Inflazione-livello dei prezzi-banche centrali

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Argentina, la banca centrale vara subito la stretta sui cambi - Il Sole 24 ORE

in Argentina viene ora limitata moltissimo la possibilità di acquisto di valuta estera; una scelta quasi inevitabile, giunti a questa situazione. E' inoltre direi abbastanza in linea con le tendenze politiche della nuova gestione.

La bc argentina ha annunciato che dal primo novembre sarà tagliata la remunerazione dei fondi versati dalle banche presso la bc; naturalmente le banche taglieranno in maniera immediata la remunerazione dei soldi tenuti in banca da comuni correntisti. La scelta della bc argentina è coerente con le restrizioni sull'acquisto di valuta estera: sinora l'argentina ha tentato di limitare la fuga di capitali offrendo tassi altissimi, ora che per legge limitano l'acquisto di dollari, tagliano i tassi.
D'altra parte le scelte degli ultimi mesi ed anni (alzare i tassi e consumare valuta estera fra l'altro presa a prestito per difendere il cambio senza riforme e senza smettere in sostanza di monetizzare) sono state follemente fallimentari e se non han preso atto del fallimento con almeno un anno di anticipo, è puramente per motivi politici, per tirare avanti sino alle elezioni.

E' piuttosto facile che in assenza della possibilità di comprar valuta estera e con remunerazione dei depositi tagliata, l'inflazione, la tassa da inflazione impoverirà ulteriormente chi ancora ha qualche risparmio o chi ha un reddito. E' stata una follia rimandare sino alle elezioni l'ammissione piena di un fallimento, ed il fmi è corresponsabile. Ogni giorno che passa senza che si trovino accordi per la ristrutturazione del debito aggrava la situazione argentina.

**********

La scelta da parte di uno stato di finanziare parte della spesa pubblica direttamente stampando moneta, al fine di contenere il debito pubblico, pare quindi molto pericolosa, benchè l'idea di abbattere il debito pubblico (se a tassi fissi e a scadenza mediamente lunga) una tantum tramite inflazione improvvisa ed inaspettata (ovvero non incorporata nell'interesse garantito coi bond già emessi) possa anche funzionare...al fine di abbattere il debito pubblico, truffando i risparmiatori.

Ma l'idea di proporre che la monetizzazione continua possa divenire una chiara, condivisa, annunciata e duratura politica economica attuata al fine di ridurre il debito, svalutare, è semplice follia. Già solo l'idea di annunciare ad esempio piani di uscita dall'euro e svalutazione, non ha senso, l'interesse sul debito risponde subito, si inizia a pagare immediatamente un prezzo. Se si vogliono truffare i risparmiatori, lo si faccia bene, a sorpresa, altrimenti probabilmente non funziona, ma parliamo in realtà più di propaganda elettorale che di idee economiche.

***********

Mi pare inoltre possibile che in futuro l'idea di monetizzare per piccoli importi (lo stato stampa e spende, preferibilmente per investire) venga seriamente considerata in paesi evoluti e civili nel caso di deflazione, stagnazione economica e scarso impatto di altre scelte monetarie.
Questa scelta sarebbe alternativa al qe e nel caso di paesi con situazione debitoria sana (la svizzera ad esempio) non è detto debba causare sfiducia, fuga di capitali ecc, soprattutto se vi fosse diffuso consenso, fiducia verso quelle scelte, fiducia nel fatto che siano una buona scelta per rilanciare magari l'economia. Non devono essere percepite nè presentate come scelte effettuate al fine di pagare il debito pubblico, quella è una vera e propria idiozia.
Viceversa paesi con finanze incerte, classe politica inaffidabile e truffaldina o che passa il tempo a raccontare di come sarebbe meglio poter monetizzare, svalutare e ridurre così il debito pubblico, non avranno alcuna possibilità di intraprendere certe strade se non correndo rischi molto elevati.

Scrivo quindi tutta sta roba per dire che in sostanza, alcuni paesi con finanze in ordine, classe politica seria, potrebbero tentare magari in futuro, di affrontare eventuali periodi di stagnazione economica tramite una monetizzazione realizzata per mirati investimenti, magari nelle aree più povere o a maggior disoccupazione del proprio paese
Forse, non è detto, ma a me pare possibile che la cosa possa avvenire.

E sottolineo ancora una volta che sarebbe una scelta completamente diversa dal creare bolle tramite qe e tassi bassi, scelta che a me pare fortissimamente classista, poichè ha un effetto notevole sui mercati finanziari e sul settore finanziario in generale. Non è certo il calzolaio sotto casa (che non c'è più perchè nessuno si fa più riparare le scarpe) ad avere centinaia di migliaia di euro in borsa o in titoli di stato.

