interessante analisi sul berlusconismo morente

darwin

cogito ergo sum
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Ci fu un uso criminale dello spread, su Napolitano sarà la commissione di inchiesta a far emergere i ruoli che ciascuno ha svolto”. C’è qualcosa di nuovo nella minaccia che Silvio Berlusconi indirizza verso il Colle dai microfoni di Radio Capital. Che va ben oltre la trovata propagandistica di una commissione di inchiesta sulla caduta del suo governo. L’ex premier, di fatto, vuole “processare” in Parlamento il capo dello Stato, a suo giudizio vero artefice del complotto che lo ha disarcionato, quello che in privato chiama “il bolscevico”.

È il salto di qualità, di una campagna elettorale rabbiosa, rancorosa: l’attacco al cuore dello Stato, la spasmodica, ossessiva ricerca del “nemico” contro cui mobilitare la pancia del suo popolo, o meglio di ciò che resta. Anche a costo di un conflitto istituzionale, con una commissione parlamentare che indagherebbe sulla presidenza della Repubblica. La novità non è tanto nella ricerca del nemico, vecchio classico delle campagne elettorali di Berlusconi. La novità è che stavolta la ricerca del nemico è ossessiva, quasi maniacale. Il nemico è ovunque. L’attacco al Colle è l’ultimo atto di una serie di dichiarazioni di guerra al mondo: la Germania, la Merkel, i poteri forti, la stampa che scritto solo menzogne, Monti, i giudici, i comunisti, e pure il Vaticano. Insomma, tutti i protagonisti della congiura secondo i complottologi di palazzo Grazioli. E non è un caso che Napolitano sia arrivato per ultimo. È il burattinaio, per il Cavaliere. Che negli ultimi giorni ha confidato ai suoi quale sia stato uno dei momenti più brutti della sua vita: “Non potrò mai dimenticare quando nel 2006 lo accompagnai al Quirinale per l’insediamento. Lì dovevo andarci io”.

Nell’ultimo ritorno in campo di Berlusconi l’unica strategia è il rancore, quella politica non c’è. Berlusconi, che ha unito eccome negli ultimi venti anni, pare ormai dividere tutto: la coalizione, gli elettori, pure il suo partito. E più parla, più alimenta conflitti. Come nella valanga di interviste concesse oggi durante la sua vacanza in Provenza a casa della figlia Marina : Radio Capital, Gr1, Teleradiostereodue. Un profluvio di dichiarazioni al fondo delle quali c’è rabbia e isolamento, l’annuncio di una resistenza a oltranza fanatica e senza linea. E non è un caso che in questo clima il Cavaliere prima di partire ha dato mandato ai suoi di stilare l’elenco dei traditori da epurare dalle liste.

L’unico criterio deve essere la fedeltà, passata e futura. Punto. Un messaggio che i suoi gerarchi stanno facendo filtrare consapevoli che il potere si fonda sulla paura. Bastava ascoltare Paolo Romani venerdì scorso, in un Transatlantico quasi deserto, mentre parlava con un paio di parlamentari: “I traditori sono fuori, abbiamo l’elenco. Quelli di Italia popolare sono i primi della lista”. Parole accompagnare da un gesto che sembrava Benigni in Johnny Stecchino: “I traditori? Kaputt”. Già, Kaputt. E nella lista c’è davvero mezzo partito. Il capogruppo Fabrizio Cicchitto è fuori. Così come sono praticamente fuori i cattolici che hanno flirtato con Monti: l’ex vicecapogruppo Gaetano Quagliariello, l’ex ministro Maurizio Sacconi, e Eugenia Roccella. Kaputt pure Roberto Formigoni, per alto tradimento. Più complessa l’operazione sugli ex An. Qualche giorno fa il Cavaliere ha confidato alla sua cerchia ristrettissima l’idea che ha in mente: “All’ultimo momento utile prima di chiudere le liste teniamo fuori Alemanno e Matteoli, e li costringiamo ad andare con La Russa in Fratelli d’Italia”.

Nella Salò di Berlusconi l’unica alleanza certa è quella con Francesco Storace, leader della Destra. Il Cavaliere ha annunciato che lo sosterrà come candidato alla presidenza della Regione Lazio: “Dopo quello che gli è accaduto, perseguitato dalla giustizia dovendosi dimettere da ministro nel mio governo, gli è dovuto appoggiarlo nella sua candidatura alla regione Lazio”. Per Maroni invece è un problema il conflitto esasperato dell’ex premier con la magistratura. Berlusconi continua a ripetere il solito ultimatum alla Lega: “Senza Lombardia, cadono Piemonte e Veneto”. Ma l’arma pare spuntata. La ragione vera del mancato accordo con la Lega, al momento, è che l’ex titolare del Viminale è certo che a fine gennaio arriverà a Berlusconi la condanna su Ruby, per concussione e prostituzione minorile. Ecco perché non funziona, per ora la minaccia. La sua candidatura a premier rischia di portare tutti dritti nel baratro. Perché, si sa, Salò ha i giorni contati.

di Alessadro De Angelis
 
mi chiedo fra qualche mese o anno quando il pdl non esisterà più....

gente tipo la russa, gasparri, cicchitto e bondi in quale partito si saranno riciclati???


molti se ne sono già andati...
 
mi chiedo fra qualche mese o anno quando il pdl non esisterà più....

gente tipo la russa, gasparri, cicchitto e bondi in quale partito si saranno riciclati???


molti se ne sono già andati...

Pur di rimanere ataccati alla poltrona son capaci di diventare piddini :o
 
il berlusconismo esiste solo nelle menti bacate di deangelis&ko
 
non troppo distante dal reale

un vecchio che si sta corrodendo fuori e dentro

Colpa sua immensa è che per i suoi merd.osi interessi ha tenuto nella fogna per un decennio la possibilita' di avere una destra DECENTE e ora ne sta rovinando il futuro per prossimi anni

(bossi ha fatto + o - lo stesso con la lega)
 
Ultima modifica:
dell'utri ma cosa fara'?
adesso sta a santo domingo a fare cosa??

ghedini che sara' sommerso da cause che tanti gli faranno
dai ricatti che riceve e continuera' a ricevere dal tro.jao che ha frequentato
 
secondo me è anche peggio.
 
mi spiace che non abbiate ancora capito che siamo nel bel mezzo di una guerra e non di una crisi
 
Il berlusconismo è talmente insidioso che chi ne è affetto come te non si rende nemmeno conto di esserlo :D

il sinistrismo è così diretto che tutti quelli affetti ne sono orgogliosi e non riconoscono a nessuno che non sia sinistro diritto di parola e cittadinanza
 
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