Interpretazione dei bilanci

A questi prezzi Eni, Anima, Intesa.

Anima da quando ha bucato i 3 € è pericolosa, rischia di rimanere da quelle parti per un bel po'.
ISP e Eni interessanti a questi prezzi ma forse c'è tempo per vederla scendere ancora un poco prima di comprare.
 
Anima da quando ha bucato i 3 € è pericolosa, rischia di rimanere da quelle parti per un bel po'.
ISP e Eni interessanti a questi prezzi ma forse c'è tempo per vederla scendere ancora un poco prima di comprare.

Io guardo i numeri di bilancio e l'analisi fondamentale, se un titolo scende da 3,3 a 2,7 in assenza di motivi strutturali che possano compromettere gli utili futuri, per me è un'occasione di acquisto. Io purtroppo sono allergico all'analisi tecnica e mi sembra un controsenso non comprare Anima a 2,7 ma comprarla se arriva a 3,3.
 
Vorrei dire due cose riguardo ad Eni e perché ad oggi preferisco stare fuori. In ambito oil Eni ha storicamente mostrato più leverage verso il prezzo del greggio rispetto a Exxon, Shell e Total. E al momento non ci sono certezze su un trend rialzista importante del petrolio. In aggiunta il le big competitor hanno lavorato in questi anni per garantire resistenza anche a prezzi del petrolio decisamente bassi. Eni ha un breakeven point a 50 dollari contro i 35 dollari di Shell e Exxon. Un petrolio a 50 dollari potrebbe non essere così remota come cosa e non vorrei si traducesse in un Dividend cut.
 
Vorrei dire due cose riguardo ad Eni e perché ad oggi preferisco stare fuori. In ambito oil Eni ha storicamente mostrato più leverage verso il prezzo del greggio rispetto a Exxon, Shell e Total. E al momento non ci sono certezze su un trend rialzista importante del petrolio. In aggiunta il le big competitor hanno lavorato in questi anni per garantire resistenza anche a prezzi del petrolio decisamente bassi. Eni ha un breakeven point a 50 dollari contro i 35 dollari di Shell e Exxon. Un petrolio a 50 dollari potrebbe non essere così remota come cosa e non vorrei si traducesse in un Dividend cut.

Ho analizzato per molto tempo i piani industriali di ENI. Ad esempio guarda questo:

ENI – PIANO STRATEGICO 2016-2019
21/03/2016 Il gruppo del cane a sei zampe ha comunicato al mercato il piano strategico 2016-2019. Un piano che pone l’obiettivo di permettere ad Eni di affrontare lo scenario dei bassi prezzi dell'oro nero non intaccando la capacità di generare cassa e creando valore nel lungo periodo. Il piano si articola in tre parti. Crescita nell’up-stream della produzione del 13% al 2019 e contestuale riduzione del 18% degli investimenti, con il break-even medio dei nuovi progetti già a 27 usd/barile. Ristrutturazione del mid e down stream, con l’obiettivo di raggiungere nel G&P un ebit di 900 milioni nel 2019 e flussi di cassa cumulati all’ultimo anno del piano per 2,8 miliardi, mentre nel R&M Eni intende ridurre il margine di raffinazione di break-even a circa 3 dollari al barile e CFO cumulato per 2,9 miliardi. Continuerà, inoltre, il piano di dismissione di asset non core per 7 miliardi, la riduzione degli investimenti complessivi a 37 miliardi (-21%), Opex stabili sotto i 7 usd/barile e risparmi cumulati nel G&A per 2,5 miliardi.
Eni ha comunicato al mercato il Piano Strategico 2016-2019, che rappresenta la risposta del gruppo al difficile contesto di mercato, congiuntura nella quale le basse quotazioni del petrolio sono ormai considerate condizioni strutturali. Un contesto estremamente volatile e che si è andato ulteriormente deteriorando nell’arco di poco tempo, tanto che ancora nella presentazione dei primi 9 mesi del 2015 il break-even point per gli investimenti era a 55 dollari al barile. Valore che Eni ha abbassato per i futuri progetti a 27 dollari al barile, dai 45 d/b precedentemente considerati.
 
Questa è una cosa senza dubbio interessante, e se riescono a completarla colmano buona parte del gap che hanno con le big mondiali riguardo alle oscillazioni del greggio.
 