I primi nemici di una forma di monetizzazione "sana", ammesso esista, sono proprio quelli che per puri interessi politici e per propaganda spingono verso la solita monetizzazione per svalutare, per fottere i bondisti ecc ecc
 
Concordo sulle valutazioni (d'altronde, come preannunciato da tempo, il caso Argentina parla da solo) e aggiungo che paesi con economie solide userebbero probabilmente strumenti di questo tipo esclusivamente in funzione anticiclica, con scopi ed obiettivi limitati in tempo e 'consistenza'........che è cosa un po' diversa dal volerci ripagare un debito.
 
Argentina, la banca centrale vara subito la stretta sui cambi - Il Sole 24 ORE

in Argentina viene ora limitata moltissimo la possibilità di acquisto di valuta estera; una scelta quasi inevitabile, giunti a questa situazione. E' inoltre direi abbastanza in linea con le tendenze politiche della nuova gestione.

La bc argentina ha annunciato che dal primo novembre sarà tagliata la remunerazione dei fondi versati dalle banche presso la bc; naturalmente le banche taglieranno in maniera immediata la remunerazione dei soldi tenuti in banca da comuni correntisti. La scelta della bc argentina è coerente con le restrizioni sull'acquisto di valuta estera: sinora l'argentina ha tentato di limitare la fuga di capitali offrendo tassi altissimi, ora che per legge limitano l'acquisto di dollari, tagliano i tassi.
D'altra parte le scelte degli ultimi mesi ed anni (alzare i tassi e consumare valuta estera fra l'altro presa a prestito per difendere il cambio senza riforme e senza smettere in sostanza di monetizzare) sono state follemente fallimentari e se non han preso atto del fallimento con almeno un anno di anticipo, è puramente per motivi politici, per tirare avanti sino alle elezioni.

E' piuttosto facile che in assenza della possibilità di comprar valuta estera e con remunerazione dei depositi tagliata, l'inflazione, la tassa da inflazione impoverirà ulteriormente chi ancora ha qualche risparmio o chi ha un reddito. E' stata una follia rimandare sino alle elezioni l'ammissione piena di un fallimento, ed il fmi è corresponsabile. Ogni giorno che passa senza che si trovino accordi per la ristrutturazione del debito aggrava la situazione argentina.

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La scelta da parte di uno stato di finanziare parte della spesa pubblica direttamente stampando moneta, al fine di contenere il debito pubblico, pare quindi molto pericolosa, benchè l'idea di abbattere il debito pubblico (se a tassi fissi e a scadenza mediamente lunga) una tantum tramite inflazione improvvisa ed inaspettata (ovvero non incorporata nell'interesse garantito coi bond già emessi) possa anche funzionare...al fine di abbattere il debito pubblico, truffando i risparmiatori.

Ma l'idea di proporre che la monetizzazione continua possa divenire una chiara, condivisa, annunciata e duratura politica economica attuata al fine di ridurre il debito, svalutare, è semplice follia. Già solo l'idea di annunciare ad esempio piani di uscita dall'euro e svalutazione, non ha senso, l'interesse sul debito risponde subito, si inizia a pagare immediatamente un prezzo. Se si vogliono truffare i risparmiatori, lo si faccia bene, a sorpresa, altrimenti probabilmente non funziona, ma parliamo in realtà più di propaganda elettorale che di idee economiche.

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Mi pare inoltre possibile che in futuro l'idea di monetizzare per piccoli importi (lo stato stampa e spende, preferibilmente per investire) venga seriamente considerata in paesi evoluti e civili nel caso di deflazione, stagnazione economica e scarso impatto di altre scelte monetarie.
Questa scelta sarebbe alternativa al qe e nel caso di paesi con situazione debitoria sana (la svizzera ad esempio) non è detto debba causare sfiducia, fuga di capitali ecc, soprattutto se vi fosse diffuso consenso, fiducia verso quelle scelte, fiducia nel fatto che siano una buona scelta per rilanciare magari l'economia. Non devono essere percepite nè presentate come scelte effettuate al fine di pagare il debito pubblico, quella è una vera e propria idiozia.
Viceversa paesi con finanze incerte, classe politica inaffidabile e truffaldina o che passa il tempo a raccontare di come sarebbe meglio poter monetizzare, svalutare e ridurre così il debito pubblico, non avranno alcuna possibilità di intraprendere certe strade se non correndo rischi molto elevati.

