macantoni
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Non credo sia cosi' semplice. Le regole dei REIT seguono quelle dei mercati finanziari principalmente. Se una attivita' rende poco o non rende ( anche l'inverso ) il mercato la prezza velocemente. Con l'immobile fisico il proprietario e' portato a "digerire" discese delle quotazioni e perdite teoriche in prima persona ed anche per molto tempo. Nel caso dei REIT questa perdita invece viene immediatamente valutata dal mercato come dicevo prima.
E' un fatto di percezione. Se c'è un crollo dell'immobiliare, la quotazione del REIT la vedi scendere istantaneamente sul grafico; nel caso dell'immobile fisico, non la vedi scritta da nessuna parte.
Ad esempio, nel Marzo 2020 (emergenza Covid) le quotazioni dei REIT sono scese del 40% nel giro di pochi giorni, per poi risalire ai livelli pre-covid nel giro di 6 mesi.
Qui, qualcuno direbbe che è dovuto alla volatilità degli strumenti quotati. Ma in realtà, nello stesso periodo, a chi aveva la casa di mattoni, cosa stava succedendo? Le case non si vendevano più, perché non si potevano più visitare ed i notai non rogitavano; chi aveva gli inquilini morosi non poteva mandarli via; ecc. I guai c'erano anche per chi aveva l'immobile fisico, il cui valore - in quel periodo - era praticamente azzerato per impossibilità di transare: solo che non c'era scritto nel grafico di borsa.
Chi aveva l' ETF, volendo, pur perdendoci il 40% poteva comunque vendere (o acquistare). Chi invece aveva l'immobile fisico, in quel periodo, era del tutto impossibilitato. A ben vedere, quello messo peggio, era in realtà il proprietario dell'immobile fisico.
E' vero che la possibilità di vendere anche a -40% data ai proprietari di ETF può aver indotto qualcuno a fare ca**ate da impanicamento, ma non è un problema dello strumento: è un problema psicologico dell'investitore. La possibilità di fare ca**ate non è un obbligo a farle; chi ha aspettato - per scelta - 6 mesi ha rivisto i valori di prima come i proprietari di immobili fisici che hanno aspettato 6 mesi perché non potevano fare altrimenti. Questi sono strumenti che - in ottica di investimento di lungo periodo - andrebbero comprati con la logica del "buy and hold".
Poi ci sono anche altri fattori ovviamente, perche' difficilmente chi gestisce i REIT e' disposto a perdere i propri compensi/stipendi in prima persona, diversamente dal piccolo proprietario immobiliare. Il legame tra REIT ed immobili fisici c'e', ma non e' cosi' stretto come quello del proprietario fisico immobiliare.
E' vero che non sono esattamente la stessa cosa dell'investimento fisico, poiché incorporano la parte gestionale, ma sono indubbiamente moooolto correlati.
Aggiungo, che si può discutere molto sulle differenze tra REIT e immobiliare fisico. Le differenze ci sono ed in alcune particolari circostanze non escludo che possa essere preferibile l'immobiliare fisico. Tuttavia ciò che fa preferire l'uno o l'altro non è tanto il dato finanziario quando il dato psicologico. L' "immobiliare di carta", alla fine, si traduce in un numero che si può leggere in un grafico ed in un paio di click per comprare e vendere; per quanto possa essere o non essere finanziariamente conveniente, non da soddisfazione "fisica". Non puoi portare gli amici sotto caso e fargli vedere le finestre dell'appartamento che hai comprato, non hai la gioia di convincere e convincerti che hai fatto l'affare del secolo rigirando i conti come torna meglio, non hai la soddisfazione di poter sfoggiare le tue abilità di trattativa, o persino la soddisfazione di dire "piuttosto lo lascio vuoto" (vantandoti).