora il cambio EUR/USD è 0,90. L'azione è sempre al fair value ma per me, che acquisto in euro, sarà più economica di un mese prima. Di fatto è come se oggi fosse sottovalutata.

Esiste un metodo per inserire questo effetto cambio in un DCF in modo da considerarlo?

Grazie

Ivan, considera che se il rapporto EUR/USD passa da 1 a 0,9 per te che paghi in euro significa che dovrai pagare 111,11€ per avere l'azione che vale ancora 100$, il contrario di quanto hai affermato tu.

In ogni caso, non vedo l'utilità di incorporare questo effetto cambio nella valutazione attraverso il metodo DCF. Il tuo obiettivo dovrebbe essere stimare il valore attuale di tutti i flussi futuri attesi utilizzando un adeguato tasso di sconto, e lo fai esprimendo tutti i flussi in una valuta di riferimento. Hai già due fonti di incertezza molto rilevanti: i flussi futuri e il tasso di sconto. Perché dovresti aggiungerne una terza, che non dipende in alcun modo dall'impresa che stai valutando e considerando che attraverso i derivati potresti immunizzarti dal rischio di cambio?
 
Ultima modifica:
Ivan, considera che se il rapporto EUR/USD passa da 1 a 0,9 per te che paghi in euro significa che dovrai pagare 111,11€ per avere l'azione che vale ancora 100$, il contrario di quanto hai affermato tu.

In ogni caso, non vedo l'utilità di incorporare questo effetto cambio nella valutazione attraverso il metodo DCF. Il tuo obiettivo dovrebbe essere stimare il valore attuale di tutti i flussi futuri attesi utilizzando un adeguato tasso di sconto, e lo fai esprimendo tutti i flussi in una valuta di riferimento. Hai già due fonti di incertezza molto rilevanti: i flussi futuri e il tasso di sconto. Perché dovresti aggiungerne una terza, che non dipende in alcun modo dall'impresa che stai valutando e considerando che attraverso i derivati potresti immunizzarti dal rischio di cambio?

Ciao, ho fatto un errore di battitura intendevo scrivere che era sempre valutata 100 dollari non euro. Comunque il concetto da esprimere prescinde da questo errore che mi hai fatto giustamente notare.

Per rispondere alla tua domanda.... sono d'accordo sulla stima del cash flow e del tasso di sconto che mi permettono di trovare il valore intrinseco. Ma quando compro una azione io non pago il valore, pago il prezzo che è soggetto a cambio. E questo cambio incide sui miei guadagni/perdite.

Io penso che siano due fattori che concorrono in ugual modo ai miei potenziali rendimenti.
 
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