Scrivo quindi tutta sta roba per dire che in sostanza, alcuni paesi con finanze in ordine, classe politica seria, potrebbero tentare magari in futuro, di affrontare eventuali periodi di stagnazione economica tramite una monetizzazione realizzata per mirati investimenti, magari nelle aree più povere o a maggior disoccupazione del proprio paese
Forse, non è detto, ma a me pare possibile che la cosa possa avvenire.

E sottolineo ancora una volta che sarebbe una scelta completamente diversa dal creare bolle tramite qe e tassi bassi, scelta che a me pare fortissimamente classista, poichè ha un effetto notevole sui mercati finanziari e sul settore finanziario in generale. Non è certo il calzolaio sotto casa (che non c'è più perchè nessuno si fa più riparare le scarpe) ad avere centinaia di migliaia di euro in borsa o in titoli di stato.

I primi nemici di una forma di monetizzazione "sana", ammesso esista, sono proprio quelli che per puri interessi politici e per propaganda spingono verso la solita monetizzazione per svalutare, per fottere i bondisti ecc ecc

Chi mai avrà forzato per un aggancio valutario?
Il povero cittadino?
Chi ha perseverato?
Il povero cittadino?
Chi paga le conseguenze?
Il povero cittadino!!!
 
Chi mai avrà forzato per un aggancio valutario?
Il povero cittadino?
Chi ha perseverato?
Il povero cittadino?
Chi paga le conseguenze?
Il povero cittadino!!!

la situazione attuale non è causata da un "aggancio valutario", ma dalla cronica incapacità argentina di organizzarsi per promuovere lo sviluppo economico; dall'eccesso di illusioni sull'efficacia di scelte monetarie e da errori recenti.

I cittadini votano, e non solo, contribuiscono al dibattito su economia, politica e società, partecipano alla società in cui vivono. E' poi chiaro che le responsabilità dei leaders sono sempre molto superiori a quelle dei cittadini qualsiasi
 
quale aggancio valutario?

Mah...boh....Tipo questo:

Con il ministro dell'economia Domingo Cavallo nel 1991 si fissò il cambio a 10 000 austral per 1 dollaro, valore al quale ognuno poteva convertire i propri austral in dollari. Per assicurare la convertibilità, la banca centrale argentina dovette mantenere riserve in dollari in quantità pari alla moneta in circolazione. Lo scopo iniziale di queste misure era di assicurare l'accettazione della moneta nazionale, che durante i periodi di iperinflazione era rifiutata da molti, che preferivano usare il dollaro. Questo principio diventò poi legge (Ley de Convertibilidad) che ripristinò il peso come moneta argentina, con un tasso di cambio fisso verso il dollaro
 
la situazione attuale non è causata da un "aggancio valutario", ma dalla cronica incapacità argentina di organizzarsi per promuovere lo sviluppo economico; dall'eccesso di illusioni sull'efficacia di scelte monetarie e da errori recenti.

I cittadini votano, e non solo, contribuiscono al dibattito su economia, politica e società, partecipano alla società in cui vivono. E' poi chiaro che le responsabilità dei leaders sono sempre molto superiori a quelle dei cittadini qualsiasi

Se lo dici te mi fido.
Certo qualche riserva la dovreste ormai avere su questi avvenimenti ma vedo che si impara sempre troppo poco è per giunta la memoria si resetta in ancor meno tempo.
La dollarizzazione di mezzo mondo non è esistita come la costante pressione delle multinazionali Usa sui governi per cedere alle famose privatizzazioni.
Ma oramai dopo tutti questi anni e oramai decine e decine di casi fin troppo palesi, mi son detto che chi non ha capito oggi non è in grado di capire.
Capita.
Quindi spiegare cose evidenti a uno che non le vuol comprendere è arduo.
Anzi è perdere tempo.
Soprattutto oggi con i mezzi a disposizione.
 
Mah...boh....Tipo questo:

Con il ministro dell'economia Domingo Cavallo nel 1991 si fissò il cambio a 10 000 austral per 1 dollaro, valore al quale ognuno poteva convertire i propri austral in dollari. Per assicurare la convertibilità, la banca centrale argentina dovette mantenere riserve in dollari in quantità pari alla moneta in circolazione. Lo scopo iniziale di queste misure era di assicurare l'accettazione della moneta nazionale, che durante i periodi di iperinflazione era rifiutata da molti, che preferivano usare il dollaro. Questo principio diventò poi legge (Ley de Convertibilidad) che ripristinò il peso come moneta argentina, con un tasso di cambio fisso verso il dollaro

Hai però dimenticato di dire che fu abbandonata una decina d"anni dopo e, da allora, si sono susseguiti due default, qualche ristrutturazione del debito, patacones, federal e varie tra cui quelle politiche monetarie "creative" il cui successo é sotto gli occhi di tutti.
 