Ho analizzato per molto tempo i piani industriali di ENI. Ad esempio guarda questo:

ENI – PIANO STRATEGICO 2016-2019
21/03/2016 Il gruppo del cane a sei zampe ha comunicato al mercato il piano strategico 2016-2019. Un piano che pone l’obiettivo di permettere ad Eni di affrontare lo scenario dei bassi prezzi dell'oro nero non intaccando la capacità di generare cassa e creando valore nel lungo periodo. Il piano si articola in tre parti. Crescita nell’up-stream della produzione del 13% al 2019 e contestuale riduzione del 18% degli investimenti, con il break-even medio dei nuovi progetti già a 27 usd/barile. Ristrutturazione del mid e down stream, con l’obiettivo di raggiungere nel G&P un ebit di 900 milioni nel 2019 e flussi di cassa cumulati all’ultimo anno del piano per 2,8 miliardi, mentre nel R&M Eni intende ridurre il margine di raffinazione di break-even a circa 3 dollari al barile e CFO cumulato per 2,9 miliardi. Continuerà, inoltre, il piano di dismissione di asset non core per 7 miliardi, la riduzione degli investimenti complessivi a 37 miliardi (-21%), Opex stabili sotto i 7 usd/barile e risparmi cumulati nel G&A per 2,5 miliardi.
Eni ha comunicato al mercato il Piano Strategico 2016-2019, che rappresenta la risposta del gruppo al difficile contesto di mercato, congiuntura nella quale le basse quotazioni del petrolio sono ormai considerate condizioni strutturali. Un contesto estremamente volatile e che si è andato ulteriormente deteriorando nell’arco di poco tempo, tanto che ancora nella presentazione dei primi 9 mesi del 2015 il break-even point per gli investimenti era a 55 dollari al barile. Valore che Eni ha abbassato per i futuri progetti a 27 dollari al barile, dai 45 d/b precedentemente considerati.

Sicuro convenga fare un investimento sulle assunzioni del piano 2016-19? Al massimo dovresti confrontare le previsioni di quel piano con lo stato attuale di eni e vedere se è stato rispettato. Ma quali saranno le previsioni del nuovo piano?
 
A mio modesto avviso il problema di Eni è la distribuzione di tutto l'utile. Se avessero investito, anche in operazioni di M&A, la metà dei dvd distribuiti negli ultimi 15 anni, adesso sarebbe un'altra ENI, senza debiti e con un fatturato maggiore e più differenziato.
 
A mio modesto avviso il problema di Eni è la distribuzione di tutto l'utile. Se avessero investito, anche in operazioni di M&A, la metà dei dvd distribuiti negli ultimi 15 anni, adesso sarebbe un'altra ENI, senza debiti e con un fatturato maggiore e più differenziato.

Alcune settimane fa lessi una analisi estera di Eni, Credit Suisse mi pare ma non ci giurerei. Diceva Eni bel titolo, grande potenziale, prospettive di crescita, ecc ecc ma......La quota di partecipazione statale fa sì che molto spesso le decisioni prese siano mosse da fattori politici e non razionali, per questo non ne consigliamo l'investimento. Ecco forse questo è uno dei motivi che si collegano con quello che hai scritto.
 
Tempo fa si parlava di BMW: l'azienda ha qualche difficoltà di redditività attualmente dovuta sia ai dazi di Trump che alle nuove regole sulle emissioni. Sta investendo molto sull'elettrico e anche questo erode i margini.
Tuttavia il bilancio è in ordine e rimane tra i leader del mercato automobilistico.
Il titolo è in caduta libera da circa un anno, i multipli sembrano ottimi, soprattutto se consideriamo l'analisi per flussi e gli utili nel medio termine.
Commenti?
 
Tempo fa si parlava di BMW: l'azienda ha qualche difficoltà di redditività attualmente dovuta sia ai dazi di Trump che alle nuove regole sulle emissioni. Sta investendo molto sull'elettrico e anche questo erode i margini.
Tuttavia il bilancio è in ordine e rimane tra i leader del mercato automobilistico.
Il titolo è in caduta libera da circa un anno, i multipli sembrano ottimi, soprattutto se consideriamo l'analisi per flussi e gli utili nel medio termine.
Commenti?