Hai però dimenticato di dire che fu abbandonata una decina d"anni dopo e, da allora, si sono susseguiti due default, qualche ristrutturazione del debito, patacones, federal e varie tra cui quelle politiche monetarie "creative" il cui successo é sotto gli occhi di tutti.

E secondo te i default su che erano?
In bond in giuggiole?
Dopo una stron zata del genere per un paese che produce poco se non alcune materie prime è da folli fare operazioni monetarie così spregiudicate.
Ho sempre il sospetto o quasi certezza che nonostante le evidenze molti non comprendono cose elementari.
Tipo che i default dei paesi sud americani, tigri asiatiche, Russia, paesi africani ecc ecc....sono in conio estero.
Quasi sempre dollari.
Un solo fallimento ricordo nel proprio conio, quello greco.
Che poi essendo euro una moneta non controllata da gli stati è come il dollaro.
 
Io consiglio sempre di vedere i saldi esteri di un paese. Se ti indebiti in conio altrui alla fine il conto da pagare arriva. È se produci il nulla la convertibilita o il peg con monete forti ti ammazza.
In questa sezioni ci sono stati milioni di post su questi argomenti.
Alla fine tempo perso, perché spesso si diventa tifosi di posizioni assurde, quasi religiose.
 
Tipo che i default dei paesi sud americani, tigri asiatiche, Russia, paesi africani ecc ecc....sono in conio estero.
Quasi sempre dollari.
Un solo fallimento ricordo nel proprio conio, quello greco.
Che poi essendo euro una moneta non controllata da gli stati è come il dollaro.

mi fido di quanto scrivi, parli dei paesi sudamericani, vediamo però in concreto: il Venezuela potrà anche non aver fatto formalmente default sul debito in valuta locale, perchè hanno semplicemente stampato e ripagato il debito, immagino. Però quella valuta non vale più nulla, l'inflazione è stata elevatissima, dubito che vi fossero e vi siano obbligazionisti in valuta locale particolarmente soddisfatti di non aver subito un default. So bene che vi è una corrente pseudoeconomica, diciamo così, che negli ultimi mesi ed anni ha spinto molto sull'idea secondo la quale un paese con valuta sovrana può sempre monetizzare evitando il default (volendo si può stampar moneta a sufficienza per pagare in un sol giorno tutto il debito pubblico) ed è assolutamente vero, ma è solo un gioco di parole, una frase truffaldina, una presa in giro; si può evitare il default formale, non necessariamente disastro economico e povertà, soprattutto se si inseguono certe illusioni.

Inoltre evitare perlomeno formalmente il default in valuta locale serve a poco se lo si fa sul debito estero
 
mi fido di quanto scrivi, parli dei paesi sudamericani, vediamo però in concreto: il Venezuela potrà anche non aver fatto formalmente default sul debito in valuta locale, perchè hanno semplicemente stampato e ripagato il debito, immagino. Però quella valuta non vale più nulla, l'inflazione è stata elevatissima, dubito che vi fossero e vi siano obbligazionisti in valuta locale particolarmente soddisfatti di non aver subito un default. So bene che vi è una corrente pseudoeconomica, diciamo così, che negli ultimi mesi ed anni ha spinto molto sull'idea secondo la quale un paese con valuta sovrana può sempre monetizzare evitando il default (volendo si può stampar moneta a sufficienza per pagare in un sol giorno tutto il debito pubblico) ed è assolutamente vero, ma è solo un gioco di parole, una frase truffaldina, una presa in giro; si può evitare il default formale, non necessariamente disastro economico e povertà, soprattutto se si inseguono certe illusioni.

Inoltre evitare perlomeno formalmente il default in valuta locale serve a poco se lo si fa sul debito estero

Guarda pseudo o non pseudo poco importa.
Conta la storia.
Spero che avrai notato una certa volontà nel mondo attuale a voler creare un unico mercato.
Quindi o i vantaggi comparati non esistono, e allora la economia classica che ne pensa?
Oppure ci sarà un motivo se anche tu vorresti stare per i ca zzi tuoi , non te lo permettono e devi aderire al mercato delle vacche valutario.
Che poi lo chiamano mercato per i citrulli che non vedono che uno ha un vantaggio direi leggerissimo.
Ha il potere di creare dal nulla quella moneta.
Però ripeto.....è tempo perso.
Già il fatto che uno accusa altro di "stampatore seriale" mentre nel suo sistema altro non fa che stampare giorno e notte.
Quindi stampano entrambi.
Eppure uno è baro (dicono alcuni)altro no.
Come fa ridere sostenere di eliminare tutto il debito pubblico in un giorno, facendo emergere la totale lacuna di cosa sia il debito pubblico.
 
Mah...boh....Tipo questo:

Con il ministro dell'economia Domingo Cavallo nel 1991 si fissò il cambio a 10 000 austral per 1 dollaro, valore al quale ognuno poteva convertire i propri austral in dollari. Per assicurare la convertibilità, la banca centrale argentina dovette mantenere riserve in dollari in quantità pari alla moneta in circolazione. Lo scopo iniziale di queste misure era di assicurare l'accettazione della moneta nazionale, che durante i periodi di iperinflazione era rifiutata da molti, che preferivano usare il dollaro. Questo principio diventò poi legge (Ley de Convertibilidad) che ripristinò il peso come moneta argentina, con un tasso di cambio fisso verso il dollaro

1991...

siamo nel 2019, quale aggancio?
 
Spero che avrai notato una certa volontà nel mondo attuale a voler creare un unico mercato.
Che poi lo chiamano mercato per i citrulli che non vedono che uno ha un vantaggio direi leggerissimo.
Ha il potere di creare dal nulla quella moneta.
Già il fatto che uno accusa altro di "stampatore seriale" mentre nel suo sistema altro non fa che stampare giorno e notte.
Quindi stampano entrambi.

Bene, mi pare che concordiamo quasi su tutto, indubbiamente gli Usa possono permettersi (sinora, ma probabilmente per molto altro tempo) deficit commerciale, pubblico e contemporanea crisi bancaria (si ricordi il 2008-2009) come forse nessun altro paese potrebbe.
Hai giustamente scritto che i paesi con valuta sovrana possono sempre evitare il default sul debito in valuta locale e hai citato i paesi sudamericani (argentina e venezuela, immagino), possono monetizzare, stampare liberamente.
Concordo pienamente...ho solo giusto aggiunto che non credo che i bondisti venezuelani in bolivar siano del tutto soddisfatti per lo scampato default, poichè ripagati in valuta dal valore ormai quasi nullo. Poter evitare il formalismo di un default sul debito locale serve a poco se la propria valuta val poco-nulla
 
Blanchard: l'area euro non e (ancora) pronta per l'Helicopter money - MilanoFinanza.it

Qualche idea, parzialmente legata all'articolo.

Circa un anno fa mi sarei aspettato una fed meno espansiva, abbiamo invece assistito nell'anno quasi concluso a tagli dei tassi; secondo me in assenza di pressioni politiche la fed si sarebbe comportata in maniera leggermente diversa, poco diversa, ma diversa, dando un minor contributo alla crescita ulteriore dei mercati, con bassa disoccupazione tagliando i tassi è incerto l'impatto benefico diretto sull'economia detta reale mentre rimane più che mai probabile l'impatto sul mercato, azionario ed obbligazionario, ma di questo si è già scritto. Ci si potrebbe però ora chiedere cosa è accaduto in questi anni per portare a queste scelte, oltre a pressioni politiche che potrebbero aver appunto avuto una moderata influenza sulle scelte della fed. L'elemento chiave, come chiunque segua queste faccende sa, è stato il basso livello di inflazione post crisi 2008. Nonostante una discreta crescita negli Us e non solo, l'inflazione è rimasta contenuta e non ha spinto verso il rialzo dei tassi. Prima del 2008 avevamo assistito (in realtà io no poichè non seguivo l'economia nè i mercati) ad un rapido apprezzamento delle materie prime, in sostanza andate in bolla. Questa mi pare una differenza significativa rispetto a quanto accaduto negli anni successivi, il petrolio non si è più neppure avvicinato ai valori raggiunti in precedenza, così come tante altre materie prime.
Quindi i prezzi post 2008 son rimasti bassi...anche perchè i prezzi (delle materie prime) son rimasti basi; un'affermazione indubbiamente corretta, ma giusto un poco tautologica. Come si spiega? Probabilmente prima del 2008 vi erano stati fenomeni speculativi sulle materie prime, che non si sono ripetuti, e secondo me i rialzi dei tassi (forse eccessivi e/o troppo ravvicinati prima del 2007 favorirono pure la crisi). Negli ultimi 10 anni il progresso tecnologico nel settore shale gas/oil ha trasformato il più grande consumatore al mondo di petrolio/gas nel più grande produttore; in sostanza parlerei di un incremento di capacità produttiva e di produttività in un settore particolarmente significativo. A ciò forse si è aggiunta una scelta particolare dei sauditi (non so se è vero che vollero far calare il prezzo del petrolio per danneggiare lo shale Usa); e pare indebolito l'opec. In sostanza tra cambiamento tecnologico, minor efficaca di un cartello; e forse pure alcune scelte russe (petrolio e gas alti renderebbero maggiormente competitivi gas e petrolio Usa che diverrebbero maggiormente acquistabili dall'europa, mentre prezzi contenuti di petrolio e gas rendono più difficile l'import europeo dagli Usa e spingono verso maggiori accordi con la russia)...i prezzi di petrolio sono rimasti contenuti, non vi è stato interesse speculativo sulle materie prime. Forse anche l'incremento nell'uso di fonti rinnovabili ha avuto un ruolo: se chiedere più minerale di ferro può farne crescere il prezzo (si sfruttano zone estrattive meno convenienti), forse questo non accade o accade di meno...se si chiede più sole, o più vento per produrre più energia, il sole è in effetti una risorsa infinita, non lo sono però le zone ove mettere i pannelli.
Di altri elementi, del fluire di capitali su investimenti finanziari, con scarso impatto sull'inflazione (se non su quella nei mercati finanziari, che non chiamerei inflazione) di un possibile contributo alla bassa inflazione da parte delle disparità nella crescita dei redditi, si è già scritto.