Non si tratta solo di BMW. Tutto il settore auto è in calo. Daimler è sulla stessa strada, Honda idem, Brembo uguale, per non parlare di Ford che ha quotazioni come 30 anni fa. In più il mercato è (a mio avviso) ancora in subbuglio per la storia delle emissioni truccate. Poche sono le aziende che riescono a fare la differenza: Toyota sembra reggere di più le quotazioni. Ferrari poi mantiene una redditività e margini più elevati il che gli consente di fare la differenza anche in borsa. A parte queste rarità, l'intero settore è in evoluzione con miliardi in investimenti in ricerca e sviluppo, principalmente nell'elettrico ma anche in altri campi (qualcuno parla di idrogeno da anni). E stiamo parlando di aziende che in qualche modo fanno qualche utile. Tesla neanche quelli.
Ci sono più di 50 marche differenti e centinaia di modelli disponibili, concorrenza davvero molto elevata.
I prezzi comunque sembrano interessanti. In base la valore di mercato che avevo aggiornato sul 3D Best Global Brands, BMW e Daimler sono a quotazioni al di sotto del loro stesso valore del marchio.
Mi ricorda un pò quando le banche anche americane quotavano sotto il Book Value. BAC oggi quota quasi 6 volte i minimi toccati pochi anni fa.

Entrare? non entrare? Questa è un pò una scommessa sul tempismo.Potrebbe calare come ripartire. Penso che in pochi possano dare una prospettiva futura precisa in merito. Sarebbe troppo bello :yes:
 
Volkswagen che ne pensate?
A me piace, tanti brand di qualita' e riconosciuti, coprendo tutti i settori, da quelli economici al lusso.
Sono stati colpiti parecchio dallo scandalo emissioni, e tratta a multipli veramente bassi.
In piu' sta puntando parecchio sull'elettrico e su una struttura modulare (cioe' facilmente integrabile nei vari brand e modelli => costo RD contenuto se si pensa su quanti modelli sara' replicato/diluito).
Ha parecchio debito e' vero, e questo ne frena la crescita/redditivita'.
 
Volkswagen che ne pensate?
A me piace, tanti brand di qualita' e riconosciuti, coprendo tutti i settori, da quelli economici al lusso.
Sono stati colpiti parecchio dallo scandalo emissioni, e tratta a multipli veramente bassi.
In piu' sta puntando parecchio sull'elettrico e su una struttura modulare (cioe' facilmente integrabile nei vari brand e modelli => costo RD contenuto se si pensa su quanti modelli sara' replicato/diluito).
Ha parecchio debito e' vero, e questo ne frena la crescita/redditivita'.

Vale l'analisi fatta da pmc qualche post fa. Il settore auto soffre. VW è ottima, così come ottime sono BMW, Daimler, Brembo e tante altre. Se non si riescono a vendere automobili a prezzi che lascino margini dignitosi, sarà dura per tutte le aziende del settore che potrebbero chiudere senza utili per diversi anni consecutivi.
 
lo sbilanciamento dei fondi pensionistici:

germa.jpg
 
Preoccupante nettamente sopravvalutata VW ci si potrebbe aspettare un crollo nel ribilanciamento se la fonte è attendibile per i fondi italiani.
 
Per vs valutazioni e per contribuire alla discussione.
 

Allegati

  • Allianz SE.pdf
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  • Bayer AG.pdf
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  • Bayerische Motoren Werke AG.pdf
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  • Enel SpA.pdf
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  • Eni SpA.pdf
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per concludere la carrellata.

Come vedete si tratta di un mio modello, migliorabile, nel quale si tiene conto di tutta una serie di parametri, alcuni diretti altri calcolati. alla fine si dovrebbe riuscire ad avere la percezione se il titolo sia appetibile o meno .
Nota bene, ciò non sta a significare che ANCHE il timing di acquisto /vendita sia adeguato poichè, in ultima analisi, tutto dipende anche dalla propensione al rischio propria di ciascuno di noi.
 

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  • Volkswagen AG.pdf
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Reazioni: Mei
FCA Bank opera in 18 paesi del mondo, non solo in Italia.

Nell'anno 2018 FCA Bank ha avuto un utile di 388 milioni, cet 1 ratio 12,5%.

Nel primo semestre 2019, un utile di 238,5 milioni, cet 1 ratio 13% (nel 2018 l'utile semestrale era stato di 201 milioni).


22 luglio 2019
Crédit Agricole Consumer Finance e Fiat Chrysler Automobiles hanno raggiunto un accordo per prolungare la loro joint venture paritetica in FCA Bank fino al 31 dicembre 2024.
 
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