Le scelte della Fed paiono quindi coerenti col contenuto livello di inflazione, mi pare però essenziale che proseguendo su questa strada si continui a ritenere di dover lasciar far al mercato il suo corso, nel senso che non credo si debba abusare della bassa inflazione per sovvenzionare tramite interventi pubblici o delle bc aziende fallimentari: stampiamo per salvare l'alitalia perchè tanto l'inflazione è bassa.
Tassi bassi e maggior interventismo da parte di stati e bc? Può esser cosa buona o pessima a seconda di cosa si fa. Se si sfrutta la cosa per mantenere una, due e poi 20 o 50 alitalie, il risultato sarà pessimo, si lasci che alcune aziende falliscano, si eroghi un sussidio temporaneo a chi è licenziato.

In sostanza benchè lo scenario di tassi bassi sia incerto, non condivido il pessimismo di chi sostiene che tassi bassi a lungo siano la strada certa per la giapponesizzazione e la bassa crescita: dipende da come sono usati, possono anzi divenire una opportunità e credere che tassi bassi implichi necessariamente il mantenimento di aziende decotte e di interi settori improduttivi, mi pare incondivisibile. Ci si deve però adattare alla nuova situazione, lasciando che qua e là il mercato faccia il suo corso.

Anche io, per quel che vale quel che penso, ho trovato eccessive le pressioni politiche sulla fed, ma trovo pure eccessive le critiche di chi sostiene con secondo me erronea certezza che questa sia necessariamente la strada per la giapponesizzazione ed il mantenimento di aziende fallite, può esser così, ma si può anche far in modo che così non sia; ed in ogni caso le scelte della fed avrebbero potuto esser un poco più restrittive, ma giusto un poco, non è che sarebbe cambiato molto, perchè l'inflazione Usa è moderata per svariati motivi, magari poco chiari, ma in larga parte difficilmente riconducibili alle scelte della fed.
In sostanza, dato che coi tassi bassi e con moderata inflazione, un po' più o un po' meno si dovrà convivere, ci si dovrebbe concentrare maggiormente su come conviverci bene, sfruttandoli al meglio, in maniera produttiva
 
pensando invece in maniera più specifica all'articolo leggibile al link sopra, sottolineerei che le scelte di incremento della quantità di moneta realizzate tramite qualche helicopter, hanno un effetto dovuto sostanzialmente alle asimmetrie nei comportamenti. Nel senso che aggiunger oggi uno zero ad ogni banconota, ad ogni conto corrente, ad ogni credito, debito, e cifra nei contratti, non modifica ovviamente nulla. Viceversa dare ad esempio una somma solo ad alcuni (i più poveri o i più meritevoli secondo qualche criterio, o solo ai più furbi o ladri) può avere un impatto; abbastanza simile al tassare gli altri per poi redistribuire a questi, però con un effetto direttamente inflattivo ed in periodi di bassa inflazione e tasse alte, può esser ragionevolmente considerata la possibilità di preferire questo stampare e spendere.

Va però nuovamente sottolineato che queste scelte di cui pare lecito parlare grazie alla bassa inflazione, non devono esser intese come una maniera per mantenere aziende fallimentari, o per comprar voti, questo sarebbe uno scenario disastroso e chi promuove queste idee dovrebbe, oltre a sostenere l'applicabilità tecnica, dire come queste scelte potrebbero interfacciarsi con la realtà. Potrebbe esser la bc a gestire e regolare l'emissione? Mi pare improponibile sia la politica a farlo, vi sarebbe una rincorsa senza freni: se votate me ordinerò alla bc di dar 1000 euro a tutti... E come dovrebbero esser usati questi soldi? Per l'istruzione, per dare un sussidio per un paio d'anni e far frequentare dei corsi a chi viene licenziato da un'azienda fallita che chiude, oppure per mantenere quell'azienda fallita per sempre?
 
ogni scelta, ogni sentiero, ogni strategia che si scelga di seguire (che sia più di spirito keynesiano, o liberista, o tendente a monetizzare) dovrebbe considerare elemento essenziale per promuovere la crescita ed il benessere, il mettere il maggior numero di persone nelle condizioni di offrire il meglio di quanto possano offrire, o perlomeno qualcosa di positivo. Per millenni l'uso e la capacità di utilizzo forza fisica è stato dominante sull'uso dell'intelligenza, o perlomeno confrontabile: un buon esercito 1000 anni fa doveva esser motivato e ben armato, ma anche prestante fisicamente, ovvero ben nutrito. La capacità di usare bene la forza fisica, per guerre, per la caccia o per coltivare era importante, si usavano schiavi per costruire, mercenari per combattere. Quel tipo di società, largamente basata sulla forza fisica dell'uomo in numerosissime attività, ha avuto una evoluzione lenta, scarsissima, quasi nulla per millenni se confrontata con lo sviluppo degli ultimi 2 secoli.
E cosa è cambiato di essenziale? E' cambiato che usiamo sempre più il cervello e sempre meno i muscoli. L'utilizzo intenso e regolare della mente è stato per millenni esclusiva di pochissimi, di una piccola elite, escludendo il fatto che un minimo di intelligenza ci vuole anche per coltivare un campo. Viceversa nel mondo attuale la % di persone che usano regolarmente la mente in maniera impegnativa per qualche attività è elevatissima rispetto ai millenni passati, e la mente può dare molto più dei muscoli. In particolare una società magari ottimamente organizzata per sfruttare al meglio la forza fisica, una società capace di gestire al meglio gli schiavi, capace di organizzare bene il lavoro fisico, l'esercito, può esser spazzata via in pochi secoli senza lasciar traccia o quasi. L'utilizzo dell'intelligenza invece si somma nel tempo: invenzioni, scoperte, teoremi restano ben oltre la scomparsa di chi li ha messi a punto.
Dovrebbe esser quindi ben chiaro che le scelte di gestione economica dovrebbero sempre incentivare un diffuso utilizzo dell'intelligenza, dovrebbero possibilmente coinvolgere un numero crescente di persone in questo meccanismo di crescita ove è preferibile che molti, la maggior % possibile delle persone possano dar il meglio. E c'è spazio per idee keynesiane, liberiste, anche per monetizzazioni, deve però esser ben chiaro che la crescita non è garantita dal liberismo di per sè, o da scelte keynesiane o miracolose monetizzazioni. Questi possono esser solo mezzi per spingere il più possibile le persone a produrre mentalmente in maniera efficiente. Il patrimonio dell'Italia sono circa 60 milioni di cervelli, ogni paese dovrebbe essenzialmente chiedersi come ottenere il meglio dai cervelli di cui dispone, perchè è essenzialmente quella la fonte primaria di cui dispone per promuovere lo sviluppo.
Lo sviluppo degli ultimi 2 secoli è stato rapidissimo rispetto allo sviluppo precedente, l'uso della mente offre un tipo di sviluppo che "si somma", miglioramenti duraturi, invento il motore a combustione interna e quell'innovazione resta dopo la mia morte. Sino a poco prima ci si concentrava maggiormente sulla forza fisica, che presto scivola in una fossa.
Tasse, moneta, burocrazia ed organizzazione della società son solo mezzi grazie ai quali è possibile che un maggior numero di persone partecipino attivamente al processo di sviluppo, creano l'ambiente, più o meno favorevole, nel quale si procede.
Questo discorso è volutamente un po' forzato, per enfatizzare alcuni aspetti.
Si può così pensare ad un mondo ideale ove la partecipazione con la mente al processo di sviluppo sia massima, un paese ove tutti o quasi partecipino dando un contributo (ben ripagato, s'intende); ecco, quello sarebbe il miglior risultato raggiungibile, da lì in poi lo sviluppo, coinvolte al meglio tutte le persone possibili, sarebbe più lento, poichè sarebbe dovuto non più all'incremento di partecipanti al sistema, ma all'incremento del contributo procapite. Esattamente così come raggiunta la piena occupazione, si assiste spesso ad una crescita economica inferiore a quella registrata subito dopo le crisi economiche, poichè si passa da una crescita favorita da un incremento del numero di occupati ad una crescita possibile se aumenta il contributo procapite.
L'automazione ed il liberarsi dal lavoro fisico dovrebbero quindi esser visti favorevolmente; nel tempo ci avvicineremo molto a quella situazione, però deve esser chiaro il percorso che si segue e le scelte devono esser coerenti: non condivido molto l'eccesso di ottimismo sul fatto che robotica, intelligenza artificiale ed informatizzazione non creeranno disoccupazione. Andrà tutto bene se vi sarà una gestione dell'evoluzione, sarà così se saremo capaci di creare un sistema formativo, un sistema di istruzione, formazione ed inserimento nel mondo del lavoro in un mondo sempre più evoluto tecnologicamente e sempre meno...fisico. Non mi pare scontato che l'Italia performi bene in questo contesto nei prossimi 50 anni, anzi.
 
e per non restare sempre su questioni teoriche, pensate a quanto ci sarebbe da fare nel sistema universitario, a parte tutte le questioni burocratiche organizzative, vi sono dei corsi ad esempio di ingegneria che funzionano bene ed è credo abbastanza facile avere ottimi professori...di analisi matematica. E se non si ha un buon professore, è comunque facile trovare un buon libro. Però non è così per tutti i corsi, esiste ad esempio un buon libro, completo, chiaro, per ingegneri, in italiano, di analisi complessa? Esistono libri ed eserciziari in inglese, certamente migliori. E non si può credere che vi siano sempre e solo eccellenti professori. Allora creare un "pacchetto" per una materia o meglio per gruppi di materie; un pacchetto fatto di materiale disponibile per qualsiasi professore universitario voglia usarlo per spiegare; e poi libro e esercizi per gli studenti; tutto fatto andando a raccogliere ed organizzare il meglio di ciò che è noto, il meglio di quanto si trova in letteratura su quegli argomenti, gli esempi e le spiegazioni più efficaci, sarebbe utile e renderebbe facilmente esportabile quel "pacchetto", con la possibilità di creare diffusamente corsi di maggior qualità. Per le migliori università, già ben organizzate e con ottimi professori, magari il vantaggio sarebbe minimo o nullo, ma non lo sarebbe per altre.

Poi è ovvio che serve un paese in grado di far fruttare le competenze
 
sulla questione moneta-prezzi, facendo riferimento a questo video, minuto 56 e seguenti: Confronto pubblico su MMT - YouTube

allora, quando lo stato si indebita, mi vende un btp, e io do in prestito 1000 euro allo stato italiano, lo stato italiano quei 1000 euro non è che li brucia o li mette in una soffitta, ma li usa, quindi lo stato non toglie, non sequestra 1000 euro dal sistema (sarebbe cosa tendenzialmente deflattiva mentre la crescita del debito può anzi favorir l'inflazione dato che sovente chi investe in debito pubblico investe risparmi che circolerebbero poco mentre dati allo stato vengono immediatamente usati).

E l'idea secondo la quale il qe non ha provocato inflazione perchè la bc avrebbe in sostanza fatto una operazione opposta a quella fatta dallo stato (lo stato sottrae moneta emettendo debito e poi la bc rieroga quella moneta comprando quel debito), è infondata.

Il qe non ha causato particolare inflazione poichè comprando sul mercato secondario la bc ha scambiato riserve in titoli di stato con moneta, ha preso titoli di stato e dato moneta; ma quella moneta che la bce ha dato in cambio di titoli non è entrata in circolazione nell'economia detta reale se non parzialmente, per questo il qe non ha causato inflazione elevata. Non esiste questa operazione opposta fatta dallo stato durante l'emissione di debito.

Se io ho un titolo di stato e lo vendo alla bce ed incasso 100 euro, se poi banalmente con quei 100 euro non ci faccio nulla, oppure li deposito presso la bce o anche in una banca che poi non li presta, non si crea inflazione.

E notate bene quanto può esser stato significativo il fatto che la bce abbia comprato sul secondario: comprare sul secondario significa che la bce ha preso titoli dalle banche od altri attori economici ed ha dato moneta, poi non è per nulla scontato che le banche prestino tutta quella moneta ricevuta, ciò non è avvenuto e l'inflazione è rimasta bassa (se non sugli asset finanziari).

Viceversa la scelta di comprare direttamente sul primario in asta sarebbe stata maggiormente inflazionistica, poichè la bce non avrebbe dato moneta alle banche (che poi la tengono in parte ferma), ma direttamente allo stato che poi quella moneta l'avrebbe usata, spesa tutta.
 
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